Subito al dunque

di
genere
saffico

Perchè perdere tempo a spiegarvi come ci siamo conosciute,e come siamo giunte fin qui?
Direi di passare subito al dunque, che è quello che ci piace leggere e che a me piace raccontarvi.
Lei è indiana, lavora alla bottega di alimentari a qualche chilometro da casa mia, e adesso si trova qui, proprio in casa mia. Ha diecii anni in meno di me, e rispetto a me , potremmo definirla pura.
Quasi mezzo giorno, mio marito non è in casa, io sono seduta comoda sul divano, lei in ginocchio sul tappeto mi sfila delicatamente le calze, accarezzando e baciando la mia pelle, le mie cosce, le mie ginocchia, i miei piedi. Si sofferma sui piedi, teneri baci su tutta la pianta, poi assggia con la lingua, adesso si infila l'alluce in bocca ,e con le sue labbra lo succhia piano come se fosse un uccello da succhiare per bene.
Succhia alzando lo sguardo per fissarmi con i suoi occhioni scuri, pietre nere incastonate in un bulbo bianco che risalta sul viso ambrato e termina su delle labbra violacee.
Ancora con la sua veste a fiori dai colori e i motivi tipicamente mediorientali, strofina il mio piede contro il suo seno, lasciando ricadere un rivolo di saliva sulla liscia pelle della mia gamba. Le faccio cenno di avvicinarsi a me, quindi lentamente, con gli occhi spalancati, risale il mio corpo ,sofferrmandosi come un pesce contro corrente, boccheggiando in prossimità del mio sesso. Solleva piano la vestaglia, quindi si inginocchia sedendosi sul mio bacino. Lei su di me, la sua vestaglia che ricade sul seno, le sue mani che cingono amorevolmente il mio, accarezzandolo ai lati.
Teneri baci a stampo, sulle labbra, sul collo, i nostri sguardi che si incrociano, i nostri aliti che si miscelano nell'aria. Io respiro il suo, respiro la sua bocca, lei con il suo grande e stupendo naso, inala un ampio sospiro che riempie i polmoni fino alle viscere. butta fuori l'aria come fosse fumo di sigaretta,e a mia volta, godo della sua essenza.
Le tengo il viso tra le mani, la avvicino a me, lei delicatamente fa la stessa cosa. Poi piego il volto su di un lato, e schiudendo le labbra, mi avvicino fino a baciarla. Ma non sulle labbra. Metto in bocca il suo naso, lo avvolgo del tutto, mentre con la lingua ne assaporo ogni centimetro. La punta si insinua in ogni suo lineamento, poi con dolcezza ne tasto i contorni delle narici, fino a leccarne l'interno. Scavo più che posso, ne percepisco gli aromi, i peletti, poi deglutisco e succhiando arretro staccandomi da lei, mentre afferro i lembi della vestaglia per spogliarla.
Finalmente nuda, finalmente la posso vedere come nei miei sogni.
La stupenda pelle d'oro, che va a schiarire su un seno grande, tondo, naturale, pesante. Due belle tette importanti e cedevoli, ma gonfie, che sembrano due bei chicci d'uva enormi, color sabbia, che sfumano su un pallore olivastro, in netto contrasto con i grossi capezzoli scurissimi e marroni, che puntano leggermente verso il centro e un po' verso il basso.
Turgidi capezzoli di cioccolato. Stupendi, con un ampia areola poco definita, arricchita da un deciso neo scuro sul confine del prezioso disco di pelle, che sembra essere dipinto lì dal miglior artista per accrescerne il prestigio di quella mammella ben fatta.
Lunghi e fitti capelli neri lisci cadono a cascata su quel seno, riuscendo a coprirlo solo in parte, mentre un capezzolo sfugge al controllo. Le mie mani accarezzano la sua pelle vellutata, attraversando i largi fianchi e la morbida pancia che si rinchiude in voluminosi e tondeggianti rotolini di grasso. L'ombellico profondo ricorda un bottone ben tirato al centrodell'imbottitura di un divano, in mente balzano fantasie bizzarre, ci vedrei qualcosa di fallico lì al centro, legarla, farla morire di voglia mentre un uomo le riempie quell'imbuto di pelle con del caldo sperma.
