Pipino il Lungo
di
Alexandro
genere
trio
Pipino il Lungo
Era bella e procace, un seno abbondante tra la 4^ e la 5^ ed un culo da sogno, all’insù e sporgente, un fisico da combattimento la rendeva instancabile e quante battaglie aveva visto quel corpo.
Tutte vinte, si dice, e le vittime non mancarono, cuori infranti e matrimoni distrutti, lei era così, senza scrupoli, se uno le piaceva andava alla carica e non le importava dei danni causati poi a trent’anni rimase sola, o meglio, non proprio sola ma senza una sfida.
E si, li aveva uccisi tutti, metaforicamente parlando si intende, poi un giorno conobbe Andrea, il mio migliore amico, uno e novanta con pettorali d’acciaio.
Si guardarono ed i loro occhi brillarono, sguainarono le spade e si scagliarono l’uno contro l’altro, fu un epico scontro dall’esito incerto ma come ci ha insegnato Highlander ne rimarrà solo uno e quello fu Andrea, per carità onore al merito, ma lei non fu sconfitta cedette solo alla maggiore prestanza fisica.
Quando li incontravamo al mattino erano entrambi a pezzi, solo che lei aveva le gambe tremanti mentre lui ancora camminava spedito, mi sono sempre chiesto come ci riuscisse, sorridevo pensandoci e nella mia fantasia lo vedevo spaccargli le sedie sui reni per poi finirla con il suo bastone infuocato, pensavo… e sì, solo così si spiega.
Poi un giorno Martina, era questo il suo nome si arrese, alzò bandiera bianca e con quella si fece un vestito che indossò al loro matrimonio, fu un memorabile giorno, in chiesa a destra tutti quelli distrutti da lei ed a sinistra quelle distrutte da lui, insieme si abbracciarono commossi e sono certo che qualcuno andò anche oltre.
Ed ora veniamo a me, sono io Pipino il lungo, vi chiederete perché, è presto detto, la mia croce perenne, il mio buffo cazzo, 18 Centimetri per soli 2.5 di diametro, un sigaro insomma più che un vero pisello, per carità di donne ne ho avute perché sono carino ma sempre, ogni volta, mi hanno riso in faccia e la cosa mi ha creato non pochi problemi.
Queste sono le premesse ed ora veniamo alla storia, facciamo un balzo di cinque anni avanti, a dispetto di ogni più rosea previsione la storia reggeva, Andrea e Martina si amavano ancora ma lui, quel pomeriggio, mi confidò un segreto.
Martina ha la sindrome del culo stretto, e che roba è chiesi, beh praticamente ha un foro strettissimo e soffre molto anche ad andare in bagno. Avete parlato con un medico chiesi, si lo abbiamo fatto e la cura pare sia solo meccanica, in che senso aggiunsi.
In farmacia abbiamo preso un set di coni di gomma di vari diametri, la cura consiste nel tenerne uno dentro per l’intera giornata, la sera si toglie e dopo qualche giorno così si passa alla misura dopo.
Rimuginavo pensando alla scena ed al culo da sogno che aveva Martina ma fui interrotto da una pacca che per poco non mi butto giù dalla sedia “Stronzo! Stai pensando al culo di mia moglie!” e che cazzo vuoi risposi, non è colpa mia se ti sei sposato il più bel culo della città, ridemmo divertiti poi tornò serio, ed a che serve averlo se poi non lo si può usare, ci ho provato in tutti i modi possibili, creme, oli, una sapiente preparazione ma il risultato è sempre lo stesso, urla e mi butta per aria, il massimo che ho potuto fare è stato solo usare un dito.
E ti lamenti pure sbottai, sai quanti pagherebbero per farsi fare solo una sega da lei? Tu hai anche il resto e non ti accontenti, giustizia divina si chiama, il gran culo già l’hai avuto incontrandola… solo che è il tuo, sghignazzai felice, e che cazzo!!!
