Tradire una figlia
di
Ana2
genere
tradimenti
Per la laurea di mia figlia, siamo partite io e il suo ragazzo Gianni.
Una questione di comodità ci ha portato a prenotare una camera d’hotel per due con letti separati. A lungo si è scherzato in casa su questa cosa, anche Gianni, in confidenza, passato l’imbarazzo, faceva battutine sconce, altrettanto facevo io e mio marito. Tutto si è chiuso nel più normale dei modi, fin quando non scopriamo che l’hotel ha sbagliato, e l’unica camera disponibile era una matrimoniale.
Ancora battutine lungo il corridoio, poi l’imbarazzo, dopo ancora il frigobar.
Inutile dire che abbiamo bevuto tanto quella sera. Man mano che il liquore scendeva, i nostri lati peggiori emergevano.
Per gioco abbiamo messo la tv su un canale hot, ridevamo di tutto, e commentavamo i corpi, come fossimo buoni amici. Mi sentivo leggera e ubriaca, mi sentivo una ragazzina. L’imbarazzo era scomparso, distesi sul letto a sgranocchiare patatine, quando mi accorgo che da sotto il pigiama ,sta per avere un erezione e si ammutolisce.
“Ma dai, ti stai davvero eccitando con questa roba?” Parlo ridendo mentre gli do una gomitata.
“Scusa, però è stimolante” Mi risponde con gli occhi fissi sullo schermo. Anche io porto gli occhi allo schermo, ma adesso la testa mi ronza,e lo sguardo viene spesso rapito da quel pacco. Mi avvicino di più, gli sfioro la spalla con la mia.
Lui mi mette un braccio attorno al collo, io mi rannicchio con la testa nel suo petto.
Lui mi accarezza il braccio, a me viene la pelle d’oca.
D’un tratto il cellulare vibra, provo fastidio; è mio marito, provo ancora più fastidio. Rispondo
“Ciao amore … Sì, siamo qui, in letti separati tranquillo” Mio marito prova a scherzare, io ho la voce annoiata e assonnata, mentre Gianni s’irrigidisce e prova a scostarsi.
Il mio sguardo adesso è insistente e Gianni prova a nascondere la quasi erezione, piegando le gambe e ritirando il bacino.
“sì abbiamo cenato … come?... Sì, è proprio un bel ragazzo, avresti dovuto vedere come ci guardavano in reception! No, non è qui, è in bagno”
Il suo respiro si fa più profondo, guardo il suo ventre gonfiarsi, e un brivido mi inturgidisce i capezzoli.
“ Sei geloso? Se vuoi vado di là, vedo se ce lo ha grande e ti faccio sapere, così ti togli la curiosità! … Hahaha. Ti amo amore, lo sai che scherzo”
Con le nocche intanto accarezzo delicatamente la punta dell’asta, scorrendo verso il basso, giù fino alla radice, afferrando poi piano tutto il pacco, sentendo tutta l’erezione di Gianni, che adesso si irrigidisce totalmente come un pezzo di legno.
“ Sì amore, anche tu mi manchi. Ti farei un bel pompino se tu adesso fossi qua con me.”
Insinuo le mani dentro il pigiama sentendo quella pelle così dura, così calda, così peccaminosa. Ogni volta che se ne tocca uno nuovo, si ha quell’adrenalina, che sembra essere la prima volta.
“Sì ,esatto, tutta la sborra in bocca. Ti stai masturbando?... Bravo amore”
Afferro quell’arnese e lo esco dal pigiama scappellandolo lentamente. Quella cappella così grossa e lucida, già piena di sangue, piena di virilità, mi fa bagnare tutta.
