Strawberry spicy
di
Ana2
genere
masturbazione
Il set di questa sessione di fotografie per un concorso on line, è pronto. Tutto nasce per gioco, in realtà non ero nemmeno interessata a partecipare. Incitata dalla mia amica, decido di partecipare. Il tema principale del concorso sono le fragole, la foto può voler dire qualunque cosa si voglia, non ci sono limitazioni, sebbene già i primi partecipanti si siano cimentati in scatti dove il sole e le compagna padroneggiano in maniera viva e quasi surreale.
Io opto per essere ambigua, per dare una velatura di erotismo, per essere sottile. Dall’erotismo alla banalità, il passo è breve, anche se bisogna contare che in questo ambiente, quello che può risultare banale per mille persone, è estremamente erotico per altre cento.
Penso di avere le idee molto chiare fino all’ultimo momento, con pochi dubbi su come impostare le luci per rendere al meglio; l’idea di base è semplice: la modella deve assaporare una fragola da un calice ben allestito da me, punto tutto sulle luci e sulla massima espressività che la modella può dare.
Lei è Elena, una ventiduenne di un metro e sessantuno, con i capelli rossi ramati, pelle chiara, poche lentiggini, occhi marrone chiaro che sembrano due nocciole infuocate, non troppo esile, con una seconda di seno, la vita stretta e un sedere formoso. Ad aiutarmi per trovarla con queste caratteristiche, è stata proprio la mia amica che mi ha convinto a partecipare. Sono stata presentata come una professionista,e le è stato pure detto che questa potrebbe essere un’ ottima opportunità per avere visibilità, quindi Elena si è proposta gratuitamente. Io odio queste cose, dunque ho preferito mettere in chiaro che sarebbe stata comunque pagata.
Le mie idee cominciano a vacillare quando si presenta alla porta. Come da me richiesto, non porta un filo di trucco, nessun contorno agli occhi, nessun rossetto, nulla. Le rosee labbra, risultano ancor più carnose di presenza, la perfetta dentatura bianca svela un sorriso molto più seducente rispetto alle foto che avevo visto. Ad accompagnarla è il suo ragazzo, anche lui un modello di un metro e ottanta, snello e asciutto, pelle bronzea , capelli folti neri, ciglia altrettanto folte da sembrare con l’ eye liner, mani possenti e scolpite. Michele si presenta sfoggiando un sorriso, sembra simpatico, ma sa che non deve ostacolare la mia professionalità, quindi sta spesso in disparte durante i discorsi che facciamo con Elena.
Posizionati di fronte al calice da margarita pieno di fragole, le dico di sdraiarsi di fianco sul divano, con un gomito sul bracciolo , come una sorta di Bacco femminile. Non appena si sistema, faccio una prova veloce guardandola attraverso la macchina, è perfetta! Manca da sistemare solo qualche dettaglio riguardo alla posizione delle gambe, anche se alla fine con molta probabilità, cestinerò quegli scatti dove si vede per intero.
“Abbiamo detto che non hai problemi con la nudità, giusto?”
“ Certo che no, mi spoglio?” risponde con molta naturalezza, nel frattempo lancio un’occhiata al suo ragazzo per vedere se tradisce espressioni di gelosia, ma sembra abbastanza professionale e impassibile pure lui.
“No, non ti muovere, ci penso io. Mi serve solo un dettaglio.”
Lascio la macchina penzolare , quindi mi avvicino, e con cura le sbottono un poco la camicetta, svelando un decolté grazioso e privo di reggiseno .
“Posso? “ Per formalità chiedo prima di infilare una mano dentro, la sua risposta è naturalmente positiva, quindi insinuo dolcemente le dita attraverso il tessuto, fino ad appoggiare i polpastrelli sulla fresca e delicata mammella, provocandone una prevedibile e istantanea pelle d’oca, e un progressivo inturgidimento dei capezzoli. Mi aiuto con l’altra mano per spostare il tessuto, lasciando poi scivolare delicatamente tra le dita quella piccola tetta, facendo in modo che ricada in modo naturale, senza metterla troppo in risalto, e facendo sì che la delicata areola impreziosisca lo scatto.
