Venerdi tra i tir
di
emma
genere
dominazione
Il trillo del messaggio arriva nel cuore della notte. Non sono abbastanza lontano per non sentirlo anche se mi occorrono alcuni secondi per realizzare.
Un ordine è arrivato.
Lo so ancor prima di leggere il messaggio:"Metti la retina da troia. Sandali trasparenti e indossa parrucca. Fra un'ora nel parcheggio dei porci"
Un brivido di paura razionale mi percorre prima di mandare in ferie la ragione e di piegarmi al suo volere.
Lui è il mio padrone, non sfuggo al suo richiamo potente e la figa traditrice già si allarga pregustando il godimento. Che troia zoccola la mia figa. Non mi lavo. Lui non lo preferisce.
Mi vesto col cuore già a mille ma evito di guardarmi nello specchio mentre indosso un soprabito che cela la mia sconcezza. Infilo i sandali nello
zainetto e guido con scarpe basse e comode. Guidare di notte nella città
deserta mi inquieta ma l'aspettativa del gioco mi porta verso altri pensieri.
Eccolo.
Lampeggia dalla sua station wagon di servizio. Usa quell'auto quando ha particolari guizzi fantasiosi e inventa qualcosa di speciale per me.
So cosa vuole ora: parcheggio distante da lui, indosso sandali e parrucca e scendo dall'auto.
Vuole vedermi camminare con passo incerto sui 15 cm di tacco, da vera puttana.
Il freddo che l'aria pungente mi alita sulla pelle contrasta col fuoco che divampa dentro.
Mi fermo a cosce leggermente divaricate davanti al cofano della sua.
Lui mi spara gli abbaglianti per mettermi a disagio e per ordinarmi di toccarmi ed io come una cagna servile obbedisco.
Una mano piantata sul fianco ed una che accarezza il sesso ed in un attimo sono investita da fari abbaglianti molto più forti ed alti dei suoi, Sono sul palcoscenico e si sono accesi i riflettori su di me.
Il mio padrone scende lento dall'auto e con un cenno del capo mi intima di avvicinarmi.
Obbedisco e finisco nel suo abbraccio che mi calma e mi esalta allo stesso tempo
Le sue mani marcano ciò che gli appartiene: mi allarga le natiche, mi strizza le tette, mi bacia avidamente.
Mi trascina verso il retro della macchina tenendomi per mano mentre con l'altra apre lo sportello del baule.
Siamo sotto ai fari accecanti di due o tre tir e mi chiedo quanti occhi porcini ci saranno oltre i vetri dei parabrezza... Quanti cazzi diventeranno duri a
guardare ciò che arriverà per me? un pensiero mi attraversa la mente accompagnato da un brivido di paura: saranno anche per me quei cazzi?
Mi abbassa a 90 gradi dentro al baule aperto e senza neppure controllare se sono pronta mi penetra con forza. Mi tiene ancorata con le mani piantate nella carne dei fianchi e mi fotte, senza emettere un suono.
L'uccello scivola nei miei umori mentre le cosce cominciano a tremare.
Ma il piacere non è per me .... È solo per lui e per gli spettatori che ha invitato.
Sfila l'uccello dalla figa e con le dita prepara il culo. Stasera: primo, secondo e contorno.
Questa volta aspetta i miei tempi e paziente fruga nel mio buco prima con un dito e poi con due. Attende che il fiore decida di aprirsi spalmandolo di abbondante saliva e lui non tarda ad accontentarlo.
Mi accorgo che gli spettatori sono scesi dal palco e sono venuti a godersi lo spettacolo dalla prima fila quando dalla posizione china vedo i loro piedi troppo vicini mentre il mio padrone scivola delicato a riempirmi il culo. Si ferma un attimo ad aspettare che io assimili il piacere di averlo dentro, mi conosce bene e sa quanto godo in questo momento: una lunga e profonda ondata di piacere mi porta vicino all'orgasmo. Ora basterebbe un piccolo e sapiente colpetto sul clitoride per farmi godere ma solo lui può decidere di me e non oso allungare la mia mano in cerca di un orgasmo liberatorio.
Lui ringhia qualcosa ai camionisti che non si controllano ed allungano le mani a cercarmi..." non erano questi i patti"
Sento l'odore della loro eccitazione mischiato a quello del sudore e qualche carezza ruvida arriva a segno. Una mano mi strizza un seno mentre vedo con la coda dell'occhio due uccelli che sbucano dalla patta aperta.
Con un gesto deciso ed autoritario li allontana da me scivolando fuori dal mio culo e lasciandomi vuota e sola. Li sento discutere " l'accordo era solo guardare, non scopare"."ti sei divertito, ora faccela fottere anche a noi"..
Poi il suo sguardo rivolto verso di me lo fa desistere. seduta nell'ampio baule, li guardo con sguardo lascivo ed invitante ed allargo le cosce in un gesto inequivocabile.In un attimo mi trovo sei vigorose mani addosso e tre patte aperte esibiscono inequivocabili intenzioni. Mi giro a 90 gradi e lascio fare. Sento sempre le sei mani addosso mentre a turno ognuno dei loro cazzi mi entra dentro. Essere passivamente a loro disposizione mi fa impazzire. Finalmente sono pervasa da un orgasmo già troppo desiderato prima. Ora sono sazia ma i tre camionisti non lo sono ancora. Attendo che sfoghini tutte le loro pulsioni su di me e guardo il mio padrone. Ho preso io quella decisione e per questo sarò punita. Pensandoci mi ritrovo nuovamente eccitata...
p.s. E' stato un venerdì memorabile... Alla prossima !
