Attento a ciò che vuoi 2
di
Alexandro
genere
trio
ATTENTO… A CIO’ CHE VUOI – 2
Povero Carlo, era sconvolto dalla mia affermazione ed aveva cercato di replicare ma io mi ero girata dall’altro lato ed avevo finto di dormire.
Al mattino uscii di casa prima di lui apposta, mi aveva bombardato di messaggi ai quali avevo risposto con un laconico ”sono con dei clienti importanti, non posso parlare”, la verità era un’altra.
Non l’avrei rivisto quel tizio ma volevo che lui lo credesse, non mi era bastato umiliarlo in quel modo la sera prima, doveva essere una lezione memorabile.
Tornai a casa prima di lui ed inizia a prepararmi, minigonna a tubino, calze nere, tacchi alti e quant’altro ci fosse di più arrapante per lui, aspettai ad uscire, volevo che mi vedesse.
Sentii aprire la porta e mi affrettai all’ingresso, lui vedendomi così sbarrò gli occhi ed io imperterrita lo salutai con un bacetto sulla guancia e un.. non mi aspettare per la cena.. torno tardi.
Richiusi la porta alle mie spalle che si era appena ripreso con imprecazioni inenarrabili tra cui… Troia dove vai?
Il mio piano era accurato… quella sera si giocava la partita di Champion e nulla l’avrebbe distolto dal guardarla quindi… non poteva fare danni e chissà… l’ avrebbe distratto dal pensarmi a novanta gradi con il tizio che mi sfondava?
Mi diressi in centro, ad un bar in cui avevo appuntamento con la mia amica Tonia, alta biondissima ed un nasino all’insù ai cui lati brillavano degli occhi azzurri di ghiaccio.
Le ho visto guardare uomini che balbettavano e non riuscivano a sostenere il suo sguardo per l’eccitazione ma per lei era solo un gioco perché… era lesbica… senza alcuna eccezione.
Il suo primo rapporto con un uomo era stato una catastrofe e non per colpa sua, così aveva rivolto le sue attenzioni al gentil sesso da cui aveva avuto grandi soddisfazioni, ciò l’aveva convinta che era quella la strada giusta e non aveva provato a cambiarla.
Era una buona amica, ovviamente all’inizio ci aveva provato ma io ero stata chiara e lei si era ritirata in buon ordine, non senza un laconico… magari se un giorno cambi idea…
Permettetemi un po’ di vanità.. e a chi non sarei piaciuta? Sono un metro e sessanta di libidine, mora, occhi verdi, labbra carnose ed una quarta abbondante con due capezzoli che mi bucano le magliette, il lato B poi.. se avessi mozzato ogni mano che nel metrò…la gran parte degli uomini in città sarebbero invalidi, comunque… torniamo a noi.
Come mai questa seratina mi disse, sai risposi, c’è la Champion e non mi andava di dormire sul divano.
Eravamo al secondo drink e già abbastanza allegre, decisi di osare… ti piaccio ancora?
E me lo domandi, rispose Tonia, non so che darei per trascorrere una notte con te.. hai cambiato idea?
No, no, mi affrettai a dire, era solo curiosità ma la cosa mi intriga, in senso astratto sia inteso, sai.. le situazioni più che i fatti.. posso essere esplicita?
Non vedo l’ora rispose, dimmi…ma tu, le chiesi, se mi lasciassi andare senza però fare nulla… diciamo una bambola di gomma…
Si umetto le labbra ed il suo sguardo divenne acceso… Mhhm che ti farei, anche se rimanessi immobile.
Era il momento che aspettavo, mirai all’obbiettivo… e se mi dedicassi ad un uomo… mentre tu…
Lessi nei suoi occhi il desiderio e disse.. a che gioco stai giocando? Se volevi farmi arrapare ci sei già riuscita 10 minuti fa… ho le mutandine bagnate.
Scoppiai a ridere e lei con me, le carezzai teneramente la mano e la sentii fremere, era una domanda seria le dissi, ti piacerebbe ugualmente dedicarti a me senza essere ricambiata?
Divenne seria, mi guardò dolcemente e disse “è una proposta?”
Replicai.. più che una proposta diciamo.. una possibilità, ti và di venire da me, la partita sta per finire.
Avevo mirato al cuore.. per non dire altro.. ed avevo fatto centro, non se lo fece ripetere due volte.
