Una nuova vita 5
di
DR
genere
trans
Per fortuna, ho ritrovato una bella partecipazione da parte vostra. Grazie mille. Spero continuiate così.
Arrivata a casa, non so cosa fare. Dovrei fare spazio nell'armadio per i miei nuovi indumenti femminili che sono parecchi, dovrei struccarmi e cambiarmi, ma vorrei anche provare a giocare con i miei nuovi sextoys. Quest'ultima cosa mi fa pensare a quanta strada io abbia fatto in così poco tempo: dall'avere solo esperienze con donne, al chiacchierare con uomini gay coi quali però escludevo il sesso, al masturbare volontariamente un uomo, al vestirmi da donna e, soprattutto, al desiderare di fare sesso completo, prima con un uomo, il mio amico, e poi anche con uno sconosciuto, incontrato sul treno. Nella solitudine del mio appartamento, riesco a focalizzare meglio l'attenzione sulla mia situazione. Ho davvero cambiato gusti o è solo l'astinenza forzata, dovuta alla gabbietta? E se fosse quest'ultima ipotesi, è possibile che pochi giorni di mancate seghe mi abbia già ridotto così? Cosa succederà dopo delle settimane o dei mesi? Oppure, in qualche parte, in questa trasformazione è coinvolto anche il mio travestimento? Questi ragionamenti mi riportano alla realtà e questo fa calare un po' la voglia e mi dà il tempo di sistemare almeno i vestiti nell'armadio. Mando poi un messaggio al mio amico che mi chiede se mi vada una rapida videochiamata per salutarci. Ottenuta la mia risposta, mi chiama e mi dice che gli manco già. Vedermi al femminile nel piccolo riquadro dello schermo che visualizza la mia cam mi fa una strana impressione: mi imbarazza e mi piace allo stesso tempo. Ma non ho il tempo di approfondire l'analisi delle mie sensazioni perché il mio amico mi fa una richiesta che non mi aspettavo. Mi chiede se mi dispiacerebbe se trovassimo un nome femminile per me, perché chiamarmi con il mio vero nome non gli sembra più adatto. Mi chiede, quindi, di scegliere un nome per me e io rispondo che, in suo onore, potrei chiamarmi Carla, dato che lui si chiama Carlo, ma lui, pur ringraziando, mi dice che non gli pare un nome che mi si addica; mi chiede cosa ne pensi di Giulia e ribatto che mi piace molto. Ci salutiamo con un bacio e ritorno a essere sola. Questo nuovo battesimo mi riporta nella mia favola dalla quale, tornata nella mia quotidianità, stavo involontariamente uscendo. Ma questo fa anche rinascere la mia voglia di godere e non riesco più a rimandare il momento: prendo i miei falli di lattice e il gel e, stendendomi sul letto, inizio a lubrificare il più piccolo. In camera ho un armadio con le ante a specchio che mi permettono di vedermi anche nelle parti a me più nascoste. Mi stendo a pancia in su e, dopo essermi tolta l'intimo, alzo le gambe esponendo il mio buchetto e comincio, riflessa dallo specchio, ad appoggiare la punta del dildo. Evito di spingere da subito, ma mi limito a massaggiare questa mia parte con la punta del fallo più piccolo. La sensazione è piacevole e continuo così per un po', finché la voglia mi fa volere di più. Comincio a spingere e, piano piano, sento che il buchetto si rilassa e si adatta all'intruso che lentamente si fa spazio dentro di me. Prima di inserirlo tutto, però, lo estraggo perché mi fa un po' male, per riprendere subito a spingere, ma anche questa volta non riesco a arrivare fino in fondo. Il desiderio cresce a dismisura, ma non voglio farmi del male, desiderando che la prima penetrazione anale non diventi un'esperienza negativa. Gioco così per un po', inserendolo fino dove non sento dolore e poi estraendolo, massaggiando il buchetto dall'esterno e ricominciando da capo. Il tempo passa veloce e, per oggi, mi fermo qui. Mi spoglio, faccio una veloce doccia e mi preparo per la notte. Voglio vivere la mia nuova vita anche quando sono solo e indosso una bella camicia da notte tutta ricamata, mando una mia foto a Carlo con la buonanotte e, dopo aver ricevuto la sua risposta con i complimenti, mi metto a dormire.
