Mercenaria. "insegnami a farla impazzire"
di
Enotica34
genere
etero
Passarono molti mesi prima che la mia attivita' si trasferisse tra quattro mura ed un soffitto. Non e' che disdegnassi la strada che in fondo mi piaceva battere perche' rendeva il tutto un po' piu' eccitante, ma avevo racimato un bel gruzzolo e l'inverno era alle porte. Non mi andava di morire di freddo e in un appartamento sarei stata piu' comoda e calda. Presi in affitto un appartamento in un quartiere semicentrale, nulla di sfarzoso, ma delizioso che curai personalmente e con molto entusiasmo. Misi un annuncio su vari siti internet, che scrisse Daniela per me " Bellissima e abilissima donna per sesso mercenario", con tanto di numero telefonico dedicato ai clienti. Clienti che mi ero coltivata nel tempo, che furono per altro entusiasti del fatto che mi avrebbero scopata comodi. Non in macchina, non avrebbero dovuto spendere ulteriori soldi per i vari Hotel. I miei orari erano cambiati, da quando avevo preso la casa. Lavoravo molto piu' nelle ore diurne che in quelle notturne e questo mi dava la possibilita' di uscire con un po' di gente che avevo perso di vista a causa di questa mia nuova attivita' redditizia, ma soprattutto, divertente e per me molto appagante. Il mio ego continuava ad essere appagato. Il mio corpo rilassato e la mia mente sgombera da ogni qual si voglia preoccupazione. Era un periodo in cui piu' avevo clienti piu' ero convinta che quello era cio' che volevo. La mia clientela era decisamente erorogenea. E, la cosa che mi eccitava di piu' era che avevo libera scelta se farmi scopare o meno da chi io volessi. A volte si presentava gente puzzolente che cacciavo immediatamente. Anziani con un dente e poi un altro sparso per la bocca ogni quarto d'ora. Via. Il mio cliente tipo era uomo di successo, tra i quaranta e i 60 anni. Piacenti o meno , chi veniva da me o era un pervertito o un frustrato con la moglie frigida. In entrambi i casi, si sfogavano a dovere e la mia ricompensa non era certo solo quella economica. Credo di aver salvato molti matrimoni ed ho impedito a molte fanciulle di essere irretite contro la loro volonta' , per la strada, di notte. Fungo persino da servizio sociale! Ah ah.
Un paio di donne erano annoverate tra i clienti abituali. Bisessuali non capaci di rivelare al mondo i loro gusti, ne' ai mariti. Si sfogavano con me, oltre che ricche chiavate per le quali ci tenevo in modo particolare a soddisfarle, mangiavamo poi o prima, recitando la parte di una buona amica consigliera.
Una coppia, saltuariamente, mi faceva visita. In quel caso mi volevano per tutta la giornata. Solitamente nei fine settimana. A volte mi dovevo solo far leccare dalla moglie , mentre il marito la pompava nel culo, a volte il marito scopava me e io leccavo lei. A volte voleva solo segarsi mentre io e lei ci divertivamo a penetrarci con i vari aggeggi che avevo acquistato on line per arricchire il servizio, qualora mi fossz stato richiesto. In un momento confidenziale , la donna mi confesso' che inizialmente le sue visite erano esclusivamente per compiacere il marito porco. Con il tempo mi faceva visita anche in solitaria. E il mio ego cresceva smisuratamente.
Un giorno di ordinaria amministrazione squillo' il telefono mentre congedavo un cliente. "Ciao, ciao eh.... Senti ho preso il numero da un mio amico e vorrei venore da te." " Perfetto caro, ti do l'indirizzo". "Eh, si, senti, pero' vorrei che... Che...si, insomma. Devo uscire con una strappona della mia comitiva no? E' , e se la sono passata praticamente tutti miei amici. Lei va raccontando in giro le prestazioni alle sue amiche e....bhe... Io non ho molta esperienza. Potresti....vorresti...." " Va bene , amore ho capito bene quello che vuoi. Quanti anni hai?" " 19"...
