Sono il bull di mia mamma 2
di
PirataCuoreGranata
genere
incesti
Mamma ha posizionato il centimetro da sarta sul cazzo, dopo un attimo ho sentito:
“Uhh però sono 23”
“Ventitré cosa mamma?”
“23 cm di cazzo tesoro, ora misuro anche la grossezza”
“Mamma ma cosa t’importa della misura del cazzo?”
“M’importa!”
“Perché?”
“Perché la mia amica Silvana, m’ha detto che ha un amante e che gli ha misurato l’uccello, perché era enorme al confronto del marito, lui ha una lunghezza di 20 per 7 di circonferenza, mentre il cornuto è solo la metà”
“E allora cosa vuoi dirle, che tuo figlio ti scopa e ha un cazzo più grosso del suo amante?”
“No di certo, nessuno deve sapere di noi due, nemmeno tuo padre, ma posso dirle, che ho avuto un avventura con un ragazzo bellissimo, con un cazzo meraviglioso”
“Va bene mamma, continua con la misurazione, ma fai in fretta, che stanotte non ti lascio dormire, voglio sfondarti e farti fare indigestione di cazzo”
“Dai prendo l’ultima misura, poi iniziamo a scopare”
Mentre prendeva la circonferenza, con la mano destra le titillavo il clitoride, dicendole:
“Hai una magnifica patatina, non vedo l’ora di farla mia”
“Wow! Che cazzo che hai, altro che quello dell’amante di Silvana, lo superi in tutto, da quel che ho visto, mi sa che anche in resistenza non ci siano paragoni, spero solo, che tu lo sappia usare altrettanto bene, comunque la circonferenza è 10 cm”
“Mamma iniziamo, poi giudichi!”
“Dai amore, voglio sentirti dentro!”
Messo via lo strumento di misura, ho fatto coricare mamma supina sul letto, l’ho penetrata, dopo averla preparata con un lungo lavoro di lingua.
Due ore dopo, non ero ancora venuto, invece mamma aveva già avuto sette orgasmi, alle cinque del mattino, dopo ben quattro ore ho eruttato molta sborra dentro la vagina di Laura mia madre, la quale ha detto:
“Sei proprio un toro, speriamo solo, che non resti incinta, dopo questa maratona”
Verso le 5,30 ci addormentammo nudi ed abbracciati, ci svegliammo alle 10,00 , invece di vestirci per andare in ospedale, mamma disse:
“Amore ho ancora voglia di scopare, pensi che possiamo rimandare la visita a tuo padre?”
“Certo! Basta poi trovare una scusa plausibile”
“Dai, allora comincia a farmi entrare il tuo marziano in figa”
La baciai in bocca, poi introdussi il mio cazzo nella sua fregna ed incominciai a pompare, a mezzogiorno grazie alla mia resistenza, non ero ancora venuto, mamma mi disse:
“Stallone mio, vienimi dentro, voglio sentire tutto il tuo liquido nella mia caverna, poi quando ti diventa molle, voglio misurartelo nuovamente”
“Mamma, ma tu hai una fissa per le misure!”
“Si, voglio che il mio amante, sia meglio di quello di Silvana”
“Ma scusa tra te e Silvana c’è rivalità? E poi come fai a dire a Silvana, che noi abbiamo una relazione?”
“L’importante non è dirlo a lei, ma che lo sappia io!”
Nel sentire queste parole, sono esploso nella sua vagina, inondandola con una quantità enorme di sperma.
Mamma soddisfatta disse:
“Ora ti misuro il cazzo molle, poi andiamo da papà”
Riprese il centimetro e misurò:
“Vediamo un po’ lunghezza 16cm, circonferenza 7cm”
“Soddisfatta?”
“Si! Alziamoci, pranziamo, poi andiamo a trovare il cervo”
Ci alzammo, mangiammo una pasta e una cotoletta, mamma si sedette in braccio, una forchettata di pasta a lei e una a me, così anche per la cotoletta un pezzo a lei ed uno a me, mentre il mio cazzo visitava la sua intimità. Finito di pranzare mamma chiese:
“Il caffè lo prendiamo strada facendo?”
“Si! Poi domani andiamo a comprare un po’ di vestiti e dell’intimo più consoni a una porca come te!”
“Perché così nuda, non ti vado bene?”