Faccio qualche scatto di prova, poi assumo un atteggiamento ancor più freddo e distaccato.
“Parliamoci chiaro, più che un morso deve sembrare un bacio appassionato, o meglio ancora, deve dare l’idea di sesso orale. Capisci cosa intendo?”
Lei annuisce carina con quel suo aspetto innocente, che quasi mi fa pentire d’esser stata così diretta, quindi inizia. Un po’ impacciata per i primi minuti, poi si lascia andare bene. Le sue labbra percorrono la superficie del frutto con dedizione e passione, i suoi movimenti sono del tutto realistici, il suo sguardo con le palpebre basse rispecchia perfettamente la mia intenzione di mostrare un appetito sessuale che sfrutta una certa classe; non voracità, ma voglia di degustare. La sua immagine mi stimola parecchio, il suo atteggiamento mi suscita fantasie, caricandomi di ispirazione.
“inturgidisci il capezzolo coperto, di modo che traspaia dalla camicia”
Più passano i secondi, più è perfetta. Intanto la mia coda dell’occhio viene distratta di tanto in tanto da Michele. Ho un’ idea che lascio repressa per ben cinque interminabili minuti. Penso che la proposta possa apparire poco professionale, penso che potrebbe essere un’ esagerazione per il concorso, ma più il tempo passa, più penso che potrebbe uscirne uno dei miei scatti più belli.
“Michele, ti andrebbe di lavorare?”
Non riesce a rispondere, allarga solo le mani come ad aspettare spiegazioni, entrambi non si oppongono a nulla, pendono totalmente dalle mie labbra, ma non mi sarei aspettata fino a questo punto.
“ Dovresti abbassare i pantaloni e le mutande, togliere la maglia e avvicinarti da questa parte”
Lo fa senza problemi, lo fa mostrando il suo fisico perfetto con naturalezza, mostrando le sue cosce scolpite, i suoi glutei, il suo pene rilassato privo di vergogna.
“Bene, poggia il pene sulle fragole, di modo che la punta appaia rilassata . Ve la sentite?”
Nessun obbiezione, lui appoggia perfettamente il suo bel tubo di pelle sui frutti, lasciando che le sue belle formose palle ricadano perpendicolari al pavimento. Ha quel tipo di palle belle da leccare e toccare, di quelle che ti sbattono calde sul culo quando ti fai chiavare a gambe aperte. Per un istante ho avuto voglia di palparle per goderne nel palmo della loro pienezza, per sentire la sua peluria attraverso le unghie smaltate di verde, ma ho naturalmente represso tutto sul nascere.
“Apro?” già pronto con due dita sul prepuzio
“Sì bravo! Deve sembrare una fragola”
Il suo movimento, del tutto privo di erotismo, risulta molto tecnico, svelando il suo “lampone”.
“Elena, fai un po’ quello che ti pare. Vediamo man mano come proseguire”
Le sue rosee gonfie labbra carnose si appoggiano subito su quel delizioso frutto proibito dalla buccia ancora porosa, le sue guance si colorano di un pudico rosso che tacitamente ci eccita tutti.
Il suono dei suoi continui bacini si alterna a quello degli scatti della mia macchina, poi di colpo il pene si impenna, la cappella si gonfia.
“Scusate” Dice trattenendosi.
“ Non importa, continua, è meglio così! Elena , dacci dentro!” Sembra un chiaro ordine. Voglio che a quelle fragole si aggiunga la “panna”.
La giovane ragazza, adesso visibilmente vergognata, continua a fare la sua parte, guardando il suo uomo negli occhi, e mordicchiando con gli incisivi la cappella che le si gonfia tra i denti ; denti così bianchi, che mentre mordevano le fragole, già richiamavano da se la brillantezza di una bocca ripiena di delizioso sperma.
“Bravissima! Adesso chiudi gli occhi, fai finta che io non ci sia, lasciati andare e portalo al culmine!”