La vagina è un triangolo di lussuriosi riccioli neri,che fitti sbucano fuori appena sotto la grossa piega della pancia. Questa ragazza è uno spettacolo.
Prima che mi consentisse di assaporarne le membra, prende a tirare il mio seno fuori dal reggiseno, ma lo fa lasciandomi vestita, facendo schizzare le mie tettone dalla scollatura.
Le mie tette sono lì, eccitate e turgide, compresse verso l'alto, sistemate in maniera disordinata sotto il controllo dei suoi movimenti , che sembrano essere quelli di uno stupratore .
Affonda vorace la testa, ma succhia con estrema delicatezza mentre miagola.
La suzione dei capezzoli tra donne è sempre qualcosa di lussuriosamente piacevole e dolce, quindi istintivamente le accarezzo la testa, e mi scopro a miagolare pure io. Lei fa una cosa che mi fa letteralmente impazzire. Stacca la testa e sputa sulle mie tette, poi ritorna con la lingua a raccogliere la saliva, lo fa più volte, dunque anche io ci sputo su. carico abbastanza saliva, di modo che diventi abbastanza liquida, quindi mi sputo sul capezzolo preso di mira da lei, e oltre ad inondare me stessa, la colpisco sul labbro superiore e su un occhio.
Il suo sguardo sensuale si alza, guardandomi felina, con un gocciolone di lucida e appiccicosa saliva che penzola dalle folte ciglia lunghissime e nere. Spalanca la bocca, estrae la lingua e lecca tutto in un solo colpo, poi rimane con il collo teso, la bocca aperta come se dovesse mangiare una mela in un sol boccone, rivolta nella mia direzione, gli occhi supplichevoli, aspetta che gli sputi ancora, ma questa volta vuole che gli sputi dentro.
Carico ancora un'abbondante quantitativo di saliva, lo filtro rumorosamente tra i denti, quindi con energia gli sputo tutto sulla lingua.
Lei apprezza, socchiudendo gli occhi con la bocca piena di schiumetta bianca e bollicine. Chiude la cavità orale, lasciandosi scorrere un rivolo dall'angolo del labbro. la avvicino a me , e comincio a leccare quel residuo che cola giù sul mento, mentre posso avvertire la sua figa che si bagna copiosamente inumidendo i miei indumenti.
Ferrea mi prende il viso tra le mani, la presa decisa di un uomo che vuole baciare. Inchina la testa su di me, poi appiccica letteralmente le sue labbra sulle mie per pomiciarmi, riversandomi all'interno tutto ciò che aveva collezionato. Impazzisco! Deglutisco , poi ricambio, intanto anche la mia micetta, da un pezzo surriscaldata, comincia a rilasciare copiosi quantitativi di crema acre.
Si dimena con il bacino, si sfrega su di me, mentre continuiamo a sbavarci in faccia, a sputarci , a palparci le tette.
Di colpo la trattengo per il collo e la allontano un po' sorridendo maliziosa, non mi va che debba prendere totalmente le redini del gioco. Lei accetta il ruolo ricambiando quello sguardo.
"Adesso alzati e girati"
Lenta, senza staccarmi gli occhi di dosso, scivola all'indietro, posando con passo felpato prima il piede destro , poi il sinistro, attraversando il mio corpo con una lunga carezza.
"Adesso girati, su. Fatti guardare" Sempre lentamente mi da le spalle rimanendo in posizione eretta, come fosse un manichino. Io stacco le spalle dallo schienale del divano, spingendomi fino a sedere quasi in punta. Ammiro il suo corpo, ammiro i suoi glutei, la sua forma , i suoi fianchi larghi, quel bel culone decorato dalla cellulite. Sollevo la mia gonna, poi allargo le gambe, lasciando che la mia figa vada a contatto con il divano in finta pelle. Adoro questa sensazione.