“Nuda mi piaci, ma saperti vestita sotto come una puttana, mi da una carica, che neanche ti immagini”
“Ma come facciamo, già oggi dobbiamo inventare una storia per l’assenza di stamattina, per domani non ci crederà”
“Lascia fare, ci penso io!”
“Sei diabolico amore”
Arrivati in ospedale papà chiese:
“Vi aspettavo stamattina, è successo qualcosa?”
“Beh sai papà, il ragazzo che mi sostituisce, aveva un problema con un cliente, ho dovuto recarmi in azienda, a proposito, anche domani verremo al pomeriggio, devo andare direttamente dal cliente, quindi sai che mamma non guida, pertanto l’accompagno solo il pomeriggio”
“Bravo, non trascurare il lavoro”
Mamma sbuffò, come per non approvare la decisione, poi si riprese a parlare del più e del meno.
In serata venne un dottore, che ci disse che fra tre giorni, papà sarebbe stato spostato in un ospedale più attrezzato per fare una coronarografia, per stabilire se si poteva intervenire con l’angioplastica, cioè inserire un palloncino o se era meglio operare ed inserire dei by pass.
Il medico, ci disse anche che se veniva inserito il palloncino in due tre giorni il paziente sarebbe stato dimesso, se invece si trattava di operazione i tempi erano di almeno trenta giorni.
Usciti dall’ospedale, mamma mi baciò, poi tenendomi sottobraccio mi sussurrò in un orecchio:
“Sei terribile amore, hai inventato una balla che sembra vera”
“Beh mamma, se voglio trasformarti nella mia troia, devo comprarti gli indumenti adatti”
“Si, ma quando li indosso! Se tuo padre viene a casa tra tre giorni, non ci sarà più tempo per noi!”
“Il tempo lo troveremo, vedi mamma, ora che ho scoperto quanto sei porca, non rinuncio a te, una scusa, un modo per trombarti, almeno una volta alla settimana lo trovo”
“Amore dopo aver chiavato con te, una volta a settimana non mi basta più! In 47 anni non ho mai goduto così, pertanto non voglio rinunciare a te, anche a costo di chiedere il divorzio! Al tuo cazzone non rinuncio!”
“Non c’è il caso che divorzi, al massimo parleremo con lui e troveremo una soluzione”
“Dici?”
“Beh dopo quello, che l’è successo non sarà più lo stesso, non potrà più affaticarsi, pertanto sarà contento, che sia io ad occuparmi di te, comunque adesso andiamo a casa, che ho voglia di riempirti di sperma”
“Andiamo, non vedo l’ora di darti la figa”
Arrivammo a casa, mangiammo solamente un panino, poi a letto a scopare, fino alle quattro di notte, alle cinque ci siamo addormentati, alle otto la sveglia ci ha svegliato, mamma disse:
“Amore devi andare al lavoro”
“Che dici mamma, lo sai che ho preso l’aspettativa”
“Amore il tuo lavoro in questo momento è riempirmi di sperma la figa, devi tenermela sempre piena e umida”
“Cazzo mamma, stai diventando la troia, che ho sempre desiderato!”
“Sei tu, che mi fai fare cose, che non ho mai immaginato minimamente”
“Dai su, che ci facciamo una sveltina, poi andiamo a comprare calze, mutandine e reggiseni adeguati a un bel troione come te”
“Su dai, dammi il cazzo, che muoio dalla voglia”
Scopammo fino alle 9,30, poi ci alzammo, dopo esserci vestiti, andammo a comprare l’intimo.
Feci prendere a mamma 14 paia di calze, suddivisi in autoreggenti, a retina, velatissime e parigine da indossare col reggicalze o la giarrettiera, alcuni a rete, altri con la cucitura posteriore o velati, 14 paia di mutandine, scelsi tra brasiliane, perizomi, tanga e culottes.
Di reggiseni ne prendemmo 10, suddivisi in 6 push up, 2 con ferretto e 1senza ferretto e uno sportivo.
Pagai il conto, uscendo dal negozio presi mamma per un fianco, l’attirai a me, le diedi un bacio alla francese, poi dissi:
“Adesso, bisogna cambiare anche le calzature e i vestiti”
“Caro se spendo tutti questi soldi, tuo padre cosa dirà?”
“Mia bella troiona, tutte queste cose te le regalo io, voglio vederti ed averti sempre pronta per ricevere il mio cazzo”
“Amore, ormai sono pronta solo per il tuo cazzo, non voglio quello di nessun altro! Ti amo tanto!”