“ Sì che sono eccitata. Vorrei che me la leccassi, che mi toccassi le tette”
Accarezzo un’ultima volta la punta del cazzo, poi a fatica con una mano mi sfilo le mutandine da sotto la vestaglia, poi con il labiale dico a Gianni di leccarmi, lui però mi fissa, si ferma davanti a me, ci osserviamo le labbra, l’aria si ferma, ascoltiamo mio marito che continua a parlare, poi mi afferra per la nuca e mi infila la lingua in bocca, limonandomi con una certa prepotenza. Appena mi libera , si mette su di me, si prepara per scendere giù, ma cambio idea. Lo prendo per il cazzo, come fosse un guinzaglio e lo tiro a me.
“Shhh tesoro, sta per uscire. Continua tu, io mi masturbo sotto le coperte, mi eccita tanto”
Si siede praticamente sul mio torace, la mia mano lo mena senza pudore, mentre gli ammiro le grosse palle da giovane, rimbalzare ad ogni colpo. Lui finalmente prende a massaggiarmi il seno, lo fa delicatamente, ma con presa salda e decisa . Comincio a miagolare piano, poi me ne da un piccolo assaggio. In un gesto infinito, bacio quella cappella, lasciando un filo di saliva tra le mie labbra schiuse e la sua polpa del piacere . Saporita pelle fresca da uomo.
Lentamente stacco il telefono dall’orecchio, fisso Gianni con sensuale sfida, poi gli massaggio il glande con il display mentre ascoltiamo la voce di mio marito uscire ovattata dagli altoparlanti. Nelle mie fantasie, mio marito è lì, ci ha scoperti, e adesso è costretto ad inginocchiarsi per succhiarlo al ragazzo.
Il vivavoce si innesca erroneamente, La voce si fa più forte, quella sensazione si intensifica. Penso che una fantasia simile la stia vivendo pure Gianni, che coraggiosamente non stacca lo sguardo dal mio, l’alcool di sicuro ha avuto parecchio effetto anche su di lui.
Il display scende, scende giù fino a massaggiare i coglioni, poi la chiamata si interrompe.
Assetato di me, con l’uccello in tiro come un toro, scende giù, mi afferra per i glutei,e sapientemente mi lecca nel migliore dei modi.
Spalanco le cosce, distendo il bacino e urlo afferrandomi al lenzuolo. Erano anni che non sentivo tante attenzioni con la lingua, anni che il clitoride non pulsasse di gioia, non sentisse quest’esplosione di piacere, questa irrefrenabile voglia di essere dolcemente gustato.
Vibrazioni, vibrazioni e vampate di calore su tutto il ventre, che adesso sembrano quasi far male.
Stringo le cosce, godo con sincerità, ma poi l’alcool sembra mettersi da parte, improvvisamente mia figlia in mente.
Mi vergogno, godo.
Godo con un ragazzo che mi potrebbe venire figlio.
Godo con il ragazzo di mia figlia!
La mia passera in balìa del piacere, la mia mente nel buio del peggiore degli incubi.
Gianni si stacca con la bocca, scivola su, mi possiede, sono sua, mi infila tutto dentro fino ai testicoli, togliendomi nettamente il fiato.
Provo a fermare il suo bacino, ma di riflesso lo afferro per le natiche e lo attiro sempre di più a me.
“ Aspetta, fermo…”
Sembra non sentirmi, eppure mi rassicura mentre mi lecca il seno. I miei capezzoli protestano contro la mia falsa voglia di frenarlo, eppure una parte di me si sente in colpa, come se avesse totalmente dimenticato di mia figlia. Come se per un po’ non fosse mai esistita.
Sto facendo una cosa orrenda, mentre mi deprimo a pensare al suo volto felice, mi riscopro a piangere, a piangere e a godere come una troia allo stesso modo.
Triplice tradimento in un solo atto.
Doppio per mia figlia ,con l’orrore di essere sostituita dalla madre, vorace e priva di senno dinnanzi al sesso. Triplice per mio marito, inerme, sostituito da un giovane genero potente e vigoroso.
Lo immagino seduto lì accanto, nudo, ad osservarci mentre ci accoppiamo come animali da monta, mentre il suo rivale sazia i miei languori sessuali ad un colpo di reni alla volta. Una vacca irrispettosa che guarda in faccia la realtà delle proprie necessità.
