14 Novembre terza parte
di
MR1969
genere
bondage
Sto per esplodere come un vulcano, il calore che ho dentro mi fa ansimare dal piacere... ancora qualche attimo
... sarò tua.
Tu, sai come prendere possesso del il mio corpo. Ti osservo, ammiro quel volto che mi sorride soddisfatto.
Mi piace ciò che vedo...
Mi piace il tuo modo di amare.
Sono ancora incredula che tutto ciò sia vero.
Mi trovo qui con te in questa città.
In questo grattacielo in mezzo al blu della notte.
Distesa sul letto abbracciata a te.
La luce che proviene dalla grande vetrata, fronte noi, è sufficiente a farmi vedere il tuo viso, il tuo corpo.
Crea intorno una atmosfera romantica.
Stanotte prendo sonno abbracciata a te felicissima che tu sia qui.
All' alba vengo svegliata dalla preghiera araba. Apro un occhio e controllo l'ora... 5.30!.
Mi giro, mi porto sopra il tuo viso, ti stampo un bacio in bocca e ricomincio a dormire.
Ti ho svegliato... Sento le tue mani che mi afferrano e mi tirano contro il tuo corpo. Mi stringi forte, mi dai un bacio sul collo e ... Tutto ricomincia da capo.
Ore 7.30 dal tuo cellulare parte una sveglia assordante, io non riesco a non borbottare:
" Uffa!... perché hai messo la sveglia?...ho sonno".
" No tesoro, fra poco ci si alza. Andiamo a far colazione e programmiamo la giornata araba"
" No!...io oggi non voglio far nulla...
Sto a letto, che stasera devo decollare!"
"... Alzati!" .
Mi dici con voce severa.
" Se non mi alzo che fai? mi sculacci?"
La mia è pura provocazione e questo lo sai. Tu solo sai cosa mi piace, cosa mi eccita.
Non finisco la frase che sei già in piedi con la frusta in mano, sembra quasi tu l'abbia tirata fuori dal capello magico.
"Wow!...avresti quel coraggio?"
Lo dico sorridendo...quasi miagolando.
La tua mano si posta su di me, mi afferra una natica e con l'altra mano mi frusta... Non fai sul serio, più che una frustata è una carezza.
Però la mia pelle cambia colore.
" Si!...ho questo coraggio e ancora ancora di più. Ora ti mordo".
" Continua...fammi morire!".
Messa in ginocchio sul letto, ti volto le spalle, guardo ciò che fai dal riflesso del vetro. Oltre alla frusta nella mano hai altro. Percepisco dal rumore che ha il suono della plastica... vedo a penzoloni una catenella bianca.
Ti sei avvicinato a me.
"Eiii!..." Esclamo.
Hai pizzicato le grandi labbra, prima una poi l' altra.
Un pizzico delicato... ma pizzica.
Abbassò lo sguardo, spio tra le mie gambe. In effetti, sono piccole pinze a conchiglia legate fra loro da quella catenella... aggrappate alla mia lei.
Eccitante!...
Tiri dolcemente la mia pelle, fai passare la frusta in mezzo alla fessura con molta lentezza. Sono in attesa di una frustata al mio esterno.
Invece no!...porti la tua bocca proprio lì... Mi bagni della tua saliva... sempre più... sempre più... sento la tua lingua perimetrare le mie pareti interne.
Sono in estasi.
Il tuo movimento mi fa' impazzire, la pressione che dai col tocco della lingua è piacere.
Qui... tutto un cambio di posizioni:
Afferri una mammella alla volta, ad ogni capezzolo pinzi una conchiglia, unite una all' altra dalla catenella. Identiche a quelle che ho appese nelle grandi labbra.
Prendi fra i denti la catena, la sollevi e la tiri verso di te, il mio seno ti segue, le mammelle sono in tensione. Godo mi piace, il giusto dolore, conosci la parola chiave, non appena la pronuncio tu retrocedi all'istante... Stop!.. il segnale di dolore.
Il seno dona una sensazione unica, diversa dalla vagina, in questa zona sono più sensibile... non dico che fa male...anzi... un piacere misto al dolore... A me piace...eccita.
Ogni volta resisto di più, ogni volta mi eccita qualcosa di più. Ogni volta mi bagno sempre di più.
Mi trovo in balia di te, tu padrone del mio corpo, del mio piacere.
Io sottomessa a ciò che mi da piacere.
Siamo due anime in sintonia, si gioca ma senza oltrepassare il buon senso.
Tolgo e abbandono i giochi sul lenzuolo. È giunto il momento di amarci. Ora tocca a me.
Seduta sopra di te... porto una mano dentro di me... bagno di saliva il tuo uccello... lo faccio penetrare in vagina... dentro... due o tre attimi di assoluta immobilizzazione, dove il calore corporeo aumenta, dove il battito cardiaco quasi si arresta.