“Dai compriamo un po’ di scarpe e vestiti”
Entrammo in un negozio di calzature, dove acquistammo, sandali con cinturino alla caviglia, stivaletti con elastico laterale, stivali coprenti, che arrivano sotto il ginocchio, scarpe Chanel, tronchetti ed alcuni modelli di decolleté, anche un paio di stivali, che arrivano a metà coscia.
Poi per ultimo andammo in un negozio d’abbigliamento, dove acquistammo, 4 tailleur 2 con gonna e 2 con pantaloni, 3 gonne corte cioè la lunghezza non supera il ginocchio, 3 longuette ossia quelle gonne che arrivano al polpaccio, 4 gonne lunghe con spacchi vari e 5 minigonne ossia gonne che non arrivano a metà coscia.
Finiti gli acquisti, con l’auto ci dirigemmo verso l’ospedale, mamma sembrava una bambina, ad un certo punto si volse verso me e disse:
“Amore al primo posto appartato, che troviamo, fermati che ho una voglia che mi scappa da tutti i pori”
Pensando, che le scappasse la pipì, alla prima strada, che si addentrava in un boschetto m’immisi, appena fermai l’auto, si tolse le mutandine, poi con uno sguardo da porca mi disse:
“Per adesso faccio da sola, ma ad un certo punto devi intervenire tu!”
“Intervenire per cosa?”
“Come per cosa, per montarmi, ho una voglia tremenda di arrivare in ospedale, con la tua sborra dentro me!”
A quel punto non risposi, ma mi calai i pantaloni, la scopai come una donna da strada, mamma urlava come se la squartassi, dopo essere venuto due volte in lei, scesi dall’auto con i pantaloni calati alle caviglie, mi sdraiai supino sul sedile posteriore e dissi:
“Vieni qui e impalati dandomi la schiena!”
“Arrivo amore!”
S’impalò e cominciò adagio a fare su e giù, poi poco alla volta, aumentò il ritmo, proprio mentre stavo per eruttare sperma per la terza volta, passandole una mano sul culo le dissi:
“Mamma hai il buchino del culo, che palpita come un cuoricino”
“Amore, la mamma prima o poi ti darà anche quello, ma devi fare piano, perché è ancora vergine, nessuno è mai transitato da quel passaggio”
“Uhh però sono 23”
“Ventitré cosa mamma?”
“23 cm di cazzo tesoro, ora misuro anche la grossezza”
“Mamma ma cosa t’importa della misura del cazzo?”
“M’importa!”
“Perché?”
“Perché la mia amica Silvana, m’ha detto che ha un amante e che gli ha misurato l’uccello, perché era enorme al confronto del marito, lui ha una lunghezza di 20 per 7 di circonferenza, mentre il cornuto è solo la metà”
“E allora cosa vuoi dirle, che tuo figlio ti scopa e ha un cazzo più grosso del suo amante?”
“No di certo, nessuno deve sapere di noi due, nemmeno tuo padre, ma posso dirle, che ho avuto un avventura con un ragazzo bellissimo, con un cazzo meraviglioso”
“Va bene mamma, continua con la misurazione, ma fai in fretta, che stanotte non ti lascio dormire, voglio sfondarti e farti fare indigestione di cazzo”
“Dai prendo l’ultima misura, poi iniziamo a scopare”
Mentre prendeva la circonferenza, con la mano destra le titillavo il clitoride, dicendole:
“Hai una magnifica patatina, non vedo l’ora di farla mia”
“Wow! Che cazzo che hai, altro che quello dell’amante di Silvana, lo superi in tutto, da quel che ho visto, mi sa che anche in resistenza non ci siano paragoni, spero solo, che tu lo sappia usare altrettanto bene, comunque la circonferenza è 10 cm”
“Mamma iniziamo, poi giudichi!”
“Dai amore, voglio sentirti dentro!”
Messo via lo strumento di misura, ho fatto coricare mamma supina sul letto, l’ho penetrata, dopo averla preparata con un lungo lavoro di lingua.
Due ore dopo, non ero ancora venuto, invece mamma aveva già avuto sette orgasmi, alle cinque del mattino, dopo ben quattro ore ho eruttato molta sborra dentro la vagina di Laura mia madre, la quale ha detto:
“Sei proprio un toro, speriamo solo, che non resti incinta, dopo questa maratona”
Verso le 5,30 ci addormentammo nudi ed abbracciati, ci svegliammo alle 10,00 , invece di vestirci per andare in ospedale, mamma disse:
“Amore ho ancora voglia di scopare, pensi che possiamo rimandare la visita a tuo padre?”
