Come finí col pastore
di
Mino Tauro
genere
gay
Ci fu un breve periodo della mia vita che il contatto col famoso pastore di cui vi ho già parlato aveva creato in me sempre meno piacere e sempre più ansia.. Perché? Perché mi piaceva troppo ma nulla volevo che scalfisse il mio rapporto con Ettore che ormai era il mio amante e il mio socio in affari. Dico amante perché lo amavo.
Ma il pastore aveva creato scompiglio. L'impressionante prestanza, la grandezza totale di quel corpo, le maniere silenziose e la forza tranquilla di una montagna mi ammaliavano. Eppure avevo Ettore, grande e ancora bellissimo nei suo 50 anni e passa. Mio ed io suo. Ma ripeto: il pastore gigantesco aveva lasciato il segno.
Inutile negarlo.
Ettore lo capi' e si dimostrò ancora una volta grandioso, con quelle famose palle che tutti noi uomini dobbiamo avere indipendentemente da con chi ci piace andare a letto. Ettore mi fece un discorso semplice: vuoi me per la vita o lui? Risposi senza neanche riflettere che volevo lui e solo lui. Era solo un infatuazione fisica dissi. Ed era così, infatti. Ma a volte la faccina une fisica e' terribile, e' totale, e' magnetica e folle.
Ettore lo sapeva ma fu sollevato dalla mia risposta e disse: fai tutto quello che vuoi col pastore, e' un gran bel tipo ed e' unico. E' un gigante fantastico che può darti tanto e farti anche maturare in tutti i sensi come uomo e come maschio omosessuale. Vai tranquillo, ma torna da me. Senza di te non vivo e se per te e' così pure, torna sempre da me e poi vedrai l infatuazione andrà a diminuire. Annuii e capii che aveva ragione.
Presi quindi a vedere in luoghi abbastanza segreti il pastore, capitava di pomeriggio o di mattina in qualche pensioncina o altrove ma ben lontano da Ettore e soprattutto da famiglia e conoscenti del pastore. Mi feci montare come non mai e furono sessioni belle fino a quando arrivo ' l'ultimo round.. Un gran bel round che però mi fece comprendere che il mio posto era accanto a Ettore.
Il pastore mi aveva dato appuntamento in una lontana fattoria che sapevo essere di proprietà di un gran bel toro, uno sbruffone sui 45 anni tanto sexy quanto stupido, anche se gran lavoratore. Coltivava alberi da frutta e vendeva quelle meraviglie pure. In passato avevamo comprato da lui o barattato con nostri prodotti.
L'avevo notato e lui aveva notato me. A quanto pare era amico del pastore.
Capii che l'idea era l'incontro a tre col pastore e il contadino. Intrigato accettai.
Arrivammo alla sua fattoria un giorno freddo e umido. Era sera e il contadino aveva preparato l'enorme camino acceso. Un aroma indescrivibile in casa: legno, brace, pipa, mele. Ottimo devo dire.
Era un marcantonio di circa 45 anni, grosso ma chiaramente "piccolo" rispetto al gigantesco pastore. Tarchiato e forte, circa 1,75 per almeno 85 kg. Quasi calvo, pizzetto, mani come vanghe, jeans e Tshirt bianca su petto e bicipiti da paura. Un naso greco perfetto e occhi blu, bello veramente.
Ci fece strada emanando un odore di biancheria pulita. Io e il pastore vero amo invece direttamente dalla campagna.
Esordi' il contadino dicendo : che si dice? Tutto bene e altre stupide chiacchiere.. Poi una bottiglia di rosso forte e buono e castagne alla brace. Ne mangiai una sola prima di trovarmi subito un braccione del contadino che mi cingeva in vita e mi faceva i complimenti per il mio corpo forte e muscoloso.
Non mi divincolai e lo lasciai fare.
Mi fece alzare mentre il pastore con le due coscione enormi ancora nei pantaloni da lavoro stava seduto in poltrona a sorseggiare vino rosso. Si inginocchiò per slacciare i gli scarponi me li tolse mi tolse le calze e mi bacio' i piedi, mi sbottono' i jeans me li tolse, mi calò gli slip e onoro' con lo sguardo il mio cazzo barzotto.
