Prime esperienze col senno di poi
di
Chiodino
genere
bisex
Note dell'autore:
Una ragazza. Non ci speravo ed anzi capivo che mi snobbavano ed io ero timido. Lei poi era poco più che una bmbina anche se avevamo quasi la stessa età.
Mi piace riandare con i ricordi alle prime esperienze con una ragazza. Eravamo giovani entrambi e lei per nulla smaliziata...
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Allora? Mamma è una bella donna e rincasando la sera dopo il lavoro mi chiede del primo giorno di scuola. Un gran “casino”, sto per dire ma non oso e dico “caos”. Alcune aule non sono pronte e per un mese andremo di ora in ora nelle aule delle classi che stanno facendo ginnastica, in Aula Magna od in qualsiasi buco disponibile. Roba di pochi giorni comunque.
Mamma non si preoccupa troppo dei miei studi, vado bene in tutte le materie. Non sono il “primo della classe” ma certo neppure tra gli ultimi, anzi...direi verso i primi.
Non faccio troppa fatica. Una intelligenza normale e molta memoria. Il segreto poi è stare attento, molto attento in classe, non dare retta a nessuno che voglia fare due chiacchiere, passarti biglietti o che altro. Ovviamente passo per uno spocchioso rompipalle.
Quest'anno faccio la quinta ginnasio e avrò gli esami ma non me ne preoccupo più di tanto. Mi preoccupa e non mi piace il fatto che con le ragazze nisba. Nessuna vicina...di vicine e di compagne carine qualcuna c' è. Sono io a stare loro sulle palle, oppure al momento opportuno freno, ho paura di un rifiuto, che mi ridano in faccia o peggio. Mettermi in caccia di un altro Gigi poi è impensabile. Una ragazza che ti dia del lungo è nella norma, che si dica che corro dietro ai ragazzi...giusto, è impensabile.
Con noi c' è una nuova compagna. Persino la prof di italiano pensava avesse sbagliato classe tanto è bambina. Piatta come l' asse di un falegname e piccola di statura. Per farla completa il viso è normalissimo, ma sembra una della seconda media o poco più...
Dematteo, il mio odio ed io il suo, la ha offesa. Più per fare dispetto a Dematteo che altro, ne ho prese le difese. Ha paura di me, mesi fa mi aveva spintonato e, senza volerlo, cadendo quasi, gli ho stortato due dita quasi da mandarlo a l' ospedale e comunque da ricorrere al medico. Da allora gira al largo. Per fortuna eravamo già fuori dalla scuola e non dentro...
Lucia, così si chiama la ragazza, nel nostro trasmigrare non mi si scosta di dosso e dopo qualche settimana, finiti i lavori, diventa la mia compagna di banco nel quartiere verso il muro dove in genere stanno i più piccoli di statura. Poco male e lei mi sta bene come compagna di banco, non rompe. Così è nata da subito tra noi una certa complicità. Se uno si assenta l' altro prende appunti...Durante le lezioni sta attenta come me...non rompe per niente.
Dopo quasi un mese so solo il nome e dove abbia fatto il resto degli studi. Mamma, cui la ho presentata un giorno in cui era venuta a prendermi perché libera dal lavoro, la trova garbata. Mamma ha molto tatto. Però, dopo esserci allontanati dice anche: “poverina, la sente come una disgrazia e certo ne soffre, ma crescerà anche lei spero". E' brava? chiede più tardi. Non ci avevo pensato troppo. Questa è una delle ragioni per cui sta sulle palle a tutti o quasi.
Se mai, le rispondo, va meglio di me.
Poi si assenta per qualche giorno, un lutto al paese.
La sento al telefono il sabato appena tornato a casa. Si, le rispondo dopo i normali convenevoli, ho gli appunti ma sarebbe opportuno vederci, è molta roba. Mangio ed arrivo mi risponde. Mamma che ha le orecchie lunghe interviene e se la fa passare. Una mezz'oretta più tardi siamo a tavola in tre, poi lei aiuta mamma a rigovernare e ci mettiamo a studiare in sala. Mi accorgo se mai non lo sapessi già che in fatto di memoria è uguale a me se non meglio. In un paio d'ore facciamo tutto, compresi i compiti per lunedì.
