Il ragazzo più fortunato del mondo (quinta parte)
di
Gay De Maupassant
genere
gay
Riassunto delle puntate precedenti.
David; 19 anni, capelli biondo platino, occhioni da cerbiatto, innamorato della vita e del cazzo, forte del suo culetto “che poche ragazze al mondo possono vantare”, vive il suo sogno con Federico; 22 anni, toro muscoloso e superdotato. Tra scopate allucinanti, pompini e tanta cucciolaggine, trascorrono i mesi più belli della loro vita. Ma un grave problema sbuca all’orizzonte…
-No, guardi che non ha capito, non ci faccio niente di una striscia di ferro come rinforzo! Mi serve qualcosa di mooolto più resistente.- Replicai all’assistente dell’IKEA, reparto letti.
-Ma deve farci accoppiare dei rinoceronti?-
-Eh, una cosa del genere. Cosa mi consiglia?-
-Di andare dal fabbro!- Così, quando riferii questa conversazione a Federico, morì dalla risate.
-Ahahahahahah Avrà pensato che ti dai alle orge!-
-Ahahah È colpa mia se tu conti per quattro?-
-Così pochi? Pensavo molti di più! Vuol dire che non mi impegno abbastanza.-
-Hmmm sì, non ti impegni molto… comunque sei uno sbruffone!-
-E tu un bugiardo.-
Venti secondi dopo ero a gambe aperte, ululando il mio amore alla luna.
-Io ho ancora un po’ sonno.- Dichiarò il mio toro dopo avermi polverizzato il culetto e si accoccolò, o per meglio dire, mi accoccolò tra le sue braccia, con le vene che pulsavano ancora per lo sforzo.
Le mie gambette bianche con i loro muscoletti sodi da ballerino, strette tra le sue cosce abbronzate, erano una goduria per gli occhi. I miei quatricipiti si gonfiavano in una curvetta sexy, i suoi andavano illuminati da quattro angolazioni diverse per togliere le ombre dalle scanalature. Ma ancora più arrapante era vedere il mio cazzo moscio vicino al suo in erezione. Non gli veniva giù nemmeno dopo avermi timbrato il biglietto per il paradiso e questo, beh, mi faceva sentire bellissima. Il mio invece… non so perché, ma da moscio rientra quasi del tutto e, in quello stato, non era che un paio di centimetri più lungo della sua cappella, ma comunque inferiore per massa.
-Che clitoride grande che hai, amore! Sembri quasi un maschietto.- Ma vedere il suo bestione gocciolante e circonciso vicino alla mia lumachina era una visione talmente eccitante, che non poteva durare. E così finalmente andavo in erezione anch’io e… va beh, non è che le cose cambiassero più di tanto.
-Ma questo clitoride si ingrandisce anche un pochino! Allora sei veramente un maschietto!-
Ed io sorridevo contento, cucciolo fedele del mio maschione.
Tutto nel confronto tra noi due, mi schiacciava. Sdraiati di fianco, le mie spalle non arrivavano alla fine del suo petto e tutto il suo corpo era così solido e compatto che se mi stringeva troppo forte, diventavo il suo negativo. Solo sulle labbra lo battevo.
Eh, sì, le mie erano più carnose e questo mi aiutava a farmi sentire ancora più la sua femminuccia. Era una goduria baciarlo. La mia carne morbida si spalmava sopra quei muscoloni di pietra. E se la muovevo si deformava seguendo le striature che gli tempestavano il fisico.
Stavo giusto iniziando la seconda dozzina di baci alla sua cappella, quando Federico mi chiese:
-Ti ho mai parlato del mio amico Marco?-
-Mi stai chiedendo di… fare una cosa a tre?- Chiesi spaventato.
-Ahahaha no, amore. Non credo di poter vedere un altro che prova a toccarti. Vedi questo culetto? È mio! Le labbra? Mie! Le mani, le gambe, il nasino; tutto mio! E il primo che si azzarda a portarti via da me, lo gonfio!-
-Eh sì, che brutto vedere il mio maschione picchiare un pretendente per difendere la sua ragazza. Non è affatto il mio sogno ricorrente!-
-Ah, sì? Allora voglio conoscerli, i tuoi sogni!-
-No, mi vergogno troppo.-
-Dai, non ti far pregare.-
-…se te lo dico, poi giuri non mi prendi in giro?-
-Giuro!-
-Allora…uno dei miei preferiti è… Dio che vergogna, ma devo proprio?-
-Dai, mi sto già arrapando, continua!-
-Allora… io sono incatenato mani e piedi nel labirinto… -
-Quello del minotauro? Cioè ti salvo da lui?-
Avvampai -Ecco… sì. C’è anche quella zoccola di Arianna che ti vuole scopare, certo, chi non vorrebbe! Però tu sei innamorato di me e lo affronti per liberare la tua principessa… che si infilerebbe un palo nel culo dal desiderio. Ma trema di paura vedendo quel mostro che la vuole mangiare e prega piangendo: Fede, vienimi a salvare! Lo so, sono fantasie da bimba minchia.-
-Quando è grande più o meno un minotauro?-
-Nel mio sogno è almeno tre metri e mezzo con dei muscoli enormi, un bicipite che è una palla così.- Dissi mostrandola distanza tra la mia spalla e il dito indice.