La mattina, al risveglio, mi spoglio e rivedere la mia abbronzatura con i segni bianchi del bikini mi eccita moltissimo. Vorrei tanto masturbarmi, ma la gabbietta me lo impedisce, quindi, mi rado, mi lavo, indosso un reggicalze molto sexy, delle calze nere, un completo intimo molto carino e copro il tutto con i soliti jeans e polo. Ho deciso che voglio essere sempre sbarbato, invece che radermi ogni 3 o 4 giorni come d'abitudine. Quando vado a mettermi le scarpe, memore della figuraccia in treno, decido di indossare delle calze da uomo sopra quelle femminili e finisco di prepararmi per il lavoro. La giornata scorre veloce e, nonostante l'eccitazione derivante dall'intimo che indosso, va tutto liscio e nessuno si accorge di niente. Torno a casa in fretta, sperando di trovare Carlo online, ma non c'è e io ne approfitto per cercare consigli per la mia prima penetrazione anale; trovo diversi forum che la trattano sui quali tutti consigliano di lavarsi internamente prima di passare alla penetrazione ed è una cosa alla quale non avevo proprio pensato. Quindi, esco di corsa per andare in farmacia e riesco ad arrivare poco prima della chiusura; la farmacista è una ragazza e mi vergogno un po' a chiederle quel che mi serve, ma mi faccio coraggio e le domando il kit. Mi dà il necessario e mi dice che, se è per una pulizia interna, ha un prodotto molto indicato e che la farmacia, così come per la misurazione della pressione arteriosa, offre altri servizi, tra cui quello del clistere. Ringrazio, ma obietto che mi sentirei molto a disagio a farmi fare un lavoro così da una sconosciuta, ma la ragazza insiste, dicendo che posso procurarmi gravi danni, se non so bene come procedere e aggiunge che è un servizio gratuito e che è una cosa che a lei, inspiegabilmente, piace molto fare. Parliamo per un po', rimanendo ognuno sulle sue posizioni, ma poi la preoccupazione per la mia prima volta e la voglia di farmi toccare da una donna hanno il sopravvento e, dimenticando come sono vestito sotto, accetto. La farmacista vede la mia espressione quando realizzo che non potrà non accorgersi dell'intimo che indosso e mi dice: "Non preoccuparti di quello che indossi; dalla scollatura della tua polo vedo la spallina del reggiseno". Io divento paonazzo per la vergogna, ma ormai è tardi per tirarmi indietro. Mi porta nel retro del negozio e mi dice di togliermi scarpe e pantaloni, mentre lei va a chiudere la serranda. Quando torna, mi trova con il mio intimo in bella mostra, mi fa i complimenti per il completino, mi abbassa gli slip e vedendo l'abbronzatura e la gabbietta, dice: "Che bella signorina abbiamo qui! Brava!". Il mio imbarazzo e la mia eccitazione crescono. Mi fa girare e comincia e massaggiarmi con del gel lubrificante, aumentando ancora di più la mia voglia. Quando inserisce la cannula, non sento alcun dolore; sento soltanto il liquido che mi riempie la pancia, facendola gonfiare visibilmente. Finito di riempirmi, mi dice di aspettare qualche minuto, dopo i quali mi accompagna in bagno. Mi dà delle salviettine umidificate per pulirmi, una volta finito di liberarmi, e mi lascia solo. Quando esco dal bagno, la trovo ancora con la cannula in mano e rifà tutta l'operazione da capo. La cosa si ripete altre tre volte, fin quando in bagno espello solo il liquido che mi ha iniettato e, quindi, con un po' di rammarico, penso che sia tutto finito. Invece, mi fa girare e abbassare nuovamente e, dopo aver preso un tubetto di crema, mi massaggia il buchetto, dicendo che deve essere reidratato. Il massaggio si protrae per diversi minuti e sento che, dopo un po', il dito della signorina si fa più intraprendente e, lentamente, si fa spazio dentro il mio culetto. La lascio fare perché è una sensazione molto piacevole, tanto che senza accorgermi, mi ritrovo con tutto il suo dito nel culo; si muove, in tutte le direzioni e mi dà moltissimo piacere. Con il pollice, nel frattempo, preme in un punto poco più avanti dell'ano, aumentando ulteriormente la mia goduria. Anche lei deve essere eccitata perché sento la sua respirazione più profonda ed accelerata e questo mi piace moltissimo e mi fa eccitare e rilassare fino a quando le dita che ho dentro diventano due. A quel punto, sento che sto per venire e cerco di trattenermi, ma è impossibile: esplodo in un orgasmo devastante che mi fa piegare le gambe e la farmacista, con le dita ancora dentro di me, deve sorreggermi per evitare che cada in ginocchio. Sono senza parole, senza fiato, senza forze ma vengo riportato alla realtà dalla signorina che, con tanta dolcezza, mi pulisce sia il culo dalla crema sia la gabbietta dallo sperma che ancora cola in grande quantità. Quando mi sono rivestito e ci siamo ricomposti, mi dice che il kit è un omaggio, ma che devo prometterle di tornare a trovarla presto e, anzi, mi chiede il mio numero di telefono. Dopo averla salutata, con ancora qualche difficoltà a camminare, mi rimetto sulla strada di casa.
