Amico contadino due

di
genere
gay

Eccomi, ora posso riprendere il mio racconto, passati alcuni anni con lo zio, e vari amici amanti, e dopo aver visto partorire mia moglie trè meravigliosi figli, non miei chiaramente, anche se ho assistito alle ripetute monte, anche se ho seguito il percorso dei nove mesi, e assistito al parto, anzi mi ricordo con piacere i momenti in qui si complimentavano con mè per il bel nascituro, o la ella nascitura.
Tanto che chi conosceva bene, complimentandosi mi diceva, ma sarà frocio come tè? e poi aggiungevano, ma no tanto non è tuo, e al battesimo, era sempre il padre di turno a battesimarlo, in modo che tutti conoscessero il vero padre, anzi a dire il vero, al battesimo del mio ultimo figlio, mio si fa per dire, io mi sono presentata en femme, ormai ero donna da tempo, mi ricordo che accompagnavo mia moglie, ed ero in tubino nero, corto, calze otto denari e un paio di sandali tacco 10, ormai il seno era già una seconda abbondante,, e si intravedeva un bel reggiseno nero di pizzo, e sotto slip uguali, parrucca e ben truccata, tanto che si complimentarono tutti con mè, suoceri e genitori compresi, il terzo padre del terzo figlio, mi bisbigliò all'orecchio, puttanella ti voglio fatti trovare pronta questa sera, abbassai gli occhi e dissi di si, e mia moglie aggiunse, vedrai che cazzo che ha urlerai di piacere.
comunque, dopo queste scaramucce, mi concentrai di più sui giochi che mi venivano proposti, tanto che un giorno il caro amico chirurgo mi telefonò e mi disse di preparami per una vacanza di alcuni giorni, che sarebbe venuto a prendermi con lo zio l'indomani, di portare poca roba, solo intimo e scarpe, un solo vestitino, attesi con impazienza l'indomani.
Si resentò alle due, salimmo in auto e si diresse fuori Milano, e procedette per strade sempre più secondarie, fino a passare in veri e propri sentieri, per poi giungere a una cancellata, che aprì, e richiuse alle spalle della nostra auto, e procedette per una ventina di minuti tra campi e boschi, fino a giungere in una vecchia e enorme fattoria, composta da una casa padronale e tante stalle, da qui si sentiva uscire nitriti, e muggiti, vicino alla casa parcheggiate si trovavano una ventina di auto, e tutte lussuose.
Appena scesa, ci raggiunse il fattore, e strinse la mano al mio amico chirurgo e poi si intrattenne a chiacchierare con lo zio, poi si avvicinò a mè, e disse: è questa la manza? e mi fece girare, poi infilò la sua manona sotto la gonna e strinse e palpò, sentii male, e sobbalzai, mmm disse, la mammella non è proprio eccezionale ma vedremo, poi mi girò e infilò a crudo due dita nel culo, e spinse su, mmm si buona ok la portiamo con le altre vacche, e seguii sbigottita il trio.
Entrati in casa, un casolare anni 20, ma molto bello e molto caldo, con una sala enorme, notai molte altre persone, uomini e donne, solo che i maschi erano vestiti, le donne no, indossavano reggicalze calze e tacchi chi 10 chi 12 e basta, fui presentata, ero rossa in viso e non capivo cosa stesse succedendo, poi quando mi avvicinai al gruppo delle nude, mi accorsi che circa la metà erano donne, e l'altra femmine come mè, il fattore mi disse di spogliarmi, e visto la mia titubanza mi strappò la camicetta, lasciandomi in reggiseno, poi fece la stessa cosa con la gonna, e rimasi in intimo, un attimo e mi fù tolto il reggiseno e lo slip, vedi vacca mi disse, solo così dovrete rimanere per tutto il tempo notte e giorno, ora, siete parte della mia mandria, e farete quello che vi verrà detto, rimasi di stucco, ma notai che le altre non fecero nemmeno un cenno di nulla.
