Quelle tue mutandine
di
PeppinoPeppino
genere
poesie
QUELLE TUE MUTANDINE
Quella notte, il vento del crepuscolo su di noi.
Il chiarore della luna che filtrava il tuo corpo.
Adagiata come una sirena su quella poltrona.
Le tue gambe accavallate sul bracciolo.
La testa abbandonata sull’altro.
Io, seduto davanti a te, a godermi i tuoi spasmi,
i tuoi brividi,
per quel regalo che stavi per interpretare
davanti a me, senza voler più aspettare.
Indossavi solo la tua biancheria intima.
Ed io, languido, intento a guardarti diventar mia.
Non mi opponevo a nessun tuo movimento.
Adoravo da sempre quell’emozione.
Veleggiavano, davanti ai miei occhi, le tue mutandine.
Quelle che mi hanno fatto innamorare.
Quelle di filo bianco, ricamate sulla tua pelle ambrata…
Facevano risaltare le tue dolci e precoci forme di donna.
Adoravo tutto di te in quel momento,
anche quel sottile senso di tormento.
Stringevi le gambe, ti dimenavi dolcemente.
Mentre il tuo orgasmo ti percorreva, inaspettatamente.
Mutandine, che ieri avevi riposto nel cassetto,
con cura e affetto, smarrendo ogni speranza, di un mio gesto.
Sperando sempre in un nostro imminente incontro.
Incontro a cui ormai non fantasticavi più,
anche quando ti sussurrai che cosi ornata, mi piacevi di più.
Quelle mutandine, quelle che desideravi indossare,
ieri, quando speravi di potermi salutare,
nel tuo intento di essere in grado, poi, di amare.
Mi desideravi, non c’è la facevi più, non resistevi,
un solo pensiero ti attanagliava, mi bramavi.
Desideravi un mio tocco lieve,
sentirti accarezzare quella seta,
all’imbrunire di quella sera.
Volevi contemplare il mio sguardo compiaciuto,
quando il tuo respiro si faceva corto, mentre pensavi a me,
con tutto il tuo trasporto.
Perché quella sera io mi feci trovare, per fare con te l’amore.
Adoravi vedere la sorpresa sul mio volto, quando, per la prima volta,
io ti scoprii, per notare poi che le portavi:
bianche, sottili, ricamate, profumate e da te indossate,
quelle che mi fanno rizzare e indurire,
consapevole del tuo sguardo, che conosce il mio segreto.
Quelle che mi hanno dato miriadi di brividi di piacere.
Al solo pensiero che un leggero strato di seta mi divide da te,
quel fremito di passione nel sentirmi cercare l’orlo, di quelle tue mutandine,
una fitta di nostalgia mi è passata dentro.
Al solo pensiero di farti mia in quel preciso momento.
www.achillelaiti.com/libri
Quella notte, il vento del crepuscolo su di noi.
Il chiarore della luna che filtrava il tuo corpo.
Adagiata come una sirena su quella poltrona.
Le tue gambe accavallate sul bracciolo.
La testa abbandonata sull’altro.
Io, seduto davanti a te, a godermi i tuoi spasmi,
i tuoi brividi,
per quel regalo che stavi per interpretare
davanti a me, senza voler più aspettare.
Indossavi solo la tua biancheria intima.
Ed io, languido, intento a guardarti diventar mia.
Non mi opponevo a nessun tuo movimento.
Adoravo da sempre quell’emozione.
Veleggiavano, davanti ai miei occhi, le tue mutandine.
Quelle che mi hanno fatto innamorare.
Quelle di filo bianco, ricamate sulla tua pelle ambrata…
Facevano risaltare le tue dolci e precoci forme di donna.
Adoravo tutto di te in quel momento,
anche quel sottile senso di tormento.
Stringevi le gambe, ti dimenavi dolcemente.
Mentre il tuo orgasmo ti percorreva, inaspettatamente.
Mutandine, che ieri avevi riposto nel cassetto,
con cura e affetto, smarrendo ogni speranza, di un mio gesto.
Sperando sempre in un nostro imminente incontro.
Incontro a cui ormai non fantasticavi più,
anche quando ti sussurrai che cosi ornata, mi piacevi di più.
Quelle mutandine, quelle che desideravi indossare,
ieri, quando speravi di potermi salutare,
nel tuo intento di essere in grado, poi, di amare.
Mi desideravi, non c’è la facevi più, non resistevi,
un solo pensiero ti attanagliava, mi bramavi.
Desideravi un mio tocco lieve,
sentirti accarezzare quella seta,
all’imbrunire di quella sera.
Volevi contemplare il mio sguardo compiaciuto,
quando il tuo respiro si faceva corto, mentre pensavi a me,
con tutto il tuo trasporto.
Perché quella sera io mi feci trovare, per fare con te l’amore.
Adoravi vedere la sorpresa sul mio volto, quando, per la prima volta,
io ti scoprii, per notare poi che le portavi:
bianche, sottili, ricamate, profumate e da te indossate,
quelle che mi fanno rizzare e indurire,
consapevole del tuo sguardo, che conosce il mio segreto.
Quelle che mi hanno dato miriadi di brividi di piacere.
Al solo pensiero che un leggero strato di seta mi divide da te,
quel fremito di passione nel sentirmi cercare l’orlo, di quelle tue mutandine,
una fitta di nostalgia mi è passata dentro.
Al solo pensiero di farti mia in quel preciso momento.
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