L'enologo

di
genere
etero

"Ehi, sei pronta? E dai, che facciamo tardi!" mi grida al telefono, poi inizia a sbuffare, a farfugliare le sue solite stupide accuse per cui io non darei il giusto valore alle sue parole, alle sue esigenze e via dicendo. Riaggancio, tanto aspetterà come sempre.
Finisco di prepararmi: indosso i tacchi, con lui posso permettermeli...Lui e il suo metro e novanta, lui e i suoi occhi scuri profondi, lui e la sua strabiliante intelligenza. Parla e pendo dalle sue labbra, respira e io muoio. Il rossetto rosso, piace a lui, ma soprattutto a me. Mi controllo di sfuggita allo specchio, questa serata sarà noiosissima...Vino, vino, vino. Sentirò parlare di vino per almeno tre ore: vino bianco, vino rosso, profumato, secco. Non lo vedo da due giorni, ho un desiderio irrefrenabile di lui.
"Sali su?" gli scrivo. Mi chiama, è incazzato e spazientito. "Non voglio sapere niente, scendi, per favore, è tardi! Non ho la minima intenzione di mettermi a consigliare vestiti e robacce del genere. Dai tesoro, scendi!"
"Ho voglia del tuo cazzo, sali!"
"No, è tardi, muoviti! Dopo ti scopo come piace a te, tutta la notte ma ora è tardi. Dai tesoro!".
Io ho voglia ora e non ho intenzione di annoiarmi tutta la serata. Prendo il suo regalo, non ci avevo pensato prima, era ancora lì, in attesa di essere usato all'esterno: l'ovetto vibrante telecomandato. Me lo infilo. Esco.
Salgo in macchina, è incazzato, non mi bacia ma poi mi accarezza una coscia, sale, mi sfiora tra le gambe.
"Ti fai perdonare dopo?" mi dice.
"No, sei tu che devi farti perdonare. Non sei salito a scoparmi. Non mi hai baciata quando sono entrata e mi hai rotto le palle per cinque minuti di ritardo. Quindi, vedi di fare buon uso di questo, o stanotte dormi da solo."
I suoi occhi si illuminano, sbircio i suoi pantaloni e sono già gonfi.
"Fottuta e maledetta stronza che sei, amore!". Lo accende subito, sento la vibrazione lenta, mi bagno subito. Lo tocco mentre guida, gli sbottono i pantaloni. Mi blocca. E lo spegne.
Parliamo del più e del meno, ridiamo, ci tocchiamo, lo bacio, gli lecco gli orecchi, mi prega di smettere. Arriviamo a destinazione. Entriamo dentro, lo riaccende. Sono già bagnatissima, sento caldo, divento rossa. Lo spegne.
Mi abbandona al tavolo, in balia di alcuni suoi amici e una bottiglia di vino. Lo riaccende. Lo guardo da lontano, mi sta osservando. Mi osserva con occhi desiderosi, accenna ad un sorriso malizioso. Lo rispegne. La serata passa, mi tiene in balia delle sue decisioni. Non mi fa mai raggiungere un orgasmo ma mi tiene perennemente calda, calda e vogliosa. Quando torna al tavolo, mi tocca le cosce sotto la tovaglia, arriva in mezzo alle mie gambe...mi illude. Mette la mano sulla mia, me la sfiora. E' eccitato, lo vedo, lo percepisco.
Mi avvicino al suo orecchio: "Vado in bagno, vieni a prendermi...ti prego". Il suo odore mi inebria, i capezzoli diventano turgidi. Mette la mano nella tasca, lo aziona mentre mi guarda andare. E poi stop. E poi rinizia. E poi stop. Quasi impazzisco ma lo blocca definitivamente. Entro in bagno. Sento bussare. Non è lui. Maledetto stronzo, fottutamente stronzo. Mi fotografo la brasiliana nera di pizzo che indosso, gliela invio. "Stasera ti sfondo, te lo giuro! Dovrai chiedermi pietà." è la sua risposta.
Torna al tavolo, mi siedo, lui è lì e sento i suoi occhi che mi scopano. Lo tocco sotto al tavolo, gli sfioro sbadatamente il cazzo. Lo vedo sussultare. Altro vino, altra presentazione, voglia che sale.
"Noi ragazzi andiamo, è tardi, domani sveglia presto che facciamo un giro fuori." Non vedevo l'ora. Ci alziamo e salutiamo.
"Ah, quindi dove andiamo domani, che non ho ben capito?"
"Tu a fare una scalata sul mio cazzo!", mi sculaccia. Ci dirigiamo verso l'uscita, lo aziona alla massima potenza e poi lo spegne. Il parcheggio è scuro, senza luci, accende la macchina ma invece di aprirmi la portiera mi sbatte contro la macchina. Mi struscia la mano su e giù in mezzo alle gambe mentre mi morde le labbra. Stringo il suo cazzo durissimo, è mio. Lo desidero. Lo voglio sentire scorrere tra le mie gambe, turgido e pulsante. Mi slaccia i pantaloni, entra prepotente con le mani e mi sfila l'ovetto. Me lo porta davanti alla faccia e lo lecca, poi lo mette in tasca.
"Mi fai impazzire quando sei così bagnata, troia mia!".
"Sfondami, ora!". Mi gira, si apre i pantaloni, scende i miei e mi sposta la brasiliana. E' dentro. Un colpo duro, forte, poi esce piano e ancora...forte. Inizia più velocemente. Poi rallenta per tornare più potente. Il suo cazzo mi possiede, sembra arrivarmi allo stomaco. Le sue dita sono nella mia bocca, le ciuccio. Mi ansima nell'orecchio, il suo respiro si fa più affannoso. Ora le sue dita cercano il mio clitoride, inizia a massaggiarmelo mentre mi sfonda. Urlo dal piacere. Vengo, vengo ripetutamente. Il suo respiro è caldo, sento la sua bocca dietro il mio orecchio, sta per venire...mi schizza dentro. Sono piena di lui. "Questo è l'inizio amore..."
Ci vestiamo veloci, sento il suo liquido caldo scorrermi tra le gambe. Non vedo l'ora di essere a casa, di nuovo con il suo cazzo caldo nella mia fica bagnata e vogliosa..
scritto il
2016-05-31
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