Le offro un the che insiste a preparare e portare in sala. Mamma è stata molto cortese ma ha ricevuto una telefonata da una amica ed è uscita subito dopo pranzo. Lucia mi racconta qualcosa di sé ed è la prima volta. I compiti li copiamo domani, le dico.
Va bene, risponde, chiaramente affaticata. Io vorrei vedermi un filmino porno approfittando della assenza di mamma ma non so come sbolognarla. Una idea maligna. Toccarla o solo fare delle avances no ma qualche discorso che la metta in imbarazzo, magari solo un poco...certo scappa. Però non posso chiedere come mai non abbia tette e sembri una bambina di tredici anni che quasi ne dimostra ancora meno.
No, non posso! E' lei che risolve il problema. Mentre parliamo, di colpo si mette a piangere. Singhiozzando dice che sono l' unico amico che abbia, che tutti la prendono in giro...Ti prendono in giro, sbotto veramente incazzato, perché sei meglio di loro, molto più intelligente.
Alza il viso arrossato, mi fissa un attimo prima di abbassarlo di nuovo. Sai che non è soltanto quello. Che altro? Perché dimostri meno degli anni che hai? Voi ragazze vi sviluppate prima dei maschi. Mi ricordo alle medie...mi mordo le labbra ma il danno è fatto. Qualcuna, proseguo, poche però, già in quinta elementare si sviluppa, le vengono due tette così. La maggior parte si sviluppa tra la seconda e la terza media, le ultime più tardi ma il vostro orologio prima o poi comincia a fare tic tac e lo farà anche il tuo. Vorrei dirle che certo sua mamma ha spesso ripetuto le stesse cose e che il dottore delle donne lo ha ripetuto a sua volta. Non oso, la guardo perplesso, ormai non so cosa dire ed allora la abbraccio. Solo un abbraccio affettuoso per consolarla. Non è una cosa difficile, siamo sul divanetto vicini vicini e lei non si oppone, posa la testa sulla mia spalla.
Diventa poi tutta rigida ma in fretta si smolla. Si appoggia, di nuovo singhiozzando un poco, contro di me. Un gesto affettuoso, soltanto affettuoso e le carezzo il capo. Sei buono, sei...e giù che riattacca come una sirena a mezzogiorno. La stringo di più. Non ho tette, non ho fianchi, non ho niente, dice sconsolata, poi quasi lo grida. E' isterica ed inavvertitamente la mia mano si posa...sul niente. Gigi di petto ne aveva di più. Io ne ho di più.
La mia mano è rimasta sul niente, non obietta, forse neppure sente la intrusione. Si che la sente, ne sono certo. Anche se non ha petto, una donna... Un po di petto però ce lo hai già. Da quando? Scuote le spalle. Che importa, sarà sempre troppo poco. Non è vero. Si è vero, non piacerò mai a nessuno. A me piaci, e lo dico convinto perché parlo del fatto che sto abbracciando per la prima volta una ragazza o Dio solo sa a cosa pensi il mio birillo che si ringalluzzisce. E poi ci baciamo. Uno sfiorare solo di labbra, poi per me un bacio più convinto. Poi è lei a baciarmi anche se ci sa fare ancor meno del mio primo amante il primo giorno.
Già, il mio primo amante, il secondo ed il terzo. Ma quelli erano maschietti, uno anzi era un maschione che quasi mi lacerava facendomi il culo le due volte che lo ho lasciato fare. Lei è una femmina, un poco ossuta, ma al tempo stesso morbida, tenera e delicata. Anche Gigi era tenero, butirroso anzi ma...questa è una donna. Donna poi no, ma insomma non è un maschio. Non so però cosa fare e continuo a baciarla lei mi bacia come sa, cioè da principiante.