Certo, mi dispiace. Ma al solo pensiero, sento il mio sesso raggiungere sensibilità ormai sopite. Intensi cosmi di dimensioni astrali nascono nel mio ventre, progredendo in esplosioni di roventi corpi celesti.
Piango e mentre lo spingo a me, mentre cerca di uscire. Accade tutto molto in fretta!
“ Lasciami, sto venendo”
Lo blocco con le gambe, lo stringo a me. Ad ogni colpo il suo glande si ingrandisce, io ormai urlo come una matta, con il trucco che cede alle lacrime,scivolando giù come la mia dignità.
In fine viene. Viene di gusto, sentendosi autorizzato, viene e mi riempie.
Io sono una giovane vecchia troia, felice e depressa, che esplode subito dopo di lui.
Ancora pochi colpi dopo l’orgasmo,mi bacia con profonda passione,poi il sangue torna in circolo, l’alcool svanisce quasi del tutto. La sua faccia diventa una maschera di terrore, entrambi fissiamo il suo cazzo uscire lentamente, pieno di sperma, pieno di succo della mia dolce pelosetta. Ci guardiamo i genitali, come a volerli accusare scuotiamo leggermente il capo. Affannati, stanchi, sporchi, tristi e soddisfatti.
Passo un dito sulle mie tenere grandi labbra grondanti di seme, lo guardo, poi guardo lui, lui mi guarda a sua volta.
“Cosa cazzo abbiamo fatto?! Siamo … Siamo stati …”
“Su Gianni, lascia che te lo pulisca, rimarrà tra di noi. Sarà il nostro segreto”
Singhiozzando ci distendiamo teneramente su un fianco. La mia testa tra le sue gambe, il suo membro tra le mie labbra, la mia figa tra le sue. La sua lingua pulisce delicatamente, il suo cazzo ha quel deprimente gusto di me stessa, che sa di tradimento. Entrambi cerchiamo di riprenderci ciò che abbiamo donato, ma finiamo per offrircene ancor di più
Una questione di comodità ci ha portato a prenotare una camera d’hotel per due con letti separati. A lungo si è scherzato in casa su questa cosa, anche Gianni, in confidenza, passato l’imbarazzo, faceva battutine sconce, altrettanto facevo io e mio marito. Tutto si è chiuso nel più normale dei modi, fin quando non scopriamo che l’hotel ha sbagliato, e l’unica camera disponibile era una matrimoniale.
Ancora battutine lungo il corridoio, poi l’imbarazzo, dopo ancora il frigobar.
Inutile dire che abbiamo bevuto tanto quella sera. Man mano che il liquore scendeva, i nostri lati peggiori emergevano.
Per gioco abbiamo messo la tv su un canale hot, ridevamo di tutto, e commentavamo i corpi, come fossimo buoni amici. Mi sentivo leggera e ubriaca, mi sentivo una ragazzina. L’imbarazzo era scomparso, distesi sul letto a sgranocchiare patatine, quando mi accorgo che da sotto il pigiama ,sta per avere un erezione e si ammutolisce.
“Ma dai, ti stai davvero eccitando con questa roba?” Parlo ridendo mentre gli do una gomitata.
“Scusa, però è stimolante” Mi risponde con gli occhi fissi sullo schermo. Anche io porto gli occhi allo schermo, ma adesso la testa mi ronza,e lo sguardo viene spesso rapito da quel pacco. Mi avvicino di più, gli sfioro la spalla con la mia.
Lui mi mette un braccio attorno al collo, io mi rannicchio con la testa nel suo petto.
Lui mi accarezza il braccio, a me viene la pelle d’oca.
D’un tratto il cellulare vibra, provo fastidio; è mio marito, provo ancora più fastidio. Rispondo
“Ciao amore … Sì, siamo qui, in letti separati tranquillo” Mio marito prova a scherzare, io ho la voce annoiata e assonnata, mentre Gianni s’irrigidisce e prova a scostarsi.
