Saga del rumeno
di
Mino Tauro
genere
gay
Come altre mie "saghe" tutte realmente accadutemi e qui riportate, continuo anche la saga del mio amico il meccanico rumeno.
Ci si è' trovati molto bene per un buon periodo, poi ci siamo persi per giochi diversi: lui verso la fica io verso altri uomini con cui fare belle "partite".
Prima di lasciarci ognuno al proprio cammino, il gran meccanico una volte volle farmi conoscere un suo amico un cugino come diceva lui ma chiaramente cugino di merende e non certo di sangue. Un rumeno appena arrivato in Italia tutto contento di lavorare nel l'officina del " cugino " fortunato che lo aveva fatto assumere. Un bel toro tarchiato e basso, gonfio di muscoli naturali, campione locale di boxe. Un veto ceffo per certo aspetti: cicatrici, sguardo da cattivo ma alla fine tranquillo e buono sopratutto dopo avermi conosciuto: sono molto maschio, tranquillo, taciturno e gioviale e libero nelle relazioni con gli uomini che mi intrigano.
Ci trovammo tutto e tre una sera a bere una birra. Il bar era bello caldo fuori diluviava e faceva freddo. Il nuovo arrivato mi scrutava e in rumeno parlava di me al gran meccanico. Gli feci notare che non era educato e si scuso' e poi in imbarazzo disse che il meccanico gli aveva raccontato cose particolari su di me e che se lo avessero saputo in Romania avrebbe rischiato a fare il porco con uomo... La tradizione.. Ma rideva e disse che anche lui era pronto a giocare insieme a me e al grande bestione cugino. Gli diedi il benvenuto e andammo a casa mia in macchina io seduto a fianco al sito di guida e il tarchiato dietro. Il meccanico guidava silenzioso nella pioggia.
A casa non volli pensare a nulla, lasciai per una volta fare tutto a loro.
Sul divano grande e comodo si slacciarono gli scarponi, si sbottonarono lentamente i jeans, erano ora scalzi in slip. Due carrarmati incredibili. Anche il tarchiato meno peloso e meno grossi del meccanico ma erotico al massimo. Un pacco grande
Barzotto ricoperto dagli slip ingialliti di piscio faceva bella mostra di se'. Ile carico era gigantesco e a gambe larghe si sentiva un re.
Fece il solito segno con la testa e capii: mi inginocchiai davanti a lui guardando anche il tarchiato, gli sfilai gli slip e presi in bocca l'asta dell carico che conoscevo bene. Ma volevo il tarchiato ne ero incuriosito. Il tarchiato si sfilo' gli slip da vero sportivo e avvicinandosi a me mise una mani tra la mia bocca e la cappella umida del cugino e mi spinse la testa verso di se': un altro odore forte, una carne diversa, un'asta larga non lunga ma forte potente, una verga di campagna che poggiava su due coglioni rigonfi.
Parlava in rumeno ruggendo qualche cosa che non capivo.
Il meccanico si avvicinò e mi schiaccio' la testa sul lavoro che stavo facendo al cugino.
Soffocai quasi e mi sollevai per poi ricominciare. Avevo ormai insalivato entrambe le cappelle e mi ero sbottonato per una lenta sega.
Ero infoiato.
Lasciati stare mi dissero entrambi.
Mi alzai e mi tolsi i pantaloni. Ero nudo per loro e loro per me. Mi lubrificai il culo e saltai in groppa al tarchiato il quale emise uno sbuffo tipo treno. Gli ero seduto sopra e piano piano mi facevo montare da quell'asta larga di asino, una cappella ricoperta di una patina unta fatta di presborra e odorosa di stallone.
Lo guardavo i faccia mentre mi penetrava impassibile lento tenendomi le chiappe in mano per allargarle. Respiravo forte ritmicamente come ho imparato a fare per prendere cazzi consistenti. Il meccanico era seduto a gambe aperte, eccitato come un cavallo in calore con la mano destra callosa ed enorme si cingeva l'asta venosa e mi guardava.
Sudavo e a un cedi punto lo ammetto ho urlato. Un urlo virile ma forte e di dolore perché il tarchiato era una bestia vera. Gli toccavo dorso, petto, inalavo il suo odore di pugile, gli guardavo da vicino il naso dritto e largo, mi avvicinavo a leccargli l'orecchio come fossi un animale accudito da quel perfetto sconosciuto che mi stava dando molto piacere.
Ogni tanto guardavo il meccanico che si avvicinava sempre di più e mi alitava in faccia fino a toccarmi. Dopo un ordine al suo amico in rumeno, fui si suoi ordini. Mi alzai dolorante dalla monta del tarchiato, era stato un tempo lungo e intenso per entrambi nessuno dei due era venuto e eravamo infoiato come animali. Il gioco continuava. Mi alzai piano senza combinare i casini che possono succedere a noi uomini quando ci facciamo montare. E sapere che intendo.. Mi ero lavato molto bene per godermi le sbarre rumene quella sera.
Tra lubrificante, gli umori e i sudori avevo in culo il mix perfetto per continuare. Mi misi a cavallo del meccanico e come per tornare sulla stafa conosciuta mi lasciai andare seduto su quel ben di dio.
Fu così che fui scopato dai due cugini rumeni. Un ammasso di muscoli ma anche di virilità e grande conoscenza, una sapienza contadina e povera ma perfetta senza nessun passi falso. Due uomini belli e coerenti. Mi feci scopare dal meccanico per venire con il tarchiato in piedi sul divano e il cazzo che mi strusciava sul naso e poi in bocca. Fui montato seriamente quella sera.
