La mia cagna da riporto 2

di
genere
dominazione

Non sono molto convinto che stia capitando proprio a me, è la prima volta che una donna dice di amarmi. Lizi poi, che mi ha sempre comandato a bacchetta: questo no, non voglio quest'altro, fai così...educata, sempre, fino a quando non si metteva a gridare. Devi punirmi, ti ho fatto le corna con una tizia. Pensavo mi prendesse per il culo e lo penso ancora, o meglio penso abbia dei motivi suoi, motivi che non capisco assolutamente, che le fanno fare così.

Le piace scopare, è certo, ma può trovare tutti i cazzi che vuole, bella non è, ma neppure un cesso da far paura. Io invece, diciamo che non sono un adone, e poi, di soldi non ne ha bisogno; io a soldi sto bene ma lei ne ha più che abbastanza e senza ammazzarsi di lavoro. Schifiltosa come è, non mi avrebbe fatto un pompino se non ci fosse di mezzo qualcosa di molto importante, e neppure si sarebbe fatta fare il culo viola di botte. Vado a fare il caffè, dice. Abbiamo cenato in silenzio e le altre volte me ne sarei doverosamente ed educatamente complimentato, è una cuoca eccellente. Unendo il poco che c'era nei nostri frigoriferi ha combinato in poche decine di minuti un pasto più che soddisfacente: spaghettini al prosciutto e parmigiano, insalata di pollo con maionese fatta in casa, spinaci saltati e macedonia.

Sazio e reduce dal primo vero pompino della mia vita la guardo posare il vassoio sul tavolino, ha trovato il tempo per mettersi in ordine ed è quasi bella. Bevo incredulo il caffè, lo ha zuccherato lei e me lo ha mescolato prima di porgermelo. Da non crederci. Più ci penso e meno so a cosa credere. E' andata a rifare il letto ed ora ritorna inginocchiandosi come prima, una mania che se va tutto bene come comincio un poco a sperare, senza esserne però troppo convinto, cercherò di farle coltivare con assiduità. Mi piace avere una donna ai miei piedi. Posa la testa sulle mie gambe ed io la carezzo; sembra le piaccia, anzi quasi fa le fusa. Si è presa una scarica di botte e mi ha ringraziato, poi mi ha fatto un pompino. Non è certo da lei, cosa si aspetta in cambio? Ma si aspetta sul serio qualche cosa? Cosa la ha fatta cambiare così di colpo? Vado sempre più nel pallone. Qualsiasi cosa voglia...posso sempre dirle di no... dopo, quando saprò di cosa si tratta. Posso, anzi, voglio godermela finché dura. Un giorno o due, non molto di più, temo; meglio di niente. E se fosse di più? Non ci credo più di tanto ma...

Mi chino e lei solleva il capo e mi bacia. Mi piace baciarla e mi piace scopare, con lei, non ho altri termini di paragone che lei. Le altre donne, chissà come sono a letto? E poi, quando presenterà il conto, vedremo, sarei pazzo a rinunciare alla prima donna della mia vita. Ci siamo staccati e mi sta fissando, abbassa lo sguardo. Volevi troncare tutto, lo so. Non rispondo, meravigliato che lo abbia capito, anche se non è del tutto vero. Col cazzo che rinuncerei a questo punto, mi dovrà sparare via.

Non ho ancora deciso niente, rispondo, ma certo non andrà avanti come prima. Cazzo, che bella frase, mi è venuta proprio bene. Lo so, padrone. Non chiamarmi così rispondo secco. Ma io mi sento così, sono...così. La tua serva, in tutto. Non volevo accettare una cosa del genere e mi difendevo trattandoti male. Altre lacrime che rotolano giù per le gote. Non volevo accettare, mi dicevo che non era vero, che mi sarebbe passata. Non mi è passata, e... più ti trattavo male e più stavo male. Tu avevi capito tutto e mi prendevi in giro, ti divertivi sapendo che sarei crollata. Poi hai deciso di piantarla con me. Come lo hai capito, le chiedo.

Le capisco sempre queste cose, ed ho cercato di ribellarmi, ma.... La faccio sedere di fianco a me, slaccio la camicetta e frugo i piccoli seni nudi. Perspicace la piccola eppure non ha capito un cazzo, ha capito solo che non ce la facevo più a sopportarla, ma di tutto il resto, niente per fortuna. Forse non è giusto neanche questo, non sono ancora convinto, non del tutto, domani, o stasera stessa cambia di nuovo idea. Mi sono innamorata fin dal primo momento anche se non lo capivo, ti amo dalla sera che abbiamo fatto l'amore, la prima volta; non aspettavo nessuno, avevo deciso di invitarti ma non osavo, ho mentito. Non pensavo però di fare l'amore con te, non lo pensavo proprio.