Bussai prima di aprire con le chiavi e quando fui in salotto lui era lì a fare zapping, ciao tesoro.. “tesoro un cazzo, puttana… che c’è il tuo amichetto ha l’eiaculazione precoce?”.
Mi avvicinai lasciva non prima di aver invitato Tonia ad entrare e gli sussurrai all’orecchio “idiota con chi credi di stare, ti ho solo dato una lezione che non dimenticherai più” gli baciai delicatamente la guancia ed osservai un certo rigonfiamento… non ho mai capito se dovuto alle tette che gli stavo strofinando sul braccio o alla vista di Tonia in tiro.
Fatto sta che girandomi verso di lei era visibilmente eccitata e sò il perché, nel piegarmi verso Carlo avevo messo il culetto a novanta gradi con la mini che non copriva più niente, immagino sarà stato un bel vedere, i collant con autoreggenti incorporate ed il tanga infilato tra le labbra della mia fica, praticamente mi aveva vista nuda.
Si mordeva le labbra, poverina, e venne a salutare Carlo al quale dissi… beh siamo affamate, che ne diresti di prepararci qualcosa?
Lui si riprese dallo shock e tornò normale, carino e gioviale come sempre ci disse che si sarebbe esibito per noi in cucina, io servii a Tonia un drink ed aspettammo la cena, iniziai a confabularle “sei eccitata? Ti piace Carlo?” era solo una provocazione la mia ovviamente e lei… sei davvero tonta o ci fai.. tu non immagini lo spettacolo che mi hai offerto piegandoti, mio dio ho la testa in fiamme… per non dire altro.. ti dispiace se vado un attimo in bagno a sgrillettarmi un po’?
Non credo ce ne sarà bisogno, le sfiorai la mano e lei avvampò, mi alzai ed andai a controllare i preparativi, mi avvicinai da dietro a Carlo abbracciandolo “davvero pensavi che ti avrei fatto…” osservai un rigonfiamento e feci scivolare la mano in basso “tutta questa contentezza è per me… o per la mia amica?”.
Si girò e mi baciò teneramente dicendo “ti amo, ho sofferto come un cane… giuro non farò mai più nulla che tu non vorrai”. Bravo, gli dissi… comportati bene e saprò esserti riconoscente.
Cenammo, Carlo era brillante e divertente, con lui non ci si annoiava mai, l’avevo scelto per questo… a parte il fisico da bronzo di Riace… ma questa è un’altra storia, anche Tonia si divertì ed anche lei era al quanto brillante, a parte qualche palpatina che mi fece sotto il tavolo alla quale mi concessi senza ricambiare, complice il vinello che sgorgava a fiumi, ci divertimmo tantissimo e passammo in salotto per l’amaro.
Io dissi che la gonna mi stava soffocando e mi allontanai per mettermi più comoda, ritornai in vestaglia di raso rosso e piazzandomi di fronte a loro slacciai la cinta e la vestaglia si aprì.. un minuscolo tanga incorniciato dalle giarrettiere delle calze ed un toppino di pizzo a balconcino dal quale uscivano i miei mitici capezzoli già duri come sassi.
Che faccia che fecero entrambi, non so chi dei due sbavasse di più, mi andai a sedere tra di loro non prima di aver fatto cadere la vestaglia a terra.
Mi girai verso Carlo e dissi… non osare neanche sfiorarla Tonia perché prima te le spezzo io le dita e se ne rimane qualcuna sana te la rompe lei… perché a lei gli uomini non piacciono, per te ci sono io, pensi che posso bastare? Altrochè rispose e allora incalzai… sei felice? Fammi vedere quanto e gli posai una mano sulla patta che aveva assunto dimensioni preoccupanti.
Lui reclinò il capo sul divano… giudica tu disse, e liberò il suo splendido attrezzo che mi affrettai ad agguantare, chiesi a Tonia di mettersi comoda e lei, a cui piaceva provocare gli uomini (per poi rimanerli a bocca asciutta) iniziò uno strip da vera professionista ed il suo sguardo penetrò quello di Carlo.
Lo sentii crescere tra le mani, le vene erano gonfie e pulsavano, la cappella era rosso fuoco e di dimensioni mai viste prima, sembrava una prugna matura.