Mi sento un po' in colpa verso il mio amico e, appena arrivo a casa lo contatto per raccontargli l'accaduto, ma invece che rattristarsi, è tutto contento. Mi dice che è davvero felice che io abbia deciso di giocare con i suoi sextoys e anche che io mi sia fatta vedere in intimo sexy da una sconosciuta e che abbia avuto un'esperienza tutta al femminile. Questa sua benedizione mi tranquillizza e mi sento più a mio agio a rispondere a tutte le sue domande sui particolari della mia esperienza. Quando chiudiamo la chat, io sono di nuovo eccitato e ho voglia di venire ancora. Mi tolgo gli abiti maschili, indosso un paio di scarpe molto sexy e mi sdraio sul letto, davanti al mio armadio a specchio, dopo aver preso il lubrificante e il dildo più piccolo. Riprendo il gioco abbandonato la volta precedente ma, questa volta, è tutto più semplice e il fallo entra senza alcuna difficoltà. Comincio a stantuffare il mio culetto con voglia e, in pochi minuti, sento che sto già tornando molto vicino all'orgasmo. Non voglio venire subito e lascio il dildo fermo dentro di me per un po'. Quando sento che l'orgasmo si allontana, riprendo il movimento e ripeto questo gioco diverse volte finché capisco che è arrivato il momento di godere. Non mi fermo e il mio pene, sempre rinchiuso nella sua gabbietta, comincia a eruttare una quantità incredibile di sperma, nonostante sia passato pochissimo tempo dal mio orgasmo precedente. Aspetto che lo sperma smetta di sgorgare e, appena riprendo le forze, pur lasciando il plug nel mio culo, mi lavo, indosso la mia camicia da notte e vado a dormire.
Spero commentiate e partecipiate anche questa volta numerosi....
Arrivata a casa, non so cosa fare. Dovrei fare spazio nell'armadio per i miei nuovi indumenti femminili che sono parecchi, dovrei struccarmi e cambiarmi, ma vorrei anche provare a giocare con i miei nuovi sextoys. Quest'ultima cosa mi fa pensare a quanta strada io abbia fatto in così poco tempo: dall'avere solo esperienze con donne, al chiacchierare con uomini gay coi quali però escludevo il sesso, al masturbare volontariamente un uomo, al vestirmi da donna e, soprattutto, al desiderare di fare sesso completo, prima con un uomo, il mio amico, e poi anche con uno sconosciuto, incontrato sul treno. Nella solitudine del mio appartamento, riesco a focalizzare meglio l'attenzione sulla mia situazione. Ho davvero cambiato gusti o è solo l'astinenza forzata, dovuta alla gabbietta? E se fosse quest'ultima ipotesi, è possibile che pochi giorni di mancate seghe mi abbia già ridotto così? Cosa succederà dopo delle settimane o dei mesi? Oppure, in qualche parte, in questa trasformazione è coinvolto anche il mio travestimento? Questi ragionamenti mi riportano alla realtà e questo fa calare un po' la voglia e mi dà il tempo di sistemare almeno i vestiti nell'armadio. Mando poi un messaggio al mio amico che mi chiede se mi vada una rapida videochiamata per salutarci. Ottenuta la mia risposta, mi chiama e mi dice che gli manco già. Vedermi al femminile nel piccolo riquadro dello schermo che visualizza la mia cam mi fa una strana impressione: mi imbarazza e mi piace allo stesso tempo. Ma non ho il tempo di approfondire l'analisi delle mie sensazioni perché il mio amico mi fa una richiesta che non mi aspettavo. Mi chiede se mi dispiacerebbe se trovassimo un nome femminile per me, perché chiamarmi con il mio vero nome non gli sembra più adatto. Mi chiede, quindi, di scegliere un nome per me e io rispondo che, in suo onore, potrei chiamarmi Carla, dato che lui si chiama Carlo, ma lui, pur ringraziando, mi dice che non gli pare un nome che mi si addica; mi chiede cosa ne pensi di Giulia e ribatto che mi piace molto. Ci salutiamo con un bacio e ritorno a essere sola. Questo nuovo battesimo mi riporta nella mia favola dalla quale, tornata nella mia quotidianità, stavo involontariamente uscendo. Ma questo fa anche rinascere la mia voglia di godere e non riesco più a rimandare il momento: prendo i miei falli di lattice e il gel e, stendendomi sul