-Ma è troppo! Come ne usciamo vivi, ho una spada?-
-Vabbè, ma un sogno! No, no, assolutamente niente spada…- Riavvampai, ma oramai mi ero scoperto, tanto valeva proseguire -perché tu sei il mio Ercole. Lo prendi per le corna e lo sbatacchi qua e là, tra il pavimento e le pareti. Gli metti un piede sopra e mi scopi a sangue mentre ti supplica di lasciarlo andare.-
-Pffff…!!!- Sbuffò per trattenere una risata, ma non resse e -AHAHAHAHAHAHA!!! -
-Avevi detto che non mi prendevi in giro!-
-AHAHAHAHAHA scusami, ma sei proprio un cucciolo da sottomettere e stuprare, principessina mia ahahaha! Sei dolcissimo, dammi un bacio.-
-NO!-
-Dammi un bacioo…-
-NO-O!-
-Dammi un bacio o ti sbatacchio come un minotauro…ahahah scusami. E dai, non fare così!-
-Stronzo!- Dissi, girandomi di spalle.
-Su, principessa. Sono il tuo maschione che ti adora e ti difenderà da tutti i minotauri del mondo.-
-No, sei cattivo! Io mi metto a nudo e tu mi prendi in giro!-
-E se mi facessi perdonare?-
-La bottega è chiusa per oggi, trovati un altro culo!-
-A parte che l’ho appena avuto, e se voglio me lo riprendo.- E va beh, ma così non vale, è scorrettissimo farmi bagnare se ce l’ho con te. –E tralasciando anche il fatto che quello era Teseo e non Ercole, prima ti dicevo del mio amico Marco perché tra due giorni è Halloween e a casa sua fanno sempre una bellissima festa in maschera.- qui prese a sussurrare –Voglio farti un regalo: potrai farmi indossare il costume che ti eccita di più. E la notte giocherò con te a quello che vorrai. Sarò il tuo eroe invincibile, se è questo che ti eccita. Un po’ perché voglio vederti contento, un po’ perché lo sai quanto mi tira vederti impazzire per me. Se ti eccitassi a vedermi costruire lampadari, costruirei lampadari, chi se ne frega! Trovo senso alla mia giornata solo quando mi guardi con quegli occhioni fieri. Ho anche io le mie fragilità, cosa credi? Non sono mica Dio. Ogni tanto me lo chiedo perché mi sfondo tutti i giorni in palestra. Sì, mi piace, ma la verità è che ho paura di essere inadeguato, tutto qui. Perché... è così che mi facevano sentire i miei genitori, fin da quando ero un bambino. Ma poi sei arrivato tu e mi viene da pensare che forse non sono così inutile, se con la mia vita posso rendere un po’ meno infelice una creatura meravigliosa come te.-
Un lungo silenzio -Ti amo…- Un lungo bacio.
-…e accetto la tua proposta.- Dissi -Ma a una condizione!-
-Quale?-
-Che anche tu mi faccia indossare il costume che ti eccita di più. E niente ipocrisie, voglio la tua fantasia più perversa!- Deglutì, era chiaramente in difficoltà –E va bene. Ma poi non ti lamentare!-
Ma che ficata! Passai tutto il giorno a fantasticare, lo ammetto. Hercules era ovviamente la mia prima scelta; ho guardato quel cartone mille volte da bambino, anche se allora non potevo ancora sospettarne il motivo, e con quei capelli Federico gli assomigliava anche un po’, ma si trattava di un personaggio forse un po’ troppo vestito. Era giusto approfittare dell’occasione. Superman? Peggio ancora e poi ci voleva la parrucca. Capitan America? Thor? Ma che cavolo! Perché li fanno tutti incelofanati sti supereroi? Ma non era 1000 volte più sexy la vecchia mitologia? Così alla fine optai per il costume da spartano di 300, che non è proprio vecchia mitologia, ma va beh. Elmo, schinieri, mantello e qualcosina per nascondere la sua anaconda. Punto!
-Per il mio eroe!- Dissi a Federico il giorno della festa, quando gli porsi il mio costume.
-Per la mia principessa!- Rispose, regalandomi il suo. Ma come! Tutto sto casino e poi…?
-No, aspetta ha le alucce. Ma dai, sarò la fata turchina!- E corsi a cambiarmi.
All’inizio pensavo fosse una cosa dolcissima, poi ehm…capii che non era esattamente così. La parte alta era tutta “fata turchina”, con tanto di ali e bacchetta, ma quella bassa…
Il vestito che mi aveva preso terminava praticamente sotto la cintura e lasciava al vento la parte bassa del culetto. Anche il davanti era tutto scoperto e lasciato all’inefficace protezione di un paio di mutandine rosa di pizzo, che sbucavano in un triangolino rovesciato. E per concludere: tacchi e calze a rete. Indossai il tutto e mi guardai allo specchio. Eh, sì. Ero proprio vestito da puttana. E come tale presi a truccarmi. Un bel neo qui…
-Amore, sei un bastardo!- Gridò Federico dall’altra stanza. -Lo sai che è quasi novembre, vero? Congeler…PORCA MISERIA!- Esclamò entrando in camera.
Avevo deciso di accoglierlo con una espressione da femme fatale, che ero sicuro avrebbe trovato terribilmente sexy. Ma vederlo così di colpo, mi fece cascare la mandibola. Ricordo che il giorno in cui lo conobbi gli chiesi di darmi un pizzicotto e sono contentissimo non lo abbia mai fatto, perché mi sarei perso i giorni più belli della mia vita.