Strinsi di più e lui sussultò, gli chiesi se le piaceva e lui per tutta risposta mi afferrò la nuca ed io gli lanciai un’occhiataccia, con la faccia da cane bastonato mi disse “ti prego.. mi sta scoppiando”, avevo Tonia ormai incontenibile che non so quante mani avesse, mi sentivo palpata in ogni dove, mi distesi sulle gambe di Carlo ed ingoiai la sua prugna matura, nel frattempo avevo aperto le gambe e scostato il tanga in un esplicito invito che non tardò ad essere accolto.
Sentii il suo alito caldo e poi le sue morbide labbra che mi avvolgevano tutta, qualcosa di sinuoso iniziò ad entrarmi dentro… mhmm… ma quanto era lunga la sua lingua.. sembrava un cazzo che mi penetrava frullandomi.. era fantastica.
Mi godetti per un po’ la più bella leccata della mia vita poi decisi di dedicarmi un po’ a Carlo che stava per esplodere, mi alzai e mi misi su di lui a cavalcioni di spalle, gli afferrai il cazzo strofinandolo prima tra le mie grandi labbra poi lo puntai in mezzo.
Inarcai la schiena e ci scivolai su, penetrò completamente dentro in un colpo solo, ero un lago, afferrai per mano Tonia e la trascinai tra le mie gambe, non si fece pregare, iniziò a picchiettarmi il clitoride con la lingua mentre il cazzo mi stantuffava con forza.. stavo godendo come non mai e sentivo dentro di me che anche per Carlo era speciale, non sembrava quasi lui.. piuttosto un mandingo con un cazzo enorme che mi stava squassando.
Lo sentii pulsare proprio mentre stavo per godere, mi sfilai da su e lo feci venire sul culo masturbandolo con le natiche, Tonia non perse tempo ed affondò la sua meravigliosa lingua dentro di me, giusto in tempo per affogare nei miei umori che sgorgarono copiosi e quando smisi di godere passo a lapparmi tutto intorno ripulendo i rivoli che erano sgorgati durante, mi sentivo in paradiso… Mhmm quanta esperienza in quella lingua meravigliosa.
Mi abbandonai stremata distesa su Carlo che sentivo ancora pulsare sul mio culo tra il suo seme caldo, Tonia si mise di lato, a gambe larghe, ed iniziò a masturbarsi con forza, mi avvicinai bloccandole la mano e le dissi… non devi venire così, iniziai a leccargli i seni prendendo i suoi capezzoli tra le labbra, lei inarcò il capo e disse… non sei obbligata.. lo so, risposi, mi và di farlo solo… sono un po’ imbarazzata, le passai la vestaglia mettendogliela sul viso, lei accettò di buon grado e si rilassò aprendo maggiormente le gambe.
Lasciai i suo splendidi seni continuando a baciarle il ventre ansimante, scendendo sempre più giù, mi soffermai sul monte di venere e feci segno a Carlo di avvicinarsi, lei aveva gli occhi coperti dalla vestaglia, portai il dito al naso in segno di silenzio e gli indicai la sua fessura dischiusa e madida di umori, tirai fuori la lingua e Carlo capì.
Le massaggiavo l’interno cosce mentre Carlo appoggiò la lingua sul clitoride, lei sobbalzò ed io gli afferrai le mani per evitare che potesse toccare Carlo, lei le strinse spingendo il suo sesso sulla bocca di Carlo che le infilò dentro la lingua.
Carlo era molto bravo a darmi piacere così, un vero esperto con un dottorato in “umettamento della passera in calore”, i risultati non tardarono, iniziò a sobbalzare in preda a spasmi di godimento e quando fui certa che stesse venendo tra le labbra di mio marito le tolsi la vestaglia dal viso.
Sgranò gli occhi con un’espressione quasi di terrore misto a godimento ma… l’orgasmo la stava squassando, afferro il capo di Carlo e lo spinse con forza sul suo sesso, digrignò i denti e disse.. bastardo, Carlo le afferrò i fianchi per spingere il viso con forza mentre la leccava aspirando i suoi umori e lei si dimenava in preda ad un orgasmo che sembrò non avere mai fine.
Quando tornò la calma Carlo era ancora li a baciarla tra le gambe teneramente e lei si concesse a lui carezzandogli il capo con dolcezza e pregandolo di non staccarsi ancora.