E' stato il giorno dopo e poi i giorni seguenti... Non potevo starti distante ed ho capito. Non mi ero mai innamorata prima. Neanche delle tue conquiste, mai? le chiedo reprimendo un sorriso. Ci pensa su un attimo. Si, almeno un poco, non di tutte, di una, no, forse di due...forse. Sorride, un sorrisoriso smorzato, teso, quasi se ne vergognasse. Non ho smesso di carezzarle le tette che sento inturgidirsi. Scopiamo, con tutte le sue inibizioni, ma scopiamo da mesi e la conosco bene, in certe cose almeno. Va fuori di testa, è già fuori quando ha le tette indurite. Senza farle male stringo un capezzolo, è duro. Un altro sintomo. La prova del nove sarebbe toccarla tra le gambe ma se non lo chiede lei sono urli e quando ho osato insistere mi ha graffiato.

No, quello per adesso no, vai piano, pirla, non rovinare tutto, mi dico . Slaccio gli ultimi bottoni della camicia, nessuna reazione, così per la gonna. Voglio fare l'amore, cara. Si Padrone. Pochi momenti e siamo sul letto e stringendola sento il suo corpo cercare di aderire al mio. Sei la mia donna, niente cazzate di serva o schiava, ma mi ubbidirai, altrimenti peggio per te, e continuo, altro che gli scapaccioni di prima, userò il bastone, il battipanni anzi. Ragiono, penso sia una cazzata essere chiamato padrone...posso cambiare idea? Mi frega in velocità. Come devo chiamarvi? Chiamami dottore. Se padrone è una cazzate questa è peggio. Mi stendo ad occhi chiusi. Datti da fare, le ordino. Forse è solo un momento ma a me sembra una eternità ed apro per un attimo gli occhi, di nuovo timoroso del peggio. Già sta posando la bocca sulla mia e mi masturba tutto il corpo; non so descrivere altrimenti quello che mi fa, a lungo, quanto a lungo non so. Usa le mani, la bocca e tutto il suo di corpo. E' solo quando lo stringe tra le labbra, il cazzo dico, che la fermo e lei ubbidisce. Lo so, Padrone, no, anzi, mi scusi, dottore, è andata in confusione più di me.

Non hai mai fatto pompini prima, le dico fingendo un tono severo. Alla orrenda accusa arrossisce persino sulla pancia. China il capo per la vergogna di ammettere tanta inettitudine. No, dottore, mai. Va bene, e lascia perdere il dottore, qui, a letto, fa ridere, in privato chiamami pure padrone. Bel colpo mi dico. Non ho intenzione di farti scuola, domani, come prima cosa, vedi sul P.C. come si fa un buon pompino ed impara anche ad accarezzarmi come si deve. La faccio sdraiare per soddisfare una antica curiosità. Porta le ginocchia al petto, ben aperte, ordino. Senza esitazioni ubbidisce ed io raggiungo il settimo cielo, in vita mia non ho mai visto una fica da vicino e dal vero, neppure la sua; nonostante scopassimo da mesi, era estremamente riservata.
Porto le dita alla bella fessura rosata, schiudo le grandi labbra e poi le piccole. E' la prima volta che percorro la parte più riposta di una donna, fino ad ora solo teoria, letteratura.

Guardo incuriosito lo sbocco della uretra, premo delicatamente e senza penetrarlo l'imbocco della vagina, ci sono entrato tante volte ma vederlo mi eccita da morire, per un attimo penso di posarvi le labbra, di baciarla, non è il massimo dell'igiene, ma lei scopa solo con me...no, si potrebbe incazzare. Non sono certo sia disposta a tutto. Il culetto non oserò toccarglielo, mai. L'ho fatto una volta sola e mi ha dato del pederasta, del porco maschilista...cerco e trovo il clitoride dove si incontrano le piccole labbra. Una piccola prominenza che so di non doverlo toccare con le dita asciutte, le potrei causare fastidio o persino dolore ma i toccamenti qualche effetto lo hanno già raggiunto ed il buchetto è umido. La parte superiore del condotto, circa un terzo, ben innervata ed irrorata sta facendo il suo dovere, è già bagnata; con i suoi umori umetto il clitoride, lieve il polpastrello la carezza li vicino, tutto intorno, lentamente e dopo poco quello alza la testa fuori del cappuccio. Continuo a titillarla tutto intorno, lo sfioro ripetutamente finché cresce fino a sembrare un fungo in miniatura. Esulto, ho il cuore in tumulto e la penetro come ho sempre e solo sognato per tanti anni.