Dopo avergli fornito indirizzo ed orario, chiusi la conversazione piu' eccitata che mai. Il ragazzino voleva che gli insegnassi a far godere per bene una donna, una ragazza libertina, magari non facile da accontentare. Avrei organizzato delle cose carine. Le situazioni che si sarebbero potute creare tra i due. L' appuntamento glielo avevo lasciato per l' ora di pranzo e sarebbe stato il primo. Volevo essere in forma e mi ero lasciata libera tutto il pomeriggio per il puledrino. Dovevo farlo diventare uno stallone in un pomeriggio. Non avevamo pattuito la cifra, pensai fra me. Ma non mi ibteressava. Che bel modo di trascorrere la giornata sarebbe stato questo!
Il giorno seguente avevo apparecchiato la tavola per due e persino cucinato qualcosina. Avevo fame e pensavo che un pranzo in confidenza avrebbe potuto rendere piu' semplice gli approcci. L' avevo sentito timido al telefono, cioe' rispetto agli assatanati che frequentavano la mia casa di piacere solitamente.
Citofono'e aprii senza rispondere. Non mi feci trovare svestita come al solito, ma ibdossai una bella gonnellina piuttosto aderente e corta con una magliettina altrettanto aderente da cui si ergevano duri come sassi i miei seni. Ovviamente in bella vista. Andai ad aprire la porta ed il giovanotto era un bel ragAzzotto dai lineamenti duri, naso appuntito, mascella squadrata, spalle larghe. Cosce muscolose e sode. Giocava a pallone da sempre. Un classico.
Timidamente silenzioso. Ruppi il ghiaccio chiedendogli se avesse fame. Rispose che non aveva molta fame, ma il profumo di arrosto lo stuzzicava. Lo servii cercando di mostrare il piu' possibile le miz grazie in modo falsamente casuale. I suoi occhi percorrevano il mio corpo gia' fremente dal basso verso l' alto e viceversa di continuo. Era ovvio che si stava eccitando anche lui. Bene, pensai, iniziamo con il piede giusto!
Mi sedetti molto vicino a lui. Gli carezzai la coscia per prendere una sorta di confidenza fisica.
Si chiamava Michele. " Allora Michele, pensi di portarla prima a mangiare?". " Oh, beh, non ci avevo pensato, in realta' voglio solo che scopi anche con me. Cazzo c'va provato con tutti e manco solo io. L'ho invitata ha accettato. Va bhe si, la porto a cena, tanto la devo passare a prendere alle 8 sotto casa. "
Bene. Pensai alla prima cosa che potevo ibsegnare a fare.
" Quando sarete a cena puoi iniziare a stuzzicarla, falla eccitare." Mentre Michele mangiava di gusto . " Quando arrivate nel posto dove la porterai, falla sedere vicino a te. Metti la mano sulla mia coscia. Mentre con l' altra continua a mangiare. Accarezzami. Bravo, cosi. Pian piano raggiungi la mia fica , Michele. Piano, sii delicato. Ottimo. Proprio cosi'. Le senti le mutandine? " annuisce con il viso fremente dall' eccitazione e xpn il boccone pieno di arrosto e patate.
"Ecco. Con due dita scanzale. E muovile all'esterno. Delicato. Non avere fretta."
Inizio a toccarsi quel bel pacchetto tra le sue gambe.
" No, Michele. Non toccarti. Immagina di essere in un ristorante. Devi fare il vago. Stai cercando di farla eccitare , sii discreto e delicato. E avrai la tua ricmpensa." Annuii di nuovo inebetito dal desiderio.
inghiottendo l' ultimo boccone.
"bravo Michele. Lentamente. Su e giu' . Uhmm. Bravo tesoro, cosi'. Ora allarga le sue grandi labbra." La mia voce si fece piu' languida, ipnotica e suadente e allargai un po di piu' le cosce come avrebbe fatto una goduriosa come la tipa che Michele voleva circuire.