Incredibile.. avevo forse creato una rivale… non credo, ma.. era stato bellissimo.
FINE
Povero Carlo, era sconvolto dalla mia affermazione ed aveva cercato di replicare ma io mi ero girata dall’altro lato ed avevo finto di dormire.
Al mattino uscii di casa prima di lui apposta, mi aveva bombardato di messaggi ai quali avevo risposto con un laconico ”sono con dei clienti importanti, non posso parlare”, la verità era un’altra.
Non l’avrei rivisto quel tizio ma volevo che lui lo credesse, non mi era bastato umiliarlo in quel modo la sera prima, doveva essere una lezione memorabile.
Tornai a casa prima di lui ed inizia a prepararmi, minigonna a tubino, calze nere, tacchi alti e quant’altro ci fosse di più arrapante per lui, aspettai ad uscire, volevo che mi vedesse.
Sentii aprire la porta e mi affrettai all’ingresso, lui vedendomi così sbarrò gli occhi ed io imperterrita lo salutai con un bacetto sulla guancia e un.. non mi aspettare per la cena.. torno tardi.
Richiusi la porta alle mie spalle che si era appena ripreso con imprecazioni inenarrabili tra cui… Troia dove vai?
Il mio piano era accurato… quella sera si giocava la partita di Champion e nulla l’avrebbe distolto dal guardarla quindi… non poteva fare danni e chissà… l’ avrebbe distratto dal pensarmi a novanta gradi con il tizio che mi sfondava?
Mi diressi in centro, ad un bar in cui avevo appuntamento con la mia amica Tonia, alta biondissima ed un nasino all’insù ai cui lati brillavano degli occhi azzurri di ghiaccio.
Le ho visto guardare uomini che balbettavano e non riuscivano a sostenere il suo sguardo per l’eccitazione ma per lei era solo un gioco perché… era lesbica… senza alcuna eccezione.
Il suo primo rapporto con un uomo era stato una catastrofe e non per colpa sua, così aveva rivolto le sue attenzioni al gentil sesso da cui aveva avuto grandi soddisfazioni, ciò l’aveva convinta che era quella la strada giusta e non aveva provato a cambiarla.
Era una buona amica, ovviamente all’inizio ci aveva provato ma io ero stata chiara e lei si era ritirata in buon ordine, non senza un laconico… magari se un giorno cambi idea…
Permettetemi un po’ di vanità.. e a chi non sarei piaciuta? Sono un metro e sessanta di libidine, mora, occhi verdi, labbra carnose ed una quarta abbondante con due capezzoli che mi bucano le magliette, il lato B poi.. se avessi mozzato ogni mano che nel metrò…la gran parte degli uomini in città sarebbero invalidi, comunque… torniamo a noi.
Come mai questa seratina mi disse, sai risposi, c’è la Champion e non mi andava di dormire sul divano.
Eravamo al secondo drink e già abbastanza allegre, decisi di osare… ti piaccio ancora?
E me lo domandi, rispose Tonia, non so che darei per trascorrere una notte con te.. hai cambiato idea?
No, no, mi affrettai a dire, era solo curiosità ma la cosa mi intriga, in senso astratto sia inteso, sai.. le situazioni più che i fatti.. posso essere esplicita?
Non vedo l’ora rispose, dimmi…ma tu, le chiesi, se mi lasciassi andare senza però fare nulla… diciamo una bambola di gomma…
Si umetto le labbra ed il suo sguardo divenne acceso… Mhhm che ti farei, anche se rimanessi immobile.
Era il momento che aspettavo, mirai all’obbiettivo… e se mi dedicassi ad un uomo… mentre tu…
Lessi nei suoi occhi il desiderio e disse.. a che gioco stai giocando? Se volevi farmi arrapare ci sei già riuscita 10 minuti fa… ho le mutandine bagnate.
Scoppiai a ridere e lei con me, le carezzai teneramente la mano e la sentii fremere, era una domanda seria le dissi, ti piacerebbe ugualmente dedicarti a me senza essere ricambiata?
Divenne seria, mi guardò dolcemente e disse “è una proposta?”
Replicai.. più che una proposta diciamo.. una possibilità, ti và di venire da me, la partita sta per finire.
Avevo mirato al cuore.. per non dire altro.. ed avevo fatto centro, non se lo fece ripetere due volte.