Mi giro' e facendomi inarcare la schiena con gli occhi verso il mio pastore iniziò a farmi sentire il pizzetto in culo cercando il mio buco caldo con quella lingua da toro. Era un esperto, allargai le gambe e mi protesi verso il pastore seduto in poltrona. Era una serata forte lo sentivo. Il pastore si alzo' e lentamente si spogliò fino a togliersi quegli enormi slip che contenevano il suo ben di dio. Mi porse -( ormai sapeva i miei gusti) gli slip sudati odorosi di lui. Lo fece come si fa quando si da' uno zuccherino si cavalli.. Cerco' la parte della patta digli slip e me la infilò sotto il naso... Aspirai con foga: magnifico.
Mi separò dal contadino e scese lui a mangiarmi il culo. Il contadino intanto si spogliava e mostrava un corpo grosso e massiccio anche se tarchiato.
Un bel cazzo ma certamente inferiore al pastore e anche al mio. Grande virilità tuttavia e modi sbrigativi da vero uomo. Mi piaceva.
Chiesi di essere penetrato subito, volevo provare lo stallone contadino. Provo' a entrare puntandomi la cappella a secco ma imprecai che non andava bene così.. Pastore dove cazzo sei? Stai con me curati di me! Cercarono il burro e entrambi si imburrarono. Anche il contadino rimase a bocca aperta nel vedere il cazzo del pastore: un'opera d'arte pura, una quercia venosa e scura di 23 cm e larghissima, l'avevo misurata una volta, poggiava su due palle gonfie, odorava di muschio e cuoio e si bagnava di presborra subito. Era incredibile, semplicemente.
Mi misi in piedi a novanta ma abbassando la testa sulla poltrona con i famosi slip nel naso, e allargai i coscioni per far entrare lentamente il contadino. Il fuoco scricchiolava e io mi facevo riempire. Inizio' piano, era una grandezza minima rispetto ai miei standard ma era bravo, entrava e poi usciva per farmi un po' impazzire, sapeva giocare con la mia prostata sbattendomi di tanto in tanto. Avevo un erezione potente ma sapevo che avrei raggiunto il massimo del piacere solo con il pastore. Mi eccitava come una bestia sentire i due tori dietro di me che si contendevano il mio culo: un enorme culo massiccio muscoloso e peloso che madre natura mi ha regalato.
Ormai in preda a un vero piacere dato dal contadino che intanto aumentava i colpi e ogni tanto mi sputava esattamente in culo, era turno del pastore che doveva entrare in campo.
Mi venne davanti nudo enorme, mi penetrò la bocca tenendomi stretto il viso come faceva sempre lui. Svenni quasi dalla mancanza di respiro. Ne presi solo un po' in preda ai conati di vomito a causa delle dimensioni.
Si ripassò del burro e scanso' il contadino.
Senza fiatare inizio' una monta furiosa che mi lascio' sconvolto: mi faceva male, era fuori di se, il contadino gli chiedeva di andarci piano che mi avrebbe sfasciato anche se sono un vero toro passivo.
Non capiva nulla e io volevo staccarmi ma non potei anche perché lo ammetto lo volevo... Era il destino dell'ultima monta pensavo... Mi venne dentro come uno stallone impazzito. Fiotti di sperma cremoso a litri mi colavano dal culo. Ero sfinito. Davanti a me ormai si era posizionato il contadino che mi aveva asciugato la fronte durante tutta la monta del pastore che era durata forse un'ora intera.
Ci facemmo tutti una doccia. Stringemmo la mano al contadino e uscimmo nella notte umida.
Guidava silenzioso per riportarmi alla mia fattoria. Sei contento ? gli dissi. Rispose no. Neanche io dissi. Sei una forza della natura tu ma forse e' meglio finirà qui.
Arrivammo al mio cancello. Mi accarezzo ' una gamba. Lo baciai sulla guancia su quella barba incredibile. Sentii quell'odore di cuoio e sudore che mi aveva rapito. Ci stringemmo la mano e tutto fini'.