No, cosa fai, sei matto...non devi...poi si lascia mettere sulle mie ginocchia e non si oppone poco dopo che la mano salga a cercar, sempre più su, le mutandine. Quasi diventa matta e tolgo la mano che però infilo sotto la camicetta a righe. Un bottone si slaccia, un altro salta. C' è però ben poco li sotto, ma è pur sempre il petto di una donna. Non dice più niente, è abbandonata sulle mie ginocchia mentre scopro quel poco che c' è. La carezzo, stringo un poco i capezzoli rosa chiaro, li lappo, li mordo persino. Lucia arrovescia il capo. Non piange più, respira col naso serrando i denti e con le labbra appena schiuse. Ho sulle ginocchia una ragazza, penso, ho la possibilità di toccare finalmente una figa, ho forse la possibilità di vedere la prima figa della mia vita. Non riesco a pensare ad altro mentre di nuovo la mano sale sulle cosce ed un dito si insinua sotto le mutandine.
No questo no, non dobbiamo...ma vado avanti, carezzo, esploro, vado in estasi. Non voglio ripete sempre meno convinta. Di nuovo respira sibilando col naso, si inarca e allarga le gambe un poco, un poco solo ma sufficiente a farmi sperare. Son troppo giovane non posso, mi vergogno...è una litania che sento appena non dandole peso. Ho il dito sulla figa di una donna! Ho due dita sulla figa di una donna. Altro non capisco a parte che ce l'ho duro come mai e che quasi godo senza toccarlo. Di nuovo si inarca, quasi sussulta ed apre, spalanca anzi la bocca, dei respiri a fondo mentre mi serra la mano tra le gambe fin quasi a farmi male. Forse le donne godono così. Mi si abbandona tra le braccia. Basta caro, basta, Non andare avanti, sono troppo giovane, non posso ed ho paura. La stringo con dolcezza e lei posa il capo di nuovo sulla mia spalla.
Non devi avere paura, non di me. Non ho nessuna intenzione di farti del male e so benissimo che non devi fare l' amore ancora per chissà quanto. Non devi avere paura di me. NON TI FARO' MAI DEL MALE, MAI. Ma sei una donna qui dentro, e le tocco la fronte, o meglio lo stai diventando. Mi piace carezzarti ed a te piace essere baciata e carezzata. Non posso, non devo e non intendo fare il resto. Non adesso di certo, tra qualche anno, quando sarà il momento...forse succederà. Ma dovrai volerlo anche tu e solo se lo vorrai e solo quando vorrai tu.
Sono convinto di quello che dico e lei lo percepisce. Un poco si calma, si stringe ancor di più a me, posa leggera la mano sulla mia che le carezza il seno.
Mi piaci,le sussurro ti voglio bene, a te piace e forse mi vuoi anche bene, un poco almeno.
Sul serio mi vuoi bene? Si cara penso...di volerti proprio bene. Non oso dire di amarla mi sembra una parola troppo grossa...
Ti bacerò dappertutto, sempre se vorrai e quando vorrai, anche qui. Non faccio in tempo a portare la mano al ventre che suona il telefono. Ci immobilizziamo entrambi poi lei schizza e corre in bagno mentre io rispondo. Ciao mamma. No, dormivamo o quasi. Ma no, da qualche minuto. Abbiamo studiato e preparato i compiti. Adesso riposavamo un attimo, vogliamo cominciare il ripasso di quello che servirà per gli esami... Per passarti Lucia devi aspettare un attimo, è andata in bagno. Aspetta, arriva, te la passo. Allora va bene, richiami tu tra un momento.
Mia madre...è a casa di una amica che si è ricordata di una telefonata urgente. Le ho detto che cominciamo un ripasso delle cose degli anni scorsi e sei d' accordo...esita solo un attimo... è d' accordo...E poco dopo. Si signora, se lei parla con mia mamma non dovrebbero esserci problemi, va bene, la ringrazio.
Si è ricomposta. Nei brevi momenti di attesa della ultima telefonata di mia madre, quando alza gli occhi neri verso di me, sorride timidamente. Poi il permesso di restare fino al tardo pomeriggio col patto che la accompagnerò a casa sua che è poco lontana. Neppure lo sapevo dove stesse.
Mentre discutiamo su come organizzare il ripasso che necessariamente a scuola dovremo fare, un pensiero molesto. Non riesco a metterlo da parte. Dovrò ricominciare tutto da capo con Lucia o accetterà di ripartire da dove eravamo arrivati? Pochi minuti e siamo di nuovo sul divano. Qualche altra protesta ma poca roba. Un' ora di carezze sempre più audaci e per me meravigliose, una vera scoperta, esploro il corpo di una donna. Giovane, una bambina ma sto toccando e baciando una donna. La camicia ormai è a terra. Nessun rischio, mamma è fuori città e rincaserà dopo cena.