Ridi, ridi, mi disse, ma non sai come mi sento, l’altra sera… ti confido un segreto ma giura di non farne parola. Dissi lo giuro ed incrociai le dita ma dietro la schiena. Bene, l’altra sera stavamo scopando, lei era sopra di me, mi guarda e mi fa “pensa se adesso arrivasse uno e me lo mettesse nel culo mentre tu mi scopi, ti ecciterebbe?” E tu che hai risposto? Beh niente, almeno non ne ho avuto il tempo, gli ho afferrato i fianchi e le ho inondato il pancino, poi dopo era lì appoggiata sul petto e le ho chiesto se faceva sul serio, mi ha detto “madonna che permaloso, stavo solo scherzando, però… l’idea è eccitante” gli ho letto negli occhi la voglia, lo sai non si è fatta mancare mai nulla e non vorrei… si, insomma, se mi mette le corna?
Lì proprio sbottai: ma lo sai che non hai le palle eppure sei palloso? Che pacco che sei! E comprati un vibratore mini vedrai che gli piacerà.
Già fatto, rispose, non gli è piaciuto, diceva che non era caldo e fremente, che porca pensai, beato lui, ma questo non glielo dissi.
La testa fra le mani a guardare nel bicchiere come fosse un TV al plasma, questa volta la pacca gliela diedi io “trasmettono qualcosa di bello nel tuo bicchiere?” Andrea alzò il capo, aveva gli occhi lucidi, scherza, scherza mi disse, ma io non ci dormo la notte, sono addirittura arrivato a pensare che tu per lei saresti perfetto. Alzai le sopraciglia incredulo, tu non stai bene gli dissi e lui “perché non sarebbe così?”
Certo risposi, per il lato B forse, ma cosa racconterei al lato A, le barzellette? Ma va va, goditi la vita e non ci pensare, nessuno te la porterà via… almeno fino a quando avrai quel cazzo di fisico.
Trascorsero tre mesi e venne il compleanno di Martina, dio quanto era sexy, un vestitino aderente la fasciava partendo da poco sotto l’inguine ed un’abbondante scollatura valorizzava anche troppo il seno abbondante, praticamente una mini mozzafiato con tette al vento. Era la festeggiata ma anche se non lo fosse stata sono sicuro che sarebbe stata lei comunque la Leader indiscussa della serata, Andrea era nervoso, gli sguardi su di lei dei nostri amici, discreti ma insistenti, lo infastidivano, mi avvicinai e gli dissi: potevi sceglierla grassa e pelosa ed ora nessuno te la guardava così, lui mi guardò… mi sa che tu rosichi e non poco, va beh dai a te lo consento, mi abbraccio e tornammo a festeggiare.
La serata fu carina e molto divertente ed uno alla volta i nostri amici cominciarono ad andar via, io non avevo nessuno ad aspettarmi a casa così mi trattenni finche non rimanemmo noi tre soli. Lei era alticcia e molto divertente, oltre che decisamente arrapante con quel vestitino che risaliva ormai da tutte le parti, Andrea prese il pacchetto di sigarette e quando lo aprì vide che erano finite.. cazzo ho finito le sigarette! Mi tocca scendere un’attimo a prenderle.
Scendo con te, gli dissi, si è fatto tardi e lui… no per favore, non vedi come sta? Falle compagnia dieci minuti che vado e vengo. Non feci in tempo a replicare che già era uscito, Martina si alzò ed andò in cucina, tornò con due bottiglie, una di Whisky ed una di Vodka, cosa ti verso mi disse, lo sai Martina che sono astemio, non bevo. Ah già tu hai tutte le virtù, io invece no e mi piace la Vodka, ne riempì un bicchierino e lo mandò giù tutto poi lo riempì di nuovo. Martina, le dissi, dai non esagerare, che vuoi che sia rispose, tanto domani non ricorderò nulla e giù un altro bicchiere.
