Introspezione. Io e la sfera sessuale
di
NymphoK
genere
interviste
Ebbene, questo racconto non ha nulla a che vedere con i miei scritti precedenti. Non c'è nemmeno una categoria a cui posso associare queste parole.
La verità è che ad un certo punto una persona si ferma a pensare. Pensa a sé stessa, a ciò che ha raggiunto nella vita.. Tira le somme.
Stanotte mi ritrovo qui, con il mio portatile, una sigaretta e la mia testa che pensa.
Penso a me stessa, ma non si parla di "vita" in modo generale. Qui parlo della mia sessualità. Voglio mettere a crudo la mia persona e raccontarvi ciò che fa parte di me, ciò che nessuno sa.
Il mio rapporto con il piacere è nato molto presto, inconsciamente.
Mi ricordo ancora quando da piccola tiravo i pantaloni talmente su che la cucitura strusciava sulla mia vagina (che all'epoca per me era la patatina). Ai tempi non avevo nemmeno idea dell'esistenza del clitoride e del suo utilizzo, quindi non potevo nemmeno capire perchè accadeva. Mi ricordo ancora quella sensazione che non sapevo come definire. Quel modo in cui il mio corpo reagiva a quella pressione era strano: fastidioso e piacevole.
Avevo si e no 6 o 7 anni, non so come iniziò, ma ricordo perfettamente ciò che facevo sotto le coperte. Stavo a pancia in giù, mettevo le mani vicino alla mia vagina e mi ci strusciavo contro. Uno, due, tre colpi e iniziavo a tremare. Associavo quella sensazione ad un fulmine che pian piano si avvicinava al mio cuore, finché non lo raggiungeva e lì era il culmine del tutto.
Ero orgogliosa di questo, ma allo stesso tempo me ne vergognavo.
Mio padre mi colse sul fatto una volta e mi rimproverò. Da quella volta continuai a farlo, ma mi sentivo sporca.
Mi ricordo che verso i dieci anni, facevo fare sesso alle bambole insieme alla mia amica del cuore, Alessandra.
Lei ne sapeva più di me e la prendevo un po' come modello.
Continuai questa pratica per anni, fino alle scuole medie. Già alle elementari avevo un'idea di cosa fosse il sesso, ma era ancora una visione lontana e sfuocata.
Durante i miei primissimi anni dell'adolescenza, ho iniziato ad avere libero accesso al computer, un Windows 97, e con internet mi si aprì un mondo.
Sarà stata la tempesta ormonale causata dalle mie prime mestruazioni, sarà stata la presa di coscienza di ciò che significava sesso, ma da lì iniziai a guardare le immagini spinte. I porno ancora non li conoscevo, ma riuscivo a trovare le immagini di persone mentre facevano sesso. lì, davanti a quello schermo, ricercavo quel piacere che solo la vagina era riuscita a darmi.
Quando iniziai a infilarmi oggetti di forme allungate (inizialmente penne e similari), le sensazioni mutavano.
Via via aumentavo la circonferenza degli oggetti che mettevo nella mia vagina, finché un giorno non misi una zucchina; avevo visto quella cosa in una di quelle foto spinte e ora la stavo imitando, posizione compresa. Mi sedetti sulla zucchina e mi ricordo benissimo il mal di pancia. Percepivo come un blocco dentro di me, ciò mi spaventò leggermente e pensai che io non avrei mai potuto fare sesso. Sono sicura che alterai leggermente la mia verginità, perchè quel dolore persistette anche il giorno dopo.
Nell'estate tra la seconda media e la terza, mi iscrissi in un sito, Netlog. All'epoca era il must-have degli adolescenti. Chiedevo l'amicizia a tutti, conoscenti e sconosciuti, per lo più ragazzi della mia regione o al massimo di quella vicina. Si chattava un po' e poi ci si scambiava i nickname di MSN.
Iniziò, così, l'esperienza del sesso virtuale.
Ovviamente nulla di che, non sapevo nemmeno cosa fosse il sesso virtuale, ma mi ricordo di un ragazzo in particolare che puntò la webcam sul suo cazzo e si masturbò in diretta per me. Una cosa strana, però mi piaceva e inconsciamente le mie dita erano a toccare la mia vagina, constatando che era umida e vischiosa.
Io, in cambio, mandavo le foto delle mie tette.
Sempre durante la stessa estate, conobbi virtualmente un ragazzo della mia regione con cui parlavo volentieri. Al ché ci scambiammo i numeri di telefono e, da cosa nasce cosa, arrivò il sesso.