letto, inizio a lubrificare il più piccolo. In camera ho un armadio con le ante a specchio che mi permettono di vedermi anche nelle parti a me più nascoste. Mi stendo a pancia in su e, dopo essermi tolta l'intimo, alzo le gambe esponendo il mio buchetto e comincio, riflessa dallo specchio, ad appoggiare la punta del dildo. Evito di spingere da subito, ma mi limito a massaggiare questa mia parte con la punta del fallo più piccolo. La sensazione è piacevole e continuo così per un po', finché la voglia mi fa volere di più. Comincio a spingere e, piano piano, sento che il buchetto si rilassa e si adatta all'intruso che lentamente si fa spazio dentro di me. Prima di inserirlo tutto, però, lo estraggo perché mi fa un po' male, per riprendere subito a spingere, ma anche questa volta non riesco a arrivare fino in fondo. Il desiderio cresce a dismisura, ma non voglio farmi del male, desiderando che la prima penetrazione anale non diventi un'esperienza negativa. Gioco così per un po', inserendolo fino dove non sento dolore e poi estraendolo, massaggiando il buchetto dall'esterno e ricominciando da capo. Il tempo passa veloce e, per oggi, mi fermo qui. Mi spoglio, faccio una veloce doccia e mi preparo per la notte. Voglio vivere la mia nuova vita anche quando sono solo e indosso una bella camicia da notte tutta ricamata, mando una mia foto a Carlo con la buonanotte e, dopo aver ricevuto la sua risposta con i complimenti, mi metto a dormire.
La mattina, al risveglio, mi spoglio e rivedere la mia abbronzatura con i segni bianchi del bikini mi eccita moltissimo. Vorrei tanto masturbarmi, ma la gabbietta me lo impedisce, quindi, mi rado, mi lavo, indosso un reggicalze molto sexy, delle calze nere, un completo intimo molto carino e copro il tutto con i soliti jeans e polo. Ho deciso che voglio essere sempre sbarbato, invece che radermi ogni 3 o 4 giorni come d'abitudine. Quando vado a mettermi le scarpe, memore della figuraccia in treno, decido di indossare delle calze da uomo sopra quelle femminili e finisco di prepararmi per il lavoro. La giornata scorre veloce e, nonostante l'eccitazione derivante dall'intimo che indosso, va tutto liscio e nessuno si accorge di niente. Torno a casa in fretta, sperando di trovare Carlo online, ma non c'è e io ne approfitto per cercare consigli per la mia prima penetrazione anale; trovo diversi forum che la trattano sui quali tutti consigliano di lavarsi internamente prima di passare alla penetrazione ed è una cosa alla quale non avevo proprio pensato. Quindi, esco di corsa per andare in farmacia e riesco ad arrivare poco prima della chiusura; la farmacista è una ragazza e mi vergogno un po' a chiederle quel che mi serve, ma mi faccio coraggio e le domando il kit. Mi dà il necessario e mi dice che, se è per una pulizia interna, ha un prodotto molto indicato e che la farmacia, così come per la misurazione della pressione arteriosa, offre altri servizi, tra cui quello del clistere. Ringrazio, ma obietto che mi sentirei molto a disagio a farmi fare un lavoro così da una sconosciuta, ma la ragazza insiste, dicendo che posso procurarmi gravi danni, se non so bene come procedere e aggiunge che è un servizio gratuito e che è una cosa che a lei, inspiegabilmente, piace molto fare. Parliamo per un po', rimanendo ognuno sulle sue posizioni, ma poi la preoccupazione per la mia prima volta e la voglia di farmi toccare da una donna hanno il sopravvento e, dimenticando come sono vestito sotto, accetto. La farmacista vede la mia espressione quando realizzo che non potrà non accorgersi dell'intimo che indosso e mi dice: "Non preoccuparti di quello che indossi; dalla scollatura della tua polo vedo la spallina del reggiseno". Io divento paonazzo per la vergogna, ma ormai è tardi per tirarmi indietro. Mi porta nel retro del negozio e mi dice di togliermi scarpe e pantaloni, mentre lei va a chiudere la serranda. Quando torna, mi trova con il mio intimo in bella mostra, mi fa i complimenti per il completino, mi abbassa gli slip e vedendo