Non appena lei chiude gli occhi, ci guardiamo intensamente con Michele. Il giovane ha un sussulto che gli indurisce ancora di più il pene, Elena nel frattempo glie lo succhia di gusto. A lui faccio un gesto per suggerirgli di menarselo con la sinistra,e per tutto il tempo non ci stacchiamo gli occhi di dosso.
“Brava Elena, continua” Nel frattempo mi abbasso per toglierle una ciocca di capelli da davanti al volto. Glie la sistemo dietro l’orecchio, e ne approfitto della vicinanza per saggiare l’odore del suo pisello duro e scappellato. Rimango a bocca aperta, direi spalancata, ad un pelo per riceverlo in bocca mentre gli faccio sentire il calore del mio alito. In un solo colpo potrei baciare quelle labbra e quel cazzo. In quel momento mi sento come una ragazzina pronta a tutto pur di leccarlo.
Mi allontano nuovamente, continuiamo a fissarci, vorrei che questo momento fosse interminabile, allo stesso tempo vorrei che finisse subito. Elena comincia a bisbigliare a denti stretti qualcosa, è eccitata e vergognata allo stesso tempo. L sua voce tradisce goduria e frustrazione nello stesso tono.
“Sborrami in faccia dai! Avanti, sborrami in faccia” Sibila senza voce con il cazzo tra le morbide labbra.
Alla fine non resisto. Mi avvicino piano a lui, attenta che Elena non aprisse gli occhi , prima porto la mano sinistra ad accarezzargli la schiena, poi lo accarezzo nei glutei, mentre le mie labbra si appoggiano nel suo possente petto, cominciando a leccargli un capezzolo. La mano destra scende lungo il ventre scolpito, costeggiando poi l’inguine con le unghie, fino a poter sentire finalmente il peso dei suoi coglioni.
Sono talmente eccita tata da esser quasi arrabbiata, in questo momento non vorrei scopare, vorrei semplicemente prendere parte liberamente a quell’atto.
Mi diletto a separare le due palle all’interno dello scroto, strofinando con i polpastrelli le zone più erogene, poi prendo il comando sulla sua asta, scappellandolo lentamente e profondamente un paio di volte, in fine sento che sta per venire, quindi lo impugno fortissimo ,stritolandolo letteralmente,e dando un colpo secco all’indietro. Lo lascio, lesta con la macchina tra le mani, inizio a scattare a raffica.
“Elena , allontanati un po’, non lo toccare! Michele, non ti toccare!” Vedo un’espressione di sofferenza in lui,mentre impotente di fronte alle pulsioni del suo organo, non può fare altro che veder sprigionare la tanto agognata “panna” ! Fiotti di calda sborra , grappoli di gocce più annacquate, subito seguite da scie bianche e dense che pennellano il volto, i capelli e il seno della bellissima Elena messa lì in ammirazione, con la sua coppa di margarita piena di fragole sborrate.
Mossa da un romantico istinto naturale che va fuori dai piani, va a succhiare dolcemente l’ultima perla di sborra che rimane impigliata sulla punta del pene. In quello stesso istante, ornata di goccioline e densi fluidi, si ritrova con un grumo più bianco che gli scende giù da labbro, e un gocciolone dalla coda filiforme che si stacca da quel prezioso capezzolo.
Ora o mai più, l’istante perfetto, lo scatto migliore! L’istinto sarebbe stato quello di correre lì prima che cedesse, e leccargli quella tetta fino allo sfinimento, fino a quando magari Michele non ci avesse chiavato entrambe e poi magari accasciate su un lato ci fossimo leccate le fighe , concludendo un bel pompino, un po’ di spagnola , e chissà , giù nel culo mentre ci aiutiamo a raggiungere un altro orgasmo.
Ma tutto ciò, per questa volta rimane nelle mie più bagnate delle fantasie. I due ragazzi cercano di fingere di non guardare la mia toppa di umido sulla gonna, finito tutto si danno una sciacquata rapida, li pago entrambi e li accompagno fuori. Non controllo nemmeno subito gli scatti, mi piombo in camera da letto sola, tra le coperte e il mio cuscino a masturbarmi con violenta disperazione . Libera di ansimare e urlare sotto il rumore di un televisore a tutto volume, mentre mi strappo il seno, gustandomi quelle preziose fragole piene di seme, che adesso nella solitudine perdono ogni significato, faticando a mantenere la loro carica erotica.