Bussai prima di aprire con le chiavi e quando fui in salotto lui era lì a fare zapping, ciao tesoro.. “tesoro un cazzo, puttana… che c’è il tuo amichetto ha l’eiaculazione precoce?”.
Mi avvicinai lasciva non prima di aver invitato Tonia ad entrare e gli sussurrai all’orecchio “idiota con chi credi di stare, ti ho solo dato una lezione che non dimenticherai più” gli baciai delicatamente la guancia ed osservai un certo rigonfiamento… non ho mai capito se dovuto alle tette che gli stavo strofinando sul braccio o alla vista di Tonia in tiro.
Fatto sta che girandomi verso di lei era visibilmente eccitata e sò il perché, nel piegarmi verso Carlo avevo messo il culetto a novanta gradi con la mini che non copriva più niente, immagino sarà stato un bel vedere, i collant con autoreggenti incorporate ed il tanga infilato tra le labbra della mia fica, praticamente mi aveva vista nuda.
Si mordeva le labbra, poverina, e venne a salutare Carlo al quale dissi… beh siamo affamate, che ne diresti di prepararci qualcosa?
Lui si riprese dallo shock e tornò normale, carino e gioviale come sempre ci disse che si sarebbe esibito per noi in cucina, io servii a Tonia un drink ed aspettammo la cena, iniziai a confabularle “sei eccitata? Ti piace Carlo?” era solo una provocazione la mia ovviamente e lei… sei davvero tonta o ci fai.. tu non immagini lo spettacolo che mi hai offerto piegandoti, mio dio ho la testa in fiamme… per non dire altro.. ti dispiace se vado un attimo in bagno a sgrillettarmi un po’?
Non credo ce ne sarà bisogno, le sfiorai la mano e lei avvampò, mi alzai ed andai a controllare i preparativi, mi avvicinai da dietro a Carlo abbracciandolo “davvero pensavi che ti avrei fatto…” osservai un rigonfiamento e feci scivolare la mano in basso “tutta questa contentezza è per me… o per la mia amica?”.
Si girò e mi baciò teneramente dicendo “ti amo, ho sofferto come un cane… giuro non farò mai più nulla che tu non vorrai”. Bravo, gli dissi… comportati bene e saprò esserti riconoscente.
Cenammo, Carlo era brillante e divertente, con lui non ci si annoiava mai, l’avevo scelto per questo… a parte il fisico da bronzo di Riace… ma questa è un’altra storia, anche Tonia si divertì ed anche lei era al quanto brillante, a parte qualche palpatina che mi fece sotto il tavolo alla quale mi concessi senza ricambiare, complice il vinello che sgorgava a fiumi, ci divertimmo tantissimo e passammo in salotto per l’amaro.
Io dissi che la gonna mi stava soffocando e mi allontanai per mettermi più comoda, ritornai in vestaglia di raso rosso e piazzandomi di fronte a loro slacciai la cinta e la vestaglia si aprì.. un minuscolo tanga incorniciato dalle giarrettiere delle calze ed un toppino di pizzo a balconcino dal quale uscivano i miei mitici capezzoli già duri come sassi.
Che faccia che fecero entrambi, non so chi dei due sbavasse di più, mi andai a sedere tra di loro non prima di aver fatto cadere la vestaglia a terra.
Mi girai verso Carlo e dissi… non osare neanche sfiorarla Tonia perché prima te le spezzo io le dita e se ne rimane qualcuna sana te la rompe lei… perché a lei gli uomini non piacciono, per te ci sono io, pensi che posso bastare? Altrochè rispose e allora incalzai… sei felice? Fammi vedere quanto e gli posai una mano sulla patta che aveva assunto dimensioni preoccupanti.
Lui reclinò il capo sul divano… giudica tu disse, e liberò il suo splendido attrezzo che mi affrettai ad agguantare, chiesi a Tonia di mettersi comoda e lei, a cui piaceva provocare gli uomini (per poi rimanerli a bocca asciutta) iniziò uno strip da vera professionista ed il suo sguardo penetrò quello di Carlo.
Lo sentii crescere tra le mani, le vene erano gonfie e pulsavano, la cappella era rosso fuoco e di dimensioni mai viste prima, sembrava una prugna matura.
