Schizzo sottobanco
di
golfista7
genere
prime esperienze
Eravamo compagni di corso all'università ormai da un paio di mesi, ma fino a quel momento non ci eravamo calcolati molto, stavamo spesso in 2 gruppetti diversi e ci salutavamo a fatica. I primi tempi sono così, la poca confidenza, la timidezza fanno essere abbastanza chiusi con il prossimo e molto spesso precludono delle situazioni che sembravano totalmente inaspettate.
Passavano i giorni, le occasioni di aumentare le conoscenze coi miei nuovi compagni stavano crescendo, i vari laboratori coi relativi lavori di gruppo creavano nuove amicizie ed intese, mentre ero lì che mi arrovellavo per rendere il mio lavoro più pulito possibile sentì una voce “ehi, mi presti la colla?” mi girai un po' stupito e vidi che era stata Cristina a farmi quella richiesta, quel momento fu una svolta, fino ad allora l'avevo sempre guardata ma senza troppe attenzioni, avevo notato fosse gradevole come ragazza ma diciamo che non mi aveva mai colpito particolarmente, forse il modo di vestire la valorizzava molto poco e faceva sì che le sue qualità rimanessero celate sotto le felpe ampie e i jeans larghi, ma quel sorriso valeva più di mille altre qualità, mi aveva stregato solo chiedendomi la colla, una cosa assurda.
Da quel momento cominciai a pensare a lei continuamente, il mio spirito di osservazione, stranamente addormentato fino a quel giorno, aveva notato che quella ragazza così piccolina di statura era a tutti gli effetti una bomba di sessualità, avrà avuto si e no una terza abbondante, forse anche quarta, il sedere era formoso ma bello tondo, non la classica magra tutta ossa, ma una nanetta tutta curve che stava cominciando a farmi impazzire.
Scoprimmo che abitavamo vicini, ci cercavamo molto spesso e avevamo cominciato ad andare in università insieme. Messaggiavamo, la confidenza aumentava e stavamo sempre più tempo insieme. Col passare del tempo stavamo diventando intimi, c'era una forte attrazione tra di noi, non lo si diceva ma lo si capiva, stavo però diventando il suo migliore amico e questo a me ovviamente non andava bene, perchè lei mi eccitava fisicamente in una maniera mai percepita prima. Con l'aumento delle temperature stagionali avevo scoperto che Cristina sapeva essere anche piuttosto audace nel modo di vestire, le sue tette davvero prorompenti erano sempre piuttosto in evidenza, le scollatture non mancavano e quel neo sopra una di esse mi intrigava ogni giorno di più, inoltre sempre più di frequente erano ben visibili i perizomi che indossava sotto i jeans, avevo erezioni durante le lezioni e la cosa stava diventando imbarazzante.
Era un pomeriggio piuttosto noioso durante una lezione ancora più noiosa, io e lei eravamo seduti in fondo alla sala in ultima fila, c'erano pochissimi studenti tutti però seduti davanti a noi, io e Cristina ci stavamo un po' confidando scrivendo su un quaderno per evitare di parlare e fare rumore, i toni diventavano sempre più intimi e io per gioco cominiciai a stuzzicarla dandole dei colpetti con le dita sui fianchi, lei faceva lo stesso e la carica sessuale stava crescendo, volevo darle un pizziccotto su una gamba ma per errore (perchè facevo finta di seguire la lezione) le misi una mano sul culo, ci fu un secondo di imbarazzo e diventai tutto rosso, lei mi sorrise un pochino imbarazzata e cominciò a “ghignare”, a quel punto mi si avvicinò all'orecchio e mi sibilò “sei tutto rosso scemo, ti imbarazzi?”, io a disagio “si scusami non volevo”, a quel punto mi sorprese e mi disse...”ah peccato” e fece una faccia finta triste. “Cioè???...devo rifarlo allora?” le dissi, “tu provaci e vediamo cosa succede”
Ero decisamente confuso e altrettanto decisamente eccitato, l'erezione riuscivo a mascherarla solo perchè ero seduto e avevo dei bermuda neri ma non ci voleva molto a vederla, non persi tempo e le rimisi una mano sul sedere, lei subito la scostò stupita credendo che non avessi avuto il coraggio di farlo e io stizzito dissi “va be allora la smetto se nn ti piace”, “dammi questa mano cretino” mi intimò lei e mi afferrò la mano destra portandosela sull'interno coscia. Aveva degli shorts blu scuri corti ma non troppo aderenti, essendo seduta si notava distintamente il perizoma verde fluo spuntare da dietro, la sua mano mi guidava lungo la sua coscia, il sentire la sua pelle d'oca mi stava facendo impazzire. Lei giocava, io mi eccitavo sempre di più, lei era più esperta di me, era fidanzata ed era una che sapeva come gestire queste cose, lo sapeva e mi stuzzicava sempre di più.