Rideva da sola ormai completamente sbronza e mi stava addosso, sentivo il suo profumo ed i suo seni schiacciati sul mio braccio, mi guarda e mi fa: Porco, mi stai guardando le tette. Che dici sei ubriaca e lei… si, si mi stai guardando le tette, poi si fece seria, almeno in apparenza e mi fa “facciamo un patto, io te le faccio vedere se tu mi fai vedere Pipino”, ed io… ma sei impazzita? Si, si dai, ne ho sentito parlare tanto, affare fatto? Neanche il tempo di rispondere che aveva sceso le spalline dell’abito ed infilato le mani nelle coppe facendole balzare fuori. Che seni stupendi, due areole grandi quasi dieci centimetri e dei capezzoli turgidi proporzionati, rimasi incantato a fissarli e lei ne approfittò per prendermi la mano e mettersela su, “tocca non sono finte è tutta roba naturale”. Lo so, direte voi, è la moglie del tuo migliore amico, che cazzo fai? Nulla vi assicuro, ma almeno un’erezione me la volete concedere? E’ proprio ciò che accadde e guardando la mia patta gonfiarsi sperai che non se ne accorgesse ma lei che di esperienza ne aveva da vendere… “Siiii ti è venuto duro, allora ti piaccio!” E mentre le mie mani erano ancora sui suoi seni le sue partirono a razzo tra le mie gambe, cercai di bloccarla ma fu una lotta impari e mi battè con l’esperienza, riuscii solo a dire: che cazzo fai? Sei ubriaca fradicia! Appunto rispose, domani non ricorderò nulla ed agguantò il mio cazzo, lo fissò divertita e disse “ma che carino… è proprio tenero, adesso te lo riempio di baci e prima che potessi dire una sola parola sentii il calore della sua bocca avvolgermi l’asta”.
Non giudicatemi, vorrei vedere voi, a quel punto mi arresi e le afferrai la testa guidandola in un sali e scendi che per poco non mi fece venire, lei se ne accorse e si fermò dicendomi “non vuoi vedere il resto?” Si sfilò il vestitino e gli slip poi mi prese per mano e mi buttò letteralmente sul divano, salì in piedi e si offrì alla mia bocca.
Aveva un’odore veramente eccitante, pungente, fresco, sembrava un prato bagnato dopo la pioggia, affondai con la lingua assaporando i suoi umori mentre lei si contorceva godendo, mi afferrò la testa premendola “Mhmm sei proprio bravo, Andrea non mi lecca mai invece a me piace tanto, mordimi, mordimi che me ne vengo”. Afferrai il clitoride in bocca mentre due dita la penetravano e morsi quel delizioso affarino, lei sussultò e sentii i suoi umori sgorgare copiosi mentre urlava il suo orgasmo. Avevo la faccia ancora impastata che lei si era alzata e messa di spalle piegata, le mani slabbrarono quella rosea fessura in un invito esplicito a cui fece anche seguito un delizioso “non vuoi scoparmi?”
Non giudicatemi, ormai ero perso, andato per sempre in quel paradiso che per anni avevo tanto desiderato, puntai il mio cazzo ed affondai deciso “Mhmm …. Però… ti sento fino in fondo” sussurrò.
Fui interrotto da una voce maschile “Troia!!!” Era Andrea che neanche avevo sentire entrare ed in piedi ci guardò allibito “Te l’ha mai detto nessuno che sei una gran puttana?” Lei lo guardò e come se fosse la cosa più ovvia del mondo rispose “si tu, la prima volta che mi hai scopato” afferrò la cerniera e la fece scorrere, lui era ancora imbambolato lì accanto a noi che lei gli aveva già preso il cazzo in bocca leccandolo e masturbandolo con forza. Anche Andrea, come me, si arrese a quella bocca fantastica e si godette lo splendido pompino mentre io gli scopava la moglie sotto i suoi occhi, poi lei lo guardò e gli disse “scopami, ho voglia di sentire un cazzo vero”.