"Adesso aprile. Sempre gentilmente. " " Uhhh, sei gia' begnata"." Si, sei bravissimo. Non sei un verginello. Vero michele? Parlami e lavora. Sempre pian piano. E mentre le suz dita si muovevano dall'alto al basso nel mio sesso umido, " Ho scopato con una due mesi fa. Ho sborato e stop. Ma me l'ha sbattuta in facciq. Non sono uno che sta dietro alle donne. Ma Kitty, lei e' una gran troia. Se non me la sbatto anche io, penseranno che sono gay. E non lo sono. Capisci?"
"Uhmmm,mm, capisco. Adesso aggiungi un dito e muovile con piu' vigore e quando sentirai che e' tutto pronto penatrami dentro. Sempre morbido e languido Michele". " Il cazzo mi scoppia nelle mutande Klizia". Cosi' va bene?" " Aspetta, tieniti o farai la figura del coniglietto" dissi ridendo, mentre godevo eccitata dal tocco incerto del ragazzo. Mi eccitava veramente molto questo gioco. Insegnavo ad un ragazzino come compiacere una femmina. E lui era come una pagina bianca di un libro. Ero eccitatossima. Piu' di mille altre volte.
Quando i miei umori arrivarono ad imbrattare il mio interno coscia, Michele entro' in me con le tre dita . Esattamente come gli avevo dztto di fare. La mia voce roca completava il momento straordinariamente erotico. L'allievo e la maestra. Il frutto acerbo.
"Michele, mm, ora mettici piu' vigore. Ottimo. Proprio cosi'. Uhmmmm. Esatto. Sei un bravo studente. Uhmmmm", il desiderio di venire cresceva, ma dovevo tenermi. Era solo l' inizio.
Dopo due minuti di questo esercizio lo feci smettere. Se volevo simulare l' incontro tra Michele e la troietta, doveva essere il piu' reale possibile.
" Adesso che entrambi sarete eccitatissimi" dissi poggiando una mano sul suo membro per sincerarmi che fosse come credevo. Ed infatti scoppiava quel pisello durissimo. " puoi decidere di portarla in bagno e finire il lavoro iniziato. Oppure uscite e la porti in qualche albergo. Decidi tu. Ma fallo in fretta. Voglio scoparti Michele."
" La porto in albergo" disse tirando fuori il suo attrezzo. Lo teneva in mano smaneggiandolo. Potei notare le potenzialita' di quel giovane ed inesperto cazzo dalla pelle bronzea e dal glande assai violaceo.
" Aspetta "
Lo condussi in camera. Gli ricordai di pensare al al piacere della sua preda prima. Di preparararla bene al rush finale e decisivo che qvrebbe decretato il suo successo con la zoccoletta ed i suoi amichetti idioti.
Mi feci tirar su la gonna e sfilafe le mutandine bianche trasparenti. Lo feci posizionare all'con la bocca sulla mia figa e gli dissi di allargare tutto quello che c'era da allargare. Lo fece bene, Michele. " Adesso con la lingua lecca. Succhia, e arrivato al ciccetto succhia piu' che puoi. Uhmmm, sei bravissimo amore. E' cosi che vuole sentirti lei. Bravo. Uhmmm. Ummm." Dio che goduria
" ora leccami un po il buco del culo. Preparalo."
Sorprendentemente infilo' le mani sotto il mio sedere , sollevo' le mie anche e mangio' letteralmente culo e fica. A questo punto iniziai a godere sul serio. Il mio studente era decollato da solo.
Eccitata, fradicissima di sudore e umori, inarcai tutta me per offrirmi a quello sbarbatello . Mi girai a quattro zampe. Aprii tutte le mie natiche, piu' che potevo.
" Infilalo qui" mostrai quale fosse il buco dove avrebbe dovuto penetrermi pogiando l'indice sul buco del culoe facbdolo entrare e poi subito uscire. "Qui, amore"
" ok professoressa"
Mi lecco' per lubrificarmi ancora un po'. Gli piaceva leccare il mio culo. Gli piaceva il mio culo. Piano. Eccolo. Tutto dentro di me. Largo, lungo fino al mio intestino. Stantuffava magistralmente. Era portato al sesso. Ah ah.
