Parenti serpenti

di
genere
incesti

Son un ragazzo di diciotto anni, ho un fisco niente male con due gambe toniche che terminano con un culetto che farebbe la gioia di molte ragazze. Porto i capelli lunghi e non ho un filo di barba e peli ad eccezione di quelli sulla zona pelvica.
Il mio buco del culo sembra depilato e quando mi guardo allo specchio vedo la mia rosetta rosea ed increspata.
Il mio target non sono le ragazzine, ma gli uomini maturi. Cerco questi, possibilmente sposati, per avere più garanzie di privacy.
L’unica verginità che mi è rimasta è quella del mio uccello, per il resto ho fatto tutto.
La mia prima sega l’ho fatta ad un amico di famiglia, che mi aveva portato al cinema. C’era l’aria condizionata ed io avevo un po’ di freddo per cui mi sono trovato ben presto abbracciato a lui.
Non ricordo bene come, ma mi trovai con le mani sul suo grembo e, con l’intento di riscaldarmele, le infilai nella patta dei suoi pantaloni. Già mi ero fatto delle seghe, per cui realizzai subito l’effetto che le mie mai facevano sul mio amico. In meno che non si dica glielo tirai fuori ed iniziai una lenta sega mentre lui mi baciava il collo e cercava la mia bocca. Mi diceva che avevo una mano delicata ed una bocca fatta apposta per essere baciata.
Ben presto mi trovai la mano riscaldata dal suo caldo sperma. La cosa finì lì, ma a me rimase la voglia di fare nuove esperienze.
L’occasione si presentò qualche tempo dopo quando un lontano cugino mi volle portare a vedere un incontro di calcio, che si giocava in notturna in una città vicina. Eravamo in quattro in macchina. I genitori di lui davanti e noi dietro. Già all’andata aveva cercato in mille modi un contatto fisico, ma data la presenza dei genitori non fu possibile fare niente. Al ritorno ero decisamente stanco e, per riposoare meglio mi suggerì di stendermi sul divano poggiando la mia testa sulle mie gambe.
Nella macchina c’era il buoi più completo e ben presto sentii accarezzare il mio culetto. Sentivo il suo cazzo crescere sotto la mia guancia. Sussurrandomi di non fare rumore, spostò leggermente la mia testa fino a far uscire il suo uccello dai pantaloni. Il suo odore, la situazione di pericolo e i suoi strusciamenti sul mio culo fecero sì che glielo presi velocemente in bocca. Era la prima volta che lo facevo, ma avevo visto centinaia di film porno.
Inizia a leccargli la cappella infilando la punta della mia lingua nel suo condotto uretrale, scendendo su tutta l’asta e prendendolo decisamente in bocca. Avevo dei conati di vomito, ma continuai a scendere fino a che i suoi peli non mi solleticarono il naso. Dopo pochi minuti mi trovai con la bocca piena e, per non sporcare bevvi tutto.
Forse l’inizio della mia fine fu quella notte,.
Nei giorni seguenti tutto la mia vita proseguì come sempre: scuola, passeggiate un po’ di sport. Fu durante un incontro di calcetto che persi la mia verginità anale. Dopo aver giocato eravamo tutti sudati, ma mio cugino ed io decidemmo di continuare a fare un po’ di esercizi per cui quando andammo a fare la doccia eravamo soli. Spogliatici notai subito che l’uccello di mio cugino cominciava ad avere un’erezione.
Ricordandomi di quanto era successo in macchina mi chiese di fargli nuovamente un pompino. Eravamo sotto la doccia con l’acqua che ci scrosciava addosso e, pensavamo, isolati dal mondo. Mentre succhiavo ho sentito le sue mani insaponate andare sul mio culo e cercando di infilarci un dito.
Inizialmente infastidito, ho poi facilitato la manovra spingendo in fuori come se dovessi andare in bagno. Il dito è entrato di colpo, seguito da un secondo. Roteava i due diti nel mio retto ed io iniziai ad avere un’erezione.
Accortosi della cose mi tolse il su bastone dalla bocca e si posizionò dietro di me sostituendo le dita con l’uccello.
Non sentii nemmeno dolore: fu godimento allo stato puro.
Eravamo intenti a soddisfare le nostre voglie quando entrarono negli spogliatoi il padre ed lo zio di mio cugino. Erano preoccupati perché non ci avevano visti col resto della squadra.
Mio cugino fu duramente redarguito dal padre e fu spedito a casa mentre io rimasi alla mercé dei due uomini. Fui costretto a fare pompini, a prenderlo nel culo e a bere il loro piscio.
Se non volevo essere sputtanato avrei dovuto essere a loro disposizione ogni qual volta ne avessero avuto voglia.
Nei giorni a seguire fui chiamato più volte a casa loro dove fui inculato senza riguardo arrivando a prendere i loro due cazzi contemporaneamente in culo.
Tutto sommato a me andava bene in quanto avendo anche loro l’interesse a non divulgare le mie tendenze potevo fare i miei comodi senza troppi pensieri.
Nei mesi successivi fui costretto ad andare anche con amici dei miei parenti. A tutti ho donato il mio culo offrendolo anche per doppie penetrazioni, ho bevuto litri di sperma. Ma non sono mai riuscito a sverginare il mio uccello.
I miei parenti, vista la mia rassegnazione, hanno iniziato ad avviarvi sulla strada della prostituzione. La mia fortuna è stata quella di avere avuto sempre uomini maturi per cui le mie tendenze erano circoscritte ad un numero abbastanza ristretto di persone.
scritto il
2017-12-07
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