Il mio sguardo adesso è insistente e Gianni prova a nascondere la quasi erezione, piegando le gambe e ritirando il bacino.
“sì abbiamo cenato … come?... Sì, è proprio un bel ragazzo, avresti dovuto vedere come ci guardavano in reception! No, non è qui, è in bagno”
Il suo respiro si fa più profondo, guardo il suo ventre gonfiarsi, e un brivido mi inturgidisce i capezzoli.
“ Sei geloso? Se vuoi vado di là, vedo se ce lo ha grande e ti faccio sapere, così ti togli la curiosità! … Hahaha. Ti amo amore, lo sai che scherzo”
Con le nocche intanto accarezzo delicatamente la punta dell’asta, scorrendo verso il basso, giù fino alla radice, afferrando poi piano tutto il pacco, sentendo tutta l’erezione di Gianni, che adesso si irrigidisce totalmente come un pezzo di legno.
“ Sì amore, anche tu mi manchi. Ti farei un bel pompino se tu adesso fossi qua con me.”
Insinuo le mani dentro il pigiama sentendo quella pelle così dura, così calda, così peccaminosa. Ogni volta che se ne tocca uno nuovo, si ha quell’adrenalina, che sembra essere la prima volta.
“Sì ,esatto, tutta la sborra in bocca. Ti stai masturbando?... Bravo amore”
Afferro quell’arnese e lo esco dal pigiama scappellandolo lentamente. Quella cappella così grossa e lucida, già piena di sangue, piena di virilità, mi fa bagnare tutta.
“ Sì che sono eccitata. Vorrei che me la leccassi, che mi toccassi le tette”
Accarezzo un’ultima volta la punta del cazzo, poi a fatica con una mano mi sfilo le mutandine da sotto la vestaglia, poi con il labiale dico a Gianni di leccarmi, lui però mi fissa, si ferma davanti a me, ci osserviamo le labbra, l’aria si ferma, ascoltiamo mio marito che continua a parlare, poi mi afferra per la nuca e mi infila la lingua in bocca, limonandomi con una certa prepotenza. Appena mi libera , si mette su di me, si prepara per scendere giù, ma cambio idea. Lo prendo per il cazzo, come fosse un guinzaglio e lo tiro a me.
“Shhh tesoro, sta per uscire. Continua tu, io mi masturbo sotto le coperte, mi eccita tanto”
Si siede praticamente sul mio torace, la mia mano lo mena senza pudore, mentre gli ammiro le grosse palle da giovane, rimbalzare ad ogni colpo. Lui finalmente prende a massaggiarmi il seno, lo fa delicatamente, ma con presa salda e decisa . Comincio a miagolare piano, poi me ne da un piccolo assaggio. In un gesto infinito, bacio quella cappella, lasciando un filo di saliva tra le mie labbra schiuse e la sua polpa del piacere . Saporita pelle fresca da uomo.
Lentamente stacco il telefono dall’orecchio, fisso Gianni con sensuale sfida, poi gli massaggio il glande con il display mentre ascoltiamo la voce di mio marito uscire ovattata dagli altoparlanti. Nelle mie fantasie, mio marito è lì, ci ha scoperti, e adesso è costretto ad inginocchiarsi per succhiarlo al ragazzo.
Il vivavoce si innesca erroneamente, La voce si fa più forte, quella sensazione si intensifica. Penso che una fantasia simile la stia vivendo pure Gianni, che coraggiosamente non stacca lo sguardo dal mio, l’alcool di sicuro ha avuto parecchio effetto anche su di lui.
Il display scende, scende giù fino a massaggiare i coglioni, poi la chiamata si interrompe.
Assetato di me, con l’uccello in tiro come un toro, scende giù, mi afferra per i glutei,e sapientemente mi lecca nel migliore dei modi.