“Certo! Basta poi trovare una scusa plausibile”
“Dai, allora comincia a farmi entrare il tuo marziano in figa”
La baciai in bocca, poi introdussi il mio cazzo nella sua fregna ed incominciai a pompare, a mezzogiorno grazie alla mia resistenza, non ero ancora venuto, mamma mi disse:
“Stallone mio, vienimi dentro, voglio sentire tutto il tuo liquido nella mia caverna, poi quando ti diventa molle, voglio misurartelo nuovamente”
“Mamma, ma tu hai una fissa per le misure!”
“Si, voglio che il mio amante, sia meglio di quello di Silvana”
“Ma scusa tra te e Silvana c’è rivalità? E poi come fai a dire a Silvana, che noi abbiamo una relazione?”
“L’importante non è dirlo a lei, ma che lo sappia io!”
Nel sentire queste parole, sono esploso nella sua vagina, inondandola con una quantità enorme di sperma.
Mamma soddisfatta disse:
“Ora ti misuro il cazzo molle, poi andiamo da papà”
Riprese il centimetro e misurò:
“Vediamo un po’ lunghezza 16cm, circonferenza 7cm”
“Soddisfatta?”
“Si! Alziamoci, pranziamo, poi andiamo a trovare il cervo”
Ci alzammo, mangiammo una pasta e una cotoletta, mamma si sedette in braccio, una forchettata di pasta a lei e una a me, così anche per la cotoletta un pezzo a lei ed uno a me, mentre il mio cazzo visitava la sua intimità. Finito di pranzare mamma chiese:
“Il caffè lo prendiamo strada facendo?”
“Si! Poi domani andiamo a comprare un po’ di vestiti e dell’intimo più consoni a una porca come te!”
“Perché così nuda, non ti vado bene?”
“Nuda mi piaci, ma saperti vestita sotto come una puttana, mi da una carica, che neanche ti immagini”
“Ma come facciamo, già oggi dobbiamo inventare una storia per l’assenza di stamattina, per domani non ci crederà”
“Lascia fare, ci penso io!”
“Sei diabolico amore”
Arrivati in ospedale papà chiese:
“Vi aspettavo stamattina, è successo qualcosa?”
“Beh sai papà, il ragazzo che mi sostituisce, aveva un problema con un cliente, ho dovuto recarmi in azienda, a proposito, anche domani verremo al pomeriggio, devo andare direttamente dal cliente, quindi sai che mamma non guida, pertanto l’accompagno solo il pomeriggio”
“Bravo, non trascurare il lavoro”
Mamma sbuffò, come per non approvare la decisione, poi si riprese a parlare del più e del meno.
In serata venne un dottore, che ci disse che fra tre giorni, papà sarebbe stato spostato in un ospedale più attrezzato per fare una coronarografia, per stabilire se si poteva intervenire con l’angioplastica, cioè inserire un palloncino o se era meglio operare ed inserire dei by pass.
Il medico, ci disse anche che se veniva inserito il palloncino in due tre giorni il paziente sarebbe stato dimesso, se invece si trattava di operazione i tempi erano di almeno trenta giorni.
Usciti dall’ospedale, mamma mi baciò, poi tenendomi sottobraccio mi sussurrò in un orecchio:
“Sei terribile amore, hai inventato una balla che sembra vera”
“Beh mamma, se voglio trasformarti nella mia troia, devo comprarti gli indumenti adatti”
“Si, ma quando li indosso! Se tuo padre viene a casa tra tre giorni, non ci sarà più tempo per noi!”
“Il tempo lo troveremo, vedi mamma, ora che ho scoperto quanto sei porca, non rinuncio a te, una scusa, un modo per trombarti, almeno una volta alla settimana lo trovo”
“Amore dopo aver chiavato con te, una volta a settimana non mi basta più! In 47 anni non ho mai goduto così, pertanto non voglio rinunciare a te, anche a costo di chiedere il divorzio! Al tuo cazzone non rinuncio!”
“Non c’è il caso che divorzi, al massimo parleremo con lui e troveremo una soluzione”
“Dici?”