Il mantello sembrava poggiato su delle spalline per i rigonfiamenti che aveva sul bordo, ma se li avessi toccati, altro che spugna! Quello era acciaio purissimo! Il panno rosso rubino, con le sue pieghe era senza dubbio il sipario per lo spettacolo più bello di sempre. Soltanto vederlo respirare avrebbe fatto eiaculare gli uccelli di tutti i froci del mondo. In quel momento penso di avergli scattato tante di quelle foto mentali, che posso dire felici i neuroni cui venne affidato l’incarico, perché si salveranno a scapito di tutti gli altri e quando verrà il mio momento, chiuderò gli occhi per rivedere Federico quel giorno, perché è questo il ricordo con cui voglio morire.
Ora, non sono un feticista dei piedi, ma vederglieli fasciati da quelle sottili strisce di cuoio, che risalivano sulla caviglia e gli fasciavano un polpaccio che non riuscivano a trattenere, mi fece venire l’istinto di inginocchiarmi e glieli baciai.
Così mi portai carponi e questo mise in bella mostra il triangolino (quasi un filo) rosa che mi divideva il culetto. A Federico piacque l’idea di farsi baciare i piedi, ma quella visione fece tornare a galla il suo istinto rapace. Quando finii, rialzai lo sguardo e il busto, così ci ritrovammo in una posizione che non stenterei a definire “classica”. Avevamo appena finito di fare l’amore, ma capimmo di star pensando la stessa cosa.
-Però rapidissimi che facciamo tardi.- Disse il mio guerriero ed io mi leccai le labbra, elettrizzato all’idea di fare un pompino a un eroe delle Termopili. -Prima tu, che fai subito!- Mi contraddisse. Così Federico si abbassò per afferrarmi, mi palpò con forza il sedere e mi sollevò come fossi un bambino, portando il mio “cucciolo di cazzo” nella sua bocca. Lo inghiottì con tutto lo scroto e cominciò a mulinare la lingua. Al terzo giro stavo già per venire, ma decisi che avrei dovuto reggere almeno fino al decimo. D’accordo venire in fretta e farlo sentire l’incredibile maschio che era, ma un po’ di dignità volevo conservarla, specie dopo la sua ultima frase.
Soffrivo tantissimo a trattenere l’eiaculazione con il mio guerriero spartano che mi spompinava a due metri da terra, però ero certissimo che perlomeno alla decima sarei potuto arrivare. Ma Federico, al sesto giro di lingua, invertì il senso di rotazione. Non me l’aspettavo e non resistetti. Ingoiò tutto, poi con la punta della lingua finì di pulire la mia cappella, mentre io impazzivo e mi dimenavo sopra di lui.
-Wooo, un nuovo record!- Disse, posandomi a terra. -Ti tira proprio il mio costume.-
-Ti odio.- Risposi, piegato in due dal piacere.
-Turno tuo! Forza! Ingoia, puttanella!-
-Amore, ma che dic…BLBLBLLBBLUB!- E mi spinse la testa sul cazzo più bello del mondo. Ma… non è che partecipassi molto alla cosa; stava facendo tutto lui! Solo che era troppo eccitato e non dosava la forza; non so come feci a non finire strozzato. Dovevo tenere la bocca costantemente aperta, o davvero non avrei avuto più gli incisivi; dubito che il suo ariete si sarebbe fermato davanti a una barricata tanto misera e coordinai il respiro alle velocissime estrazioni. Era come se entrasse ogni volta un braccio per afferrarmi il cuore.
Quando finì non avevo più un capillare sano negli occhi rossissimi, lacrimavo e non avevo mai visto tanto sperma tutto in una volta, nemmeno nei filmati di gang bang. Tornai a respirare.
-Amore….ahh…mi u…aanf…mi uccidi se fai co….- Ma Federico non ascoltava, aveva negli occhi la scintilla lucida del pazzo.
-Aspetta che ti pulisco io, così ti sbavo un po’ il trucco che mi tira di più. Dio, che bello, nessuno saprà che è sbavato col mio sperma! Provati a lavare la faccia e litighiamo!- Stava impazzendo, stava letteralmente impazzendo. Non si conteneva. Ma perché non me lo aveva mai detto prima? Era il mio primo punto d’onore il soddisfarlo! Ho deciso; domani mi rifaccio il guardaroba!
Andando alla festa ebbi l’impressione di star portando un bambino all’acqua park. Avevo creato un mostro! Sbavava sulle mia calze a rete e allora io dondolavo le gambe e le incrociavo, così che un piccolo rotolino si spalmasse schiacciandosi sotto la mia coscia. Per la prima volta sentivo di avere potere su di lui, ci mancava poco che ululasse. Ero così fiero di me!
Quando arrivammo alla villa, non potevo crederci. Sembrava una casa da film americano, gente mascherata ovunque, giardino con due piscine e luci da discoteca.
-È tipo ricco da fare schifo il tuo amico?-
-No, molto di più.-
Entrando ci trovammo immersi nel carnevale di Rio; centinaia di visi mascherati, colori sgargianti e risate nell’atmosfera ubriaca e un po’ perversa di un antico baccanale. Ma, sulla destra, tre facce da Regina Coeli ci guardavano sottecchi.
-Che carino il costume da galeotto!- Pensai.
Al che, curandosi di farmele sentire, dissero testuali parole:
-Porca puttana, è arrivato un travestito! Ma Marco lo sa chi gli entra in casa?-
-Che schifo, certa gente!-
-Mi viene da vomitare.- Ah… e va beh, non si può piacere a tutti. Del resto, persone così non piacciono a noi.
Anche il mio cavaliere le aveva sentite, così mi strinse forte e mi baciò sulla fronte.
-Sei la più bella di tutte questa sera. Vieni, andiamo a ballare, che voglio sfoggiarti e far morire tutti d’invidia.- No, va beh, ma sei un cucciolo.