“Ti metto una cosa in tasca” mi disse, mi infilò la mano sinistra nella mia tasca destra, ma non aveva nulla da darmi, era solo una scusa per tastare la situazione, di fatti appena infilò la mano senti la punta del mio cazzo tremendamente duro che spingeva disperato per uscire e godersi la sua mano. Subito sussultai impreparato, lei mi guardò in faccia e mi sussurrò “ehi cosa abbiamo qui?” e afferrò come poteva la mia asta ancora imprigionata negli slip e nei pantaloni. “Cosa vuoi fare Cri? Siamo a lezione, se ci sentono passiamo dei casini”, intanto il bottone dei miei pantaloni si era slacciato, sentì la morsa allentarsi e la sua mano più libera di tastare il mio uccello da sopra le mutande. Avevo perso il controllo, lei mi massaggiava il cazzo, godevo e non mi importava nulla in quel momento, portai una mano sul suo seno e cominciai a tastarle le tette.
“Ma sei deficiente? Così si che ci vedono, aspetta” e si mise con le testa sul banco facendo finta di dormire in maniera tale che da sotto potessi maneggiare i suoi seni senza essere visti.
Per fortuna che la sala era fatta a gradinate e i banchi erano totalmente chiusi nella parte sottostante, quindi quello che succedeva sotto non si poteva vedere.
La cerniera lampo dei miei calzoni scese lentamente, scostò i lembi per liberare meglio lo spazio e cominciò col palmo della mano aperta a massaggiarmi lungo tutta la lunghezza del cazzo, “Minchia ma quanto è lungo?” sibilò, “Dai Cri faccio già fatica a trattenermi così, non infierire se non vuoi che venga dentro le mutande”.
Eravamo bravi perchè nonostante fossimo eccitati entrambi riuscivamo a parlare piano, probabilmente da fuori sembrava tutto normale, non pareva che 2 studenti si stessero masturbando a vicenda come effettivamente stava accadendo.
Le misi una mano in fondo alla schiena e le spostai leggermente il perizoma per infilare la mano più in fondo possibile, le palpavo un po' goffamente il sedere con la mano destra e con la sinistra avevo raggiunto il suo seno sinistro da sotto il reggiseno. In una posizione da contorsionista totalmente innaturale stavo stimolandola, il suo capezzolo era duro e lei adesso si stava eccitando per davvero, i giochi erano finiti e lo si capiva dal ritmo della sua mano sul mio pisello, stava palpando troppo in fretta, “Cri mi fai venire così, stai attenta”, si girò verso di me e mi sorrise “sul serio? Allora facciamo le cose per bene scemetto”, “ok ma aspetta un secondo vorrei contraccambiare se si riesce” risposi io, e continuai, “mettiti col sedere più in fondo che puoi sulla panca, reggiti solo con le cosce se ce la fai”, “guarda che tu sei matto eh!!” ma Cristina così fece, si posizionò più indietro possibile sulla panca in maniera tale che da sotto riuscivo a toccarle la fica infilando la mano dietro al sedere. Per fare questo lei si slacciò gli shorts e li abbassò leggeremente, ora che erano belli larghi infilando la mano dietro riuscivo ad arrivare abbastanza agevolmente alla sua fica, il mio dito indice era sulle sue grandi labbra calde ma non ancora così bagnate come avrei sperato.