Eravamo piccoli, forse lui un due anni più di me, ma mi ricordo ancora che con il mio amato N70 gli mandavo le foto della mia vagina con dentro varie cose. Lui, eccitato quanto me, mi mandava le foto del prodotto della sua masturbazione. Ho ancora impressa nella mente quella foto (Matteo, ti voglio far sapere che per me sei stato il primo a fare una cosa simile). Mi piaceva quella sensazione di perverso, di proibito ed eccitante. Poi il fatto di sapere che lui aveva provato piacere grazie a me, mi rendeva orgogliosa e mi faceva sentire donna (circa).
Dopo queste prime esperienze trasgressive (per i miei 12 anni era l'apice), iniziai a vedere i porno con le amiche. Ci scherzavamo e ridevamo, ma sappiamo tutti che a quell'età è il desiderio di conoscere e di conoscerti. Dopo quel pomeriggio, infatti, mi sono masturbata spesso ripensando a quel video. Con la mia migliore amica dell'epoca, poi, ci eravamo confessate riguardo alla masturbazione; lei con il doccino si divertiva un sacco a solleticarsi il clitoride. Hai capito la mia amichetta?!
Iniziò quel classico periodo di dipendenza da curiosità. Ero dipendente dal sesso ancor prima di farlo. Mi masturbavo ogni sera, mi guardavo i porno sul computer e non vedevo l'ora di perdere la verginità. Non mi interessavano quei legami (simil) sentimentali che una comune tredicenne desidera, volevo sesso. Punto.
E poi arrivò dicembre del 2006. Per chi ha letto i miei precedenti racconti (Origini di una ninfomane), sa per certo che da lì a poco (nel 2007) ci sarebbe stata la mia svolta sessuale, ma quello avvenne più tardi.
Mi ricordo ancora quella sera. Quel mercoledì la mia annata aveva il pomeriggio a scuola. Alle 16 presi l'autobus per tornare a casa e lì c'era anche T.
Più di tanto non lo avevo mai considerato molto, anche perchè all'epoca fantasticavo su un altro coetaneo.
Ma quella sera T., invece che scendere alla fermata del suo paese, scese al mio. All'epoca un gesto simile era considerato come una vera e propria dichiarazione d'amore. Ma a me dell'amore fregava fin lì.
Ero desiderosa di scoprire cosa voleva dire far sesso.
Mi ricordo che mi accompagnò quasi fino a casa, ma ci fermammo prima. Lui seduto su un muretto, io in piedi tra le sue gambe. Il mio primo bacio con la lingua. Ero talmente emozionata che mi bagnai. Sentivo quella strana sensazione alla mia vagina, come se si stesse gonfiando. Capii qualche mese dopo che il mio corpo si stava preparando per il sesso.
Da quel giorno identificai T. come il mio ragazzo. Forse non lo era nemmeno, lui era famoso per il classico "usa e getta", ne ero consapevole.
Qualche volta siamo usciti di pomeriggio, passeggiando per i campi dietro casa.
Ci appartammo dietro un boschetto, appoggiati ad un albero.
Tirò fuori il suo cazzo. Fu il primo cazzo che presi in mano ed era bello grande. Non avevo di certo metri di paragone, essendo il primo. Ma ad oggi, undici anni dopo, posso confermare che era uno dei più grossi con cui avevo a che fare.
Ero impacciata e lui se ne accorse. Si risistemò e andammo via.
La settimana dopo ci rivedemmo al solito posto, stavolta provai a fargli un pompino, ma le mie capacità erano alquanto scarse. Mi chiese di far sesso, ma io gli dissi di no. In verità avevo una voglia matta di farlo, volevo sentire cosa si provava ad avere un cazzo nella vagina.
Tirando le conclusioni di tutto ciò, posso ben affermare che il mio essere una futura ninfomane era ben evidente fin dall'infanzia. L'inconscio dà il libero sfogo a istinti nascosti che ancora non conosciamo. Quando ripenso al mio passato, mi rendo conto che la mia vita era già scritta, prevedibile da quel punto di vista.
La continuazione della mia relazione con il sesso va cercata nei miei racconti precedenti, molto più dettagliati e indubbiamente più espliciti.
Con questo racconto non sono interessata a far eccitare nessuno, o meglio, se capita ben venga. Ma ho approfittato di questo sito per esternare quei lati di me che conosco solo io, quei piccoli dettagli che forse offrono un quadro più completo per comprendere chi sono io.