Poi, riprendo coscienza, mi chino verso il tuo viso a riempio la tua bocca della mia lingua. Contemporaneamente il mio bacino si muove a cerchio sopra di te... tengo contratta la muscolatura del linguine e della vagina per non perdere il contatto.
Alterno questo movimento con un semplice su e giù.
Hai pupille dilatate... hai lo sguardo assente... anche la tua mente è in standby... in estasi.
Come me aspetti quel attimo... Quel orgasmo. È quando arriva,
tutto tace per qualche minuto.
Sfinita.
Appoggio il mio torace sopra il tuo, per ricuperare le forze.
Tu:. " Dai andiamo... la colazione ci aspetta".
Insieme ci alziamo, ci diamo un bacio
e appuntamento fra un quarto d'ora
alla reception, al piano terra per far colazione.
Siamo scesi con lo stesso ascendore. Alla reception, intanto che tu parli al direttore dell' hotel di carte burocratiche da inviare in Italia.
Io mi fermo a guardare la vetrina che espone bracciali d'oro, di fronte a te, ma rivolta di spalle.
Sento un frastuono, urli da panico, schiamazzi... Grida di paura.
Terrorizzata, resto ferma immobilizzata dove sono.
Uno sparo... Un tintinnio di vetri rotti, ancora urli e spari sempre più vicino a noi.
Afferri un mio braccio e mi butti a terra.
Silenzio per qualche istante, poi
sento gente lamentarsi... mi dò coraggio e giro la testa.
Ti vedo, sei disteso sul pavimento non lontano da me... cerchi di parlarmi.
Mi avvicino inizio a stringerti... ti sto perdendo... Ti stai allontanando... Non lo voglio, non sono pronta.
Il cuore mi fa' male, sto male.
Ti chiamo tesoro, ti chiamo per nome.
...vedo che ti sto perdendo... Sento che te ne andrai.
La mia mente mi proiettata flashback dei nostri momenti passati insieme.
Il tuo sorridere, il tuo IO.
Ti guardo il volto... hai perso la tua espressione e io ho perso il mio sole.
Sto realizzando che resto sola.
In questo momento, il tempo non ha tempo. Continuo a ripetere no, non è vero.
Non può essere ... tutto andava bene.
Non può essere che tu sparisca per sempre, una lacrima non mi permette di vedere, un nodo in gola di parlare.
Qualcuno mi solleva e mi porta via da questo inferno.
Mi sento morire.
Mi sento vuota.
... sarò tua.
Tu, sai come prendere possesso del il mio corpo. Ti osservo, ammiro quel volto che mi sorride soddisfatto.
Mi piace ciò che vedo...
Mi piace il tuo modo di amare.
Sono ancora incredula che tutto ciò sia vero.
Mi trovo qui con te in questa città.
In questo grattacielo in mezzo al blu della notte.
Distesa sul letto abbracciata a te.
La luce che proviene dalla grande vetrata, fronte noi, è sufficiente a farmi vedere il tuo viso, il tuo corpo.
Crea intorno una atmosfera romantica.
Stanotte prendo sonno abbracciata a te felicissima che tu sia qui.
All' alba vengo svegliata dalla preghiera araba. Apro un occhio e controllo l'ora... 5.30!.
Mi giro, mi porto sopra il tuo viso, ti stampo un bacio in bocca e ricomincio a dormire.
Ti ho svegliato... Sento le tue mani che mi afferrano e mi tirano contro il tuo corpo. Mi stringi forte, mi dai un bacio sul collo e ... Tutto ricomincia da capo.
Ore 7.30 dal tuo cellulare parte una sveglia assordante, io non riesco a non borbottare:
" Uffa!... perché hai messo la sveglia?...ho sonno".
" No tesoro, fra poco ci si alza. Andiamo a far colazione e programmiamo la giornata araba"
" No!...io oggi non voglio far nulla...
Sto a letto, che stasera devo decollare!"
"... Alzati!" .
Mi dici con voce severa.
" Se non mi alzo che fai? mi sculacci?"
La mia è pura provocazione e questo lo sai. Tu solo sai cosa mi piace, cosa mi eccita.
Non finisco la frase che sei già in piedi con la frusta in mano, sembra quasi tu l'abbia tirata fuori dal capello magico.
"Wow!...avresti quel coraggio?"
Lo dico sorridendo...quasi miagolando.
La tua mano si posta su di me, mi afferra una natica e con l'altra mano mi frusta... Non fai sul serio, più che una frustata è una carezza.
Però la mia pelle cambia colore.
" Si!...ho questo coraggio e ancora ancora di più. Ora ti mordo".
" Continua...fammi morire!".