Nel frattempo, forse per la sorpresa aveva smesso di toccarmelo ma quando avvertì i primi piaceri arrivare, con un movimento felpato infilò la mano dentro i miei slip umidi e tirò fuori il mio uccello duro e congestionato “Minchia ma sei un pisellone tesorino”, e visibilmente contenta cominciò a toccarmi la punta che buttava già delle gocce. Avrei sborrato di lì a pochissimo, avevo troppa voglia e non riuscivo a controllarmi quindi decisi di far godere anche lei più che potessi, con 2 dita le massaggiai la fica facendo movimenti laterali, adesso si, era un lago e stava godendo tanto che non riusciva a farmi una sega, vedevo la sua pancia andare su e giù sempre più velocemente, si stava godendo il suo orgasmo senza pensare a me, orgasmo che arrivò in fretta pure per lei, neanche un paio di minuti forse e avvertì un forte calore umido sulle mie dita, lei trattenne il respiro e si tappò la bocca con la mano per non gemere, si girò verso di me, un po' forse imbarazzata e col respiro affannato e mi sussurrò “Sei pronto?”, io agitato scherzando risposi di no e sorrisi, “cazzi tuoi perchè ora vieni tu”, afferrò il cazzo che non smetteva di pulsare e mi cominciò a segare, non ricordo nemmeno quanto durò la cosa, probabilmente neanche un minuto, ricordo solo che anche io come lei poggai la testa sul banco per non farmi beccare e mi godetti quella sega bellissima.
La sua mano calda percorreva la mia asta velocemente, subito nella parte più bassa del mio bastone poi quando cominciò a stimolarmi la zona del frenulo e della cappella sentì l'orgasmo arrivare completamente fuori controllo, partirono forte gli schizzi contro il banco, fecero quasi un rumore di rimbombo ed ebbi paura di essere beccato, ma ovviamente nessuno sentì nulla. Stavo finendo di venire che quando riaprì gli occhi vidi Cristina guardare intensamente il mio cazzo esplodere del piacere che lei mi aveva dato.
Finì di godersi lo spettacolo e mi disse “Oggi pomeriggio casa tua”
“Andiamo” risposi.
Continua....
Passavano i giorni, le occasioni di aumentare le conoscenze coi miei nuovi compagni stavano crescendo, i vari laboratori coi relativi lavori di gruppo creavano nuove amicizie ed intese, mentre ero lì che mi arrovellavo per rendere il mio lavoro più pulito possibile sentì una voce “ehi, mi presti la colla?” mi girai un po' stupito e vidi che era stata Cristina a farmi quella richiesta, quel momento fu una svolta, fino ad allora l'avevo sempre guardata ma senza troppe attenzioni, avevo notato fosse gradevole come ragazza ma diciamo che non mi aveva mai colpito particolarmente, forse il modo di vestire la valorizzava molto poco e faceva sì che le sue qualità rimanessero celate sotto le felpe ampie e i jeans larghi, ma quel sorriso valeva più di mille altre qualità, mi aveva stregato solo chiedendomi la colla, una cosa assurda.
Da quel momento cominciai a pensare a lei continuamente, il mio spirito di osservazione, stranamente addormentato fino a quel giorno, aveva notato che quella ragazza così piccolina di statura era a tutti gli effetti una bomba di sessualità, avrà avuto si e no una terza abbondante, forse anche quarta, il sedere era formoso ma bello tondo, non la classica magra tutta ossa, ma una nanetta tutta curve che stava cominciando a farmi impazzire.