Io opto per essere ambigua, per dare una velatura di erotismo, per essere sottile. Dall’erotismo alla banalità, il passo è breve, anche se bisogna contare che in questo ambiente, quello che può risultare banale per mille persone, è estremamente erotico per altre cento.
Penso di avere le idee molto chiare fino all’ultimo momento, con pochi dubbi su come impostare le luci per rendere al meglio; l’idea di base è semplice: la modella deve assaporare una fragola da un calice ben allestito da me, punto tutto sulle luci e sulla massima espressività che la modella può dare.
Lei è Elena, una ventiduenne di un metro e sessantuno, con i capelli rossi ramati, pelle chiara, poche lentiggini, occhi marrone chiaro che sembrano due nocciole infuocate, non troppo esile, con una seconda di seno, la vita stretta e un sedere formoso. Ad aiutarmi per trovarla con queste caratteristiche, è stata proprio la mia amica che mi ha convinto a partecipare. Sono stata presentata come una professionista,e le è stato pure detto che questa potrebbe essere un’ ottima opportunità per avere visibilità, quindi Elena si è proposta gratuitamente. Io odio queste cose, dunque ho preferito mettere in chiaro che sarebbe stata comunque pagata.
Le mie idee cominciano a vacillare quando si presenta alla porta. Come da me richiesto, non porta un filo di trucco, nessun contorno agli occhi, nessun rossetto, nulla. Le rosee labbra, risultano ancor più carnose di presenza, la perfetta dentatura bianca svela un sorriso molto più seducente rispetto alle foto che avevo visto. Ad accompagnarla è il suo ragazzo, anche lui un modello di un metro e ottanta, snello e asciutto, pelle bronzea , capelli folti neri, ciglia altrettanto folte da sembrare con l’ eye liner, mani possenti e scolpite. Michele si presenta sfoggiando un sorriso, sembra simpatico, ma sa che non deve ostacolare la mia professionalità, quindi sta spesso in disparte durante i discorsi che facciamo con Elena.
Posizionati di fronte al calice da margarita pieno di fragole, le dico di sdraiarsi di fianco sul divano, con un gomito sul bracciolo , come una sorta di Bacco femminile. Non appena si sistema, faccio una prova veloce guardandola attraverso la macchina, è perfetta! Manca da sistemare solo qualche dettaglio riguardo alla posizione delle gambe, anche se alla fine con molta probabilità, cestinerò quegli scatti dove si vede per intero.
“Abbiamo detto che non hai problemi con la nudità, giusto?”
“ Certo che no, mi spoglio?” risponde con molta naturalezza, nel frattempo lancio un’occhiata al suo ragazzo per vedere se tradisce espressioni di gelosia, ma sembra abbastanza professionale e impassibile pure lui.
“No, non ti muovere, ci penso io. Mi serve solo un dettaglio.”
Lascio la macchina penzolare , quindi mi avvicino, e con cura le sbottono un poco la camicetta, svelando un decolté grazioso e privo di reggiseno .
“Posso? “ Per formalità chiedo prima di infilare una mano dentro, la sua risposta è naturalmente positiva, quindi insinuo dolcemente le dita attraverso il tessuto, fino ad appoggiare i polpastrelli sulla fresca e delicata mammella, provocandone una prevedibile e istantanea pelle d’oca, e un progressivo inturgidimento dei capezzoli. Mi aiuto con l’altra mano per spostare il tessuto, lasciando poi scivolare delicatamente tra le dita quella piccola tetta, facendo in modo che ricada in modo naturale, senza metterla troppo in risalto, e facendo sì che la delicata areola impreziosisca lo scatto.
Faccio qualche scatto di prova, poi assumo un atteggiamento ancor più freddo e distaccato.