Allungo poi un braccio verso il mobiletto, prendo un cioccolattino e lo scarto. Lo metto in bocca.
Allargo le natiche di lei, scoprendo un fantastico buco di culo. Non si sa realmente quando e quanto sia bello il buco del culo, è l'esperienza e la voglia di esplorare che lo rende tale. Potenzialmente simile a tanti altri, ma sempre diverso, con dettagli che lo impreziosiscono e ne donano personalità. Come il colore, o le grinze che lo richiudono, tutto tirato, come a volerti impedire l'accesso. O il profumo, un altro dettaglio importante. Istintivamente allarga un po' le gambe, lasciandomi vedere i suoi petali 'sudati' d'amore, che adesso sprigionano tutto il profumo pungente delle sue voglie maturate e pronte per essere colte e assaggiate, miscelandosi con il corposo e rotondo profumo che emana il culo. Odore profondo e proibito, leccornia che stimola i peccati di gola. Intenso abisso che delimita nelle nostre prime esperienze, il confine tra lecito e illecito, piacere convenzionale e non convenzionale. Simbolo di una libertà sessuale concessa a pochi, di una volontà di godere che si affaccia verso nuove misure non quantificabili, al di fuori dall'ordinario confezionato per la riproduzione.
Appoggio le labbra a ventosa sui bordi dell'ano, avverto un sussulto da parte sua. Bacio, mentre con le dita della mano messa a a coppetta, sfioro i lembi delle sue labbra vaginali. Noto la pelle d'oca, mentre lecco piano quel buchino, in fine spingo il cioccolattino con la lingua fino a trattenerlo con le labbra. Adesso è ben riscaldato, scivoloso. Con cura disegno un piccolo cerchio con la testa, per colorare la circonferenza delle estremità di marrone, quasi come se le stessi applicando un rossetto al culo. le sto truccando l'ano di marrone , proprio come piace a me.
Lei mantenendo le gambe tese, si piega a novanta inarcando la schiena per offrirmi meglio l'accesso alla figa. Si appoggia con le mani alle ginocchia, e butta indietro la testa in seguito ad uno spasmo. Il sedere si avvicina e preme contro la mia facccia.
Adesso appoggio quel dolcetto dritto sul foro richiuso, metto la lingua dietro, e spingo lentamente ma con intensità. L'ano si allarga, fa resistenza, poi improvvisamente risucchia la pallina accogliendola al suo interno. Osservo la scena, poi mi avvicino ancora per spingerlo ancora più in dentro penetrandola con la lingua.
I suoi gemiti si intensificano progressivamente, la sua fica sputa rivoli di colla vinilica che scorrono luminosi su cosce d'ebano e ambra.
Con il dito medio inizio a sfregare sempre più energicamente il clitoride, con la lingua continuo a leccare, aspettando qualche secondo che il cioccolattino si sciolga.
"Premi!" I suoi muscoli anali si muovono un poco.
"Premi forte, buttalo fuori!" Inizialmente intimidita, vedo la parete diltarsi, alla fine esce fuori la crema marrone, seguita naturalmente da un suono molto simile ad un peto annacquato. S'intimidisce, si irrigidisce e si ferma. Io attendo a bocca aperta.
"Forza, non fermarti" La esorto, mentre caccia un gridolino, espellendo il tutto.
il corso di cacao scorre, addando ad insozzare poi la vagina, alla fine viene seguito dal residuo grumoso del dolcetto.
Lecco tutto, lecco con passione e gusto, inghiottendo quel cocktail di sapori incandescenti, mentre anche la mia figa cede un fiotto di dolce schiuma di godimento, che si lascia cadere dritto sul divano , sgocciolando lento verso il basso. Le mie dita si concedono due secondi per sfregare un po' me stessa, per non impazzire.
