E se avesse fatto il liceo?
di
Vampire2
genere
gay
Federico si diplomò a 18,5 anni presso l'istituto tecnico navale della sua città come meccanico navale e dopo solo due mesi grazie alle amicizie del papà trovo un imbarco su una nave mercantile battente bandiera olandese.
Quando il padre mi disse che il figlio stava per imbarcarsi rimasi molto stupito, perché frequentando la loro casa da anni sapevo che Federico era troppo legato alla famiglia e soprattutto alla mamma, e fatto non trascurabile mangiava pochissime cose e solo se cucinate dall'adorata mamma.
I famigliari l'accompagnarono all'appuntamento con la nave e fecero il viaggio di ritorno in un mare di lacrime per il dispiacere causato dalla partenza del figlio.
Il primo impatto di Federico sulla nave fu traumatico, constató che l'equipaggio era formato da filippini, albanesi, francesi , olandesi, che la lingua comune era l'inglese e che lui nonostante avesse l'avesse studiato a scuola non riusciva a capire nulla.
Inoltre lo avevano messo a fare i lavori più umili e duri, a lui che a casa non innaffiava nemmeno le piante.
Dopo la prima settimana riuscì a chiamare i suoi e piangendo chiese al padre di essere sbarcato ma il papà con tono comprensivo ma deciso gli disse che i primi mesi sono difficili per ambientarsi ma che una volta fatta l'abitudine lui sarebbe stato il primo ad essere contento.
Federico tornò in sala macchine sconsolato, le lacrime trattenute per la speranza di sbarcare ora non riusciva più a fermarle ed Ingo ( il suo Capo) provo' subito a rincuorarlo..
Tranquillo gli disse, ora parlerò con il responsabile del personale e ti farò trasferire nella mia cuccetta e mangerai con me , vedrai che tra qualche giorno starai meglio.
Ora aiutami a smontare questa caldaia e non ci pensare.
A fine turno si trasferì nel nuovo alloggio, composto da due letti a castello, il suo sopra quello del Capo ed altri due di altri due olandesi gli disse Ingo.
Il bagno era in stanza e ci si poteva fare la doccia in due.
Ingo era il classico olandese, biondo, alto quasi due metri, pelle chiara e stomaco gonfio da bevitore di birra, Federico il classico bravo ragazzo, castano, alto 1,85, carnagione chiara , molto magro e completamente senza peli.
Sotto la doccia Federico notó che il Capo era ben dotato, e rabbrividì solo al pensiero di avergli guardato il cazzo, non era omosessuale e nemmeno voleva diventarlo.
Durante la notte però ripensando a casa scoppió di nuovo a piangere facendosi sentire da Ingo, il quale lo chiamò invitandolo nel suo letto per parlare un pó.
Per sdraiarsi dovette praticamente schiacciarsi al fianco del gigante, che mettendogli il braccio sotto il collo portó la sua testa sul suo petto ed iniziò a consolarlo accarezzandogli la testa.
Il Capo gli parlava con voce suadente, lo rincuorava, gli diceva che presto si sarebbe abituato ed una volta che iniziava a conoscere il mondo ( Marsiglia, Barcellona,Francoforte,Rotterdam,Honk Kong, etc.etc.) si sarebbe reso conto che il loro era si un lavoro duro, ma era anche il lavoro più bello del mondo!
E poi sarebbe diventato un giorno lui stesso il Capo della sala macchine, cuore di tutta la nave!
Federico si calmò e solo allora si rese conto che era seminudo appiccicato ad un omone enorme completamente nudo.
Iniziò a sentire un calore non solo esterno, sentiva bene il respiro di Ingo ed un senso di eccitazione, avrebbe dovuto tornare nel suo letto ma il calore dei due corpi uniti glielo impedirono.
Ingo se ne accorse e abbassando la mano dal viso al fondoschiena iniziò ad accarezzarlo dolcemente.
Federico rimanendo immobile lo lasció fare, gli piaceva quella manona che ora lo accarezzava sulle chiappe e premendole schiacciava tutto il suo esile corpo da ragazzo al suo.
La mano del Capo iniziò ad accarezzargli il buco di quel culetto ancora immacolato, Federico iniziava a capirne le intenzioni ed anche se spaventato lo fece continuare, il Capo riempí la sua mano sx di saliva che trasferì sulle dita della mano dx, ora le dita del Capo potevano iniziare la manovra di sfondamento, all'entrata del primo dito Federico strinse le chiappe a mó di difesa, ma Ingo gentilmente gli disse di rilassarsi perché non gli avrebbe fatto mai del male.
Poi gli prese la mano e se la portó sul cazzo rigido, iniziò a guidare la mano inesperta del ragazzo fino a quando si accorse che non ne aveva più bisogno.