Messa in ginocchio sul letto, ti volto le spalle, guardo ciò che fai dal riflesso del vetro. Oltre alla frusta nella mano hai altro. Percepisco dal rumore che ha il suono della plastica... vedo a penzoloni una catenella bianca.
Ti sei avvicinato a me.
"Eiii!..." Esclamo.
Hai pizzicato le grandi labbra, prima una poi l' altra.
Un pizzico delicato... ma pizzica.
Abbassò lo sguardo, spio tra le mie gambe. In effetti, sono piccole pinze a conchiglia legate fra loro da quella catenella... aggrappate alla mia lei.
Eccitante!...
Tiri dolcemente la mia pelle, fai passare la frusta in mezzo alla fessura con molta lentezza. Sono in attesa di una frustata al mio esterno.
Invece no!...porti la tua bocca proprio lì... Mi bagni della tua saliva... sempre più... sempre più... sento la tua lingua perimetrare le mie pareti interne.
Sono in estasi.
Il tuo movimento mi fa' impazzire, la pressione che dai col tocco della lingua è piacere.
Qui... tutto un cambio di posizioni:
Afferri una mammella alla volta, ad ogni capezzolo pinzi una conchiglia, unite una all' altra dalla catenella. Identiche a quelle che ho appese nelle grandi labbra.
Prendi fra i denti la catena, la sollevi e la tiri verso di te, il mio seno ti segue, le mammelle sono in tensione. Godo mi piace, il giusto dolore, conosci la parola chiave, non appena la pronuncio tu retrocedi all'istante... Stop!.. il segnale di dolore.
Il seno dona una sensazione unica, diversa dalla vagina, in questa zona sono più sensibile... non dico che fa male...anzi... un piacere misto al dolore... A me piace...eccita.
Ogni volta resisto di più, ogni volta mi eccita qualcosa di più. Ogni volta mi bagno sempre di più.
Mi trovo in balia di te, tu padrone del mio corpo, del mio piacere.
Io sottomessa a ciò che mi da piacere.
Siamo due anime in sintonia, si gioca ma senza oltrepassare il buon senso.
Tolgo e abbandono i giochi sul lenzuolo. È giunto il momento di amarci. Ora tocca a me.
Seduta sopra di te... porto una mano dentro di me... bagno di saliva il tuo uccello... lo faccio penetrare in vagina... dentro... due o tre attimi di assoluta immobilizzazione, dove il calore corporeo aumenta, dove il battito cardiaco quasi si arresta.
Poi, riprendo coscienza, mi chino verso il tuo viso a riempio la tua bocca della mia lingua. Contemporaneamente il mio bacino si muove a cerchio sopra di te... tengo contratta la muscolatura del linguine e della vagina per non perdere il contatto.
Alterno questo movimento con un semplice su e giù.
Hai pupille dilatate... hai lo sguardo assente... anche la tua mente è in standby... in estasi.
Come me aspetti quel attimo... Quel orgasmo. È quando arriva,
tutto tace per qualche minuto.
Sfinita.
Appoggio il mio torace sopra il tuo, per ricuperare le forze.
Tu:. " Dai andiamo... la colazione ci aspetta".
Insieme ci alziamo, ci diamo un bacio
e appuntamento fra un quarto d'ora
alla reception, al piano terra per far colazione.
Siamo scesi con lo stesso ascendore. Alla reception, intanto che tu parli al direttore dell' hotel di carte burocratiche da inviare in Italia.
Io mi fermo a guardare la vetrina che espone bracciali d'oro, di fronte a te, ma rivolta di spalle.
Sento un frastuono, urli da panico, schiamazzi... Grida di paura.
Terrorizzata, resto ferma immobilizzata dove sono.
Uno sparo... Un tintinnio di vetri rotti, ancora urli e spari sempre più vicino a noi.
Afferri un mio braccio e mi butti a terra.
Silenzio per qualche istante, poi
sento gente lamentarsi... mi dò coraggio e giro la testa.
Ti vedo, sei disteso sul pavimento non lontano da me... cerchi di parlarmi.
Mi avvicino inizio a stringerti... ti sto perdendo... Ti stai allontanando... Non lo voglio, non sono pronta.
Il cuore mi fa' male, sto male.
Ti chiamo tesoro, ti chiamo per nome.
...vedo che ti sto perdendo... Sento che te ne andrai.
La mia mente mi proiettata flashback dei nostri momenti passati insieme.
Il tuo sorridere, il tuo IO.
Ti guardo il volto... hai perso la tua espressione e io ho perso il mio sole.
Sto realizzando che resto sola.
In questo momento, il tempo non ha tempo. Continuo a ripetere no, non è vero.
Non può essere ... tutto andava bene.
Non può essere che tu sparisca per sempre, una lacrima non mi permette di vedere, un nodo in gola di parlare.
Qualcuno mi solleva e mi porta via da questo inferno.
Mi sento morire.
Mi sento vuota.
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