Venne dopo poco.
Io ancora non avevo raggiunto l' orgasmo. Ero satura e galvanizzata dal desiderio.
Glielo presi in bocca. Lo senti' gemere e acchiapparmi la testa e muoverla con forza.
Su e giu'
Lo feci indurire nuovamente e lo sdraiai. Allargai la mia fica e mi sedetti sopra di lui.
"Ummm, ummm. Michele sei bravissimo. Sono una troia fortunata. Una troia forrunata ad avere uno studentz come te", mi piaceva da matti quel gioco.
Caddi esaurita dal piacere.
Ci lavammo e rivestimmo.
Mi ringrazio', mi pago' 150,euro e mi confesso' di aver rubato il numero mio di telefono al padre.
Sono un bene prezioso da passare di generazione in generazione. Pensai soddisfatta.
" Chiamami e fammi sapere com' e' andata! Imbarazzato annui' e se ne ando'.
Davanti lo specchio, ancora una volta, fui pienamente soddisfatta di me. Una mercenaria!
Un paio di donne erano annoverate tra i clienti abituali. Bisessuali non capaci di rivelare al mondo i loro gusti, ne' ai mariti. Si sfogavano con me, oltre che ricche chiavate per le quali ci tenevo in modo particolare a soddisfarle, mangiavamo poi o prima, recitando la parte di una buona amica consigliera.
Una coppia, saltuariamente, mi faceva visita. In quel caso mi volevano per tutta la giornata. Solitamente nei fine settimana. A volte mi dovevo solo far leccare dalla moglie , mentre il marito la pompava nel culo, a volte il marito scopava me e io leccavo lei. A volte voleva solo segarsi mentre io e lei ci divertivamo a penetrarci con i vari aggeggi che avevo acquistato on line per arricchire il servizio, qualora mi fossz stato richiesto. In un momento confidenziale , la donna mi confesso' che inizialmente le sue visite erano esclusivamente per compiacere il marito porco. Con il tempo mi faceva visita anche in solitaria. E il mio ego cresceva smisuratamente.
Un giorno di ordinaria amministrazione squillo' il telefono mentre congedavo un cliente. "Ciao, ciao eh.... Senti ho preso il numero da un mio amico e vorrei venore da te." " Perfetto caro, ti do l'indirizzo". "Eh, si, senti, pero' vorrei che... Che...si, insomma. Devo uscire con una strappona della mia comitiva no? E' , e se la sono passata praticamente tutti miei amici. Lei va raccontando in giro le prestazioni alle sue amiche e....bhe... Io non ho molta esperienza. Potresti....vorresti...." " Va bene , amore ho capito bene quello che vuoi. Quanti anni hai?" " 19"...
Dopo avergli fornito indirizzo ed orario, chiusi la conversazione piu' eccitata che mai. Il ragazzino voleva che gli insegnassi a far godere per bene una donna, una ragazza libertina, magari non facile da accontentare. Avrei organizzato delle cose carine. Le situazioni che si sarebbero potute creare tra i due. L' appuntamento glielo avevo lasciato per l' ora di pranzo e sarebbe stato il primo. Volevo essere in forma e mi ero lasciata libera tutto il pomeriggio per il puledrino. Dovevo farlo diventare uno stallone in un pomeriggio. Non avevamo pattuito la cifra, pensai fra me. Ma non mi ibteressava. Che bel modo di trascorrere la giornata sarebbe stato questo!
Il giorno seguente avevo apparecchiato la tavola per due e persino cucinato qualcosina. Avevo fame e pensavo che un pranzo in confidenza avrebbe potuto rendere piu' semplice gli approcci. L' avevo sentito timido al telefono, cioe' rispetto agli assatanati che frequentavano la mia casa di piacere solitamente.
