A casa di papà - C'è qualcun altro in casa?

di
genere
etero

Una nuova splendida giornata. Giada aveva dormito benissimo, come un sasso, e si era scordata quella strana sensazione di essere osservata. Molto probabilmente si trattava solo del fatto che era in una casa che non conosceva. Si alzò dal letto e tirò fuori dalla sua valigia una maglia larga e un paio di pantaloncini, non voleva farsi vedere nuda da suo padre e dal suo nuovo fratello. Era carica e piena di energie, spalancò le tende blu della sua finestra e la aprì: il paesaggio era costituito da immense risaie verde smeraldo, dove l'acqua risplendeva alla luce del sole, in cielo non c'era neanche una nuvola e il caldo si faceva già sentire. Quella era giornata da bagno al Ticino, a suo padre non sarebbe certo dispiaciuto se lei fosse andata là con i suoi amici. Magari poteva portarsi dietro anche Ivan! Uscì dalla camera e scese le scale saltellando, suo padre era già sveglio che stava mettendo su il caffè. Appena la vide, un sorriso smagliante si fece largo sul suo volto, la strinse a sé e le diede un bel bacio sulla nuca, nei folti capelli neri. "Buongiorno amore!"
"Buongiorno, hai già fatto colazione?"
"No non ancora, mi sono svegliato da poco anche io."
"Ivan?"
"Ah quello è un dormiglione, scenderà tra un'ora e passa." Giada guardò l'orologio appeso in cucina: le 11.30. Cavolo, aveva dormito! "Vuoi qualcosa da mangiare?"
"Sì, per favore." Mauro tirò fuori due fette di pane, mentre prendeva dalla credenza della Nutella e una brioche alla crema. "Vuoi anche qualcosa da bere?"
"Se c'è del latte, grazie."
"Subito pronto!" Tirò fuori dal frigo una bottiglia di latte e lo versò in un pentolino che mise a scaldare sul fuoco, accanto all'acqua per il caffè. Una volta pronta la colazione, si sedettero al tavolo che c'era in cucina e cominciarono a mangiare. Mauro cercava sempre un contatto fisico con la figlia: la accarezzava fra i capelli mentre le parlava, la abbracciava, ogni tanto le sfiorava le guance con le labbra. A Giada piaceva ricevere tutte queste attenzioni dal padre e le piaceva parlare con lui. Quasi la ipnotizzava con quella sua voce calda. Tra un boccone di brioche, sorsi di latte e addentate al pane e Nutella, Ivan fece la sua apparizione in cucina. Era a torso nudo, con solo un pantalone largo come pigiama. Giada constatò che per essere un tredicenne era già bello sviluppato, sembrava più grande della sua età. "'Giorno." Disse lui in modo abbastanza addormentato. Mauro lo guardò un attimo e gli disse ridendo che si era alzato presto rispetto alle altre mattine. Appena finì la frase guardò l'orologio e si colpì la fronte con il palmo della mano: "Cazzo! Mi sono scordato di Giuliano!" Giada lo guardò perplessa: "Che c'è?"
"Scusami tesoro, ma devo andare da un mio amico a riparargli il lavandino. Devo uscire fra poco. Mi dispiace, magari tu volevi stare con me."
"Tranquillo papà, non ti preoccupare. Tanto tra un po' i miei amici vanno al Ticino, posso andare con loro. Ivan, vuoi venire?"
"No. Esco anch'io che ho da fare." Disse in modo brusco. Alla faccia dell'allegria.
Quaranta minuti dopo Giada era sola in casa che stava tirando fuori il costume bordeaux dalla valigia, quando suonò il campanello. Andò ad aprire e si ritrovò Stefano davanti. Si salutarono con un intenso bacio. "Amore, ciao. Ti sono passato a prendere."
"Ma aspetta...sono sola adesso...gli altri possono aspettare un pochino..." Disse lei trascinandolo dentro. In men che non si dica erano in mezzo al salotto a togliersi i vestiti a vicenda. Lui le esplorava il palato con la sua lingua calda e morbida, mentre lei tirava fuori il suo membro già duro. Giada affondò le dita fra i suoi capelli folti, mugolando di piacere appena lui le toccò la fica con le dita. La sfiorava come piaceva a lei. I capezzoli erano già duri e pronti per essere succhiati. Stefano si avventò sul suo seno, prendendo tra le labbra quei capezzoli con fare quasi famelico, mentre la sdraiava sul divano e la penetrava con dolcezza. Giada lo trovava estremamente eccitante quando le leccava il seno. Lo trovava anche tenero, sembrava un neonato che veniva allattato. Lei ansimava sotto i suoi affondi che diventavano mano a mano più decisi e forti. I loro corpi nudi formavano un groviglio puramente erotico ed eccitante. Gocce di sudore affiorarono sulla schiena muscolosa di lui e sul caldo seno di lei. Lei gli toccava le chiappe, le piacevano tanto, non troppo pelose e dalla forma perfetta. Gli mordeva il labbro, mentre sentiva il pene ingrossarsi e indurirsi. La stava stantuffando, entrando e uscendo da lei, sempre più bagnato e lucido, il suo scroto emetteva sonori schiocchi contro il suo culetto candido. Stefano stava per venire, il suo cazzo stava per esplodere. Giada gridò in preda all'orgasmo, graffiando la sua schiena mentre lui eiaculava dentro di lei con un verso quasi animalesco. I movimenti si fecero più lenti, mentre i due amanti si coccolavano e si davano baci innamorati. Un rumore. Entrambi ebbero un sussulto e si voltarono verso il luogo da dove era venuto rumore, la porta della cantina. "C'è qualcun altro in casa?"
"No ma va! Mio padre e mio fratello sono usciti."
"Hai un fratello?? Da quando??"
"Ah scusa, dopo ti spiego." Si diressero verso la porta, avevano il cuore in gola. Magari qualcuno si era introdotto in casa e loro non l'avevano sentito. Giada stava dietro a Stefano che appoggiò la mano sul pomello della porta. Indugiò qualche secondo e aprì di scatto. La scala era deserta e sporgendosi Stefano non video nessuno. La sensazione della sera prima attanagliò Giada, la quale disse a Stefano che voleva uscire e andare dai loro amici.

Continua.
scritto il
2016-06-22
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