Il calore del cazzo turgido non lasciò Federico indifferente, gli piaceva prendere quel cazzone in mano e segarlo, gli piaceva l'incoraggiamento che gli dava Ingo, gli piaceva dargli piacere,
Iniziò a segarlo piano piano, ogni tanto bloccava e stringeva forte la mano perché Ingo con il suo dito iniziava a procurargli piacere.
Il Capo gli disse che con lui poteva fare di tutto, anche succhiarglielo ma soltanto di propria spontanea volontà.
Federico avvicinò timidamente la bocca alla cappella, iniziò a baciarla , a leccarla per tutta la sua grandezza, Ingo con la mano libera lo incoraggió facendo una leggera pressione a prenderlo in bocca e Federico si trovò la cappella all'interno della bocca.
Non gli fece schifo, iniziò a succhiarla ed a far entrare sempre più cm. di quella mazza finì a poco tempo prima sconosciuta nella sua bocca, Ingo intanto inizió a dargli il ritmo per un vero e proprio pompino.
Al massimo dell'eccitazione lo bloccò, lo fece passare alla sua sinistra facendolo sdraiare sul fianco, poi da dietro iniziò a dedicarsi solo al culetto, si sputó più volte sulla mano e con il culo lubrificato e la cappella bagnata avvicinó il suo cazzo al buchetto già sollecitato dal dito e con un po' di pressione e molto dolore da parte di Federico riuscì ad entrare.
Per il dolore a Federico sembrava di svenire, avvertiva un bruciore allucinante insieme a non so come fosse possibile piacere, tiró verso di se con la mano destra una chiappa come per aprirla, Ingo davanti a quel gesto si arrapó di più ed affondando dei colpi più decisi gli sborró tutta la sua sborra in culo.
Il Capo continuó ad incularlo per pó e poi si fermò, tiró a se Federico e con la mano scese a toccargli il cazzo, sentì la cappella bagnata dal liquido pre-seminale, fece sdraiare il ragazzo di schiena e dopo aver sfilato il cazzo ormai moscio dal culetto non più vergine, prendendoglielo in bocca iniziò a fargli un pompino.
Il cazzo di Federico sotto i colpi di quella lingua esperta si irrigidì e dopo qualche minuto venne in bocca al Capo che ingoió tutto .
Fece appena in tempo a tornare nel suo letto che sentì entrare i suoi nuovi coinquilini, e notó che parlavano fiammingo ma erano neri come Gullit e Rikard...
Quando il padre mi disse che il figlio stava per imbarcarsi rimasi molto stupito, perché frequentando la loro casa da anni sapevo che Federico era troppo legato alla famiglia e soprattutto alla mamma, e fatto non trascurabile mangiava pochissime cose e solo se cucinate dall'adorata mamma.
I famigliari l'accompagnarono all'appuntamento con la nave e fecero il viaggio di ritorno in un mare di lacrime per il dispiacere causato dalla partenza del figlio.
Il primo impatto di Federico sulla nave fu traumatico, constató che l'equipaggio era formato da filippini, albanesi, francesi , olandesi, che la lingua comune era l'inglese e che lui nonostante avesse l'avesse studiato a scuola non riusciva a capire nulla.
Inoltre lo avevano messo a fare i lavori più umili e duri, a lui che a casa non innaffiava nemmeno le piante.
Dopo la prima settimana riuscì a chiamare i suoi e piangendo chiese al padre di essere sbarcato ma il papà con tono comprensivo ma deciso gli disse che i primi mesi sono difficili per ambientarsi ma che una volta fatta l'abitudine lui sarebbe stato il primo ad essere contento.
Federico tornò in sala macchine sconsolato, le lacrime trattenute per la speranza di sbarcare ora non riusciva più a fermarle ed Ingo ( il suo Capo) provo' subito a rincuorarlo..
Tranquillo gli disse, ora parlerò con il responsabile del personale e ti farò trasferire nella mia cuccetta e mangerai con me , vedrai che tra qualche giorno starai meglio.
Ora aiutami a smontare questa caldaia e non ci pensare.
A fine turno si trasferì nel nuovo alloggio, composto da due letti a castello, il suo sopra quello del Capo ed altri due di altri due olandesi gli disse Ingo.
Il bagno era in stanza e ci si poteva fare la doccia in due.
Ingo era il classico olandese, biondo, alto quasi due metri, pelle chiara e stomaco gonfio da bevitore di birra, Federico il classico bravo ragazzo, castano, alto 1,85, carnagione chiara , molto magro e completamente senza peli.
Sotto la doccia Federico notó che il Capo era ben dotato, e rabbrividì solo al pensiero di avergli guardato il cazzo, non era omosessuale e nemmeno voleva diventarlo.