Mi feci da parte, lui si distese e lei sopra, gli afferrò il cazzo lo puntò alla fica e si impalò facendolo affondare tutto in un colpo solo, io ero in piedi a masturbarmi con la pena nel cuore per quelle parole così umilianti, lei si girò sorrise e disse “che fai lì da solo, c’è posto anche per te” con le mani allargò le natiche offrendomi il suo bocciolo fremente che si contraeva sotto i colpi di Andrea, inebriato dalla visione del suo culo fantastico mi avvicinai ed inizia a leccarglielo poi afferrai il cazzo, lo puntai e spinsi deciso senza ritegno per lei, in quel momento mi sentivo offeso e volevo che sentisse tutta la mia virilità.
Sobbalzò ed aprì la bocca in un respiro interrotto poi si accasciò su Andrea e gli sussurrò “il tuo amico mi sta inculando, mhmm fa un po’ male ma è sopportabile”. Portò le mani indietro e mi afferrò le natiche spingendole verso di lei, io le afferrai i fianchi ed iniziai a pomparla con quanta forza avevo, la sentivo fremere ed urlare il suo piacere mentre si dimenava sui nostri cazzi poi la sentìì contrarsi ed urlarci di venirle dentro, cosa che avvenne quasi all’unisono, la riempimmo del nostro seme caldo, Andrea davanti ed io da dietro, sussultava ad ogni fiotto che la inondava poi si accasciò sul petto di Andrea, lo baciò teneramente e gli disse “grazie amore mio, è il più bel regalo che tu mi abbia mai fatto, si alzò e corse in bagno”.
Rimasi lì in piedi con il cazzo grondante di sperma ed Andrea era ancora disteso a riprendere fiato, ci guardammo, avrei voluto scomparire o suicidarmi sbattendo la tempia sull’angolo del tavolo, vidi la bottiglia di Vodka, pensai “se nella vita di un uomo c’è un momento per bere… il mio era quello” l’afferrai e riempii il bicchierino, un unico sorso, buttai giù tutto ed aspettai il bruciore salire ma… non accadde nulla.
Acqua! Ero solo Acqua!
Fine
Era bella e procace, un seno abbondante tra la 4^ e la 5^ ed un culo da sogno, all’insù e sporgente, un fisico da combattimento la rendeva instancabile e quante battaglie aveva visto quel corpo.
Tutte vinte, si dice, e le vittime non mancarono, cuori infranti e matrimoni distrutti, lei era così, senza scrupoli, se uno le piaceva andava alla carica e non le importava dei danni causati poi a trent’anni rimase sola, o meglio, non proprio sola ma senza una sfida.
E si, li aveva uccisi tutti, metaforicamente parlando si intende, poi un giorno conobbe Andrea, il mio migliore amico, uno e novanta con pettorali d’acciaio.
Si guardarono ed i loro occhi brillarono, sguainarono le spade e si scagliarono l’uno contro l’altro, fu un epico scontro dall’esito incerto ma come ci ha insegnato Highlander ne rimarrà solo uno e quello fu Andrea, per carità onore al merito, ma lei non fu sconfitta cedette solo alla maggiore prestanza fisica.
Quando li incontravamo al mattino erano entrambi a pezzi, solo che lei aveva le gambe tremanti mentre lui ancora camminava spedito, mi sono sempre chiesto come ci riuscisse, sorridevo pensandoci e nella mia fantasia lo vedevo spaccargli le sedie sui reni per poi finirla con il suo bastone infuocato, pensavo… e sì, solo così si spiega.
Poi un giorno Martina, era questo il suo nome si arrese, alzò bandiera bianca e con quella si fece un vestito che indossò al loro matrimonio, fu un memorabile giorno, in chiesa a destra tutti quelli distrutti da lei ed a sinistra quelle distrutte da lui, insieme si abbracciarono commossi e sono certo che qualcuno andò anche oltre.