Spalanco le cosce, distendo il bacino e urlo afferrandomi al lenzuolo. Erano anni che non sentivo tante attenzioni con la lingua, anni che il clitoride non pulsasse di gioia, non sentisse quest’esplosione di piacere, questa irrefrenabile voglia di essere dolcemente gustato.
Vibrazioni, vibrazioni e vampate di calore su tutto il ventre, che adesso sembrano quasi far male.
Stringo le cosce, godo con sincerità, ma poi l’alcool sembra mettersi da parte, improvvisamente mia figlia in mente.
Mi vergogno, godo.
Godo con un ragazzo che mi potrebbe venire figlio.
Godo con il ragazzo di mia figlia!
La mia passera in balìa del piacere, la mia mente nel buio del peggiore degli incubi.
Gianni si stacca con la bocca, scivola su, mi possiede, sono sua, mi infila tutto dentro fino ai testicoli, togliendomi nettamente il fiato.
Provo a fermare il suo bacino, ma di riflesso lo afferro per le natiche e lo attiro sempre di più a me.
“ Aspetta, fermo…”
Sembra non sentirmi, eppure mi rassicura mentre mi lecca il seno. I miei capezzoli protestano contro la mia falsa voglia di frenarlo, eppure una parte di me si sente in colpa, come se avesse totalmente dimenticato di mia figlia. Come se per un po’ non fosse mai esistita.
Sto facendo una cosa orrenda, mentre mi deprimo a pensare al suo volto felice, mi riscopro a piangere, a piangere e a godere come una troia allo stesso modo.
Triplice tradimento in un solo atto.
Doppio per mia figlia ,con l’orrore di essere sostituita dalla madre, vorace e priva di senno dinnanzi al sesso. Triplice per mio marito, inerme, sostituito da un giovane genero potente e vigoroso.
Lo immagino seduto lì accanto, nudo, ad osservarci mentre ci accoppiamo come animali da monta, mentre il suo rivale sazia i miei languori sessuali ad un colpo di reni alla volta. Una vacca irrispettosa che guarda in faccia la realtà delle proprie necessità.
Certo, mi dispiace. Ma al solo pensiero, sento il mio sesso raggiungere sensibilità ormai sopite. Intensi cosmi di dimensioni astrali nascono nel mio ventre, progredendo in esplosioni di roventi corpi celesti.
Piango e mentre lo spingo a me, mentre cerca di uscire. Accade tutto molto in fretta!
“ Lasciami, sto venendo”
Lo blocco con le gambe, lo stringo a me. Ad ogni colpo il suo glande si ingrandisce, io ormai urlo come una matta, con il trucco che cede alle lacrime,scivolando giù come la mia dignità.
In fine viene. Viene di gusto, sentendosi autorizzato, viene e mi riempie.
Io sono una giovane vecchia troia, felice e depressa, che esplode subito dopo di lui.
Ancora pochi colpi dopo l’orgasmo,mi bacia con profonda passione,poi il sangue torna in circolo, l’alcool svanisce quasi del tutto. La sua faccia diventa una maschera di terrore, entrambi fissiamo il suo cazzo uscire lentamente, pieno di sperma, pieno di succo della mia dolce pelosetta. Ci guardiamo i genitali, come a volerli accusare scuotiamo leggermente il capo. Affannati, stanchi, sporchi, tristi e soddisfatti.
Passo un dito sulle mie tenere grandi labbra grondanti di seme, lo guardo, poi guardo lui, lui mi guarda a sua volta.
“Cosa cazzo abbiamo fatto?! Siamo … Siamo stati …”
“Su Gianni, lascia che te lo pulisca, rimarrà tra di noi. Sarà il nostro segreto”
Singhiozzando ci distendiamo teneramente su un fianco. La mia testa tra le sue gambe, il suo membro tra le mie labbra, la mia figa tra le sue. La sua lingua pulisce delicatamente, il suo cazzo ha quel deprimente gusto di me stessa, che sa di tradimento. Entrambi cerchiamo di riprenderci ciò che abbiamo donato, ma finiamo per offrircene ancor di più
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