Durante la notte però ripensando a casa scoppió di nuovo a piangere facendosi sentire da Ingo, il quale lo chiamò invitandolo nel suo letto per parlare un pó.
Per sdraiarsi dovette praticamente schiacciarsi al fianco del gigante, che mettendogli il braccio sotto il collo portó la sua testa sul suo petto ed iniziò a consolarlo accarezzandogli la testa.
Il Capo gli parlava con voce suadente, lo rincuorava, gli diceva che presto si sarebbe abituato ed una volta che iniziava a conoscere il mondo ( Marsiglia, Barcellona,Francoforte,Rotterdam,Honk Kong, etc.etc.) si sarebbe reso conto che il loro era si un lavoro duro, ma era anche il lavoro più bello del mondo!
E poi sarebbe diventato un giorno lui stesso il Capo della sala macchine, cuore di tutta la nave!
Federico si calmò e solo allora si rese conto che era seminudo appiccicato ad un omone enorme completamente nudo.
Iniziò a sentire un calore non solo esterno, sentiva bene il respiro di Ingo ed un senso di eccitazione, avrebbe dovuto tornare nel suo letto ma il calore dei due corpi uniti glielo impedirono.
Ingo se ne accorse e abbassando la mano dal viso al fondoschiena iniziò ad accarezzarlo dolcemente.
Federico rimanendo immobile lo lasció fare, gli piaceva quella manona che ora lo accarezzava sulle chiappe e premendole schiacciava tutto il suo esile corpo da ragazzo al suo.
La mano del Capo iniziò ad accarezzargli il buco di quel culetto ancora immacolato, Federico iniziava a capirne le intenzioni ed anche se spaventato lo fece continuare, il Capo riempí la sua mano sx di saliva che trasferì sulle dita della mano dx, ora le dita del Capo potevano iniziare la manovra di sfondamento, all'entrata del primo dito Federico strinse le chiappe a mó di difesa, ma Ingo gentilmente gli disse di rilassarsi perché non gli avrebbe fatto mai del male.
Poi gli prese la mano e se la portó sul cazzo rigido, iniziò a guidare la mano inesperta del ragazzo fino a quando si accorse che non ne aveva più bisogno.
Il calore del cazzo turgido non lasciò Federico indifferente, gli piaceva prendere quel cazzone in mano e segarlo, gli piaceva l'incoraggiamento che gli dava Ingo, gli piaceva dargli piacere,
Iniziò a segarlo piano piano, ogni tanto bloccava e stringeva forte la mano perché Ingo con il suo dito iniziava a procurargli piacere.
Il Capo gli disse che con lui poteva fare di tutto, anche succhiarglielo ma soltanto di propria spontanea volontà.
Federico avvicinò timidamente la bocca alla cappella, iniziò a baciarla , a leccarla per tutta la sua grandezza, Ingo con la mano libera lo incoraggió facendo una leggera pressione a prenderlo in bocca e Federico si trovò la cappella all'interno della bocca.
Non gli fece schifo, iniziò a succhiarla ed a far entrare sempre più cm. di quella mazza finì a poco tempo prima sconosciuta nella sua bocca, Ingo intanto inizió a dargli il ritmo per un vero e proprio pompino.
Al massimo dell'eccitazione lo bloccò, lo fece passare alla sua sinistra facendolo sdraiare sul fianco, poi da dietro iniziò a dedicarsi solo al culetto, si sputó più volte sulla mano e con il culo lubrificato e la cappella bagnata avvicinó il suo cazzo al buchetto già sollecitato dal dito e con un po' di pressione e molto dolore da parte di Federico riuscì ad entrare.
Per il dolore a Federico sembrava di svenire, avvertiva un bruciore allucinante insieme a non so come fosse possibile piacere, tiró verso di se con la mano destra una chiappa come per aprirla, Ingo davanti a quel gesto si arrapó di più ed affondando dei colpi più decisi gli sborró tutta la sua sborra in culo.
Il Capo continuó ad incularlo per pó e poi si fermò, tiró a se Federico e con la mano scese a toccargli il cazzo, sentì la cappella bagnata dal liquido pre-seminale, fece sdraiare il ragazzo di schiena e dopo aver sfilato il cazzo ormai moscio dal culetto non più vergine, prendendoglielo in bocca iniziò a fargli un pompino.
Il cazzo di Federico sotto i colpi di quella lingua esperta si irrigidì e dopo qualche minuto venne in bocca al Capo che ingoió tutto .
Fece appena in tempo a tornare nel suo letto che sentì entrare i suoi nuovi coinquilini, e notó che parlavano fiammingo ma erano neri come Gullit e Rikard...
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