Giuseppina

di
genere
feticismo

Ero appena uscito dalla doccia quando suona il campanello. Mi copro come meglio posso e in fretta e furia apro la porta. È Giuseppina.

Giuseppina è la vicina di pianerottolo. Ha 72 anni portati benissimo (ne dimostra 60), capelli castano chiaro, occhi marroni e un bellissimo fisico nonostante l'età.

G:"ciao! Oh, ti ho disturbato? Torno dopo dai.."
Io:"nono figurati. Dimmi dimmi tutto.."
G:"sai ho comprato un telefono nuovo ma non sono capace di farlo partire. Mi potresti aiutare?"
Io:"ma certo! Mi vesto e vengo a vedere.."
G:"ok grazie mille" e torna in casa.

Mi vesto e vado da lei. Suono, mi apre, prepara il caffè e mi fa vedere il telefono. Lo accendo e in pochi minuti Giuseppina ha avuto il suo bel telefono.

G:"grazie mille! Ma come hai fatto?"
Io sorrido e le spiego brevemente come funziona. Si siede da parte a me, accavalla le gambe e poco dopo inizia a far dondolare (dangling) la ciabatta. Vengo rapito da quel movimento. Cerco di distogliere lo sguardo. Niente, non ci riesco. Qualcosa si muove nei pantaloni. Imbarazzato cerco di coprirmi. Giuseppina però ha capito la situazione. Mi provoca e si diverte a farlo. La ciabatta dondola sempre di più. Inizio a sudare. Mi sento imbarazzato ma tremendamente eccitato. Lei è molto disinvolta e si diverte a vedere la mia reazione alle sue provocazioni.

G - con fare malizioso:"tutto bene? Sei tutto sudato.."
Io - fingendomi disinvolto:"sisi tutto bene". Pausa di qualche secondo.
G - a bruciapelo:"non dirmi che sei uno di quei schifosi che si eccitano con i piedi.."

Volevo scomparire. Li, all'istante. Diventai di tutti i colori dalla vergogna.

G:"purtroppo sei uno di quelli..ma io mi chiedo, cosa cazzo ci trovate di eccitante nei piedi?!".

Io ero sempre più viola e non avevo il coraggio di risponderle e tanto meno di guardarla in faccia.

G:"senza offesa eh, ma mi fanno schifo quelli come te..cioè capisco che ognuno ha i propri gusti però sta cosa dei piedi non la capisco proprio. Chissà se questa è la volta buona per capire" - guardandomi.

La guardai in modo imbarazzato.

G:"allora mi spieghi cosa trovate voi brutti feticisti nei piedi di cosi tanto eccitante?". Provai a rispondere imbarazzato.
Io:"beh ecco..si insomma..la forma del piede, delle dita, l'odore che possono avere..."
G - incuriosita e con fare malizioso:"cioè fammi capire, in base alla forma e alle dita capite se un piede è bello o è brutto? E vi eccitate cosi? E poi, sta cosa dell'odore..se puzzano ve lo inseriscono di più? Bah, non siete normali..".

Silenzio. Vergogna ed eccitazione.

G:"comunque senti, so che mi pentirò di quello che sto per dire.." - pausa brevissima - "ma tu sei stato gentile ad aiutarmi con il telefono e vorrei in qualche modo ricambiare.." - altra pausa. La guardai curioso - "c'è qualcosa che posso fare per te?".

Silenzio. Imbarazzo generale. Mi stava dando la possibilità di avere i suoi piedi. Non sapevo cosa dire o cosa fare e fu lei allora a dire

G:"che domanda che ti ho fatto..sicuro mi chiederai i piedi. O sbaglio?" - in modo nervoso e scocciato.

Tolse le ciabatte e mi mise i piedi sulle gambe.

Che emozione...

G:"dai muoviti..fai quello che devi fare e poi sparisci". Avrei voluto sprofondare nuovamente.
Io:"non sei obbligata a farlo.."
G - scocciata:"si vede che è questo quello che vuoi. Non discutere. Fai quel cazzo che vuoi, massaggiali, leccali e già che sei sborraci sopra..tanto so che non aspetti altro.

E invece non feci assolutamente niente. Delicatamente le spostai i piedi. Mi alzai. Mi guardò interrogativa. Non parlò nessuno. Andai verso la porta e da li tornai a casa mia. Ripensai alla situazione e mi diedi dello stupido per aver sprecato un'occasione simile. Ma riflettendo capii che era stato giusto cosi e tornassi indietro lo rifarei altre mille volte.

Dopo qualche ora suona il campanello. Apro. È ancora Giuseppina. Mi sono sentito nuovamente in imbarazzo.

G:"scusa per prima. Ho sbagliato a dire certe cose e a comportarmi così ma ero..nervosa e...". La interruppi
Io:"si è vero, ti sei comportata male e mi hai fatto sentire uno schifo. Però ti capisco anche, capita anche a me di comportarmi male quando succedono certe cose..". Silenzio.
Io:"facciamo cosi, ricominciamo da capo, resettiamo tutto.."
G:"va bene dai, ricominciamo". Le sorrisi e lei ricambiò. Mise una mano in tasca ed estrasse un paio di collant. La guardai interrogativo. Me li avvolse sul collo e disse

G:"ho pensato che potesse farti piacere..tienili, te li regalo. Facci buon uso.." - sorrise. Se ne andò. Rimasi sull'uscio di casa così, scioccato, ma felice.

Quella sera presi i collant che Giuseppina mi aveva regalato e mi masturbai con quelli. Venni in maniera copiosa e sporcai tutte le calze.

Quando qualche giorno dopo la incontrai sulle scale mi disse, in modo malizioso

G:"allora porcone? Cos'hai fatto con le mie calze?". Le risposi un po imbarazzato.
Io:"beh..ho fatto un uso molto intimo..". Mi sorrise maliziosa dicendomi
G:"che schifoso..che porco..". Sorrisi. La ringraziai.
G:"per cosa? Per le calze?"
Io:"si anche, ma soprattutto perché hai cercato di capirmi e forse ci sei riuscita.."
G - sorridendo:"mah chissà.." e andò.
scritto il
2016-11-01
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