Trattengo il grumo di cacao tra le labbra, poi prendendole un polso, la faccio abbassare. Mi alzo da quel divano, e la invito a sdraiarsi sul tappeto. Mi chino su di lei, i nostri occhi tornano a guardarsi, alla fine la bacio, lasciandole assaporare il gusto del suo culo addolcito.
Prima sembra tentennare, poi lo accoglie, lo assapora, alla fine lecca via dal mio muso i residui che mi ha letteralmente scoreggiatto in faccia. Le accarezzo i capelli, passando le unghie attraverso, poi la reggo per la nuca, e gli sputo nuovamente in viso. Ignoro la sua espressione che sembra perdere il respiro, quindi scendo giù, finalmente quelle tette, finalmente quei capezzoli scuri. Sono tanto gonfi e scuri da sembrare quasi incinta. Finalmente le posso leccare. Ci affondo la testa dentro, tastando la turgida consistenza con le labbra, con la punta della lingua , con teneri baci , la porto per le lunghe, potrei dire forse tre lunghissimi, interminabili minuti, dove ormai le vagine stanno per esplodere da sole. Mi abbasso, scivolo giù, il suo piacere è teso come una corda di violino, il suo clitoride è pronto a trillare con un soffio, sarebbe inutile andarci giù pesante, quindi le do un unica, umida, lunga leccata.
Si contrae istintivamente, richiude le cosce con forza, mi tiene per la testa cercando di allontanarmi.
"Ferma! Ferma, mi fai venire subito!" Mi fermo, sorrido , torno su, la guardo negli occhi fingend d'aver dimenticato.
"Ah, giusto , il nostro gioco. Come avrei potuto dimenticare" Mi allungo, prendo la zucchina coperta dal profilattico precedentemente preparata, quindi comincio a strusciargliela contro, non prima di averla picchiettata piano sulle tette.
Imposto una voce suadente, pronta per farla immergere nell'esperienza
"Sei pronta?" Lei agitata annuisce con gli occhi spalancati.
Mi chino fino a raggiungere con le labbra le sue orecchie, sento il suo respiro affannato. Inizio sussurrandole piano le parole
"Quello che senti sul ventre è il cazzo di mio marito. Ha la cappella tutta di fuori, gonfia e lucida. Le sue palle sono piene, tutte per te. Pienissime di sborra calda calda, e a te piace la sborra calda." Sospiro sonoramente "Il più bel cazzo che tu abbia mai visto, sì, il cazzo di MIO marito! Non vedi l'ora di vederlo scoppiare per te, esplodere, mentre allatta tutta la tua pelle scura con il suo potente getto di sperma! Ti piace lo sperma?"
"Sì" Dice a fatica rimanendo al gioco.
"Dove ti piace lo sperma?"
"Ovunque!" Esasperata aspetta solo che la penetri con l'ortaggio.
"Risposta errata! Troppo vaga" Mi blocco, finisco di strusciare la zucchina, quindi è lei a muoversi per provocarsi piacere
"Fai la brava, dove ti piace ricevere lo sperma?"
"In bocca! Nel culo! TI prego, non ti fermare" Accolgo la sua richiesta, e continuo a strofinare per premiarla.
"Adesso appoggia l'enorme cappella sulla tua figa. Te la fa desiderare ancora un po', vuole sentire la tua figa bagnata, vuole sentirti fremere. Se non si accorge che te lo meriti, non ti degnerà certo di godere" Così dicendo, mantengo la zucchina sul punto di entrare, ma rimango in bilico.
"Scopami! Per favore scopami, ne ho bisogno!" Mi eccita e mi diverte troppo, quindi continuo quella fase di stasi.
"Ne sei certa?"
"Sì ti scongiuro, aprimi tutta!" Inizio dunque ad infilare l'ortaggio dentro
"Nei sei proprio sicura di volerti trombare MIO marito?" Inizio ad alzare la voce, lei sussulta forte ansimando come se fosse stata in apnea per dieci interminabili minuti. La zucchina entra ed esce sempre più veloce.
