La schiavitù di Nicoletta e Marika continua
di
Padronebastardo
genere
dominazione
Chi mi volesse contattare scriva a
Padrone29@gmail.com
Per due giorni decisi di lasciare stare le due schiave: madre e figlia ossia Nicoletta e Marica. Due giorni dopo decisi di controllarla prima che arrivasse all’universita’ come feci la prima volta e vidi con mio disappunto che aveva dissobedito gravemente e che si era comprata delle mutandine e che soprattutto la sua passerina mostrava qualche pelo. Lei si giustifico’ con delle goffe giustificazioni del tipo che se ne era dimenticata, che non aveva avuto tempo, e che suo padre l’aveva guardata in modo strano.
Decisi allora di punirla molto severamente impedendole intanto di andare a lezione quella mattina e la portai a casa mia per punirla. La feci stare in piedi dietro il mobile e le diedi cento frustate con la frusta a nerbo di bue. Il sedere era ormai diventato tutto rosso dai segniche le frustate gli avevano lasciato, ma I segni psicologici nella sua mente erano anche maggiori, a questo punto la lasciai andare a casa in quanto la lezione che le avevo impartito quel giorno avrebbe dovuto essere sufficiente.
Verso sera mi chiamò Marica, la madre di Nicoletta stizzita e su tutte le furie per come avevo trattato la figlia e che non potevo distruggerla in quella maniera, le risposi che semplicemente non era nella posizione di fare quella affermazione e che come punizione non avrebbe potuto scopare per un mese con suo marito e che per provarlo avrebbe dovuto installare delle webcam in tutte le stanze della casa, Marica rispose solo con un flebile si padrone.
Vedere il menage familiare delle due cagne e del loro rispettivamente padre e marito fu fantastico, soprattutto nel vedere le scene, le scuse e I pretesti che questa usava per negarsi, inutile negare che lo stato a cui avevo ridotto quel poveraccio mi eccitava da morire, finche’ un giorno successe l’irreparabile e Marica si vide minacciata dal marito di divorzio se non lo avesse soddisfatto e la cagna cedette e scopo’ il marito disobidendo al mio ordine.
L’indomani chiamai sia Marica che Nicoletta e decisi che questa grave mancanza avrebbe dovuto essere colpita molto severamente, obbligai le due cagne a venire a casa mia perché anche Nicoletta avrebbe dovuto assistere alla punizione della madre e anzi nei miei piani ne avrebbe dovuto prendere parte in maniera sostanziale.
L’indomani verso le tre le due cagne puntualissime al secondo segno che avevano ben presente cosa le aspettasse e non volevano incorrere in ulteriori punizioni.
Ordinai a Nicoletta di frustare con una frusta a canna molto pesante la madre, le doveva dare più di cento frustate. Nicoletta dopo un momento di compresibile esitazione si mise a frustare la madre che implorava sempre più pietà: il suo sedere era sempre più pieno di striature rosse segno della sofferenza che stava attraversando il suo corpo e ancora di più nella sua mente.
Finite le frustate conclusi questo ti sia di insegnamento e non permetterti più di non obbedire al tuo padrone. Incaricai quindi Nicoletta di controllare che la madre eseguisse sempre i miei ordini senza sgarrare e ciò provocò una sguardo di odio verso di me: sentiva che avevo rovinato anche la sua bambina oltre che lei.
http://www.padronebastardo.org
Padrone29@gmail.com
Per due giorni decisi di lasciare stare le due schiave: madre e figlia ossia Nicoletta e Marica. Due giorni dopo decisi di controllarla prima che arrivasse all’universita’ come feci la prima volta e vidi con mio disappunto che aveva dissobedito gravemente e che si era comprata delle mutandine e che soprattutto la sua passerina mostrava qualche pelo. Lei si giustifico’ con delle goffe giustificazioni del tipo che se ne era dimenticata, che non aveva avuto tempo, e che suo padre l’aveva guardata in modo strano.
Decisi allora di punirla molto severamente impedendole intanto di andare a lezione quella mattina e la portai a casa mia per punirla. La feci stare in piedi dietro il mobile e le diedi cento frustate con la frusta a nerbo di bue. Il sedere era ormai diventato tutto rosso dai segniche le frustate gli avevano lasciato, ma I segni psicologici nella sua mente erano anche maggiori, a questo punto la lasciai andare a casa in quanto la lezione che le avevo impartito quel giorno avrebbe dovuto essere sufficiente.
Verso sera mi chiamò Marica, la madre di Nicoletta stizzita e su tutte le furie per come avevo trattato la figlia e che non potevo distruggerla in quella maniera, le risposi che semplicemente non era nella posizione di fare quella affermazione e che come punizione non avrebbe potuto scopare per un mese con suo marito e che per provarlo avrebbe dovuto installare delle webcam in tutte le stanze della casa, Marica rispose solo con un flebile si padrone.
Vedere il menage familiare delle due cagne e del loro rispettivamente padre e marito fu fantastico, soprattutto nel vedere le scene, le scuse e I pretesti che questa usava per negarsi, inutile negare che lo stato a cui avevo ridotto quel poveraccio mi eccitava da morire, finche’ un giorno successe l’irreparabile e Marica si vide minacciata dal marito di divorzio se non lo avesse soddisfatto e la cagna cedette e scopo’ il marito disobidendo al mio ordine.
L’indomani chiamai sia Marica che Nicoletta e decisi che questa grave mancanza avrebbe dovuto essere colpita molto severamente, obbligai le due cagne a venire a casa mia perché anche Nicoletta avrebbe dovuto assistere alla punizione della madre e anzi nei miei piani ne avrebbe dovuto prendere parte in maniera sostanziale.
L’indomani verso le tre le due cagne puntualissime al secondo segno che avevano ben presente cosa le aspettasse e non volevano incorrere in ulteriori punizioni.
Ordinai a Nicoletta di frustare con una frusta a canna molto pesante la madre, le doveva dare più di cento frustate. Nicoletta dopo un momento di compresibile esitazione si mise a frustare la madre che implorava sempre più pietà: il suo sedere era sempre più pieno di striature rosse segno della sofferenza che stava attraversando il suo corpo e ancora di più nella sua mente.
Finite le frustate conclusi questo ti sia di insegnamento e non permetterti più di non obbedire al tuo padrone. Incaricai quindi Nicoletta di controllare che la madre eseguisse sempre i miei ordini senza sgarrare e ciò provocò una sguardo di odio verso di me: sentiva che avevo rovinato anche la sua bambina oltre che lei.
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