Citofono'e aprii senza rispondere. Non mi feci trovare svestita come al solito, ma ibdossai una bella gonnellina piuttosto aderente e corta con una magliettina altrettanto aderente da cui si ergevano duri come sassi i miei seni. Ovviamente in bella vista. Andai ad aprire la porta ed il giovanotto era un bel ragAzzotto dai lineamenti duri, naso appuntito, mascella squadrata, spalle larghe. Cosce muscolose e sode. Giocava a pallone da sempre. Un classico.
Timidamente silenzioso. Ruppi il ghiaccio chiedendogli se avesse fame. Rispose che non aveva molta fame, ma il profumo di arrosto lo stuzzicava. Lo servii cercando di mostrare il piu' possibile le miz grazie in modo falsamente casuale. I suoi occhi percorrevano il mio corpo gia' fremente dal basso verso l' alto e viceversa di continuo. Era ovvio che si stava eccitando anche lui. Bene, pensai, iniziamo con il piede giusto!
Mi sedetti molto vicino a lui. Gli carezzai la coscia per prendere una sorta di confidenza fisica.
Si chiamava Michele. " Allora Michele, pensi di portarla prima a mangiare?". " Oh, beh, non ci avevo pensato, in realta' voglio solo che scopi anche con me. Cazzo c'va provato con tutti e manco solo io. L'ho invitata ha accettato. Va bhe si, la porto a cena, tanto la devo passare a prendere alle 8 sotto casa. "
Bene. Pensai alla prima cosa che potevo ibsegnare a fare.
" Quando sarete a cena puoi iniziare a stuzzicarla, falla eccitare." Mentre Michele mangiava di gusto . " Quando arrivate nel posto dove la porterai, falla sedere vicino a te. Metti la mano sulla mia coscia. Mentre con l' altra continua a mangiare. Accarezzami. Bravo, cosi. Pian piano raggiungi la mia fica , Michele. Piano, sii delicato. Ottimo. Proprio cosi'. Le senti le mutandine? " annuisce con il viso fremente dall' eccitazione e xpn il boccone pieno di arrosto e patate.
"Ecco. Con due dita scanzale. E muovile all'esterno. Delicato. Non avere fretta."
Inizio a toccarsi quel bel pacchetto tra le sue gambe.
" No, Michele. Non toccarti. Immagina di essere in un ristorante. Devi fare il vago. Stai cercando di farla eccitare , sii discreto e delicato. E avrai la tua ricmpensa." Annuii di nuovo inebetito dal desiderio.
inghiottendo l' ultimo boccone.
"bravo Michele. Lentamente. Su e giu' . Uhmm. Bravo tesoro, cosi'. Ora allarga le sue grandi labbra." La mia voce si fece piu' languida, ipnotica e suadente e allargai un po di piu' le cosce come avrebbe fatto una goduriosa come la tipa che Michele voleva circuire.
"Adesso aprile. Sempre gentilmente. " " Uhhh, sei gia' begnata"." Si, sei bravissimo. Non sei un verginello. Vero michele? Parlami e lavora. Sempre pian piano. E mentre le suz dita si muovevano dall'alto al basso nel mio sesso umido, " Ho scopato con una due mesi fa. Ho sborato e stop. Ma me l'ha sbattuta in facciq. Non sono uno che sta dietro alle donne. Ma Kitty, lei e' una gran troia. Se non me la sbatto anche io, penseranno che sono gay. E non lo sono. Capisci?"
"Uhmmm,mm, capisco. Adesso aggiungi un dito e muovile con piu' vigore e quando sentirai che e' tutto pronto penatrami dentro. Sempre morbido e languido Michele". " Il cazzo mi scoppia nelle mutande Klizia". Cosi' va bene?" " Aspetta, tieniti o farai la figura del coniglietto" dissi ridendo, mentre godevo eccitata dal tocco incerto del ragazzo. Mi eccitava veramente molto questo gioco. Insegnavo ad un ragazzino come compiacere una femmina. E lui era come una pagina bianca di un libro. Ero eccitatossima. Piu' di mille altre volte.