Un ordine è arrivato.
Lo so ancor prima di leggere il messaggio:"Metti la retina da troia. Sandali trasparenti e indossa parrucca. Fra un'ora nel parcheggio dei porci"
Un brivido di paura razionale mi percorre prima di mandare in ferie la ragione e di piegarmi al suo volere.
Lui è il mio padrone, non sfuggo al suo richiamo potente e la figa traditrice già si allarga pregustando il godimento. Che troia zoccola la mia figa. Non mi lavo. Lui non lo preferisce.
Mi vesto col cuore già a mille ma evito di guardarmi nello specchio mentre indosso un soprabito che cela la mia sconcezza. Infilo i sandali nello
zainetto e guido con scarpe basse e comode. Guidare di notte nella città
deserta mi inquieta ma l'aspettativa del gioco mi porta verso altri pensieri.
Eccolo.
Lampeggia dalla sua station wagon di servizio. Usa quell'auto quando ha particolari guizzi fantasiosi e inventa qualcosa di speciale per me.
So cosa vuole ora: parcheggio distante da lui, indosso sandali e parrucca e scendo dall'auto.
Vuole vedermi camminare con passo incerto sui 15 cm di tacco, da vera puttana.
Il freddo che l'aria pungente mi alita sulla pelle contrasta col fuoco che divampa dentro.
Mi fermo a cosce leggermente divaricate davanti al cofano della sua.
Lui mi spara gli abbaglianti per mettermi a disagio e per ordinarmi di toccarmi ed io come una cagna servile obbedisco.
Una mano piantata sul fianco ed una che accarezza il sesso ed in un attimo sono investita da fari abbaglianti molto più forti ed alti dei suoi, Sono sul palcoscenico e si sono accesi i riflettori su di me.
Il mio padrone scende lento dall'auto e con un cenno del capo mi intima di avvicinarmi.
Obbedisco e finisco nel suo abbraccio che mi calma e mi esalta allo stesso tempo
Le sue mani marcano ciò che gli appartiene: mi allarga le natiche, mi strizza le tette, mi bacia avidamente.
Mi trascina verso il retro della macchina tenendomi per mano mentre con l'altra apre lo sportello del baule.
Siamo sotto ai fari accecanti di due o tre tir e mi chiedo quanti occhi porcini ci saranno oltre i vetri dei parabrezza... Quanti cazzi diventeranno duri a
guardare ciò che arriverà per me? un pensiero mi attraversa la mente accompagnato da un brivido di paura: saranno anche per me quei cazzi?
Mi abbassa a 90 gradi dentro al baule aperto e senza neppure controllare se sono pronta mi penetra con forza. Mi tiene ancorata con le mani piantate nella carne dei fianchi e mi fotte, senza emettere un suono.
L'uccello scivola nei miei umori mentre le cosce cominciano a tremare.
Ma il piacere non è per me .... È solo per lui e per gli spettatori che ha invitato.
Sfila l'uccello dalla figa e con le dita prepara il culo. Stasera: primo, secondo e contorno.
Questa volta aspetta i miei tempi e paziente fruga nel mio buco prima con un dito e poi con due. Attende che il fiore decida di aprirsi spalmandolo di abbondante saliva e lui non tarda ad accontentarlo.
Mi accorgo che gli spettatori sono scesi dal palco e sono venuti a godersi lo spettacolo dalla prima fila quando dalla posizione china vedo i loro piedi troppo vicini mentre il mio padrone scivola delicato a riempirmi il culo. Si ferma un attimo ad aspettare che io assimili il piacere di averlo dentro, mi conosce bene e sa quanto godo in questo momento: una lunga e profonda ondata di piacere mi porta vicino all'orgasmo. Ora basterebbe un piccolo e sapiente colpetto sul clitoride per farmi godere ma solo lui può decidere di me e non oso allungare la mia mano in cerca di un orgasmo liberatorio.
Lui ringhia qualcosa ai camionisti che non si controllano ed allungano le mani a cercarmi..." non erano questi i patti"
Sento l'odore della loro eccitazione mischiato a quello del sudore e qualche carezza ruvida arriva a segno. Una mano mi strizza un seno mentre vedo con la coda dell'occhio due uccelli che sbucano dalla patta aperta.
Con un gesto deciso ed autoritario li allontana da me scivolando fuori dal mio culo e lasciandomi vuota e sola. Li sento discutere " l'accordo era solo guardare, non scopare"."ti sei divertito, ora faccela fottere anche a noi"..
Poi il suo sguardo rivolto verso di me lo fa desistere. seduta nell'ampio baule, li guardo con sguardo lascivo ed invitante ed allargo le cosce in un gesto inequivocabile.In un attimo mi trovo sei vigorose mani addosso e tre patte aperte esibiscono inequivocabili intenzioni. Mi giro a 90 gradi e lascio fare. Sento sempre le sei mani addosso mentre a turno ognuno dei loro cazzi mi entra dentro. Essere passivamente a loro disposizione mi fa impazzire. Finalmente sono pervasa da un orgasmo già troppo desiderato prima. Ora sono sazia ma i tre camionisti non lo sono ancora. Attendo che sfoghini tutte le loro pulsioni su di me e guardo il mio padrone. Ho preso io quella decisione e per questo sarò punita. Pensandoci mi ritrovo nuovamente eccitata...
p.s. E' stato un venerdì memorabile... Alla prossima !
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Due amiche a caccia di cazziracconto sucessivo
Io, lei e lui, storia di ordinaria trasgressione
Commenti dei lettori al racconto erotico