Rimasta nuda, e sola con le altre, cominciai a guardarle, e a notare i particolari, eravamo 8 femmine, e otto donne, e molto belle, e notai, tutte e otto con seni gonfi di latte e capezzoli che perdevano goccie di latte ad ogni sobbalzo, ci parlammo e scoprii che tutte e otto avevano da poco figliato, e che era dalla mattina che non allattavano, e che erano li per una settimana, per na scopo preciso, poi parlai con le femmine come mè e mi raccontarono di essere lì con i loro uomini, e padroni, e che avremmo presto capito cosa ci sarebbe accaduto.
Verso le sei di sera, fummo accompagnate tutte dal fattore ,passando per un corridoio in una stalla, dove dalla parte sinistra vi erano delle mucche da latte, e alla destra, una serie di postazioni modificate, per noi, e una ad una, in alternanza, venivamo legate a coscie larghe, a 90 gradi, sia ai polsi che alle caviglie, e oitto la pancia veniva messo una piattaforma dove potevamo appoggiarci.
Poi una volta tutte posizionate, entrarono i nostri maschi, che comodamente si sedettero su sedie comode, poi il fattore, si tolse la tuta e rimase nudo, uomo dal fisico possente due metri per 120 kg, muscoloso e villoso, e in mezzo alle gambe pendevano 30 cm di cazzo molle, con due palle enormi, lo chiamavano toro, e poi capimmo perché.
cominciò con la prima della fila, una ragazza giovane, seno della quinta, capezzolo enorme, nel toccarlo, partì un getto di latte e lei dolorante chiese un po' di accortezza, il toro afferrò la mammella e vi posizionò un succhia latte modificato per l'occorrenza, collegato a un tubo e una volta attaccato cominciò a tirare il latte, era una mungitrice meccanica, e poi toccò al secondo seno, la ragazza urlo per il dolore, e vedemmo il latte defluire in un piccolo contenitore alla base, poi toccò alla seconda femmina, e lì, il toro afferrò il cazzo della femmina, e lo infilò nella tettarella anch'essa modificata, e disse, mi raccomando voglio tutto il tuo seme, e via via a tutte, donne e femmine fino alla fine, al mio turno, il toro afferrò il mio cazzo e disse, ma che cazzo hai, fa ridere, e lo infilò nella tettarella, dovette maneggiarlo un po', scivolava fuori, e a un tratto mi infila due dita nel culo, e la reazione è immediata, mi diventa duro il poco che serve a rimanere dentro, all'ora lui ride, mi guarda, afferra il suo cazzo, lo smaneggia un po', e prende forma, si intosta e cresce, è pazzesco pochi minuti dopo svetta, la cappella e come il pugno di una ragazzina, e il cazzo un mio braccio, si gira e dice a tutte, lo assaggerete tutte e le donne torneranno a casa gravide, i vostri mariti hanno calcolato bene i tempi, invece le signorine, una volte assaggiato il mio cazzo, potranno andare a battere e prendere di tutto, poi si mise all'opera e finì di collegare tutte alle macchine.
Per le donne ad un certo punto fù anche piacevole, si svuotarono del latte e le mammelle cominciarono a sgonfiarsi un poco e il dolore a sparire, per noi femmine fù più complicato, il cazzo veniva risucchiato in continuazione, e alcune di noi sborrarono quasi subito, ma poiché eravamo tutte collegate, fino a quando l'ultima non avesse sborrato, tutte dovevano essere masturbate meccanicamente, non vi dico il dolore, io fui una tra le prime a sborrare, quindi dovetti soffrire parecchio, poi dopo molto tempo l'ultima sborrò, e fermarono la mungitrice.