-Ti amo; lo sai questo, vero?- Risposi -Vieni che ti faccio vedere una cosa.-
Avevo in serbo un asso nella manica per quella sera: Federico non mi aveva mai visto ballare. Lo avrei fatto impazzire, stretto nelle mie calze a rete, mentre i suoi muscoloni non erano certo adatti al ballo e… COME NON DETTO! Partita la prima canzone, mani dietro la testa, con i bicipiti che gli esplodevano sensuali a incorniciargli il bellissimo volto, prese a muovere il bacino a tempo di musica con una tale eleganza che mi lasciò a bocca aperta. La pelle gli scorreva sugli addominali in movimento; delfini che si tuffavano nelle onde più sexy della storia. Era lui a fare impazzire me! Non potevo essere da meno, così lo abbracciai in figura plastica e con una gamba gli cinsi la schiena, proprio sopra il complesso scultoreo del suo sedere; sembravamo due tangheri.
Lo straccetto che aveva al posto delle mutande gli stava esplodendo ed anche le mie mutandine rosa non scherzavano affatto.
Bevemmo un po’ quella sera e la vodka ci fece perdere ancora più nello spirito dionisiaco che aleggiava sulla splendida serata e nell’afrore dei nostri corpi sudati.
Ballare con lui mi diede la definitiva conferma di quello che pensavo oramai da mesi: Federico era l’uomo della mia vita. Il problema è che me lo dovevo contendere! Lasciarlo un istante voleva dire ritrovarlo circondato di troiette che gli strusciavano il culo, piatendo una ripassata e qualcuna mi spostò persino a colpi di sedere per avvicinarglisi. Ma non potevo recriminare; quel costume da infarto lo avevo scelto io e chi è causa del suo mal…
Al terzo cocktail, la vescica cominciò a recriminare e dovetti andare in bagno. Feci a Federico il segno che sarei andato al piano di sopra e fui costretto a seguire l’istinto, abbandonandolo alle sue contendenti senza speranza.
Il secondo piano era deserto e praticamente al buio. Ero brilletto e non riuscii a capire dove fosse l’interruttore, ma la luce del bagno era accesa e lo raggiunsi barcollando nell’oscurità.
Rumore di passi. Una risata. Silenzio.
-Amore…? …sei tu-u?- Nessuno rispose. -Forse qualcuno che fa l’amore di nascosto.- Mi rincuorai, ma proprio in quel momento emersero dall’oscurità le tre facce da Regina Coeli.
-Ma sì, certo cazzetto! Dicci solo chi ti vuoi scopare.- -Ce lo vorresti succhiare, eh? Così ci puoi attaccare le tue cazzo di malattie?-
-Ma io non ho malattie…- Risposi confuso.
-Sei frocio, quindi almeno una ce l’hai!- Cominciarono a tremarmi le mani.
Uno di loro era enorme, due metri di bestia dallo sguardo bovino e anche gli altri non scherzavano affatto. Spalle larghe, braccia fasciate di muscoli. Per mandarmi all’ospedale uno era anche troppo.
-Hahaha guarda come si sta cagando sotto!- E il più piccolo estrasse un coltello a serramanico. Trasalii. Erano proprio davanti alla porta, non potevo nemmeno provare a fuggire.
-Ragazzi, ma io cosa vi ho fatto di male?- Provai a difendermi.
-Stai zitta, troia!-Sei una merda!-Noi stiamo facendo un cazzo di favore al mondo!-
-Ma perché non mi piace la fica? Così ce n’è di più per voi, no? Sotto è pieno!- Sorrisi nervosamente.
-E noi ci scopiamo i tuoi scarti? È questo che vuoi dire??- E il più grosso mi diede uno schiaffo talmente forte che mi fece cadere a terra. Colpii il muro di fronte e mi ritrovai sul pavimento bagnato, aggrappato alla tazza del water. Sentivo in bocca il sapore del sangue.
-Che frocetto smidollato! Per uno schiaffo vai giù? Alzati e combatti da uomo!-
Solo allora capii che nessun ragionamento avrebbe persuaso quelle belve. Fino a quel momento pensavo ancora ingenuamente di potermela cavare in qualche modo e quando compresi di sbagliarmi… cazzo, impazzii! Dimenai le gambe a terra come un pesce appena pescato, ma i tacchi scivolavano sul pavimento lucido. Uno di loro si avvicinò a me e, mani e piedi, mi allontanai il più possibile, rannicchiandomi in un angolo. La guancia mi faceva ancora male e tremavo solo all’idea di prenderne ancora. Cosa avevo fatto per meritare questo?
-Alzati, frocio di merda! Devi comportarti da uomo per farti venire voglia di fica!-
Avevo voglia di gridare, ma ero talmente terrorizzato da non esserne capace. E poi anche se il mio uomo fosse corso in mio aiuto, quelli erano in tre! A questo punto era meglio che soffrissi io solo.
Il mio unico conforto era pensare che se davvero li facevo schifo, allora forse non mi avrebbero violentato e sarei rimasto puro per lui. Così chiusi gli occhi e sperai che facessero in fretta. Ma non riuscii ad impedire che una lacrima mi solcasse il viso.
-Guardate, sta piangendo! È davvero una femmina!-
-Dai, passami il coltello, che gliela apro io una fica!-
-Secondo me già ce l’ha! Forza troietta, facci vedere come pisci seduta!-
-Se non ve ne andate subito,- Disse la voce più bella del mondo -sarete voi a tre a pisciare seduti per il resto dei vostri giorni!-
-E tu chi cazzo sei??- Gli chiese spavaldo il bestione.