"Puttanella, ti piace il cazzo di mio marito, eh? Godi piccola stronza!" A lei si rivoltano pure le pupille, mostrando il bianco degli occhi, mentre riesce a ripetere solo "sì...Sì...Sìì" Esausta.
"Non provi nemmeno un minimo di vergogna a trombartelo davanti a me? Eh? Vacca! Sei una vacca! Ah no, scusa, per te che sei indiana potrebbe pure essere un complimento! Troia" Le schiaffeggio le tette, tutto molto controllato... Forse. Le tiro i capezzoli, vedo che lei apprezza, quindi li tiro di più fino a farle cacciare un urlo.
"Mi fidavo di te ..." la pizzico sul seno tirando una grossa porzione di pelle e scuotendo, come si farebbe con le guance di un bambino, poi le regalo due schiaffi sul muso, come si fa con i cani. " ... Mi fidavo, e tu ti trombi mio marito così, quel maiale che gode dentro di te, pronto a sborrarti ovunque, e io come una scema a scoprirvi insieme così!" I suoi occhi ritornano, le sue sopracciglia si inarcano, è bella immedesimata adesso, leggo la pena e il pentimento nei suoi occhi, misto al godimento. La mia mano la afferra per il collo, strozzandola delicatamente mentre la scuoto e la penetro. Gli sputo in faccia mentre urlo.
"Godi anche per me, bastarda. Sei una cagna! Come hai potuto?" La sua faccia diventa sempre più rossa, le sue vene si allargano nel collo
"Te lo dovrebbe infilare su per il culo per ore, fino alle palle! E invece stai lì privilegiata a prenderti la parte migliore, mentre a me spetta solo di accontentarmi del culo e delle corna!" Strillo forte "Sai cosa si prova a prenderla solo in culo da tuo marito, dopo averglielo succhiato e scoprire che ha il sapore della fica di un'altra? E che siccome questa non vuole prenderlo in culo, allora, per amor del cazzo, faccio finta di niente, e faccio la mogliettina stupidina, che non si accorge di nulla... Rannicchiata a prendere le palle in culo da un toro, per elemosinare un po' di cazzo! Non mi viene più nemmeno in bocca! Sono mesi che per un po' di sborra..." Schiaffo in faccia
"... Per un po' di sborra, sono costretta" Schiaffo sulle tette
"...A ficcarmi" Schiaffo in faccia. Giusto per scandire
"... Le dita in culo di nascosto in bagno, e poi leccarmele mentre mi mastrubo!"
rilascio lentamente la presa. Si afferra i suoi stessi seni, se li trappa dal petto facendomi eco con le sue urla, alla fine viene, viene in preda alle convulsioni. Si dimena come un pesce fuor d'acqua, steccando in su con la schiena, irrigidendosi, stirando le gambe confusamente come se volesse raggiungere qualcosa di preciso con le punte dei piedi. La sua patatina rilascia tutto il piacere trattenuto, tutto il godimento, tutto lo stress. Una vera medicina per il corpo e per l'anima.
Totalmente sfinita, riprende fiato, mi guarda, poi vergognata nasconde il viso tra le mani, come a doversi nascondere da un torto troppo terribile che ha commesso nei miei confronti.
Le sorrido mentre mi accorgo che mi guarda da dietro le dita, mi abbasso a darle un bacio sulla fronte, poi le accarezzo ancora una volta i capelli.
"Tesoro, non preoccuparti, è tutto okay." Le tolgo una mano dal viso prendendole il polso, poi la fisso nelle pupille.
"Hai goduto?" Senza voce lei annuisce rapidamente
"Molto! Grazie, ho goduto molto"
"Abbracciami, va tutto bene. Adesso ti divertirai tu"
di
scritto il
2019-02-22
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