Il fattore passò e raccolse in un contenitore il nostro seme e in un altro il latte dele donne, poi si avvicinò a mè e disse ad alta voce, certo che per forza ti anno dovuto mettere incinta la moglie, con questo sperma fai ridere, e poi mi porse il contenitore pieno a metà dello sperma di tutte, bevi cagna, che così assaggerai lo sperma di ste froce, e così bevvi tutto, la miscellanea di sperma dava vari sapori, ma molto forti e salati, ma era buona, poi mi fece assaggiare il latte delle donne, era meraviglioso, lo bevvi tutto, bene disse, nei prossimi giorni a orari controllati verrete munte e assaggerete il vostro e il loro nettare, e sarete montate regolarmente notte e giorno da chiunque vorrà farlo, presenti e invitati che verranno, la sola condizione è che le donne saranno montate senza preservativa da mè, e che i loro compagni non potranno toccarle, tutti gli altri i preservativi sono vicino a ogni vacca, le potranno montare protetti, io le devo ingravidare, le femmine invece, è proibito usare preservativi, e cominciarono giorni di fuoco, venivamo munte più volte al giorno e di notte, venivamo scopate a tutte le ore, dai nostri uomini, e da persone che venivano da paesi vicini, pagavano una cifra e potevano abusare di tutte noi, poi a turno passava il toro, mi ricordo, la mia vicina, era una ragazza minuta bellissima, e al momento della monta, svenne più volte, ma lui continuò, le lacerò la figa, perdeva sangue ma lui non sise, anzi, poi toccò a mè, fu pazzesco, per fortuna una mezzora prima lo zio e il chirurgo mi riempirono di crema anestetizzante, che aiutò a non sentire troppo dolore ma non impedì di essere devastata, mi ricordo ce appoggiò la cappelle e spinse, mi tolse il respiro, ed entrò, lo sentivo rompere tutto e procedere, e alla fine lo presi tutto, mi riempì e mi lasciò esausta, nei giorni che passarono, facevamo i nostri bisogni come gli animali, poi passava un ragazzotto che ci lavava con la canna dell'acqua e una spugna, e spesso ci scopava, e poi ci dava da mangiare, e ad alcune di noi, mè compresa, succedeva che prima lo masticava lui, poi mi baciava e mi trasferiva il cibo e io affamata accettavo, spesso tra un boccone e l'altro si segava e sborrava in bocca e io mangiavo tutto, fù una settimana pazzesca, venivamo liberate poche ore per dormire e poi rimesse in serie, ho visto donne bellissime, scopate da persone bruttissime e cattive, noi stesse, le femmine, venivamo umiliate e scopate due di noi, ebbero un prolasso, ma non importava a nessuno, lo prendevano in mano, infilavano il cazzo e giù a sborrare.
Ero talmente umiliata e distrutta che non riuscivo nemmeno più a sborrare, e un giorno mentre il toro mi copriva, ormai ero un'autostrada, mi disse: se non sborri questa sera ti castro, e la stessa sera, il mio pene, nemmeno si indurì, il toro infilò la mano, ma nulla ero morta, afferrò la pinza da castrazione, e solo dopo l'intervento del mio amico chirurgo desistette dal castarmi.
Finalmente arrivò la fine della settimana e fummo liberate, distrutte noi femmine e seppi poi tutte gravide le donne, io non avevo abiti, quello che avevo mi era sto distrutto all'arrivo, e quindi feci il viaggio seminuda, e una volta a casa mi ritirai in camera e rimasi per due giorni e due notti a dormire.
Poi ripresami, e costatato che il mio ano era ormai distrutto, e che il pene era quasi del tutto morto, chiamai mia moglie e le disse che avevo deciso di prostituirmi, feci le valigie pochi giorni dopo e me ne andai.
Ora vivo a Genova, vicino al porto, sono Paola, la vacca, i miei clienti sono algerini marocchini o gente di colore, sono sempre ubriaca, il mio pene è ormai defunto, e il mio culo una caverna, alla mattina mi sveglio, e spesso dal mio ano esce sborra, quindi vuole dire che i clienti che sino passati non hanno usato precauzioni, allora mi infilo la mano dentro, mi pulisco, e ricomincio a battere.
di
scritto il
2017-09-24
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