-Il frocio che adesso ti rompe il culo!-
Continua…
David; 19 anni, capelli biondo platino, occhioni da cerbiatto, innamorato della vita e del cazzo, forte del suo culetto “che poche ragazze al mondo possono vantare”, vive il suo sogno con Federico; 22 anni, toro muscoloso e superdotato. Tra scopate allucinanti, pompini e tanta cucciolaggine, trascorrono i mesi più belli della loro vita. Ma un grave problema sbuca all’orizzonte…
-No, guardi che non ha capito, non ci faccio niente di una striscia di ferro come rinforzo! Mi serve qualcosa di mooolto più resistente.- Replicai all’assistente dell’IKEA, reparto letti.
-Ma deve farci accoppiare dei rinoceronti?-
-Eh, una cosa del genere. Cosa mi consiglia?-
-Di andare dal fabbro!- Così, quando riferii questa conversazione a Federico, morì dalla risate.
-Ahahahahahah Avrà pensato che ti dai alle orge!-
-Ahahah È colpa mia se tu conti per quattro?-
-Così pochi? Pensavo molti di più! Vuol dire che non mi impegno abbastanza.-
-Hmmm sì, non ti impegni molto… comunque sei uno sbruffone!-
-E tu un bugiardo.-
Venti secondi dopo ero a gambe aperte, ululando il mio amore alla luna.
-Io ho ancora un po’ sonno.- Dichiarò il mio toro dopo avermi polverizzato il culetto e si accoccolò, o per meglio dire, mi accoccolò tra le sue braccia, con le vene che pulsavano ancora per lo sforzo.
Le mie gambette bianche con i loro muscoletti sodi da ballerino, strette tra le sue cosce abbronzate, erano una goduria per gli occhi. I miei quatricipiti si gonfiavano in una curvetta sexy, i suoi andavano illuminati da quattro angolazioni diverse per togliere le ombre dalle scanalature. Ma ancora più arrapante era vedere il mio cazzo moscio vicino al suo in erezione. Non gli veniva giù nemmeno dopo avermi timbrato il biglietto per il paradiso e questo, beh, mi faceva sentire bellissima. Il mio invece… non so perché, ma da moscio rientra quasi del tutto e, in quello stato, non era che un paio di centimetri più lungo della sua cappella, ma comunque inferiore per massa.
-Che clitoride grande che hai, amore! Sembri quasi un maschietto.- Ma vedere il suo bestione gocciolante e circonciso vicino alla mia lumachina era una visione talmente eccitante, che non poteva durare. E così finalmente andavo in erezione anch’io e… va beh, non è che le cose cambiassero più di tanto.
-Ma questo clitoride si ingrandisce anche un pochino! Allora sei veramente un maschietto!-
Ed io sorridevo contento, cucciolo fedele del mio maschione.
Tutto nel confronto tra noi due, mi schiacciava. Sdraiati di fianco, le mie spalle non arrivavano alla fine del suo petto e tutto il suo corpo era così solido e compatto che se mi stringeva troppo forte, diventavo il suo negativo. Solo sulle labbra lo battevo.
Eh, sì, le mie erano più carnose e questo mi aiutava a farmi sentire ancora più la sua femminuccia. Era una goduria baciarlo. La mia carne morbida si spalmava sopra quei muscoloni di pietra. E se la muovevo si deformava seguendo le striature che gli tempestavano il fisico.
Stavo giusto iniziando la seconda dozzina di baci alla sua cappella, quando Federico mi chiese:
-Ti ho mai parlato del mio amico Marco?-
-Mi stai chiedendo di… fare una cosa a tre?- Chiesi spaventato.
-Ahahaha no, amore. Non credo di poter vedere un altro che prova a toccarti. Vedi questo culetto? È mio! Le labbra? Mie! Le mani, le gambe, il nasino; tutto mio! E il primo che si azzarda a portarti via da me, lo gonfio!-
-Eh sì, che brutto vedere il mio maschione picchiare un pretendente per difendere la sua ragazza. Non è affatto il mio sogno ricorrente!-
-Ah, sì? Allora voglio conoscerli, i tuoi sogni!-
-No, mi vergogno troppo.-
-Dai, non ti far pregare.-
-…se te lo dico, poi giuri non mi prendi in giro?-
-Giuro!-
-Allora…uno dei miei preferiti è… Dio che vergogna, ma devo proprio?-
-Dai, mi sto già arrapando, continua!-
-Allora… io sono incatenato mani e piedi nel labirinto… -
-Quello del minotauro? Cioè ti salvo da lui?-
Avvampai -Ecco… sì. C’è anche quella zoccola di Arianna che ti vuole scopare, certo, chi non vorrebbe! Però tu sei innamorato di me e lo affronti per liberare la tua principessa… che si infilerebbe un palo nel culo dal desiderio. Ma trema di paura vedendo quel mostro che la vuole mangiare e prega piangendo: Fede, vienimi a salvare! Lo so, sono fantasie da bimba minchia.-
-Quando è grande più o meno un minotauro?-
-Nel mio sogno è almeno tre metri e mezzo con dei muscoli enormi, un bicipite che è una palla così.- Dissi mostrandola distanza tra la mia spalla e il dito indice.