Non esagerare, fermati, per piacere. Chissà se tutte le ragazze la fanno così lunga. Lei però è vergine ed ha gli altri problemi. Ma ora tutta la mano scende sotto l' elastico delle mutande, scivola tra le cosce che le faccio schiudere con discreta facilità, trova la patatina che a suo tempo rilascia un umidore di cui avevo solo letto o sentito parlare. Porto, cercando di non farmi vedere, le dita al naso ma non sento nessun odore...
Cosa fai? Sto sfilandole le mutande. Sto cercando di farlo. No, non voglio, smettila o vado via.
Perchè vuoi togliermele? Sai che non voglio fare quella cosa. Non intendo fare quella cosa.. ed allora perchè? Non mi vuoi bene. Si che ti voglio bene. Se mi volessi bene...e tu non mi chiederesti...Ma non ti chiedo quello! E cosa vuoi fare? Due ore di discussione intervallate da altri baci e carezze. Devo andare in bagno, mi dice vergognandosi come dicesse qualcosa di mostruoso. Vado nell' altro bagno a fare pipì pure io. Ho la faccia da allucinato ed ormai non ci spero più.
Mi lavo un poco, mi metto in ordine come posso. Quando torno la devo aspettare ancora qualche minuto e poi arriva. Pure lei si è messa in ordine. Perdonami Armando, perdonami se non mi sono fidata di te, quello mi fa tanta paura, e poi mi vergogno. Non voglio assolutamente farti del male. Lo so...ti credo. Siamo in piedi uno di fronte all'altra. E' lei che cerca la mia bocca ed il bacio non è più del tutto inesperto, qualcosa ha già imparato, ed in fretta anzi. Di nuovo sul divano e di nuovo sulle mie ginocchia mentre cerco e trovo la sua femminilità. Si è tolta le mutandine! Percorro la fessura per qualche attimo solo poi faccio quello che volevo sin da l' inizio. Voglio vedere per la prima volta una figa. Una figa vera, non un disegno sconcio sui muri del bagno a scuola od una fotografia. Mi inginocchio tra le sue gambe aperte e scopro le cosce, lentamente come un sipario a teatro. Ho sentito sotto i polpastrelli il rado vello pubico, ora vedo la fessura stretta, rosata che schiudo. Lei non fiata. Neppure protesta quando senza pensarci le prodigo qualche leggera carezza. E' la prima figa che vedo, che carezzo, che...perchè no. Poso le labbra in quello che penso sia il “bacio di venere”, poi la lingua percorre la fessura, più volte e poi ancora. Si è lavata e sa di saponetta, di buono, di bello ed è mia. Ci alito sopra per poi succhiare e di nuovo leccare. La lingua puntuta preme più volte e Lucia prima si ritrae poi si abbandona. Questa volta sussulta ed ansima senza tentare di trattenersi (me lo dirà in seguito, giorni o settimane più tardi).
Non so trattenermi e non cerca più di allontanarmi. Ci risvegliamo al mondo e da tutto che quasi è troppo tardi e la accompagno a casa. Al ritorno, da solo sogno. La cosa che mi ha dato più piacere? La frase che ha ripetuto due volte carezzandomi il capo sotto il suo portone. Credo di volerti bene, sul serio, e son sicura che tu me ne voglia altrettanto. Poi è scappata.
A scuola e con tutti facciamo finta di niente e studiamo come pazzi. Viene da me anche due o tre volte la settimana, a casa sua è una babele mi spiega mamma, sono ospiti in attesa che arrivi per il padre la decisione definitiva che resteranno per il lavoro nella nostra città. In casa sono metà di mille, tre cognate e cinque bambini. Mi meraviglia che riesca a studiare, mi dice una sera. Proprio l' indomani la sorpresa. Una specie di compito in classe su tutte le materie anche degli anni precedenti ma che in qualche modo porteremo agli esami. Quando ci riconsegnano i lavori da far firmare a casa, per noi due è un trionfo. Mia mamma e la sua, che di tanto in tanto si sentono, parlano a lungo al telefono. Io da sempre esalto il lavoro che mi sta spingendo a fare, studiando con lei ho risultati molto maggiori. Lei racconta altrettanto a sua mamma. Non aver attorno una mezza dozzina di cuginetti urlanti mentre studi e pressata da me, studia molto meglio ed ottiene, otteniamo, a dire la verità, voti migliori.