Scoprimmo che abitavamo vicini, ci cercavamo molto spesso e avevamo cominciato ad andare in università insieme. Messaggiavamo, la confidenza aumentava e stavamo sempre più tempo insieme. Col passare del tempo stavamo diventando intimi, c'era una forte attrazione tra di noi, non lo si diceva ma lo si capiva, stavo però diventando il suo migliore amico e questo a me ovviamente non andava bene, perchè lei mi eccitava fisicamente in una maniera mai percepita prima. Con l'aumento delle temperature stagionali avevo scoperto che Cristina sapeva essere anche piuttosto audace nel modo di vestire, le sue tette davvero prorompenti erano sempre piuttosto in evidenza, le scollatture non mancavano e quel neo sopra una di esse mi intrigava ogni giorno di più, inoltre sempre più di frequente erano ben visibili i perizomi che indossava sotto i jeans, avevo erezioni durante le lezioni e la cosa stava diventando imbarazzante.
Era un pomeriggio piuttosto noioso durante una lezione ancora più noiosa, io e lei eravamo seduti in fondo alla sala in ultima fila, c'erano pochissimi studenti tutti però seduti davanti a noi, io e Cristina ci stavamo un po' confidando scrivendo su un quaderno per evitare di parlare e fare rumore, i toni diventavano sempre più intimi e io per gioco cominiciai a stuzzicarla dandole dei colpetti con le dita sui fianchi, lei faceva lo stesso e la carica sessuale stava crescendo, volevo darle un pizziccotto su una gamba ma per errore (perchè facevo finta di seguire la lezione) le misi una mano sul culo, ci fu un secondo di imbarazzo e diventai tutto rosso, lei mi sorrise un pochino imbarazzata e cominciò a “ghignare”, a quel punto mi si avvicinò all'orecchio e mi sibilò “sei tutto rosso scemo, ti imbarazzi?”, io a disagio “si scusami non volevo”, a quel punto mi sorprese e mi disse...”ah peccato” e fece una faccia finta triste. “Cioè???...devo rifarlo allora?” le dissi, “tu provaci e vediamo cosa succede”
Ero decisamente confuso e altrettanto decisamente eccitato, l'erezione riuscivo a mascherarla solo perchè ero seduto e avevo dei bermuda neri ma non ci voleva molto a vederla, non persi tempo e le rimisi una mano sul sedere, lei subito la scostò stupita credendo che non avessi avuto il coraggio di farlo e io stizzito dissi “va be allora la smetto se nn ti piace”, “dammi questa mano cretino” mi intimò lei e mi afferrò la mano destra portandosela sull'interno coscia. Aveva degli shorts blu scuri corti ma non troppo aderenti, essendo seduta si notava distintamente il perizoma verde fluo spuntare da dietro, la sua mano mi guidava lungo la sua coscia, il sentire la sua pelle d'oca mi stava facendo impazzire. Lei giocava, io mi eccitavo sempre di più, lei era più esperta di me, era fidanzata ed era una che sapeva come gestire queste cose, lo sapeva e mi stuzzicava sempre di più.
“Ti metto una cosa in tasca” mi disse, mi infilò la mano sinistra nella mia tasca destra, ma non aveva nulla da darmi, era solo una scusa per tastare la situazione, di fatti appena infilò la mano senti la punta del mio cazzo tremendamente duro che spingeva disperato per uscire e godersi la sua mano. Subito sussultai impreparato, lei mi guardò in faccia e mi sussurrò “ehi cosa abbiamo qui?” e afferrò come poteva la mia asta ancora imprigionata negli slip e nei pantaloni. “Cosa vuoi fare Cri? Siamo a lezione, se ci sentono passiamo dei casini”, intanto il bottone dei miei pantaloni si era slacciato, sentì la morsa allentarsi e la sua mano più libera di tastare il mio uccello da sopra le mutande. Avevo perso il controllo, lei mi massaggiava il cazzo, godevo e non mi importava nulla in quel momento, portai una mano sul suo seno e cominciai a tastarle le tette.
“Ma sei deficiente? Così si che ci vedono, aspetta” e si mise con le testa sul banco facendo finta di dormire in maniera tale che da sotto potessi maneggiare i suoi seni senza essere visti.
Per fortuna che la sala era fatta a gradinate e i banchi erano totalmente chiusi nella parte sottostante, quindi quello che succedeva sotto non si poteva vedere.