-Ma è troppo! Come ne usciamo vivi, ho una spada?-
-Vabbè, ma un sogno! No, no, assolutamente niente spada…- Riavvampai, ma oramai mi ero scoperto, tanto valeva proseguire -perché tu sei il mio Ercole. Lo prendi per le corna e lo sbatacchi qua e là, tra il pavimento e le pareti. Gli metti un piede sopra e mi scopi a sangue mentre ti supplica di lasciarlo andare.-
-Pffff…!!!- Sbuffò per trattenere una risata, ma non resse e -AHAHAHAHAHAHA!!! -
-Avevi detto che non mi prendevi in giro!-
-AHAHAHAHAHA scusami, ma sei proprio un cucciolo da sottomettere e stuprare, principessina mia ahahaha! Sei dolcissimo, dammi un bacio.-
-NO!-
-Dammi un bacioo…-
-NO-O!-
-Dammi un bacio o ti sbatacchio come un minotauro…ahahah scusami. E dai, non fare così!-
-Stronzo!- Dissi, girandomi di spalle.
-Su, principessa. Sono il tuo maschione che ti adora e ti difenderà da tutti i minotauri del mondo.-
-No, sei cattivo! Io mi metto a nudo e tu mi prendi in giro!-
-E se mi facessi perdonare?-
-La bottega è chiusa per oggi, trovati un altro culo!-
-A parte che l’ho appena avuto, e se voglio me lo riprendo.- E va beh, ma così non vale, è scorrettissimo farmi bagnare se ce l’ho con te. –E tralasciando anche il fatto che quello era Teseo e non Ercole, prima ti dicevo del mio amico Marco perché tra due giorni è Halloween e a casa sua fanno sempre una bellissima festa in maschera.- qui prese a sussurrare –Voglio farti un regalo: potrai farmi indossare il costume che ti eccita di più. E la notte giocherò con te a quello che vorrai. Sarò il tuo eroe invincibile, se è questo che ti eccita. Un po’ perché voglio vederti contento, un po’ perché lo sai quanto mi tira vederti impazzire per me. Se ti eccitassi a vedermi costruire lampadari, costruirei lampadari, chi se ne frega! Trovo senso alla mia giornata solo quando mi guardi con quegli occhioni fieri. Ho anche io le mie fragilità, cosa credi? Non sono mica Dio. Ogni tanto me lo chiedo perché mi sfondo tutti i giorni in palestra. Sì, mi piace, ma la verità è che ho paura di essere inadeguato, tutto qui. Perché... è così che mi facevano sentire i miei genitori, fin da quando ero un bambino. Ma poi sei arrivato tu e mi viene da pensare che forse non sono così inutile, se con la mia vita posso rendere un po’ meno infelice una creatura meravigliosa come te.-
Un lungo silenzio -Ti amo…- Un lungo bacio.
-…e accetto la tua proposta.- Dissi -Ma a una condizione!-
-Quale?-
-Che anche tu mi faccia indossare il costume che ti eccita di più. E niente ipocrisie, voglio la tua fantasia più perversa!- Deglutì, era chiaramente in difficoltà –E va bene. Ma poi non ti lamentare!-
Ma che ficata! Passai tutto il giorno a fantasticare, lo ammetto. Hercules era ovviamente la mia prima scelta; ho guardato quel cartone mille volte da bambino, anche se allora non potevo ancora sospettarne il motivo, e con quei capelli Federico gli assomigliava anche un po’, ma si trattava di un personaggio forse un po’ troppo vestito. Era giusto approfittare dell’occasione. Superman? Peggio ancora e poi ci voleva la parrucca. Capitan America? Thor? Ma che cavolo! Perché li fanno tutti incelofanati sti supereroi? Ma non era 1000 volte più sexy la vecchia mitologia? Così alla fine optai per il costume da spartano di 300, che non è proprio vecchia mitologia, ma va beh. Elmo, schinieri, mantello e qualcosina per nascondere la sua anaconda. Punto!
-Per il mio eroe!- Dissi a Federico il giorno della festa, quando gli porsi il mio costume.
-Per la mia principessa!- Rispose, regalandomi il suo. Ma come! Tutto sto casino e poi…?
-No, aspetta ha le alucce. Ma dai, sarò la fata turchina!- E corsi a cambiarmi.
All’inizio pensavo fosse una cosa dolcissima, poi ehm…capii che non era esattamente così. La parte alta era tutta “fata turchina”, con tanto di ali e bacchetta, ma quella bassa…
Il vestito che mi aveva preso terminava praticamente sotto la cintura e lasciava al vento la parte bassa del culetto. Anche il davanti era tutto scoperto e lasciato all’inefficace protezione di un paio di mutandine rosa di pizzo, che sbucavano in un triangolino rovesciato. E per concludere: tacchi e calze a rete. Indossai il tutto e mi guardai allo specchio. Eh, sì. Ero proprio vestito da puttana. E come tale presi a truccarmi. Un bel neo qui…
-Amore, sei un bastardo!- Gridò Federico dall’altra stanza. -Lo sai che è quasi novembre, vero? Congeler…PORCA MISERIA!- Esclamò entrando in camera.
Avevo deciso di accoglierlo con una espressione da femme fatale, che ero sicuro avrebbe trovato terribilmente sexy. Ma vederlo così di colpo, mi fece cascare la mandibola. Ricordo che il giorno in cui lo conobbi gli chiesi di darmi un pizzicotto e sono contentissimo non lo abbia mai fatto, perché mi sarei perso i giorni più belli della mia vita.
Il mantello sembrava poggiato su delle spalline per i rigonfiamenti che aveva sul bordo, ma se li avessi toccati, altro che spugna! Quello era acciaio purissimo! Il panno rosso rubino, con le sue pieghe era senza dubbio il sipario per lo spettacolo più bello di sempre. Soltanto vederlo respirare avrebbe fatto eiaculare gli uccelli di tutti i froci del mondo. In quel momento penso di avergli scattato tante di quelle foto mentali, che posso dire felici i neuroni cui venne affidato l’incarico, perché si salveranno a scapito di tutti gli altri e quando verrà il mio momento, chiuderò gli occhi per rivedere Federico quel giorno, perché è questo il ricordo con cui voglio morire.