l'abbronzatura e la gabbietta, dice: "Che bella signorina abbiamo qui! Brava!". Il mio imbarazzo e la mia eccitazione crescono. Mi fa girare e comincia e massaggiarmi con del gel lubrificante, aumentando ancora di più la mia voglia. Quando inserisce la cannula, non sento alcun dolore; sento soltanto il liquido che mi riempie la pancia, facendola gonfiare visibilmente. Finito di riempirmi, mi dice di aspettare qualche minuto, dopo i quali mi accompagna in bagno. Mi dà delle salviettine umidificate per pulirmi, una volta finito di liberarmi, e mi lascia solo. Quando esco dal bagno, la trovo ancora con la cannula in mano e rifà tutta l'operazione da capo. La cosa si ripete altre tre volte, fin quando in bagno espello solo il liquido che mi ha iniettato e, quindi, con un po' di rammarico, penso che sia tutto finito. Invece, mi fa girare e abbassare nuovamente e, dopo aver preso un tubetto di crema, mi massaggia il buchetto, dicendo che deve essere reidratato. Il massaggio si protrae per diversi minuti e sento che, dopo un po', il dito della signorina si fa più intraprendente e, lentamente, si fa spazio dentro il mio culetto. La lascio fare perché è una sensazione molto piacevole, tanto che senza accorgermi, mi ritrovo con tutto il suo dito nel culo; si muove, in tutte le direzioni e mi dà moltissimo piacere. Con il pollice, nel frattempo, preme in un punto poco più avanti dell'ano, aumentando ulteriormente la mia goduria. Anche lei deve essere eccitata perché sento la sua respirazione più profonda ed accelerata e questo mi piace moltissimo e mi fa eccitare e rilassare fino a quando le dita che ho dentro diventano due. A quel punto, sento che sto per venire e cerco di trattenermi, ma è impossibile: esplodo in un orgasmo devastante che mi fa piegare le gambe e la farmacista, con le dita ancora dentro di me, deve sorreggermi per evitare che cada in ginocchio. Sono senza parole, senza fiato, senza forze ma vengo riportato alla realtà dalla signorina che, con tanta dolcezza, mi pulisce sia il culo dalla crema sia la gabbietta dallo sperma che ancora cola in grande quantità. Quando mi sono rivestito e ci siamo ricomposti, mi dice che il kit è un omaggio, ma che devo prometterle di tornare a trovarla presto e, anzi, mi chiede il mio numero di telefono. Dopo averla salutata, con ancora qualche difficoltà a camminare, mi rimetto sulla strada di casa.
Mi sento un po' in colpa verso il mio amico e, appena arrivo a casa lo contatto per raccontargli l'accaduto, ma invece che rattristarsi, è tutto contento. Mi dice che è davvero felice che io abbia deciso di giocare con i suoi sextoys e anche che io mi sia fatta vedere in intimo sexy da una sconosciuta e che abbia avuto un'esperienza tutta al femminile. Questa sua benedizione mi tranquillizza e mi sento più a mio agio a rispondere a tutte le sue domande sui particolari della mia esperienza. Quando chiudiamo la chat, io sono di nuovo eccitato e ho voglia di venire ancora. Mi tolgo gli abiti maschili, indosso un paio di scarpe molto sexy e mi sdraio sul letto, davanti al mio armadio a specchio, dopo aver preso il lubrificante e il dildo più piccolo. Riprendo il gioco abbandonato la volta precedente ma, questa volta, è tutto più semplice e il fallo entra senza alcuna difficoltà. Comincio a stantuffare il mio culetto con voglia e, in pochi minuti, sento che sto già tornando molto vicino all'orgasmo. Non voglio venire subito e lascio il dildo fermo dentro di me per un po'. Quando sento che l'orgasmo si allontana, riprendo il movimento e ripeto questo gioco diverse volte finché capisco che è arrivato il momento di godere. Non mi fermo e il mio pene, sempre rinchiuso nella sua gabbietta, comincia a eruttare una quantità incredibile di sperma, nonostante sia passato pochissimo tempo dal mio orgasmo precedente. Aspetto che lo sperma smetta di sgorgare e, appena riprendo le forze, pur lasciando il plug nel mio culo, mi lavo, indosso la mia camicia da notte e vado a dormire.
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