“Parliamoci chiaro, più che un morso deve sembrare un bacio appassionato, o meglio ancora, deve dare l’idea di sesso orale. Capisci cosa intendo?”
Lei annuisce carina con quel suo aspetto innocente, che quasi mi fa pentire d’esser stata così diretta, quindi inizia. Un po’ impacciata per i primi minuti, poi si lascia andare bene. Le sue labbra percorrono la superficie del frutto con dedizione e passione, i suoi movimenti sono del tutto realistici, il suo sguardo con le palpebre basse rispecchia perfettamente la mia intenzione di mostrare un appetito sessuale che sfrutta una certa classe; non voracità, ma voglia di degustare. La sua immagine mi stimola parecchio, il suo atteggiamento mi suscita fantasie, caricandomi di ispirazione.
“inturgidisci il capezzolo coperto, di modo che traspaia dalla camicia”
Più passano i secondi, più è perfetta. Intanto la mia coda dell’occhio viene distratta di tanto in tanto da Michele. Ho un’ idea che lascio repressa per ben cinque interminabili minuti. Penso che la proposta possa apparire poco professionale, penso che potrebbe essere un’ esagerazione per il concorso, ma più il tempo passa, più penso che potrebbe uscirne uno dei miei scatti più belli.
“Michele, ti andrebbe di lavorare?”
Non riesce a rispondere, allarga solo le mani come ad aspettare spiegazioni, entrambi non si oppongono a nulla, pendono totalmente dalle mie labbra, ma non mi sarei aspettata fino a questo punto.
“ Dovresti abbassare i pantaloni e le mutande, togliere la maglia e avvicinarti da questa parte”
Lo fa senza problemi, lo fa mostrando il suo fisico perfetto con naturalezza, mostrando le sue cosce scolpite, i suoi glutei, il suo pene rilassato privo di vergogna.
“Bene, poggia il pene sulle fragole, di modo che la punta appaia rilassata . Ve la sentite?”
Nessun obbiezione, lui appoggia perfettamente il suo bel tubo di pelle sui frutti, lasciando che le sue belle formose palle ricadano perpendicolari al pavimento. Ha quel tipo di palle belle da leccare e toccare, di quelle che ti sbattono calde sul culo quando ti fai chiavare a gambe aperte. Per un istante ho avuto voglia di palparle per goderne nel palmo della loro pienezza, per sentire la sua peluria attraverso le unghie smaltate di verde, ma ho naturalmente represso tutto sul nascere.
“Apro?” già pronto con due dita sul prepuzio
“Sì bravo! Deve sembrare una fragola”
Il suo movimento, del tutto privo di erotismo, risulta molto tecnico, svelando il suo “lampone”.
“Elena, fai un po’ quello che ti pare. Vediamo man mano come proseguire”
Le sue rosee gonfie labbra carnose si appoggiano subito su quel delizioso frutto proibito dalla buccia ancora porosa, le sue guance si colorano di un pudico rosso che tacitamente ci eccita tutti.
Il suono dei suoi continui bacini si alterna a quello degli scatti della mia macchina, poi di colpo il pene si impenna, la cappella si gonfia.
“Scusate” Dice trattenendosi.
“ Non importa, continua, è meglio così! Elena , dacci dentro!” Sembra un chiaro ordine. Voglio che a quelle fragole si aggiunga la “panna”.
La giovane ragazza, adesso visibilmente vergognata, continua a fare la sua parte, guardando il suo uomo negli occhi, e mordicchiando con gli incisivi la cappella che le si gonfia tra i denti ; denti così bianchi, che mentre mordevano le fragole, già richiamavano da se la brillantezza di una bocca ripiena di delizioso sperma.
“Bravissima! Adesso chiudi gli occhi, fai finta che io non ci sia, lasciati andare e portalo al culmine!”
Non appena lei chiude gli occhi, ci guardiamo intensamente con Michele. Il giovane ha un sussulto che gli indurisce ancora di più il pene, Elena nel frattempo glie lo succhia di gusto. A lui faccio un gesto per suggerirgli di menarselo con la sinistra,e per tutto il tempo non ci stacchiamo gli occhi di dosso.