Ora, non sono un feticista dei piedi, ma vederglieli fasciati da quelle sottili strisce di cuoio, che risalivano sulla caviglia e gli fasciavano un polpaccio che non riuscivano a trattenere, mi fece venire l’istinto di inginocchiarmi e glieli baciai.
Così mi portai carponi e questo mise in bella mostra il triangolino (quasi un filo) rosa che mi divideva il culetto. A Federico piacque l’idea di farsi baciare i piedi, ma quella visione fece tornare a galla il suo istinto rapace. Quando finii, rialzai lo sguardo e il busto, così ci ritrovammo in una posizione che non stenterei a definire “classica”. Avevamo appena finito di fare l’amore, ma capimmo di star pensando la stessa cosa.
-Però rapidissimi che facciamo tardi.- Disse il mio guerriero ed io mi leccai le labbra, elettrizzato all’idea di fare un pompino a un eroe delle Termopili. -Prima tu, che fai subito!- Mi contraddisse. Così Federico si abbassò per afferrarmi, mi palpò con forza il sedere e mi sollevò come fossi un bambino, portando il mio “cucciolo di cazzo” nella sua bocca. Lo inghiottì con tutto lo scroto e cominciò a mulinare la lingua. Al terzo giro stavo già per venire, ma decisi che avrei dovuto reggere almeno fino al decimo. D’accordo venire in fretta e farlo sentire l’incredibile maschio che era, ma un po’ di dignità volevo conservarla, specie dopo la sua ultima frase.
Soffrivo tantissimo a trattenere l’eiaculazione con il mio guerriero spartano che mi spompinava a due metri da terra, però ero certissimo che perlomeno alla decima sarei potuto arrivare. Ma Federico, al sesto giro di lingua, invertì il senso di rotazione. Non me l’aspettavo e non resistetti. Ingoiò tutto, poi con la punta della lingua finì di pulire la mia cappella, mentre io impazzivo e mi dimenavo sopra di lui.
-Wooo, un nuovo record!- Disse, posandomi a terra. -Ti tira proprio il mio costume.-
-Ti odio.- Risposi, piegato in due dal piacere.
-Turno tuo! Forza! Ingoia, puttanella!-
-Amore, ma che dic…BLBLBLLBBLUB!- E mi spinse la testa sul cazzo più bello del mondo. Ma… non è che partecipassi molto alla cosa; stava facendo tutto lui! Solo che era troppo eccitato e non dosava la forza; non so come feci a non finire strozzato. Dovevo tenere la bocca costantemente aperta, o davvero non avrei avuto più gli incisivi; dubito che il suo ariete si sarebbe fermato davanti a una barricata tanto misera e coordinai il respiro alle velocissime estrazioni. Era come se entrasse ogni volta un braccio per afferrarmi il cuore.
Quando finì non avevo più un capillare sano negli occhi rossissimi, lacrimavo e non avevo mai visto tanto sperma tutto in una volta, nemmeno nei filmati di gang bang. Tornai a respirare.
-Amore….ahh…mi u…aanf…mi uccidi se fai co….- Ma Federico non ascoltava, aveva negli occhi la scintilla lucida del pazzo.
-Aspetta che ti pulisco io, così ti sbavo un po’ il trucco che mi tira di più. Dio, che bello, nessuno saprà che è sbavato col mio sperma! Provati a lavare la faccia e litighiamo!- Stava impazzendo, stava letteralmente impazzendo. Non si conteneva. Ma perché non me lo aveva mai detto prima? Era il mio primo punto d’onore il soddisfarlo! Ho deciso; domani mi rifaccio il guardaroba!
Andando alla festa ebbi l’impressione di star portando un bambino all’acqua park. Avevo creato un mostro! Sbavava sulle mia calze a rete e allora io dondolavo le gambe e le incrociavo, così che un piccolo rotolino si spalmasse schiacciandosi sotto la mia coscia. Per la prima volta sentivo di avere potere su di lui, ci mancava poco che ululasse. Ero così fiero di me!
Quando arrivammo alla villa, non potevo crederci. Sembrava una casa da film americano, gente mascherata ovunque, giardino con due piscine e luci da discoteca.
-È tipo ricco da fare schifo il tuo amico?-
-No, molto di più.-
Entrando ci trovammo immersi nel carnevale di Rio; centinaia di visi mascherati, colori sgargianti e risate nell’atmosfera ubriaca e un po’ perversa di un antico baccanale. Ma, sulla destra, tre facce da Regina Coeli ci guardavano sottecchi.
-Che carino il costume da galeotto!- Pensai.
Al che, curandosi di farmele sentire, dissero testuali parole:
-Porca puttana, è arrivato un travestito! Ma Marco lo sa chi gli entra in casa?-
-Che schifo, certa gente!-
-Mi viene da vomitare.- Ah… e va beh, non si può piacere a tutti. Del resto, persone così non piacciono a noi.
Anche il mio cavaliere le aveva sentite, così mi strinse forte e mi baciò sulla fronte.
-Sei la più bella di tutte questa sera. Vieni, andiamo a ballare, che voglio sfoggiarti e far morire tutti d’invidia.- No, va beh, ma sei un cucciolo.