Mamma va a parlare con un la insegnante di lettere e quello di matematica che è il suo pallino. Risultato? Invece che una o due volte la settimana Lucia viene da me quasi tutti i giorni e sua madre ne è felice. Ha detto che sei un ottimo ragazzo, che devo essere fiera di avere un figlio così...altrettanto dice di lei mia mamma.
Noi studiamo sodo, ma...non facciamo solo quello. Almeno un paio di volte alla settimana e solo se siamo certi che mamma sia a parecchi chilometri di distanza, studiamo un paio d' ore, siamo sempre avanti con i compiti ed a quel punto possiamo “gingillarci”. Indossa sempre comode gonne e magliette. Se anche arrivasse mamma o chiunque altro suonasse alla porta, basta si alzi ed abbassi la maglietta e nessuno potrebbe capire che tutta la biancheria è ben piegata dentro la borsetta. Non è mai successo se non una volta ma ho riconosciuto il rumore della macchina di mamma che parcheggiava in cortile.
Abbiamo finito di studiare, sono stanco e deve esserlo altrettanto anche Lucia che però, dopo il the va in bagno per qualche minuto. Come sempre si è lavata e sa di saponetta, siede quasi sul bordo del divano,sorride invitante ed io sono già col cazzo duro. La salvietta sotto il sedere, la maglietta che le lascia scoperto il busto, le gambe divaricate, ed io che comincio a leccarle la passerina profumata. Si protende un poco permettendomi carezzarla con un dito e di passare e ripassare la lingua nella fessura. Ho imparato molte cose pure io. Quello strano puntino che tanto le piace farsi toccare, ma non con le dita asciutte, è il clitoride. Neppure sapevo esistesse. Le piace farselo leccare e succhiare ma solo dopo che con il polpastrello bagnato dai suoi umori o dalla mia saliva gli abbia girato attorno a lungo. Solo allora lo lambisco e lo succhio poggiandole magari un dito sulla rosetta del sedere, e piano, quando comincia ad agitarsi, quando sta per godere spingo appena un poco. Il mio pisello protesta ma non voglio spaventarla o venir meno alla promessa. Però...mica ho promesso di non romperle il sedere!
Vorrei...cosa vorresti caro? Mi piacerebbe vederti del tutto nuda. Coccolarti, come adesso che siamo abbracciati seduti sul solito divano, ma nudi, stringerti, ma forte forte, quasi da farti male. Ride. Tu non mi farai mai male, ne sono certa. Mi bacia ed è un bacio tenero da innamorata. Dobbiamo fare i compiti di mate e latino per dopodomani dice alzando gli occhi al cielo.
Oggi potremo...ma devo fare le cose per bene. Finalmente mamma ha avuto la promozione ed il nuovo incarico. Non potrà rompere a sorpresa! Lucia è non poco esitante poi mi accompagna in camera, si lascia spogliare.
E' bella la mia Lucia. Stesa sul letto, tiene le gambe strette, le accavalla e contemporaneamente si copre il viso vergognosa. Ma no, scoppia in una risata. Spogliati anche tu, non ho mai visto un pisello.
Diventa rossa come un pomodoro maturo e non solo in viso, su tutto il corpo. Mi giro perchè non veda quanto stia arrossendo io.
Cap.3
E' bella la mia Lucia. Stesa sul letto, tiene le gambe strette, le accavalla e contemporaneamente si copre il viso vergognosa. Ma no, scoppia in una risata. Spogliati anche tu, non ho mai visto un pisello.
Diventa rossa come un pomodoro maturo e non solo in viso, su tutto il corpo. Mi giro perchè non veda quanto sto arrossendo io.