“Brava Elena, continua” Nel frattempo mi abbasso per toglierle una ciocca di capelli da davanti al volto. Glie la sistemo dietro l’orecchio, e ne approfitto della vicinanza per saggiare l’odore del suo pisello duro e scappellato. Rimango a bocca aperta, direi spalancata, ad un pelo per riceverlo in bocca mentre gli faccio sentire il calore del mio alito. In un solo colpo potrei baciare quelle labbra e quel cazzo. In quel momento mi sento come una ragazzina pronta a tutto pur di leccarlo.
Mi allontano nuovamente, continuiamo a fissarci, vorrei che questo momento fosse interminabile, allo stesso tempo vorrei che finisse subito. Elena comincia a bisbigliare a denti stretti qualcosa, è eccitata e vergognata allo stesso tempo. L sua voce tradisce goduria e frustrazione nello stesso tono.
“Sborrami in faccia dai! Avanti, sborrami in faccia” Sibila senza voce con il cazzo tra le morbide labbra.
Alla fine non resisto. Mi avvicino piano a lui, attenta che Elena non aprisse gli occhi , prima porto la mano sinistra ad accarezzargli la schiena, poi lo accarezzo nei glutei, mentre le mie labbra si appoggiano nel suo possente petto, cominciando a leccargli un capezzolo. La mano destra scende lungo il ventre scolpito, costeggiando poi l’inguine con le unghie, fino a poter sentire finalmente il peso dei suoi coglioni.
Sono talmente eccita tata da esser quasi arrabbiata, in questo momento non vorrei scopare, vorrei semplicemente prendere parte liberamente a quell’atto.
Mi diletto a separare le due palle all’interno dello scroto, strofinando con i polpastrelli le zone più erogene, poi prendo il comando sulla sua asta, scappellandolo lentamente e profondamente un paio di volte, in fine sento che sta per venire, quindi lo impugno fortissimo ,stritolandolo letteralmente,e dando un colpo secco all’indietro. Lo lascio, lesta con la macchina tra le mani, inizio a scattare a raffica.
“Elena , allontanati un po’, non lo toccare! Michele, non ti toccare!” Vedo un’espressione di sofferenza in lui,mentre impotente di fronte alle pulsioni del suo organo, non può fare altro che veder sprigionare la tanto agognata “panna” ! Fiotti di calda sborra , grappoli di gocce più annacquate, subito seguite da scie bianche e dense che pennellano il volto, i capelli e il seno della bellissima Elena messa lì in ammirazione, con la sua coppa di margarita piena di fragole sborrate.
Mossa da un romantico istinto naturale che va fuori dai piani, va a succhiare dolcemente l’ultima perla di sborra che rimane impigliata sulla punta del pene. In quello stesso istante, ornata di goccioline e densi fluidi, si ritrova con un grumo più bianco che gli scende giù da labbro, e un gocciolone dalla coda filiforme che si stacca da quel prezioso capezzolo.
Ora o mai più, l’istante perfetto, lo scatto migliore! L’istinto sarebbe stato quello di correre lì prima che cedesse, e leccargli quella tetta fino allo sfinimento, fino a quando magari Michele non ci avesse chiavato entrambe e poi magari accasciate su un lato ci fossimo leccate le fighe , concludendo un bel pompino, un po’ di spagnola , e chissà , giù nel culo mentre ci aiutiamo a raggiungere un altro orgasmo.
Ma tutto ciò, per questa volta rimane nelle mie più bagnate delle fantasie. I due ragazzi cercano di fingere di non guardare la mia toppa di umido sulla gonna, finito tutto si danno una sciacquata rapida, li pago entrambi e li accompagno fuori. Non controllo nemmeno subito gli scatti, mi piombo in camera da letto sola, tra le coperte e il mio cuscino a masturbarmi con violenta disperazione . Libera di ansimare e urlare sotto il rumore di un televisore a tutto volume, mentre mi strappo il seno, gustandomi quelle preziose fragole piene di seme, che adesso nella solitudine perdono ogni significato, faticando a mantenere la loro carica erotica.
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