Ed ora veniamo a me, sono io Pipino il lungo, vi chiederete perché, è presto detto, la mia croce perenne, il mio buffo cazzo, 18 Centimetri per soli 2.5 di diametro, un sigaro insomma più che un vero pisello, per carità di donne ne ho avute perché sono carino ma sempre, ogni volta, mi hanno riso in faccia e la cosa mi ha creato non pochi problemi.
Queste sono le premesse ed ora veniamo alla storia, facciamo un balzo di cinque anni avanti, a dispetto di ogni più rosea previsione la storia reggeva, Andrea e Martina si amavano ancora ma lui, quel pomeriggio, mi confidò un segreto.
Martina ha la sindrome del culo stretto, e che roba è chiesi, beh praticamente ha un foro strettissimo e soffre molto anche ad andare in bagno. Avete parlato con un medico chiesi, si lo abbiamo fatto e la cura pare sia solo meccanica, in che senso aggiunsi.
In farmacia abbiamo preso un set di coni di gomma di vari diametri, la cura consiste nel tenerne uno dentro per l’intera giornata, la sera si toglie e dopo qualche giorno così si passa alla misura dopo.
Rimuginavo pensando alla scena ed al culo da sogno che aveva Martina ma fui interrotto da una pacca che per poco non mi butto giù dalla sedia “Stronzo! Stai pensando al culo di mia moglie!” e che cazzo vuoi risposi, non è colpa mia se ti sei sposato il più bel culo della città, ridemmo divertiti poi tornò serio, ed a che serve averlo se poi non lo si può usare, ci ho provato in tutti i modi possibili, creme, oli, una sapiente preparazione ma il risultato è sempre lo stesso, urla e mi butta per aria, il massimo che ho potuto fare è stato solo usare un dito.
E ti lamenti pure sbottai, sai quanti pagherebbero per farsi fare solo una sega da lei? Tu hai anche il resto e non ti accontenti, giustizia divina si chiama, il gran culo già l’hai avuto incontrandola… solo che è il tuo, sghignazzai felice, e che cazzo!!!
Ridi, ridi, mi disse, ma non sai come mi sento, l’altra sera… ti confido un segreto ma giura di non farne parola. Dissi lo giuro ed incrociai le dita ma dietro la schiena. Bene, l’altra sera stavamo scopando, lei era sopra di me, mi guarda e mi fa “pensa se adesso arrivasse uno e me lo mettesse nel culo mentre tu mi scopi, ti ecciterebbe?” E tu che hai risposto? Beh niente, almeno non ne ho avuto il tempo, gli ho afferrato i fianchi e le ho inondato il pancino, poi dopo era lì appoggiata sul petto e le ho chiesto se faceva sul serio, mi ha detto “madonna che permaloso, stavo solo scherzando, però… l’idea è eccitante” gli ho letto negli occhi la voglia, lo sai non si è fatta mancare mai nulla e non vorrei… si, insomma, se mi mette le corna?
Lì proprio sbottai: ma lo sai che non hai le palle eppure sei palloso? Che pacco che sei! E comprati un vibratore mini vedrai che gli piacerà.
Già fatto, rispose, non gli è piaciuto, diceva che non era caldo e fremente, che porca pensai, beato lui, ma questo non glielo dissi.
La testa fra le mani a guardare nel bicchiere come fosse un TV al plasma, questa volta la pacca gliela diedi io “trasmettono qualcosa di bello nel tuo bicchiere?” Andrea alzò il capo, aveva gli occhi lucidi, scherza, scherza mi disse, ma io non ci dormo la notte, sono addirittura arrivato a pensare che tu per lei saresti perfetto. Alzai le sopraciglia incredulo, tu non stai bene gli dissi e lui “perché non sarebbe così?”
Certo risposi, per il lato B forse, ma cosa racconterei al lato A, le barzellette? Ma va va, goditi la vita e non ci pensare, nessuno te la porterà via… almeno fino a quando avrai quel cazzo di fisico.