Mi spoglio lentamente ma ho poco da togliere: maglietta, pantaloni e mutande. Esito poi a girarmi, mi vergogno. Mi ha visto senza niente addosso mia madre, qualche compagno in palestra od in piscina, e la estate passata...ma erano maschi come me ed era una situazone diversa. Mi vergogno anche perchè il pendaglio, un attimo prima in resta si è di colpo ammosciato. Mi faccio però forza e mi giro avvicinandomi al letto. Non la guardo neanche, mi stendo ed il letto ad una piazza ci obbliga a stare vicini.
La stringo e baciandole la bocca, bacia bene ormai, per un attimo penso voglia scopare e non so cosa dire. Ma la stringo ancora di più e la sento irrigidirsi, punta i gomiti come volesse tenermi a distanza e capisco, ha fatto la spiritosa ed ora ha di nuovo paura come le prime volte in sala...
Non aver paura cara, non succederà niente che non vogliamo tutti e due. Sul serio? Me lo prometti? Si amore te lo prometto e nel dirlo capisco anche di pensarlo. Per una eternità poi ci stringiamo baciandoci e coprendoci di carezze. Non è più rossa come prima ma ne sento il ritegno, le perplessità; però profuma di donna. Al diavolo penso, lo ha chiesto lei e lascio da parte ogni remora o quasi. Dopo le prime esitazioni si abbandona alle mie cazze sempre più insistenti Non penso più a lui tornato a farsi presente ed in tiro pefetto tanto da farmi quasi male mentre lei si stringe a me comprimendolo involontariamente.La cosa mi piace immensamente
Non volevi vedere un pisello maschile le chiedo come disperata risorsa. Ci siamo strusciati a lungo, carezzati e baciati senza però proferire una parola per un tempo che a me sembra almeno un'ora intera...o qualche momento solo. Di nuovo diventa rossa. Prima che si trovi ad inventare chissà cosa mi scosto stendendomi sulla schiena anche perchè lui è di nuovo arzillo. Lei non può fare altrettanto perchè è contro il muro.
Prendo la sua mano e la porto sul cazzo che ha un sussulto diventando se mai più grosso e rigido.
Mi vergogno sussurra...ma è bollente, dice poi a bassa voce. Nell' ora seguente se lo guarda da vicino sia pur con non poche esitazioni ed un mucchio di scemenze del tipo mi sento una donnaccia...mi vergogno, cosa mai penserai di me adesso. Le tappo spesso la bocca nel modo più adatto, baciandola e mi stendo contro di lei facendoglielo sentire bene addosso. Poi la metto supina per baciarle la fessura, a lungo, comodamente, dolcemente. Ma è tardi, deve riordinarsi ed io devo rifare il letto che somiglia ad un campo di battaglia.
Diventerà normale mi chiedo ritornando, ho voluto accompagnarla a casa sua, spogliarci del tutto come oggi e non so rispondermi perchè la ho vista perplessa e taciturna. Immusonita quasi.
Invece mi chiama al telefono. Ovviamente non può dire niente circondata da cuginetti e zie, parla di quanto consideri con piacere quello che abbiamo fatto oggi...frasi che agli astanti non dicono niente ma portano il sottoscritto in paradiso. Controllo come sempre che non vi siano tracce rivelatrici, mamma ha un occhio da falco, poi preparo il tavolo in cucina, tornerà tardi, seguo infine le istruzioni per la cena che mi lascia sempre sulla lavagnetta. Ben poco da fare perchè cucina cose che poi conserva nel gelatore lasciandomi in pratica il lavoro di sgelarle dopo averle tolte dai contenitori.
In classe tutto procede come sempre, due compagni di banco piuttosto taciturni. Ma come fai a sopportarla mi chiedono talvolta ed io scuoto le spalle...mi sta bene così rispondo talvolta ed è il massimo.
Ma non ti sei accorto che era ammalata? Ammalata? Chiedo sorpreso. Ma si il periodo femminile! A dire la verità lo sapevo, ma fingo. Meglio che mamma neppure immagini che tra noi ci sia una tale confidenza. Ha però parlato con la madre di Lucia che si è scusata del disturbo eventualmente arrecato dall' anticipo della figlia. Voi uomini...e la cosa termina qui. Però ha detto uomini e non ragazzi.