La cerniera lampo dei miei calzoni scese lentamente, scostò i lembi per liberare meglio lo spazio e cominciò col palmo della mano aperta a massaggiarmi lungo tutta la lunghezza del cazzo, “Minchia ma quanto è lungo?” sibilò, “Dai Cri faccio già fatica a trattenermi così, non infierire se non vuoi che venga dentro le mutande”.
Eravamo bravi perchè nonostante fossimo eccitati entrambi riuscivamo a parlare piano, probabilmente da fuori sembrava tutto normale, non pareva che 2 studenti si stessero masturbando a vicenda come effettivamente stava accadendo.
Le misi una mano in fondo alla schiena e le spostai leggermente il perizoma per infilare la mano più in fondo possibile, le palpavo un po' goffamente il sedere con la mano destra e con la sinistra avevo raggiunto il suo seno sinistro da sotto il reggiseno. In una posizione da contorsionista totalmente innaturale stavo stimolandola, il suo capezzolo era duro e lei adesso si stava eccitando per davvero, i giochi erano finiti e lo si capiva dal ritmo della sua mano sul mio pisello, stava palpando troppo in fretta, “Cri mi fai venire così, stai attenta”, si girò verso di me e mi sorrise “sul serio? Allora facciamo le cose per bene scemetto”, “ok ma aspetta un secondo vorrei contraccambiare se si riesce” risposi io, e continuai, “mettiti col sedere più in fondo che puoi sulla panca, reggiti solo con le cosce se ce la fai”, “guarda che tu sei matto eh!!” ma Cristina così fece, si posizionò più indietro possibile sulla panca in maniera tale che da sotto riuscivo a toccarle la fica infilando la mano dietro al sedere. Per fare questo lei si slacciò gli shorts e li abbassò leggeremente, ora che erano belli larghi infilando la mano dietro riuscivo ad arrivare abbastanza agevolmente alla sua fica, il mio dito indice era sulle sue grandi labbra calde ma non ancora così bagnate come avrei sperato.
Nel frattempo, forse per la sorpresa aveva smesso di toccarmelo ma quando avvertì i primi piaceri arrivare, con un movimento felpato infilò la mano dentro i miei slip umidi e tirò fuori il mio uccello duro e congestionato “Minchia ma sei un pisellone tesorino”, e visibilmente contenta cominciò a toccarmi la punta che buttava già delle gocce. Avrei sborrato di lì a pochissimo, avevo troppa voglia e non riuscivo a controllarmi quindi decisi di far godere anche lei più che potessi, con 2 dita le massaggiai la fica facendo movimenti laterali, adesso si, era un lago e stava godendo tanto che non riusciva a farmi una sega, vedevo la sua pancia andare su e giù sempre più velocemente, si stava godendo il suo orgasmo senza pensare a me, orgasmo che arrivò in fretta pure per lei, neanche un paio di minuti forse e avvertì un forte calore umido sulle mie dita, lei trattenne il respiro e si tappò la bocca con la mano per non gemere, si girò verso di me, un po' forse imbarazzata e col respiro affannato e mi sussurrò “Sei pronto?”, io agitato scherzando risposi di no e sorrisi, “cazzi tuoi perchè ora vieni tu”, afferrò il cazzo che non smetteva di pulsare e mi cominciò a segare, non ricordo nemmeno quanto durò la cosa, probabilmente neanche un minuto, ricordo solo che anche io come lei poggai la testa sul banco per non farmi beccare e mi godetti quella sega bellissima.
La sua mano calda percorreva la mia asta velocemente, subito nella parte più bassa del mio bastone poi quando cominciò a stimolarmi la zona del frenulo e della cappella sentì l'orgasmo arrivare completamente fuori controllo, partirono forte gli schizzi contro il banco, fecero quasi un rumore di rimbombo ed ebbi paura di essere beccato, ma ovviamente nessuno sentì nulla. Stavo finendo di venire che quando riaprì gli occhi vidi Cristina guardare intensamente il mio cazzo esplodere del piacere che lei mi aveva dato.
Finì di godersi lo spettacolo e mi disse “Oggi pomeriggio casa tua”
“Andiamo” risposi.
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