La stanza d'albergo e la cameriera ai piani
di
PeppinoPeppino
genere
sentimentali
LA STANZA D’ALBERGO E LA CAMERIERA AI PIANI.
Maria Giovanna, cosi si chiamava quella stupenda ragazzetta poco più che trentenne,proveniente dal paesello circa 50 km da Roma.
Tutte le mattine con la sua corriera si recava a Roma , a ridosso della famosa stazione Termini,dove lavorava in un alberghetto a condizione familiare,e con la sua simpatia e spigliatezza conquistava tutti,cliente e datori di lavoro,
Sempre allegra e graziata con tutti .
Statura media una terza di seno e un sederino di tutto rispetto.
Le piaceva vestirsi bene, e farsi ammirare ma senza malizia da parte sua.
Cosi giovane, aveva gia un matrimonio fallito alle spalle per ignoranza di un uomo che non ha saputo conquistarla fino in fondo,e quando è finita l’attrazione fisica e finito anche il matrimonio.
Maria Giovanna non cercava storie, ma solo amicizie vere con cui condividere un caffé e tanta simpatia…
Io umile pittore, avevo preso un appalto in quell'albergo e dovevo tinteggiare una decina di stanze,e si scese subito in ottima sintonia con Maria Giovanna.
Il caffè insieme al mattino dove si chiacchierava di vita vissuta e ideali per il futuro,
Ci si incontrava per i piani lei indaffarati a rifare letti e a riordinare camere ,io preso più che mai dalla sua simpatia e dal suo culetto …sodo ,piccolo a dir poco fantastico…sogno proibito di ogni buon maschietto .
Si scherzava e si rideva con le battutine a doppio senso, finche una mattina, mentre ero intento a carteggiare dei muri in una stanza,lei irrompe dentro con gli occhi lucidi e la voce tremante.
Subito preoccupato le chiesi cosa fosse successo, e con voce singhiozzante mi disse che il suo capo aveva provato di nuovo a palpeggiarla in uno stanzino,tutti volevano il suo giovane e fresco corpo,ma nessuno voleva il suo animo.
Cercai di tranquillizzarla e quando ci riuscii ci guardammo negli occhi senza fiatare, mentre i nostri corpi vibravano all’unisono solo per la vicinanza,lei indossava un grembiule bianco e sotto una pantacollant anch’esso bianco ed un esile reggiseno che teneva intrappolato quel suo seno intrepido,e dove si intravedevano quei due capezzoli che sembrava volessero bucare il grembiule.
Le presi le mani nella mia, e senza proferir parola glie le portai sopra la sua testa facendola indietreggiare sino a poggiarsi sulla parete, di li il passo fu breve,le nostre labbra si sfioravano lei tentava di liberarsi,ma non in modo insistente,che dopo poco il calore delle sue labbra si fuse con il mio,le nostre lingue si trovarono e ci fu un tripudio di sensazioni,il suo petto sul mio,il mio sesso ormai sveglio premeva sul suo grembiule e lei se ne accorse tanto e vero che cercava di spingersi verso di me per sentire al massimo il contatto. Le nostre lingue ingrovigliate e i nostri sapore fusi in un vortice senza ritorno.
Ci staccammo e subito lei senza proferir parole, fuggì via timorosa che dalla portineria potessero cercarla,la mattinata andò avanti cosi ripensando a quei momenti di grande estasi solo grazie ad un bacio.
Non riuscivo più a lavorare , il suo calore,il suo sapore erano dentro di me e un combattimento era in atto nell’intento di ricordare quelle semplici scosse che percepivo sulla schiena mentre baciavo Maria Giovanna.
D’improvviso mentre ero soprapensiero ecco che la porta si riapre e lei ricompare con un sorriso sgargiante a semplice, si appoggia alla porta una volta chiusa e come per incanto mi attira a se, la bacio passionalmente e guardandola negli occhi,le sbottono i primi bottoni del suo camice scoprendole un seno da urlo,lo accarezzo,lo sfioro,mi chino e lo bacio teneramente,mentre lei tiene le sue mani sulla mia nuca come a voler sentire meglio quel contatto,martorizzo che è un piacere quei capezzoli….Duri ,dritti,sensibile alla mia lingua e dolci come il miele.
Mentre mi diletto in questo mi prende una mano e se la porta sul suo pube,ricoperto solo da un lembo di seta ricamata,e completamente depilata,ma il calore che ne sprigiona è immenso,la accarezzo,la palpo ne percepisco l’umidità, è gia bagnata .
D'altro canto il mio sesso comincia a starmi stretto nei boxer,lo sento spingere e premere…ma non voglio rovinare quel momento per la troppa irruenza.
Le guida una sua manina sul mio sesso e lei comincia ad accarezzarlo curiosa e smaniosa di scoprirlo e metterlo a nudo.
