La lunga notte
di
emma
genere
dominazione
un miscuglio di sperma le imbratta i bei capelli e le cola sul viso e sul seno.
I tre depravati se ne sono appena andati dopo averla schernita con parolacce e risate sprezzanti. Lei ritrova lentamente la lucidità mentale e ritorna presente su questo mondo: nel parco dei "porci " ammanettata ad una panchina alla mercé di chiunque voglia abusare di lei ....
Un pensiero la risveglia dal torpore:" sono qui perchè me la sono voluta".
Il suo padrone l'aveva portata a livelli di sottomissione a lei prima sconosciuti e che dopo la fine della loro relazione non aveva più raggiunto.
La voglia spasmodica di riprovare certe sensazioni l'ha condotta a quella incredibile decisione. Entrare di notte in quel postaccio, una tutina di rete e sandali da vertigini,
incatenarsi alla panchina, ed attendere gli eventi e gli eventi non si sono fatti attendere troppo. Il primo a trovarla in quello stato é un maturo signore che si rivolge a lei con rispetto ed educazione. Lei ne è in minima parte sollevata e rincuorata ma poi la sua anima autodistruttiva desidera che questo innocuo signore se ne vada .... Lei adesso vuole situazioni forti.
Ai tre uomini in cerca di sesso occasionale non pare vero ciò che si ritrovano davanti:
una femmina inguantata in una tutina di rete volgare e provocante su sandali trasparenti dal tacco vertiginoso. Chinata in avanti espone il sesso e le natiche dal buco nella rete ..
I tre si arrapano e si aizzano a vicenda come cani in branco e cominciano a palparla ed a frugarla. Lei è pronta : una scarica di eccitazione immediata le allaga il sesso e le allarga l'accesso . Uno la monta da dietro mentre il secondo le riempie la bocca . Il terzo aspetta mal volentieri il suo turno mentre si sega .
Dopo un giro di giostra in cui i tre si scambiano i posti, il più agile sguscia a sedersi sotto e se la pianta sull'uccello mentre gli altri rispettivamente le riempiono il culo e la bocca...
Lei perde la cognizione dello spazio e del tempo. Si fa sbattere come una troia in calore sulla panchina del parco dei porci
Forse ha perso i sensi per un attimo o forse sì è solo addormentata. È ancora buio quando ritorna in se, sola, accasciata sulla panchina con le ginocchia doloranti per lo sfregamento sul legno e la tutina a brandelli ... Ora si sente svuotata e vorrebbe fosse tutto finito ma si rende conto che la notte è ancora lunga ed aperta a nuovi incontri. l'aiuteranno a liberarsi dalle manette quel gruppo di giovanotti che vede arrivare ?
una parte di lei lo spera, l'altra la sua anima sporca invece non lo vuole...
Ora sono attorno a lei: un branco di ragazzi alterati dall'alcool che sghignazza e la osserva avidamente.
Non ha nessun dubbio su cosa accadrà tra poco.
Forse può influire sulla piega che prenderà la situazione e, pur spaventata ed esausta dal precedente incontro: "ragazzi, vi prego liberatemi dalle catene e sarò la vostra troia".
Ora è libera, ma non fugge.
Appena ha le loro mani addosso, eccitata come una cagna, sente di non aver altro desiderio se non quello di essere presa da ognuno di loro.
E così sarà fino all'alba.
Sarà una lunga notte.
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