“Beh dopo quello, che l’è successo non sarà più lo stesso, non potrà più affaticarsi, pertanto sarà contento, che sia io ad occuparmi di te, comunque adesso andiamo a casa, che ho voglia di riempirti di sperma”
“Andiamo, non vedo l’ora di darti la figa”
Arrivammo a casa, mangiammo solamente un panino, poi a letto a scopare, fino alle quattro di notte, alle cinque ci siamo addormentati, alle otto la sveglia ci ha svegliato, mamma disse:
“Amore devi andare al lavoro”
“Che dici mamma, lo sai che ho preso l’aspettativa”
“Amore il tuo lavoro in questo momento è riempirmi di sperma la figa, devi tenermela sempre piena e umida”
“Cazzo mamma, stai diventando la troia, che ho sempre desiderato!”
“Sei tu, che mi fai fare cose, che non ho mai immaginato minimamente”
“Dai su, che ci facciamo una sveltina, poi andiamo a comprare calze, mutandine e reggiseni adeguati a un bel troione come te”
“Su dai, dammi il cazzo, che muoio dalla voglia”
Scopammo fino alle 9,30, poi ci alzammo, dopo esserci vestiti, andammo a comprare l’intimo.
Feci prendere a mamma 14 paia di calze, suddivisi in autoreggenti, a retina, velatissime e parigine da indossare col reggicalze o la giarrettiera, alcuni a rete, altri con la cucitura posteriore o velati, 14 paia di mutandine, scelsi tra brasiliane, perizomi, tanga e culottes.
Di reggiseni ne prendemmo 10, suddivisi in 6 push up, 2 con ferretto e 1senza ferretto e uno sportivo.
Pagai il conto, uscendo dal negozio presi mamma per un fianco, l’attirai a me, le diedi un bacio alla francese, poi dissi:
“Adesso, bisogna cambiare anche le calzature e i vestiti”
“Caro se spendo tutti questi soldi, tuo padre cosa dirà?”
“Mia bella troiona, tutte queste cose te le regalo io, voglio vederti ed averti sempre pronta per ricevere il mio cazzo”
“Amore, ormai sono pronta solo per il tuo cazzo, non voglio quello di nessun altro! Ti amo tanto!”
“Dai compriamo un po’ di scarpe e vestiti”
Entrammo in un negozio di calzature, dove acquistammo, sandali con cinturino alla caviglia, stivaletti con elastico laterale, stivali coprenti, che arrivano sotto il ginocchio, scarpe Chanel, tronchetti ed alcuni modelli di decolleté, anche un paio di stivali, che arrivano a metà coscia.
Poi per ultimo andammo in un negozio d’abbigliamento, dove acquistammo, 4 tailleur 2 con gonna e 2 con pantaloni, 3 gonne corte cioè la lunghezza non supera il ginocchio, 3 longuette ossia quelle gonne che arrivano al polpaccio, 4 gonne lunghe con spacchi vari e 5 minigonne ossia gonne che non arrivano a metà coscia.
Finiti gli acquisti, con l’auto ci dirigemmo verso l’ospedale, mamma sembrava una bambina, ad un certo punto si volse verso me e disse:
“Amore al primo posto appartato, che troviamo, fermati che ho una voglia che mi scappa da tutti i pori”
Pensando, che le scappasse la pipì, alla prima strada, che si addentrava in un boschetto m’immisi, appena fermai l’auto, si tolse le mutandine, poi con uno sguardo da porca mi disse:
“Per adesso faccio da sola, ma ad un certo punto devi intervenire tu!”
“Intervenire per cosa?”
“Come per cosa, per montarmi, ho una voglia tremenda di arrivare in ospedale, con la tua sborra dentro me!”
A quel punto non risposi, ma mi calai i pantaloni, la scopai come una donna da strada, mamma urlava come se la squartassi, dopo essere venuto due volte in lei, scesi dall’auto con i pantaloni calati alle caviglie, mi sdraiai supino sul sedile posteriore e dissi:
“Vieni qui e impalati dandomi la schiena!”
“Arrivo amore!”
S’impalò e cominciò adagio a fare su e giù, poi poco alla volta, aumentò il ritmo, proprio mentre stavo per eruttare sperma per la terza volta, passandole una mano sul culo le dissi:
“Mamma hai il buchino del culo, che palpita come un cuoricino”
“Amore, la mamma prima o poi ti darà anche quello, ma devi fare piano, perché è ancora vergine, nessuno è mai transitato da quel passaggio”
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