Rita
di
Exculiano Magenta
genere
feticismo
Gioia sta per scattare la fotografia. Siamo tutti bene in posa, puliti, profumati e sorridenti.
Le zie, i genitori, i cugini, i nonni. I parenti naturali e quelli acquisiti.
Il mio posto è tra zio Quintano e zia Rita. Proprio davanti a me siede nonno Arnaldo.
- Allora, tutti al proprio posto? – chiede Gioia, la macchinetta fotografica pronta per scattare.
- Siiiiii!! – urlano tutti insieme. Ma come al solito c’è qualcosa che non va. Forse il flash. Zio
Romolo corre a guardare.
La zia Rita, alla mia sinistra, guarda impaziente attorno a lei. Sembra stia cercando qualcuno o qualcosa.
Poco fa eravamo in soggiorno, lei guardava la televisione mentre io mi divertivo con le sue scarpe. Gliele toglievo e le facevo il solletico sotto la pianta del piede. Lei sorrideva mentre agitava il piede, mi diceva di fare il bravo e di rimetterle la scarpa. E poi, che gioco era mai quello? “Dopo ti puzzeranno tutte le manine!” mi diceva. Zio Quintano, seduto sull’altra poltrona, leggeva il giornale e ogni tanto guardava la scena, sorridente anch’egli, senza dire niente.
Sono contento quando viene a trovarmi la zia Rita. Ogni volta ha delle scarpe e delle calze diverse. E poi ha dei piedi bellissimi, sempre con lo smalto rosso e le unghie lunghe. Mi diverto sempre a giocare con i suoi piedi, e lei mi lascia fare.
Prima, però, e successa una cosa strana. Zio Quintano è andato un attimo in bagno, ed io sono rimasto solo nella stanza con la zia.
Le avevo rimesso la scarpa, e guardavo un po’ di tv seduto in terra.
- Ti piacciono i piedi della zia? – mi ha chiesto improvvisamente.
- Come, zia?
- Dicevo, ti piacciono i piedi della zia?
Ho annuito senza dire niente, spiazzato.
- Ogni volta giochi sempre con i miei piedi, cos’hanno che ti piacciono tanto?
- Sono belli.
- Ti piace tenerli in mano?
- S…si.
- Ma puzzano!
- Si, ma…mi piace
- Allora ti piace la puzza dei piedi
- Dei tuoi sì
- La puzza dei piedi della zia?
- Si, è buona.
La zia Rita ha sfilato delicatamente una scarpa e mi ha donato la sua bella pianta con le dita ben allargate proprio davanti al naso.
- Allora odorali.
- C…come?
- Odora, odora i piedi di zia, dai.
Improvvisamente zio Quintano è rientrato nella stanza, ma per fortuna non ha visto niente, dato che si stava ancora abbottonando i pantaloni a testa bassa. Zia Rita ha infilato subito il piede nella scarpa e si è alzata in piedi.
- Ora devo andare io, in bagno – e se n’è andata. Al suo ritorno eravamo già raggruppati nel soggiorno per la foto di gruppo.
Da quando è tornata dal bagno, zia Rita non mi ha rivolto nemmeno uno sguardo. Sembra
irritata.
Ci mettiamo bene in posa, tutti a sorridere e ad aggiustarsi il vestito. Alcuni si sventolano per il caldo, altri sbuffano.
Zia Rita poggia le mani sullo schienale della sedia su cui è seduto nonno Arnaldo. Sento il rumore del tacco sul pavimento, e subito dopo qualcosa strusciare sul mio polpaccio. Guardo in basso e vedo il piede di zia Rita sulla mia gamba. Lo sento caldo di sudore sui miei pantaloni, e subito un familiare olezzo sale fino al naso.
Guardo zia Rita, che non contraccambia. Continua a guardare davanti a sé con un finto sorriso stampato sulla faccia.
- Tutto bene amore? Hai sentito che caldo? – le domanda zio Quintano.
- Oh sì, hai ragione. Si muore dal caldo. – risponde lei.
Intanto continua a sfregare il suo piede sulla mia gamba immobile. Passa allo stinco e va su e giù, lentamente ma con pressione costante. Comincio a sudare e sento un bozzo gonfiarsi nelle mutande.
Zia Rita guarda in basso e si accorge del bozzo sgranando gli occhi e sorridendo. Poi si accuccia e mi sussurra all’orecchio:
- Sei un porcellino, lo sai?
- Ci siamo! Tutti in posa!! – grida Gioia.
Zia Rita si alza, fiera e stupenda, rimette il piede nella scarpa e mi afferra il pisello saldamente dai pantaloni, strofinandomi la cappella con il pollice, come farebbe con la rotella di un accendino.
- Ehi, piccolo! Ridi un po’, dai! Guarda come sei sudato! Facciamo la foto poi vai a darti una sciacquata.
Io non rispondo. Ho paura che tutti scoprano il giochetto che sta facendo zia Rita al mio pisello. Resto immobile, muto e sudato.
- Sorridete!! Fatto!