Quando i miei umori arrivarono ad imbrattare il mio interno coscia, Michele entro' in me con le tre dita . Esattamente come gli avevo dztto di fare. La mia voce roca completava il momento straordinariamente erotico. L'allievo e la maestra. Il frutto acerbo.
"Michele, mm, ora mettici piu' vigore. Ottimo. Proprio cosi'. Uhmmmm. Esatto. Sei un bravo studente. Uhmmmm", il desiderio di venire cresceva, ma dovevo tenermi. Era solo l' inizio.
Dopo due minuti di questo esercizio lo feci smettere. Se volevo simulare l' incontro tra Michele e la troietta, doveva essere il piu' reale possibile.
" Adesso che entrambi sarete eccitatissimi" dissi poggiando una mano sul suo membro per sincerarmi che fosse come credevo. Ed infatti scoppiava quel pisello durissimo. " puoi decidere di portarla in bagno e finire il lavoro iniziato. Oppure uscite e la porti in qualche albergo. Decidi tu. Ma fallo in fretta. Voglio scoparti Michele."
" La porto in albergo" disse tirando fuori il suo attrezzo. Lo teneva in mano smaneggiandolo. Potei notare le potenzialita' di quel giovane ed inesperto cazzo dalla pelle bronzea e dal glande assai violaceo.
" Aspetta "
Lo condussi in camera. Gli ricordai di pensare al al piacere della sua preda prima. Di preparararla bene al rush finale e decisivo che qvrebbe decretato il suo successo con la zoccoletta ed i suoi amichetti idioti.
Mi feci tirar su la gonna e sfilafe le mutandine bianche trasparenti. Lo feci posizionare all'con la bocca sulla mia figa e gli dissi di allargare tutto quello che c'era da allargare. Lo fece bene, Michele. " Adesso con la lingua lecca. Succhia, e arrivato al ciccetto succhia piu' che puoi. Uhmmm, sei bravissimo amore. E' cosi che vuole sentirti lei. Bravo. Uhmmm. Ummm." Dio che goduria
" ora leccami un po il buco del culo. Preparalo."
Sorprendentemente infilo' le mani sotto il mio sedere , sollevo' le mie anche e mangio' letteralmente culo e fica. A questo punto iniziai a godere sul serio. Il mio studente era decollato da solo.
Eccitata, fradicissima di sudore e umori, inarcai tutta me per offrirmi a quello sbarbatello . Mi girai a quattro zampe. Aprii tutte le mie natiche, piu' che potevo.
" Infilalo qui" mostrai quale fosse il buco dove avrebbe dovuto penetrermi pogiando l'indice sul buco del culoe facbdolo entrare e poi subito uscire. "Qui, amore"
" ok professoressa"
Mi lecco' per lubrificarmi ancora un po'. Gli piaceva leccare il mio culo. Gli piaceva il mio culo. Piano. Eccolo. Tutto dentro di me. Largo, lungo fino al mio intestino. Stantuffava magistralmente. Era portato al sesso. Ah ah.
Venne dopo poco.
Io ancora non avevo raggiunto l' orgasmo. Ero satura e galvanizzata dal desiderio.
Glielo presi in bocca. Lo senti' gemere e acchiapparmi la testa e muoverla con forza.
Su e giu'
Lo feci indurire nuovamente e lo sdraiai. Allargai la mia fica e mi sedetti sopra di lui.
"Ummm, ummm. Michele sei bravissimo. Sono una troia fortunata. Una troia forrunata ad avere uno studentz come te", mi piaceva da matti quel gioco.
Caddi esaurita dal piacere.
Ci lavammo e rivestimmo.
Mi ringrazio', mi pago' 150,euro e mi confesso' di aver rubato il numero mio di telefono al padre.
Sono un bene prezioso da passare di generazione in generazione. Pensai soddisfatta.
" Chiamami e fammi sapere com' e' andata! Imbarazzato annui' e se ne ando'.
Davanti lo specchio, ancora una volta, fui pienamente soddisfatta di me. Una mercenaria!
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