Strinsi di più e lui sussultò, gli chiesi se le piaceva e lui per tutta risposta mi afferrò la nuca ed io gli lanciai un’occhiataccia, con la faccia da cane bastonato mi disse “ti prego.. mi sta scoppiando”, avevo Tonia ormai incontenibile che non so quante mani avesse, mi sentivo palpata in ogni dove, mi distesi sulle gambe di Carlo ed ingoiai la sua prugna matura, nel frattempo avevo aperto le gambe e scostato il tanga in un esplicito invito che non tardò ad essere accolto.
Sentii il suo alito caldo e poi le sue morbide labbra che mi avvolgevano tutta, qualcosa di sinuoso iniziò ad entrarmi dentro… mhmm… ma quanto era lunga la sua lingua.. sembrava un cazzo che mi penetrava frullandomi.. era fantastica.
Mi godetti per un po’ la più bella leccata della mia vita poi decisi di dedicarmi un po’ a Carlo che stava per esplodere, mi alzai e mi misi su di lui a cavalcioni di spalle, gli afferrai il cazzo strofinandolo prima tra le mie grandi labbra poi lo puntai in mezzo.
Inarcai la schiena e ci scivolai su, penetrò completamente dentro in un colpo solo, ero un lago, afferrai per mano Tonia e la trascinai tra le mie gambe, non si fece pregare, iniziò a picchiettarmi il clitoride con la lingua mentre il cazzo mi stantuffava con forza.. stavo godendo come non mai e sentivo dentro di me che anche per Carlo era speciale, non sembrava quasi lui.. piuttosto un mandingo con un cazzo enorme che mi stava squassando.
Lo sentii pulsare proprio mentre stavo per godere, mi sfilai da su e lo feci venire sul culo masturbandolo con le natiche, Tonia non perse tempo ed affondò la sua meravigliosa lingua dentro di me, giusto in tempo per affogare nei miei umori che sgorgarono copiosi e quando smisi di godere passo a lapparmi tutto intorno ripulendo i rivoli che erano sgorgati durante, mi sentivo in paradiso… Mhmm quanta esperienza in quella lingua meravigliosa.
Mi abbandonai stremata distesa su Carlo che sentivo ancora pulsare sul mio culo tra il suo seme caldo, Tonia si mise di lato, a gambe larghe, ed iniziò a masturbarsi con forza, mi avvicinai bloccandole la mano e le dissi… non devi venire così, iniziai a leccargli i seni prendendo i suoi capezzoli tra le labbra, lei inarcò il capo e disse… non sei obbligata.. lo so, risposi, mi và di farlo solo… sono un po’ imbarazzata, le passai la vestaglia mettendogliela sul viso, lei accettò di buon grado e si rilassò aprendo maggiormente le gambe.
Lasciai i suo splendidi seni continuando a baciarle il ventre ansimante, scendendo sempre più giù, mi soffermai sul monte di venere e feci segno a Carlo di avvicinarsi, lei aveva gli occhi coperti dalla vestaglia, portai il dito al naso in segno di silenzio e gli indicai la sua fessura dischiusa e madida di umori, tirai fuori la lingua e Carlo capì.
Le massaggiavo l’interno cosce mentre Carlo appoggiò la lingua sul clitoride, lei sobbalzò ed io gli afferrai le mani per evitare che potesse toccare Carlo, lei le strinse spingendo il suo sesso sulla bocca di Carlo che le infilò dentro la lingua.
Carlo era molto bravo a darmi piacere così, un vero esperto con un dottorato in “umettamento della passera in calore”, i risultati non tardarono, iniziò a sobbalzare in preda a spasmi di godimento e quando fui certa che stesse venendo tra le labbra di mio marito le tolsi la vestaglia dal viso.
Sgranò gli occhi con un’espressione quasi di terrore misto a godimento ma… l’orgasmo la stava squassando, afferro il capo di Carlo e lo spinse con forza sul suo sesso, digrignò i denti e disse.. bastardo, Carlo le afferrò i fianchi per spingere il viso con forza mentre la leccava aspirando i suoi umori e lei si dimenava in preda ad un orgasmo che sembrò non avere mai fine.
Quando tornò la calma Carlo era ancora li a baciarla tra le gambe teneramente e lei si concesse a lui carezzandogli il capo con dolcezza e pregandolo di non staccarsi ancora.
Incredibile.. avevo forse creato una rivale… non credo, ma.. era stato bellissimo.
FINE
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