Lucia è venuta da noi due volte da "allora" quando si è messa nuda. Mamma era febbricitante, niente da fare ed io mi arrovello. Scoparmela? Si, no, forse. Ma tutto sommato non credo la cosa sia possibile. Riportarmela a letto si...certamente si e da alcuni accenni, uno almeno indiscutibile, almeno lo pensa anche lei. Non lo ha detto esplicitamente ma...
Dobbiamo anche studiare però e la prudenza, la massima prudenza, è essenziale. Me la scoperei molto volentieri...solo però se è daccordo...e non lo sarà di certo. Anche soltanto farle il culo...però in questo non ho preso impegni... con molta prudenza, un poco per volta...chissà, un poco per volta, con prudenza appunto, farla abituare a prenderlo in mano, magari farmi una sega. Da cosa nasce cosa e da una carezza ad una sega la strada non è poi tanta. Sono i pensieri che mi accompagnano in questi giorni di malattia di mamma. Una brutta influenza, una settimana del cavolo. Neppure osiamo sfiorarci...in compenso studiamo come forsennati, ripassiamo tutto quanto sarà programmma di esame.
Al diavolo le vacanze natalizie. Vanno via a casa di parenti per tutto il tempo! Per me seghe come sempre mentre speravo fosse lei a farmele.
Natale è passato e la scuola riprende. Questa notte non ho dormito quasi. Mi sono svegliato tre volte e rivoltolato nel letto. Via mia mamma passeremo l' intero pomeriggio a coccolarci. La voglio far godere con le dita e con la bocca, la convincerò a prenderlo in mano e carezzarlo, a farmi una sega...questo non lo credo, vedrò se sarà possibile senza offenderla o spaventarla...riuscirò prima o poi a farmi dare il suo bel culetto? Pensieri e desideri, illusioni...Io comunque ho fatto tutto il possibile, parlo di compiti e lezioni per avere molto tempo a disposizione.
Mi piaci, ti voglio bene. Magra, piccola, con poco culo, niente fianchì e tette ribatte quasi con cattiveria. Mi fissa e poi contnua. Ti vado bene perchè sono la prima che si fa fare tutto questo. Se la Samuelli ti facesse solo un cenno...non dir cavolate le dico prima che il discorso vada troppo avanti e diventi pericoloso. Il fatto è che in effetti la sunnominata Samuelli è una strafica e tutti le sbavano dietro. Piace anche a me ma non ho speranze. Nessuno penso abbia speranze con lei o soltanto un' altra ragazza a quel che dicono, solo vendetta e malignità dei molti ragazzi mandati a...
Sono le tre. Mia madre è relatrice a dei corsi sul lago Maggiore. La sua è via anche lei...siamo più tranquilli del solito e Lucia, passato il primo momento si rasserena. Ti chiedo scusa, ma a volte mi vengono brutti pensieri... poi mi bacia con una frenesia nuova. Certo non mi lamento ed anzi collaboro attivamente. E' dolce e famelica, mi prodiga ed esige tutto il nostro repertorio per poi andare oltre. Si stende sopra di me, so che questa posizione viene chiamata sessantanove ma ha un inconveniente. O le lecco la fighetta profumata o lei me lo bacia come sta tentando di fare. Io sono alto per la mia età mentre lei... Più tardi lo prende in mano, lo strizza un poco, lo maneggia, non una sega ma un buon inizio ed anche così solo, mi piace e mi fa sperare.
Continuo a baciarle la fighetta, a percorrerne le grandi labbra con la lingua per poi separarle e spingere la lingua sull' orifizio sigillato e più su fino al puntino. Uso una mano per tenerla in eqilibrio, l' altrale palpeggia le natiche ossute e fin dove posso arivare, anche la fica. Un dito preme sull' orifizio posteriore. Lei sussulta, si muove per alzarsi mentre un poco, il dito, almeno l' ultima falange, entra lentamente, poi la seconda falange ed oltre la nocca, tutto l indice. Ora è in ginocchio e scuote il capo. Io tremo e sono felice. Non ho fatto apposta. Lo so l' ho capito subito. Poi dopo un attimo. Credevo facesse molto più male, invece non mi hai fatto assolutamente male. Ti è piaciuto? Lo chiedo speranzoso. Non lo so riponde, poi si china lentamente e lo guarda a lungo, cosa inconsueta. Di solito lo guarda quando io ho la testa girata, quando pensa che non la veda.
