Ti abbraccio, poi ti invito a voltarti

di
genere
sentimentali

Ti abbraccio, poi ti invito a voltarti.

Sei fantastica, è tutto il giorno che ci rincorriamo a vicenda, mi stuzzichi maliziosamente, mi dici che mi vuoi, impazientemente.
Non vedi l’ora di lasciarmi entrare nel tuo cuore e di donarmi il corpo, la tua anima e la tua essenza di donna passionale.
Esco di corsa dall’ufficio e mi scapicollo a casa, so che sei pronta, so che sei irriverente, vuoi essere amata, deliziata e maltrattata, ma più che altro posseduta.
Non ami la violenza, ma ti pregusti la mia forza.
Eccomi, sono alle tue spalle, mi senti arrivare e un brivido ti percorre la schiena.
Volti la tua testa e mi sorridi, mentre sfiori le mie labbra con un dolce bacio, lo aspettavi, lo desideravi e ora sei più determinata che mai a goderti l’attimo.
Ti spingo ad appoggiare le mani contro il nostro tavolo di marmo, si chiama Rosso Verona, solo a guardarlo scalda l’atmosfera con quel suo colore acceso, invoca passione.
Insinuo un ginocchio tra le tue gambe e immediatamente capisci e lasci che si aprano...
Avverti la mia presenza dietro, il mio calore diventa il tuo, il mio ansimare si fonde con l’aria che ci circonda, ti sento quasi tremare.
Ti abbraccio forte, come a volerti fondere con me, i tuoi seni sono stretti nelle mie mani, la tua camicetta di seta poco ha potuto, il tuo reggiseno non esiste, i tuoi capezzoli bucano l’aria.
Il mio sesso turgido si alloggia tra le rotondità di quel sedere tanto amato quanto voluto e desiderato.
A dividerci solo quei lembi di stoffa, allunghi la tua manina come a cercare di dare sollievo al mio sesso, lo accarezzi, lo liberi e lo afferri saldamente con la tua esperta mano.
Ti volti verso di me, mi sciogli con quel tuo sguardo e senza proferir parola, le tue mani scendono a slacciarmi i pantaloni e insieme ai boxer li fai scivolare alle mie caviglie...
Il mio sesso è paonazzo, davanti a te, lo guardi, compiaciuta, lo scappelli sino a tirare il mio delicato frenulo.
Non c’è la faccio, il desiderio diventa passione, voglia di averti, di regalarti sospiri affannati e voluti. D’un tratto ti giro di schiena io appoggiato a te. Ti tiro delicatamente su i capelli, ti bacio il collo, le spalle, la schiena; non riesco a pensare a nulla, se non alla magia che ci unisce.
Ad un tratto prendo il mio sesso duro come il marmo di quel nostro tavolo, e lo appoggio sul tuo solco, lo faccio scivolare bene su e giù più volte: basterebbe una lieve spinta, e sarei dentro di te.
Mi senti esitare, non osi fiatare, daresti qualsiasi cosa perché ti facesse mia.
Di colpo cambio idea e spingo su per il tuo culetto, il tuo calore mi avvolge, il dolore ti sale improvviso in testa, vorresti urlare, ma non ce la fai.
Sei impietrita, il dolore è forte e inaspettato, i tuoi occhi si riempiono di lacrime.
Ti prendo dietro, dove nessuno è mai stato in grado di averti. Non aver mai provato una sofferenza fisica ed emotiva così intensa.
Cerchi di liberarti, ma io ti tengo stretta a me.
Immobile, cerchi di capire cosa ti sta succedendo, cerchi una ragione, ma non ce ne sono. Ti afferro per quelle tue dolci ciocche e tiro a me, come a voler dettare il ritmo e togliendoti ogni possibilità di movimento. Hai perso.
Il dolore di prima, piano piano lascia spazio alla dolcezza e al piacere che comincia a inebriarti i sensi e questo sembra eccitarti sempre di più. Il tuo respiro è affannoso, ma non per la fatica.
Mugoli e ansimi per il piacere e la simbiosi è totale.
Non pensavo fosse bello proferisci …hhhooo, mentre le mie spinte accelerano quando ormai il tuo sfintere è diventato mio e risponde ad ogni mia sollecitazione.
Non ribatti, non proferisci parola.
Sei come svuotata, e il piacere ha sostituito il dolore e ti pulsa in testa, il sudore ti cola sulla fronte, e si mescola alle lacrime.
Io torno a muovermi dolcemente dietro a te, mi sorreggo ai tuoi seni, ormai doloranti per l’attenzione che ho rivolto loro costantemente, poi aumento il ritmo, fino a non controllarmi più.
Non c’è traccia di riguardo per i nostri sensi, i nostri movimenti spontanei sono uno solo: stiamo pensando solo al nostro piacere, affondo dentro di te con decisione. Il piacere misto al dolore cresce, è insopportabile. Non era questo che pensavi; ti arrendi e ti lasci andare.
Sento il tuo respiro farsi sempre più affannoso, poi ti sento irrigidirti e gemere e, finalmente, ti abbandoni lì, piegata sul nostro tavolo, al tuo possente orgasmo.
Tremi e gemi e quella sensazione del tuo appagamento e dei tuoi spasmi, mi salgono al cervello fino a venirmene anch’io, scaricando tutta la mia vita nel tuo sedere pazzesco, ricco di centri nervosi e sensibili al tuo godimento.
Perdonami, dico io, volevo averti come non ti aveva mai avuta nessuno: non potevi saperlo, ma è stato stupendo.
Corri in bagno e trovi in te il passaggio del mio ardore…non ricordi più il dolore,
Ma solo il grande piacere……e pregusti già….
Una prossima volta da protagonista.

www.achillelaiti.com/libri
scritto il
2016-02-23
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