Trascorsero tre mesi e venne il compleanno di Martina, dio quanto era sexy, un vestitino aderente la fasciava partendo da poco sotto l’inguine ed un’abbondante scollatura valorizzava anche troppo il seno abbondante, praticamente una mini mozzafiato con tette al vento. Era la festeggiata ma anche se non lo fosse stata sono sicuro che sarebbe stata lei comunque la Leader indiscussa della serata, Andrea era nervoso, gli sguardi su di lei dei nostri amici, discreti ma insistenti, lo infastidivano, mi avvicinai e gli dissi: potevi sceglierla grassa e pelosa ed ora nessuno te la guardava così, lui mi guardò… mi sa che tu rosichi e non poco, va beh dai a te lo consento, mi abbraccio e tornammo a festeggiare.
La serata fu carina e molto divertente ed uno alla volta i nostri amici cominciarono ad andar via, io non avevo nessuno ad aspettarmi a casa così mi trattenni finche non rimanemmo noi tre soli. Lei era alticcia e molto divertente, oltre che decisamente arrapante con quel vestitino che risaliva ormai da tutte le parti, Andrea prese il pacchetto di sigarette e quando lo aprì vide che erano finite.. cazzo ho finito le sigarette! Mi tocca scendere un’attimo a prenderle.
Scendo con te, gli dissi, si è fatto tardi e lui… no per favore, non vedi come sta? Falle compagnia dieci minuti che vado e vengo. Non feci in tempo a replicare che già era uscito, Martina si alzò ed andò in cucina, tornò con due bottiglie, una di Whisky ed una di Vodka, cosa ti verso mi disse, lo sai Martina che sono astemio, non bevo. Ah già tu hai tutte le virtù, io invece no e mi piace la Vodka, ne riempì un bicchierino e lo mandò giù tutto poi lo riempì di nuovo. Martina, le dissi, dai non esagerare, che vuoi che sia rispose, tanto domani non ricorderò nulla e giù un altro bicchiere.
Rideva da sola ormai completamente sbronza e mi stava addosso, sentivo il suo profumo ed i suo seni schiacciati sul mio braccio, mi guarda e mi fa: Porco, mi stai guardando le tette. Che dici sei ubriaca e lei… si, si mi stai guardando le tette, poi si fece seria, almeno in apparenza e mi fa “facciamo un patto, io te le faccio vedere se tu mi fai vedere Pipino”, ed io… ma sei impazzita? Si, si dai, ne ho sentito parlare tanto, affare fatto? Neanche il tempo di rispondere che aveva sceso le spalline dell’abito ed infilato le mani nelle coppe facendole balzare fuori. Che seni stupendi, due areole grandi quasi dieci centimetri e dei capezzoli turgidi proporzionati, rimasi incantato a fissarli e lei ne approfittò per prendermi la mano e mettersela su, “tocca non sono finte è tutta roba naturale”. Lo so, direte voi, è la moglie del tuo migliore amico, che cazzo fai? Nulla vi assicuro, ma almeno un’erezione me la volete concedere? E’ proprio ciò che accadde e guardando la mia patta gonfiarsi sperai che non se ne accorgesse ma lei che di esperienza ne aveva da vendere… “Siiii ti è venuto duro, allora ti piaccio!” E mentre le mie mani erano ancora sui suoi seni le sue partirono a razzo tra le mie gambe, cercai di bloccarla ma fu una lotta impari e mi battè con l’esperienza, riuscii solo a dire: che cazzo fai? Sei ubriaca fradicia! Appunto rispose, domani non ricorderò nulla ed agguantò il mio cazzo, lo fissò divertita e disse “ma che carino… è proprio tenero, adesso te lo riempio di baci e prima che potessi dire una sola parola sentii il calore della sua bocca avvolgermi l’asta”.
Non giudicatemi, vorrei vedere voi, a quel punto mi arresi e le afferrai la testa guidandola in un sali e scendi che per poco non mi fece venire, lei se ne accorse e si fermò dicendomi “non vuoi vedere il resto?” Si sfilò il vestitino e gli slip poi mi prese per mano e mi buttò letteralmente sul divano, salì in piedi e si offrì alla mia bocca.