E Gioia scatta la foto, mentre zia Rita, dopo avermi fatto schizzare nelle mutande, si annusa la mano e si lecca le dita una ad una.
Le zie, i genitori, i cugini, i nonni. I parenti naturali e quelli acquisiti.
Il mio posto è tra zio Quintano e zia Rita. Proprio davanti a me siede nonno Arnaldo.
- Allora, tutti al proprio posto? – chiede Gioia, la macchinetta fotografica pronta per scattare.
- Siiiiii!! – urlano tutti insieme. Ma come al solito c’è qualcosa che non va. Forse il flash. Zio
Romolo corre a guardare.
La zia Rita, alla mia sinistra, guarda impaziente attorno a lei. Sembra stia cercando qualcuno o qualcosa.
Poco fa eravamo in soggiorno, lei guardava la televisione mentre io mi divertivo con le sue scarpe. Gliele toglievo e le facevo il solletico sotto la pianta del piede. Lei sorrideva mentre agitava il piede, mi diceva di fare il bravo e di rimetterle la scarpa. E poi, che gioco era mai quello? “Dopo ti puzzeranno tutte le manine!” mi diceva. Zio Quintano, seduto sull’altra poltrona, leggeva il giornale e ogni tanto guardava la scena, sorridente anch’egli, senza dire niente.
Sono contento quando viene a trovarmi la zia Rita. Ogni volta ha delle scarpe e delle calze diverse. E poi ha dei piedi bellissimi, sempre con lo smalto rosso e le unghie lunghe. Mi diverto sempre a giocare con i suoi piedi, e lei mi lascia fare.
Prima, però, e successa una cosa strana. Zio Quintano è andato un attimo in bagno, ed io sono rimasto solo nella stanza con la zia.
Le avevo rimesso la scarpa, e guardavo un po’ di tv seduto in terra.
- Ti piacciono i piedi della zia? – mi ha chiesto improvvisamente.
- Come, zia?
- Dicevo, ti piacciono i piedi della zia?
Ho annuito senza dire niente, spiazzato.
- Ogni volta giochi sempre con i miei piedi, cos’hanno che ti piacciono tanto?
- Sono belli.
- Ti piace tenerli in mano?
- S…si.
- Ma puzzano!
- Si, ma…mi piace
- Allora ti piace la puzza dei piedi
- Dei tuoi sì
- La puzza dei piedi della zia?
- Si, è buona.
La zia Rita ha sfilato delicatamente una scarpa e mi ha donato la sua bella pianta con le dita ben allargate proprio davanti al naso.
- Allora odorali.
- C…come?
- Odora, odora i piedi di zia, dai.
Improvvisamente zio Quintano è rientrato nella stanza, ma per fortuna non ha visto niente, dato che si stava ancora abbottonando i pantaloni a testa bassa. Zia Rita ha infilato subito il piede nella scarpa e si è alzata in piedi.
- Ora devo andare io, in bagno – e se n’è andata. Al suo ritorno eravamo già raggruppati nel soggiorno per la foto di gruppo.
Da quando è tornata dal bagno, zia Rita non mi ha rivolto nemmeno uno sguardo. Sembra
irritata.
Ci mettiamo bene in posa, tutti a sorridere e ad aggiustarsi il vestito. Alcuni si sventolano per il caldo, altri sbuffano.
Zia Rita poggia le mani sullo schienale della sedia su cui è seduto nonno Arnaldo. Sento il rumore del tacco sul pavimento, e subito dopo qualcosa strusciare sul mio polpaccio. Guardo in basso e vedo il piede di zia Rita sulla mia gamba. Lo sento caldo di sudore sui miei pantaloni, e subito un familiare olezzo sale fino al naso.
Guardo zia Rita, che non contraccambia. Continua a guardare davanti a sé con un finto sorriso stampato sulla faccia.
- Tutto bene amore? Hai sentito che caldo? – le domanda zio Quintano.
- Oh sì, hai ragione. Si muore dal caldo. – risponde lei.
Intanto continua a sfregare il suo piede sulla mia gamba immobile. Passa allo stinco e va su e giù, lentamente ma con pressione costante. Comincio a sudare e sento un bozzo gonfiarsi nelle mutande.
Zia Rita guarda in basso e si accorge del bozzo sgranando gli occhi e sorridendo. Poi si accuccia e mi sussurra all’orecchio:
- Sei un porcellino, lo sai?
- Ci siamo! Tutti in posa!! – grida Gioia.
Zia Rita si alza, fiera e stupenda, rimette il piede nella scarpa e mi afferra il pisello saldamente dai pantaloni, strofinandomi la cappella con il pollice, come farebbe con la rotella di un accendino.
- Ehi, piccolo! Ridi un po’, dai! Guarda come sei sudato! Facciamo la foto poi vai a darti una sciacquata.
Io non rispondo. Ho paura che tutti scoprano il giochetto che sta facendo zia Rita al mio pisello. Resto immobile, muto e sudato.
- Sorridete!! Fatto!
E Gioia scatta la foto, mentre zia Rita, dopo avermi fatto schizzare nelle mutande, si annusa la mano e si lecca le dita una ad una.
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