Non ci vedemmo più ma ci lasciammo da soldati della vita come eravamo e come siamo.
Ci si è' trovati molto bene per un buon periodo, poi ci siamo persi per giochi diversi: lui verso la fica io verso altri uomini con cui fare belle "partite".
Prima di lasciarci ognuno al proprio cammino, il gran meccanico una volte volle farmi conoscere un suo amico un cugino come diceva lui ma chiaramente cugino di merende e non certo di sangue. Un rumeno appena arrivato in Italia tutto contento di lavorare nel l'officina del " cugino " fortunato che lo aveva fatto assumere. Un bel toro tarchiato e basso, gonfio di muscoli naturali, campione locale di boxe. Un veto ceffo per certo aspetti: cicatrici, sguardo da cattivo ma alla fine tranquillo e buono sopratutto dopo avermi conosciuto: sono molto maschio, tranquillo, taciturno e gioviale e libero nelle relazioni con gli uomini che mi intrigano.
Ci trovammo tutto e tre una sera a bere una birra. Il bar era bello caldo fuori diluviava e faceva freddo. Il nuovo arrivato mi scrutava e in rumeno parlava di me al gran meccanico. Gli feci notare che non era educato e si scuso' e poi in imbarazzo disse che il meccanico gli aveva raccontato cose particolari su di me e che se lo avessero saputo in Romania avrebbe rischiato a fare il porco con uomo... La tradizione.. Ma rideva e disse che anche lui era pronto a giocare insieme a me e al grande bestione cugino. Gli diedi il benvenuto e andammo a casa mia in macchina io seduto a fianco al sito di guida e il tarchiato dietro. Il meccanico guidava silenzioso nella pioggia.
A casa non volli pensare a nulla, lasciai per una volta fare tutto a loro.
Sul divano grande e comodo si slacciarono gli scarponi, si sbottonarono lentamente i jeans, erano ora scalzi in slip. Due carrarmati incredibili. Anche il tarchiato meno peloso e meno grossi del meccanico ma erotico al massimo. Un pacco grande
Barzotto ricoperto dagli slip ingialliti di piscio faceva bella mostra di se'. Ile carico era gigantesco e a gambe larghe si sentiva un re.
Fece il solito segno con la testa e capii: mi inginocchiai davanti a lui guardando anche il tarchiato, gli sfilai gli slip e presi in bocca l'asta dell carico che conoscevo bene. Ma volevo il tarchiato ne ero incuriosito. Il tarchiato si sfilo' gli slip da vero sportivo e avvicinandosi a me mise una mani tra la mia bocca e la cappella umida del cugino e mi spinse la testa verso di se': un altro odore forte, una carne diversa, un'asta larga non lunga ma forte potente, una verga di campagna che poggiava su due coglioni rigonfi.
Parlava in rumeno ruggendo qualche cosa che non capivo.
Il meccanico si avvicinò e mi schiaccio' la testa sul lavoro che stavo facendo al cugino.
Soffocai quasi e mi sollevai per poi ricominciare. Avevo ormai insalivato entrambe le cappelle e mi ero sbottonato per una lenta sega.
Ero infoiato.
Lasciati stare mi dissero entrambi.
Mi alzai e mi tolsi i pantaloni. Ero nudo per loro e loro per me. Mi lubrificai il culo e saltai in groppa al tarchiato il quale emise uno sbuffo tipo treno. Gli ero seduto sopra e piano piano mi facevo montare da quell'asta larga di asino, una cappella ricoperta di una patina unta fatta di presborra e odorosa di stallone.
Lo guardavo i faccia mentre mi penetrava impassibile lento tenendomi le chiappe in mano per allargarle. Respiravo forte ritmicamente come ho imparato a fare per prendere cazzi consistenti. Il meccanico era seduto a gambe aperte, eccitato come un cavallo in calore con la mano destra callosa ed enorme si cingeva l'asta venosa e mi guardava.
Sudavo e a un cedi punto lo ammetto ho urlato. Un urlo virile ma forte e di dolore perché il tarchiato era una bestia vera. Gli toccavo dorso, petto, inalavo il suo odore di pugile, gli guardavo da vicino il naso dritto e largo, mi avvicinavo a leccargli l'orecchio come fossi un animale accudito da quel perfetto sconosciuto che mi stava dando molto piacere.
Ogni tanto guardavo il meccanico che si avvicinava sempre di più e mi alitava in faccia fino a toccarmi. Dopo un ordine al suo amico in rumeno, fui si suoi ordini. Mi alzai dolorante dalla monta del tarchiato, era stato un tempo lungo e intenso per entrambi nessuno dei due era venuto e eravamo infoiato come animali. Il gioco continuava. Mi alzai piano senza combinare i casini che possono succedere a noi uomini quando ci facciamo montare. E sapere che intendo.. Mi ero lavato molto bene per godermi le sbarre rumene quella sera.
Tra lubrificante, gli umori e i sudori avevo in culo il mix perfetto per continuare. Mi misi a cavallo del meccanico e come per tornare sulla stafa conosciuta mi lasciai andare seduto su quel ben di dio.
Fu così che fui scopato dai due cugini rumeni. Un ammasso di muscoli ma anche di virilità e grande conoscenza, una sapienza contadina e povera ma perfetta senza nessun passi falso. Due uomini belli e coerenti. Mi feci scopare dal meccanico per venire con il tarchiato in piedi sul divano e il cazzo che mi strusciava sul naso e poi in bocca. Fui montato seriamente quella sera.
Non ci vedemmo più ma ci lasciammo da soldati della vita come eravamo e come siamo.
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