Vedetela come una biografia, come i primi passi nel mondo del sesso ma solo dal punto di vista mentale.
Signori e signore, questa ero io e sono io: NymphoK
La verità è che ad un certo punto una persona si ferma a pensare. Pensa a sé stessa, a ciò che ha raggiunto nella vita.. Tira le somme.
Stanotte mi ritrovo qui, con il mio portatile, una sigaretta e la mia testa che pensa.
Penso a me stessa, ma non si parla di "vita" in modo generale. Qui parlo della mia sessualità. Voglio mettere a crudo la mia persona e raccontarvi ciò che fa parte di me, ciò che nessuno sa.
Il mio rapporto con il piacere è nato molto presto, inconsciamente.
Mi ricordo ancora quando da piccola tiravo i pantaloni talmente su che la cucitura strusciava sulla mia vagina (che all'epoca per me era la patatina). Ai tempi non avevo nemmeno idea dell'esistenza del clitoride e del suo utilizzo, quindi non potevo nemmeno capire perchè accadeva. Mi ricordo ancora quella sensazione che non sapevo come definire. Quel modo in cui il mio corpo reagiva a quella pressione era strano: fastidioso e piacevole.
Avevo si e no 6 o 7 anni, non so come iniziò, ma ricordo perfettamente ciò che facevo sotto le coperte. Stavo a pancia in giù, mettevo le mani vicino alla mia vagina e mi ci strusciavo contro. Uno, due, tre colpi e iniziavo a tremare. Associavo quella sensazione ad un fulmine che pian piano si avvicinava al mio cuore, finché non lo raggiungeva e lì era il culmine del tutto.
Ero orgogliosa di questo, ma allo stesso tempo me ne vergognavo.
Mio padre mi colse sul fatto una volta e mi rimproverò. Da quella volta continuai a farlo, ma mi sentivo sporca.
Mi ricordo che verso i dieci anni, facevo fare sesso alle bambole insieme alla mia amica del cuore, Alessandra.
Lei ne sapeva più di me e la prendevo un po' come modello.
Continuai questa pratica per anni, fino alle scuole medie. Già alle elementari avevo un'idea di cosa fosse il sesso, ma era ancora una visione lontana e sfuocata.
Durante i miei primissimi anni dell'adolescenza, ho iniziato ad avere libero accesso al computer, un Windows 97, e con internet mi si aprì un mondo.
Sarà stata la tempesta ormonale causata dalle mie prime mestruazioni, sarà stata la presa di coscienza di ciò che significava sesso, ma da lì iniziai a guardare le immagini spinte. I porno ancora non li conoscevo, ma riuscivo a trovare le immagini di persone mentre facevano sesso. lì, davanti a quello schermo, ricercavo quel piacere che solo la vagina era riuscita a darmi.
Quando iniziai a infilarmi oggetti di forme allungate (inizialmente penne e similari), le sensazioni mutavano.
Via via aumentavo la circonferenza degli oggetti che mettevo nella mia vagina, finché un giorno non misi una zucchina; avevo visto quella cosa in una di quelle foto spinte e ora la stavo imitando, posizione compresa. Mi sedetti sulla zucchina e mi ricordo benissimo il mal di pancia. Percepivo come un blocco dentro di me, ciò mi spaventò leggermente e pensai che io non avrei mai potuto fare sesso. Sono sicura che alterai leggermente la mia verginità, perchè quel dolore persistette anche il giorno dopo.
Nell'estate tra la seconda media e la terza, mi iscrissi in un sito, Netlog. All'epoca era il must-have degli adolescenti. Chiedevo l'amicizia a tutti, conoscenti e sconosciuti, per lo più ragazzi della mia regione o al massimo di quella vicina. Si chattava un po' e poi ci si scambiava i nickname di MSN.
Iniziò, così, l'esperienza del sesso virtuale.
Ovviamente nulla di che, non sapevo nemmeno cosa fosse il sesso virtuale, ma mi ricordo di un ragazzo in particolare che puntò la webcam sul suo cazzo e si masturbò in diretta per me. Una cosa strana, però mi piaceva e inconsciamente le mie dita erano a toccare la mia vagina, constatando che era umida e vischiosa.
Io, in cambio, mandavo le foto delle mie tette.
Sempre durante la stessa estate, conobbi virtualmente un ragazzo della mia regione con cui parlavo volentieri. Al ché ci scambiammo i numeri di telefono e, da cosa nasce cosa, arrivò il sesso.