Ci vedemmo sempre in giro per le valli, ci stringemmo la mano molte volte ma tutto era finalmente finito. Avevo voluto provare il gigantesco e strano pastore. Accontentato.
Ma il pastore aveva creato scompiglio. L'impressionante prestanza, la grandezza totale di quel corpo, le maniere silenziose e la forza tranquilla di una montagna mi ammaliavano. Eppure avevo Ettore, grande e ancora bellissimo nei suo 50 anni e passa. Mio ed io suo. Ma ripeto: il pastore gigantesco aveva lasciato il segno.
Inutile negarlo.
Ettore lo capi' e si dimostrò ancora una volta grandioso, con quelle famose palle che tutti noi uomini dobbiamo avere indipendentemente da con chi ci piace andare a letto. Ettore mi fece un discorso semplice: vuoi me per la vita o lui? Risposi senza neanche riflettere che volevo lui e solo lui. Era solo un infatuazione fisica dissi. Ed era così, infatti. Ma a volte la faccina une fisica e' terribile, e' totale, e' magnetica e folle.
Ettore lo sapeva ma fu sollevato dalla mia risposta e disse: fai tutto quello che vuoi col pastore, e' un gran bel tipo ed e' unico. E' un gigante fantastico che può darti tanto e farti anche maturare in tutti i sensi come uomo e come maschio omosessuale. Vai tranquillo, ma torna da me. Senza di te non vivo e se per te e' così pure, torna sempre da me e poi vedrai l infatuazione andrà a diminuire. Annuii e capii che aveva ragione.
Presi quindi a vedere in luoghi abbastanza segreti il pastore, capitava di pomeriggio o di mattina in qualche pensioncina o altrove ma ben lontano da Ettore e soprattutto da famiglia e conoscenti del pastore. Mi feci montare come non mai e furono sessioni belle fino a quando arrivo ' l'ultimo round.. Un gran bel round che però mi fece comprendere che il mio posto era accanto a Ettore.
Il pastore mi aveva dato appuntamento in una lontana fattoria che sapevo essere di proprietà di un gran bel toro, uno sbruffone sui 45 anni tanto sexy quanto stupido, anche se gran lavoratore. Coltivava alberi da frutta e vendeva quelle meraviglie pure. In passato avevamo comprato da lui o barattato con nostri prodotti.
L'avevo notato e lui aveva notato me. A quanto pare era amico del pastore.
Capii che l'idea era l'incontro a tre col pastore e il contadino. Intrigato accettai.
Arrivammo alla sua fattoria un giorno freddo e umido. Era sera e il contadino aveva preparato l'enorme camino acceso. Un aroma indescrivibile in casa: legno, brace, pipa, mele. Ottimo devo dire.
Era un marcantonio di circa 45 anni, grosso ma chiaramente "piccolo" rispetto al gigantesco pastore. Tarchiato e forte, circa 1,75 per almeno 85 kg. Quasi calvo, pizzetto, mani come vanghe, jeans e Tshirt bianca su petto e bicipiti da paura. Un naso greco perfetto e occhi blu, bello veramente.
Ci fece strada emanando un odore di biancheria pulita. Io e il pastore vero amo invece direttamente dalla campagna.
Esordi' il contadino dicendo : che si dice? Tutto bene e altre stupide chiacchiere.. Poi una bottiglia di rosso forte e buono e castagne alla brace. Ne mangiai una sola prima di trovarmi subito un braccione del contadino che mi cingeva in vita e mi faceva i complimenti per il mio corpo forte e muscoloso.
Non mi divincolai e lo lasciai fare.
Mi fece alzare mentre il pastore con le due coscione enormi ancora nei pantaloni da lavoro stava seduto in poltrona a sorseggiare vino rosso. Si inginocchiò per slacciare i gli scarponi me li tolse mi tolse le calze e mi bacio' i piedi, mi sbottono' i jeans me li tolse, mi calò gli slip e onoro' con lo sguardo il mio cazzo barzotto.