Si, caro, è più caldo che mai. Non l' ha carezzato velocemente ma lo sta stringendo. Poi allenta la presa per stringermelo subito dopo. Sul serio sono la prima ragazza che fa così? Te lo giuro su mia mamma. Ed è vero. Scopre il glande ma devo intervenire, mi sta facendo male e subito si scusa. Senza aspettar però si china e posa le labbra quasi alla altezza delle palle. Lo lecca, vi alita ed io vado in cimbali. Non so quanto duri ma alla fine le dico di scostarsi, che sto per bagnarmi.
Non aveva capito ma avevo a tiro l' asciugamano e con quello ho risolto. Lei, allibita, chiede spiegazioni. Io le spiego cosa possa fare a me e lei, prima ritegnosa ma poi sempre più spigliata spiega a me come darle piacere. Arriviamo alla conclusione di aver sprecato un mucchio di tempo in malo modo. Stiamo imparando tutti e due fa lei sorridendo timidamente ed è quasi bella. E' bella anzi, bellissima.
Un pomeriggio "in libertà" cosa rara, siamo di nuovo a letto. Ormai faccio ottimi lavori di bocca che la lasciano ansimante a lungo, lei è brava a fanmi godere con la mano, seghe insomma. Ti da fastidio se te lo bacio? Dicono che a voi piaccia e tanto. Quando l' ho fatto invece mi sei sembrato infastidito. A me invece piacerebbe e tanto, mi dice, e prosegue. A me piace da morire quando mi carezzi la cosina, me la baci, ci passi la lingua e mi fai morire. Ti sei offeso mi chiede male interpretando il mio silezio sorpreso.
Ti farò diventare la regina dei pompini le rispondo sorpreso e prendendo la palla al balzo Non è una vanteria. Di pompini ne ho fatti parecchi ed altrettanti ne hanno fatti a me. Non lo dico perchè dovrei tirare in ballo Gigi e la estate passata, così passo ai fatti. Andiamo in bagno a sciacquarci, poi, in camera la faccio inginocchiare sullo scendiletto. Segue le mie indicazioni quasi senza esitazioni. Lo prende in bocca, si concentra attnta. Va bene così? Non ci sa fare ma volonterosa com' è imparerà in fretta. Sento la eccitazione crescere, mi inarco, cerco di resistere ma è inutile, sto quasi per venire ed ho una idea splendida. Infilami un dito, l' indice, nel sedere, così si prova più piacere. Sussulto e godo d' improvviso come mai prima, sorpreso e sorprendendola ovviamente. Vai in bagno, le dico, questa volta, sputa tutto. Le prossime volte imparerai ad ingoiare ed a prenderlo in gola. Mi meraviglia che abbia tenuto tutto in bocca senza sporcare attorno, sul letto ed addosso ad esntrambi.
Sono stanco ma eccitato. Tocca a lei rievere le mie attenzioni e mai come adesso voglio farla godere come un riccio, dito in culo compreso.
E' seduta sul letto ed io in ginocchio. Le prime volte, per imparare, poi lo faremo nel letto o seduti sul divano in sala. Non risponde e ricomincio a leccarle la figa, le infilo il dito nel sedere e non sembra spiacerle. Si, l' idea del dito nel culo è geniale, aumenta a dismisura le mie possibiltà di metterle nel culo qualcosa di più grosso e duro. Rido quasi poi devo sostenerla perchè gode tanto da scivolare di lato. Mi piace. Ti voglio bene le dico ed è vero. Voglio però il suo sederino vergine se non subito a breve.
La accompagno a casa. Abbiamo entrambi gli occhi pesti, ma ha comprato un prodotto in profumeria che cela la cosa. Lo mette ridendo anche a me. Domani dovremo studiare, le dico, anche studiare soggiunge lei ridendo. Poi abbassa il capo. Sai, non me ne vergogno per niente.
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