Eravamo piccoli, forse lui un due anni più di me, ma mi ricordo ancora che con il mio amato N70 gli mandavo le foto della mia vagina con dentro varie cose. Lui, eccitato quanto me, mi mandava le foto del prodotto della sua masturbazione. Ho ancora impressa nella mente quella foto (Matteo, ti voglio far sapere che per me sei stato il primo a fare una cosa simile). Mi piaceva quella sensazione di perverso, di proibito ed eccitante. Poi il fatto di sapere che lui aveva provato piacere grazie a me, mi rendeva orgogliosa e mi faceva sentire donna (circa).
Dopo queste prime esperienze trasgressive (per i miei 12 anni era l'apice), iniziai a vedere i porno con le amiche. Ci scherzavamo e ridevamo, ma sappiamo tutti che a quell'età è il desiderio di conoscere e di conoscerti. Dopo quel pomeriggio, infatti, mi sono masturbata spesso ripensando a quel video. Con la mia migliore amica dell'epoca, poi, ci eravamo confessate riguardo alla masturbazione; lei con il doccino si divertiva un sacco a solleticarsi il clitoride. Hai capito la mia amichetta?!
Iniziò quel classico periodo di dipendenza da curiosità. Ero dipendente dal sesso ancor prima di farlo. Mi masturbavo ogni sera, mi guardavo i porno sul computer e non vedevo l'ora di perdere la verginità. Non mi interessavano quei legami (simil) sentimentali che una comune tredicenne desidera, volevo sesso. Punto.
E poi arrivò dicembre del 2006. Per chi ha letto i miei precedenti racconti (Origini di una ninfomane), sa per certo che da lì a poco (nel 2007) ci sarebbe stata la mia svolta sessuale, ma quello avvenne più tardi.
Mi ricordo ancora quella sera. Quel mercoledì la mia annata aveva il pomeriggio a scuola. Alle 16 presi l'autobus per tornare a casa e lì c'era anche T.
Più di tanto non lo avevo mai considerato molto, anche perchè all'epoca fantasticavo su un altro coetaneo.
Ma quella sera T., invece che scendere alla fermata del suo paese, scese al mio. All'epoca un gesto simile era considerato come una vera e propria dichiarazione d'amore. Ma a me dell'amore fregava fin lì.
Ero desiderosa di scoprire cosa voleva dire far sesso.
Mi ricordo che mi accompagnò quasi fino a casa, ma ci fermammo prima. Lui seduto su un muretto, io in piedi tra le sue gambe. Il mio primo bacio con la lingua. Ero talmente emozionata che mi bagnai. Sentivo quella strana sensazione alla mia vagina, come se si stesse gonfiando. Capii qualche mese dopo che il mio corpo si stava preparando per il sesso.
Da quel giorno identificai T. come il mio ragazzo. Forse non lo era nemmeno, lui era famoso per il classico "usa e getta", ne ero consapevole.
Qualche volta siamo usciti di pomeriggio, passeggiando per i campi dietro casa.
Ci appartammo dietro un boschetto, appoggiati ad un albero.
Tirò fuori il suo cazzo. Fu il primo cazzo che presi in mano ed era bello grande. Non avevo di certo metri di paragone, essendo il primo. Ma ad oggi, undici anni dopo, posso confermare che era uno dei più grossi con cui avevo a che fare.
Ero impacciata e lui se ne accorse. Si risistemò e andammo via.
La settimana dopo ci rivedemmo al solito posto, stavolta provai a fargli un pompino, ma le mie capacità erano alquanto scarse. Mi chiese di far sesso, ma io gli dissi di no. In verità avevo una voglia matta di farlo, volevo sentire cosa si provava ad avere un cazzo nella vagina.
Tirando le conclusioni di tutto ciò, posso ben affermare che il mio essere una futura ninfomane era ben evidente fin dall'infanzia. L'inconscio dà il libero sfogo a istinti nascosti che ancora non conosciamo. Quando ripenso al mio passato, mi rendo conto che la mia vita era già scritta, prevedibile da quel punto di vista.
La continuazione della mia relazione con il sesso va cercata nei miei racconti precedenti, molto più dettagliati e indubbiamente più espliciti.
Con questo racconto non sono interessata a far eccitare nessuno, o meglio, se capita ben venga. Ma ho approfittato di questo sito per esternare quei lati di me che conosco solo io, quei piccoli dettagli che forse offrono un quadro più completo per comprendere chi sono io.
Vedetela come una biografia, come i primi passi nel mondo del sesso ma solo dal punto di vista mentale.
Signori e signore, questa ero io e sono io: NymphoK
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