Impulso

di
genere
etero

... La presi per mano e ci alzammo dal tavolo, lasciai i soldi dentro il piattino con una lauta mancia. Ancora con il giubbotto fra le dita e la faccia interrogativa mi seguiva, presa alla sprovvista dal mio agire. Mi fermó solo per vestirsi e tentó un paio di volte di chiedermi che diavolo mi saltasse per il cervello. Non risposi, ero concentrato sui miei desideri che mi avevavo colto all'improvviso.
Entrammo in casa ed iniziai a spogliarla, con la porta ancora semi aperta che lasciava passare un filo di aria fredda.
Inizialmente contrariata, non fece in tempo a convincermi del suo dissenso che avevo già abbassato le spalline del vestito e messo in mostra i suoi bei seni. Vidi che si eccitó al contatto di questi ultimi con il mio giubbotto di pelle, ancora freddo a causa dell'aria esterna. Mi si avvinghió al collo ed iniziammo a baciarci. Senza mai staccare le bocche, vicendevolmente scoprimmo i nostri sessi. Il mio ormai turgido da un po ed il suo pronto per accoglermi dentro di se. Non servii sfilarle l'intimo, scostando leggermente il filo del tanga entravo senza problema mentre la tenevo sollevata a braccia appogiandomi alla parere. Le sfuggì un gemito e si tappó la bocca come per concentrarsi sullo spingere fuori il frutto del suo orgasmo che goccioló per terra assieme al mio che arrivó un secondo dopo. Rimasi dentro di lei, mentre ci baciavamo sentivo la mia eccitazione diminuire piano piano finchè non si sfiló del tutto portando con se un lungo filamento bianco che mi rimase attaccato alla cappella. Prima che cadesse per terra lei lo intercettó con un dito e se lo portó alla bocca guardandomi soddisfatta. Si risistemó l'intimo e si controlló il vestito. Feci lo stesso con mutande e pantaloni. Eravamo stati stranamente capaci di non sporcare i vestiti della nostra passione. Tornammo fuori pochi minuti dopo e per tutta la serata godemmo del bagnato invisibile delle nostre biancherie non ancora asciutte
di
scritto il
2017-04-19
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