Aveva un’odore veramente eccitante, pungente, fresco, sembrava un prato bagnato dopo la pioggia, affondai con la lingua assaporando i suoi umori mentre lei si contorceva godendo, mi afferrò la testa premendola “Mhmm sei proprio bravo, Andrea non mi lecca mai invece a me piace tanto, mordimi, mordimi che me ne vengo”. Afferrai il clitoride in bocca mentre due dita la penetravano e morsi quel delizioso affarino, lei sussultò e sentii i suoi umori sgorgare copiosi mentre urlava il suo orgasmo. Avevo la faccia ancora impastata che lei si era alzata e messa di spalle piegata, le mani slabbrarono quella rosea fessura in un invito esplicito a cui fece anche seguito un delizioso “non vuoi scoparmi?”
Non giudicatemi, ormai ero perso, andato per sempre in quel paradiso che per anni avevo tanto desiderato, puntai il mio cazzo ed affondai deciso “Mhmm …. Però… ti sento fino in fondo” sussurrò.
Fui interrotto da una voce maschile “Troia!!!” Era Andrea che neanche avevo sentire entrare ed in piedi ci guardò allibito “Te l’ha mai detto nessuno che sei una gran puttana?” Lei lo guardò e come se fosse la cosa più ovvia del mondo rispose “si tu, la prima volta che mi hai scopato” afferrò la cerniera e la fece scorrere, lui era ancora imbambolato lì accanto a noi che lei gli aveva già preso il cazzo in bocca leccandolo e masturbandolo con forza. Anche Andrea, come me, si arrese a quella bocca fantastica e si godette lo splendido pompino mentre io gli scopava la moglie sotto i suoi occhi, poi lei lo guardò e gli disse “scopami, ho voglia di sentire un cazzo vero”.
Mi feci da parte, lui si distese e lei sopra, gli afferrò il cazzo lo puntò alla fica e si impalò facendolo affondare tutto in un colpo solo, io ero in piedi a masturbarmi con la pena nel cuore per quelle parole così umilianti, lei si girò sorrise e disse “che fai lì da solo, c’è posto anche per te” con le mani allargò le natiche offrendomi il suo bocciolo fremente che si contraeva sotto i colpi di Andrea, inebriato dalla visione del suo culo fantastico mi avvicinai ed inizia a leccarglielo poi afferrai il cazzo, lo puntai e spinsi deciso senza ritegno per lei, in quel momento mi sentivo offeso e volevo che sentisse tutta la mia virilità.
Sobbalzò ed aprì la bocca in un respiro interrotto poi si accasciò su Andrea e gli sussurrò “il tuo amico mi sta inculando, mhmm fa un po’ male ma è sopportabile”. Portò le mani indietro e mi afferrò le natiche spingendole verso di lei, io le afferrai i fianchi ed iniziai a pomparla con quanta forza avevo, la sentivo fremere ed urlare il suo piacere mentre si dimenava sui nostri cazzi poi la sentìì contrarsi ed urlarci di venirle dentro, cosa che avvenne quasi all’unisono, la riempimmo del nostro seme caldo, Andrea davanti ed io da dietro, sussultava ad ogni fiotto che la inondava poi si accasciò sul petto di Andrea, lo baciò teneramente e gli disse “grazie amore mio, è il più bel regalo che tu mi abbia mai fatto, si alzò e corse in bagno”.
Rimasi lì in piedi con il cazzo grondante di sperma ed Andrea era ancora disteso a riprendere fiato, ci guardammo, avrei voluto scomparire o suicidarmi sbattendo la tempia sull’angolo del tavolo, vidi la bottiglia di Vodka, pensai “se nella vita di un uomo c’è un momento per bere… il mio era quello” l’afferrai e riempii il bicchierino, un unico sorso, buttai giù tutto ed aspettai il bruciore salire ma… non accadde nulla.
Acqua! Ero solo Acqua!
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