Si morde le labbra e arrovescia il capo all'indietro sempre tenendo le ginocchia quasi a toccare il petto. La monto a lungo ma lentamente, Da subito Lizi comincia a guaire, molto più del solito, io invece resisto, chiudo freneticamente le chiappe riuscendo a resistere ancora, continuo a chiavare ed il mio stimolo sembra chetarsi, come sempre a questo punto. Le sollevo i fianchi e mi faccio stringere le ginocchia attorno al collo. Un altro sogno di vecchia data. Ma non siamo compatibili per questa posizione, la devo sostenere ed è troppo faticoso per lei e per me. La faccio inginocchiare sul letto e la monto alla pecorina dopo aver percorso col glande tumefatto la riga del culo.

Protesta come immaginavo, ha paura. No padrone, ho paura, fa troppo male, per piacere no, non adesso. Non adesso? Allora dopo si, mi dico estasiato! Di nuovo il cazzo trova riparo nella fichetta accogliente, non ho ragioni di trattenermi quando inizio a godere ma per me è ormai istintivo ed in parte ci riesco. Godo e potrò godere di nuovo tra non molto. Lei ha goduto? Non lo so proprio, non me ne frega niente anche se...sarebbe meglio di si. La mignottella ha goduto, lo dice lei nel ringraziarmi. Restiamo a lungo stesi fianco a fianco, stanchi ma non esausti. La guardo e quello che vedo mi piace anche se non è il massimo. Sono sempre stato attirato da donne più formose, mi sono sempre cascati per terra gli occhi vedendo grosse tette e fianchi larghi. Lizi ha invece il petto sodo ma piccolo, caviglie e gambe sottili, fianchi armoniosi, ben disegnati ma snelli. Come altezza mi va bene, uno e sessantacinque scarsi. Stesa sul letto si è accorta che la sto lumando, richiude gli occhi.


Potevo trovare di peggio, dico ridendo. Ride anche lei che però sperava di sentire qualcosa di meglio, la mano che poso sul suo cespuglietto però non le spiace ed apre un poco le gambe. Mi piace toccarla e nel farlo la spio. Non si irrigidisce, non frena proteste né tentativi di ritrarsi. Non la riconosco più e così, come è adesso, mi piace da morire. Finché dura...potrebbe essere che si sia innamorata di me, sul serio, si, ciao, solo finché dura... Porta la mano al pisello solo parzialmente in tiro. Anche questo è una novità, dovevo menamelo da solo, se serviva. La sua mano è meglio, si sveglia fin troppo in fretta. Domani hai da fare ? Niente di particolare, padrone. Le dico che tutto sommato mi piace essere chiamato padrone, almeno a letto, ma la schiavitù è un'altra cosa. La mia schiavitù parte da qui dentro dice indicando col dito la testa, e da qui, portando la mano al petto, ti amo, per questo sono tua, vostra anzi. Mi comincia una sega ma non ci sa fare, non molto almeno.
Mi racconta altri particolari della sua vita, chiede di poter tacere sul suo matrimonio, di interesse penso io, matrimonio che le è stato imposto; dice qualcosa sulla sua prima avventura con una altra donna, ero poco più che una ragazzina e lei aveva qualche anno solo più di me...le piaceva sculacciarmi...

La tengo tra le braccia e la carezzo mentre parla e commetto un errore: col dito raggiungo il buchetto e mi attardo. Questo no padrone, per piacere...ora si è irrigidita tutta, trema persino. Un lampo. Tuo marito? Fa segno di si col capo. Non c'è riuscito però. Altro non dice e non cerco di forzarla a parlare. Baci e carezze non bastano a tranquillizzarla. Visto che posso, le vado sopra scopandola con mio comodo e piacere di entrambe, poi la faccio stendere sopra di me col cazzo ben confitto dentro il pancino. Dormiamo, ci svegliamo, giochiamo. La mia donna, le dico. Il mio padrone, replica lei. Mentre comincia a leccarmelo di nuovo intuisco che forse la punizione che le ho impartita riveste un significato particolare per lei. Con quello ho posto il sigillo all'essere suo uomo e padrone.
Giustifica così qualsiasi cosa lei faccia. Un'altra cazzata forse, non devo essere molto lontano dalla verità ma... Domani padrone vedrò di imparare meglio, su internet, adesso posso fare solo come so. E' alle prime armi ma sia pure dopo parecchio, torno in tiro ed esiste solo la sua bocca in cui mi svuoto definitivamente in lunghi inarrestabili sussulti.

Va in bagno a sputare, le dico. Ha tutto il tempo per abituarsi all'ingoio, mi dico.
Sono la tua donna, la tua amante, e la tua schiava, ride contenta. Come padrone non valgo un gran che. Non riesco neppure a decidere se farmi dare del voi, del lei o del tu, col risultato che si rivolge a me come capita. Va bene lo stesso, finochè dura. Mi ricorda Mis, la cagna del guardiacaccia, una perfetta bestia da riporto. La testa rivolta al padrone e due occhi adoranti. Comincio a crederci, chissà, se tutto va bene, forse.
scritto il
2016-12-17
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