-Ti amo; lo sai questo, vero?- Risposi -Vieni che ti faccio vedere una cosa.-
Avevo in serbo un asso nella manica per quella sera: Federico non mi aveva mai visto ballare. Lo avrei fatto impazzire, stretto nelle mie calze a rete, mentre i suoi muscoloni non erano certo adatti al ballo e… COME NON DETTO! Partita la prima canzone, mani dietro la testa, con i bicipiti che gli esplodevano sensuali a incorniciargli il bellissimo volto, prese a muovere il bacino a tempo di musica con una tale eleganza che mi lasciò a bocca aperta. La pelle gli scorreva sugli addominali in movimento; delfini che si tuffavano nelle onde più sexy della storia. Era lui a fare impazzire me! Non potevo essere da meno, così lo abbracciai in figura plastica e con una gamba gli cinsi la schiena, proprio sopra il complesso scultoreo del suo sedere; sembravamo due tangheri.
Lo straccetto che aveva al posto delle mutande gli stava esplodendo ed anche le mie mutandine rosa non scherzavano affatto.
Bevemmo un po’ quella sera e la vodka ci fece perdere ancora più nello spirito dionisiaco che aleggiava sulla splendida serata e nell’afrore dei nostri corpi sudati.
Ballare con lui mi diede la definitiva conferma di quello che pensavo oramai da mesi: Federico era l’uomo della mia vita. Il problema è che me lo dovevo contendere! Lasciarlo un istante voleva dire ritrovarlo circondato di troiette che gli strusciavano il culo, piatendo una ripassata e qualcuna mi spostò persino a colpi di sedere per avvicinarglisi. Ma non potevo recriminare; quel costume da infarto lo avevo scelto io e chi è causa del suo mal…
Al terzo cocktail, la vescica cominciò a recriminare e dovetti andare in bagno. Feci a Federico il segno che sarei andato al piano di sopra e fui costretto a seguire l’istinto, abbandonandolo alle sue contendenti senza speranza.
Il secondo piano era deserto e praticamente al buio. Ero brilletto e non riuscii a capire dove fosse l’interruttore, ma la luce del bagno era accesa e lo raggiunsi barcollando nell’oscurità.
Rumore di passi. Una risata. Silenzio.
-Amore…? …sei tu-u?- Nessuno rispose. -Forse qualcuno che fa l’amore di nascosto.- Mi rincuorai, ma proprio in quel momento emersero dall’oscurità le tre facce da Regina Coeli.
-Ma sì, certo cazzetto! Dicci solo chi ti vuoi scopare.- -Ce lo vorresti succhiare, eh? Così ci puoi attaccare le tue cazzo di malattie?-
-Ma io non ho malattie…- Risposi confuso.
-Sei frocio, quindi almeno una ce l’hai!- Cominciarono a tremarmi le mani.
Uno di loro era enorme, due metri di bestia dallo sguardo bovino e anche gli altri non scherzavano affatto. Spalle larghe, braccia fasciate di muscoli. Per mandarmi all’ospedale uno era anche troppo.
-Hahaha guarda come si sta cagando sotto!- E il più piccolo estrasse un coltello a serramanico. Trasalii. Erano proprio davanti alla porta, non potevo nemmeno provare a fuggire.
-Ragazzi, ma io cosa vi ho fatto di male?- Provai a difendermi.
-Stai zitta, troia!-Sei una merda!-Noi stiamo facendo un cazzo di favore al mondo!-
-Ma perché non mi piace la fica? Così ce n’è di più per voi, no? Sotto è pieno!- Sorrisi nervosamente.
-E noi ci scopiamo i tuoi scarti? È questo che vuoi dire??- E il più grosso mi diede uno schiaffo talmente forte che mi fece cadere a terra. Colpii il muro di fronte e mi ritrovai sul pavimento bagnato, aggrappato alla tazza del water. Sentivo in bocca il sapore del sangue.
-Che frocetto smidollato! Per uno schiaffo vai giù? Alzati e combatti da uomo!-
Solo allora capii che nessun ragionamento avrebbe persuaso quelle belve. Fino a quel momento pensavo ancora ingenuamente di potermela cavare in qualche modo e quando compresi di sbagliarmi… cazzo, impazzii! Dimenai le gambe a terra come un pesce appena pescato, ma i tacchi scivolavano sul pavimento lucido. Uno di loro si avvicinò a me e, mani e piedi, mi allontanai il più possibile, rannicchiandomi in un angolo. La guancia mi faceva ancora male e tremavo solo all’idea di prenderne ancora. Cosa avevo fatto per meritare questo?
-Alzati, frocio di merda! Devi comportarti da uomo per farti venire voglia di fica!-
Avevo voglia di gridare, ma ero talmente terrorizzato da non esserne capace. E poi anche se il mio uomo fosse corso in mio aiuto, quelli erano in tre! A questo punto era meglio che soffrissi io solo.
Il mio unico conforto era pensare che se davvero li facevo schifo, allora forse non mi avrebbero violentato e sarei rimasto puro per lui. Così chiusi gli occhi e sperai che facessero in fretta. Ma non riuscii ad impedire che una lacrima mi solcasse il viso.
-Guardate, sta piangendo! È davvero una femmina!-
-Dai, passami il coltello, che gliela apro io una fica!-
-Secondo me già ce l’ha! Forza troietta, facci vedere come pisci seduta!-
-Se non ve ne andate subito,- Disse la voce più bella del mondo -sarete voi a tre a pisciare seduti per il resto dei vostri giorni!-
-E tu chi cazzo sei??- Gli chiese spavaldo il bestione.
-Il frocio che adesso ti rompe il culo!-
Continua…
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