Chissà da quanto non fa l’amore…ma in quel momento mi balena altro nella mento.
Tiro giù la mia lampo, e lei ingorda si impossessa del mio membro ormai sveglio e pulsante più che mai…lo scappella e mi fa male per il gonfiore che si è creato,lo guarda ne ammira la fattura e ne scorre le vene che ormai pulsano all’impazzata irrorando quella punta divenuta ormai violacea…mi stacco ormai dai suoi seni cercando nuovi orizzonti,lei mi massaggia ,fa andare la sua manina su e giù lungo l’asta ormai divenuta di marmo,ci guardiamo negli occhi e afferra subito ciò che vorrei,piano piano si lascia scivolare,inginocchiandosi sino ad avere il mio sesso a portata di naso,lo scruta lo marmorizza mi carezza i testicoli risalendo fino alla punta,sento di non poter resistere per molto.
Si avvicina con la bocca e lo bacia teneramente come a rompere quel senso di imbarazzo,tira fuori la lingua e come una vipera ne saggia l’aria e poi la consistenza.
Piccoli colpetti proprio sul frenulo, mi mandano in estasi,poi lentamente lo avvolge con la sua lingua e piano piano lo lascia scivolare in quella sua bocca piccola ma sapiente,mmmm che calore …immenso piacere,inizia a succhiare per poi lasciarlo andare,soffiandoci sopra aria fresca accentuando il godimento che di li a poco esploderà.
Alza gli occhi e compiaciuta vuole un mio consenso…mmmm siii cosi Giovanna…hooo siii continua cosi.
Lo sente pulsare nella sua bocca , sa che non resisterò a lungo quindi lei accelera il succhio,fino a farmi irrigidire e quando sto per uscire,lei mi tira a se indicandomi l’intenzione che io possa concludere nella sua bocca,non ci metto molto e non chiedo di meglio…
Uno due tre fiotti densi e ricchi di piacere le intasano la gola, mentre lei prontamente ingoia quel nettare,le mie mani sulle sue guance sino a che il mio tremolio non cessa di essere….è immensamente calda e la mia nuova piccola donna ci sa fare davvero,
Mi ha svuotato e ne sono felice che sia piaciuto anche a lei, trovando la forza e la voglia di farlo…
La tiro su ci guardiamo e ci abbracciamo teneramente,sapendo che ancora o molte altre stanze da tinteggiare, ma questa e un altra storia.
www.achillelaiti.com/libri
Maria Giovanna, cosi si chiamava quella stupenda ragazzetta poco più che trentenne,proveniente dal paesello circa 50 km da Roma.
Tutte le mattine con la sua corriera si recava a Roma , a ridosso della famosa stazione Termini,dove lavorava in un alberghetto a condizione familiare,e con la sua simpatia e spigliatezza conquistava tutti,cliente e datori di lavoro,
Sempre allegra e graziata con tutti .
Statura media una terza di seno e un sederino di tutto rispetto.
Le piaceva vestirsi bene, e farsi ammirare ma senza malizia da parte sua.
Cosi giovane, aveva gia un matrimonio fallito alle spalle per ignoranza di un uomo che non ha saputo conquistarla fino in fondo,e quando è finita l’attrazione fisica e finito anche il matrimonio.
Maria Giovanna non cercava storie, ma solo amicizie vere con cui condividere un caffé e tanta simpatia…
Io umile pittore, avevo preso un appalto in quell'albergo e dovevo tinteggiare una decina di stanze,e si scese subito in ottima sintonia con Maria Giovanna.
Il caffè insieme al mattino dove si chiacchierava di vita vissuta e ideali per il futuro,
Ci si incontrava per i piani lei indaffarati a rifare letti e a riordinare camere ,io preso più che mai dalla sua simpatia e dal suo culetto …sodo ,piccolo a dir poco fantastico…sogno proibito di ogni buon maschietto .
Si scherzava e si rideva con le battutine a doppio senso, finche una mattina, mentre ero intento a carteggiare dei muri in una stanza,lei irrompe dentro con gli occhi lucidi e la voce tremante.
Subito preoccupato le chiesi cosa fosse successo, e con voce singhiozzante mi disse che il suo capo aveva provato di nuovo a palpeggiarla in uno stanzino,tutti volevano il suo giovane e fresco corpo,ma nessuno voleva il suo animo.
Cercai di tranquillizzarla e quando ci riuscii ci guardammo negli occhi senza fiatare, mentre i nostri corpi vibravano all’unisono solo per la vicinanza,lei indossava un grembiule bianco e sotto una pantacollant anch’esso bianco ed un esile reggiseno che teneva intrappolato quel suo seno intrepido,e dove si intravedevano quei due capezzoli che sembrava volessero bucare il grembiule.