Mi giro' e facendomi inarcare la schiena con gli occhi verso il mio pastore iniziò a farmi sentire il pizzetto in culo cercando il mio buco caldo con quella lingua da toro. Era un esperto, allargai le gambe e mi protesi verso il pastore seduto in poltrona. Era una serata forte lo sentivo. Il pastore si alzo' e lentamente si spogliò fino a togliersi quegli enormi slip che contenevano il suo ben di dio. Mi porse -( ormai sapeva i miei gusti) gli slip sudati odorosi di lui. Lo fece come si fa quando si da' uno zuccherino si cavalli.. Cerco' la parte della patta digli slip e me la infilò sotto il naso... Aspirai con foga: magnifico.
Mi separò dal contadino e scese lui a mangiarmi il culo. Il contadino intanto si spogliava e mostrava un corpo grosso e massiccio anche se tarchiato.
Un bel cazzo ma certamente inferiore al pastore e anche al mio. Grande virilità tuttavia e modi sbrigativi da vero uomo. Mi piaceva.
Chiesi di essere penetrato subito, volevo provare lo stallone contadino. Provo' a entrare puntandomi la cappella a secco ma imprecai che non andava bene così.. Pastore dove cazzo sei? Stai con me curati di me! Cercarono il burro e entrambi si imburrarono. Anche il contadino rimase a bocca aperta nel vedere il cazzo del pastore: un'opera d'arte pura, una quercia venosa e scura di 23 cm e larghissima, l'avevo misurata una volta, poggiava su due palle gonfie, odorava di muschio e cuoio e si bagnava di presborra subito. Era incredibile, semplicemente.
Mi misi in piedi a novanta ma abbassando la testa sulla poltrona con i famosi slip nel naso, e allargai i coscioni per far entrare lentamente il contadino. Il fuoco scricchiolava e io mi facevo riempire. Inizio' piano, era una grandezza minima rispetto ai miei standard ma era bravo, entrava e poi usciva per farmi un po' impazzire, sapeva giocare con la mia prostata sbattendomi di tanto in tanto. Avevo un erezione potente ma sapevo che avrei raggiunto il massimo del piacere solo con il pastore. Mi eccitava come una bestia sentire i due tori dietro di me che si contendevano il mio culo: un enorme culo massiccio muscoloso e peloso che madre natura mi ha regalato.
Ormai in preda a un vero piacere dato dal contadino che intanto aumentava i colpi e ogni tanto mi sputava esattamente in culo, era turno del pastore che doveva entrare in campo.
Mi venne davanti nudo enorme, mi penetrò la bocca tenendomi stretto il viso come faceva sempre lui. Svenni quasi dalla mancanza di respiro. Ne presi solo un po' in preda ai conati di vomito a causa delle dimensioni.
Si ripassò del burro e scanso' il contadino.
Senza fiatare inizio' una monta furiosa che mi lascio' sconvolto: mi faceva male, era fuori di se, il contadino gli chiedeva di andarci piano che mi avrebbe sfasciato anche se sono un vero toro passivo.
Non capiva nulla e io volevo staccarmi ma non potei anche perché lo ammetto lo volevo... Era il destino dell'ultima monta pensavo... Mi venne dentro come uno stallone impazzito. Fiotti di sperma cremoso a litri mi colavano dal culo. Ero sfinito. Davanti a me ormai si era posizionato il contadino che mi aveva asciugato la fronte durante tutta la monta del pastore che era durata forse un'ora intera.
Ci facemmo tutti una doccia. Stringemmo la mano al contadino e uscimmo nella notte umida.
Guidava silenzioso per riportarmi alla mia fattoria. Sei contento ? gli dissi. Rispose no. Neanche io dissi. Sei una forza della natura tu ma forse e' meglio finirà qui.
Arrivammo al mio cancello. Mi accarezzo ' una gamba. Lo baciai sulla guancia su quella barba incredibile. Sentii quell'odore di cuoio e sudore che mi aveva rapito. Ci stringemmo la mano e tutto fini'.
Ci vedemmo sempre in giro per le valli, ci stringemmo la mano molte volte ma tutto era finalmente finito. Avevo voluto provare il gigantesco e strano pastore. Accontentato.
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