Le presi le mani nella mia, e senza proferir parola glie le portai sopra la sua testa facendola indietreggiare sino a poggiarsi sulla parete, di li il passo fu breve,le nostre labbra si sfioravano lei tentava di liberarsi,ma non in modo insistente,che dopo poco il calore delle sue labbra si fuse con il mio,le nostre lingue si trovarono e ci fu un tripudio di sensazioni,il suo petto sul mio,il mio sesso ormai sveglio premeva sul suo grembiule e lei se ne accorse tanto e vero che cercava di spingersi verso di me per sentire al massimo il contatto. Le nostre lingue ingrovigliate e i nostri sapore fusi in un vortice senza ritorno.
Ci staccammo e subito lei senza proferir parole, fuggì via timorosa che dalla portineria potessero cercarla,la mattinata andò avanti cosi ripensando a quei momenti di grande estasi solo grazie ad un bacio.
Non riuscivo più a lavorare , il suo calore,il suo sapore erano dentro di me e un combattimento era in atto nell’intento di ricordare quelle semplici scosse che percepivo sulla schiena mentre baciavo Maria Giovanna.
D’improvviso mentre ero soprapensiero ecco che la porta si riapre e lei ricompare con un sorriso sgargiante a semplice, si appoggia alla porta una volta chiusa e come per incanto mi attira a se, la bacio passionalmente e guardandola negli occhi,le sbottono i primi bottoni del suo camice scoprendole un seno da urlo,lo accarezzo,lo sfioro,mi chino e lo bacio teneramente,mentre lei tiene le sue mani sulla mia nuca come a voler sentire meglio quel contatto,martorizzo che è un piacere quei capezzoli….Duri ,dritti,sensibile alla mia lingua e dolci come il miele.
Mentre mi diletto in questo mi prende una mano e se la porta sul suo pube,ricoperto solo da un lembo di seta ricamata,e completamente depilata,ma il calore che ne sprigiona è immenso,la accarezzo,la palpo ne percepisco l’umidità, è gia bagnata .
D'altro canto il mio sesso comincia a starmi stretto nei boxer,lo sento spingere e premere…ma non voglio rovinare quel momento per la troppa irruenza.
Le guida una sua manina sul mio sesso e lei comincia ad accarezzarlo curiosa e smaniosa di scoprirlo e metterlo a nudo.
Chissà da quanto non fa l’amore…ma in quel momento mi balena altro nella mento.
Tiro giù la mia lampo, e lei ingorda si impossessa del mio membro ormai sveglio e pulsante più che mai…lo scappella e mi fa male per il gonfiore che si è creato,lo guarda ne ammira la fattura e ne scorre le vene che ormai pulsano all’impazzata irrorando quella punta divenuta ormai violacea…mi stacco ormai dai suoi seni cercando nuovi orizzonti,lei mi massaggia ,fa andare la sua manina su e giù lungo l’asta ormai divenuta di marmo,ci guardiamo negli occhi e afferra subito ciò che vorrei,piano piano si lascia scivolare,inginocchiandosi sino ad avere il mio sesso a portata di naso,lo scruta lo marmorizza mi carezza i testicoli risalendo fino alla punta,sento di non poter resistere per molto.
Si avvicina con la bocca e lo bacia teneramente come a rompere quel senso di imbarazzo,tira fuori la lingua e come una vipera ne saggia l’aria e poi la consistenza.
Piccoli colpetti proprio sul frenulo, mi mandano in estasi,poi lentamente lo avvolge con la sua lingua e piano piano lo lascia scivolare in quella sua bocca piccola ma sapiente,mmmm che calore …immenso piacere,inizia a succhiare per poi lasciarlo andare,soffiandoci sopra aria fresca accentuando il godimento che di li a poco esploderà.
Alza gli occhi e compiaciuta vuole un mio consenso…mmmm siii cosi Giovanna…hooo siii continua cosi.
Lo sente pulsare nella sua bocca , sa che non resisterò a lungo quindi lei accelera il succhio,fino a farmi irrigidire e quando sto per uscire,lei mi tira a se indicandomi l’intenzione che io possa concludere nella sua bocca,non ci metto molto e non chiedo di meglio…
Uno due tre fiotti densi e ricchi di piacere le intasano la gola, mentre lei prontamente ingoia quel nettare,le mie mani sulle sue guance sino a che il mio tremolio non cessa di essere….è immensamente calda e la mia nuova piccola donna ci sa fare davvero,
Mi ha svuotato e ne sono felice che sia piaciuto anche a lei, trovando la forza e la voglia di farlo…
La tiro su ci guardiamo e ci abbracciamo teneramente,sapendo che ancora o molte altre stanze da tinteggiare, ma questa e un altra storia.
www.achillelaiti.com/libri
1
voti
voti
valutazione
1
1
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Quelle tue mutandineracconto sucessivo
MariaGiovanna Parte seconda
Commenti dei lettori al racconto erotico