Madre e figlio
di
Rodolfo
genere
incesti
I miei genitori si sono sposati molto giovani in quanto mia madre Antonella, allora quattordicenne rimase incinta di mio padre sedicenne.
Le famiglie erano abbastanza agiata per cui fu loro possibile formare una famiglia e continuare negli studi. Mio padre morì in un incidente automobilistico quando aveva ventisei anni per cui mi ritrovai orfano a dieci anni.
Mia madre, che sembrava una bambina, era disperata e rivolse a me tutte le cure che prima prestava al marito.
Prendemmo l’abitudine di dormire insieme con lei che d’estate si coricava nuda.
Sviluppai piuttosto in fretta e a tredici anni avevo già un uccello ben formato. Data la grande confidenza, giravamo spesso nudi e mia madre poté notare i miei cambiamenti. Io stesso mi accorgevo di non essere più un bambino ed il mio uccello era sovente sull’attenti.
Non avendo esperienze sessuali, ne parlai con mia madre, che, con molta naturalezza mi spiegò molte cose compresa la masturbazione.
Da quando era rimasta vedova non aveva avuto altri uomini e fu quasi naturale che cominciasse a pensare a me come ad un compagno più che come ad un figlio.
Ricordo la prima sega che mi fece: era d’estate ed eravamo andati a vedere un film con Laura Antonelli. Il film, Malizia, era un po’ intrigante e, per l’epoca, decisamente erotico.
Ben presto il mio uccello iniziò ad ingrossarsi fino a far scorgere la cappella fuori dai pantaloncini. Avevo un dolore tremendo ai testicoli e della cosa resi partecipe mia madre. Cercando di spiegarmi il motivo del dolore, mi dimostrò come farlo diminuire se non proprio cessare e, favorita dall’oscurità, me lo tirò completamente fuori iniziando un massaggio sulle palle e , stringendo la sua mano sul mio bastone, ad andare su e giù. In un attimo la sua mano fu coperta da una crema densa odorosa. Non sapendo come fare per pulirsela la leccò tutta inghiottendo la mia sborra.
Il dolore, almeno momentaneamente finì, ma quando il mio cazzo riprese vigore, ricominciò anche il dolore. Feci presente la cosa e mia madre mi disse che saremmo dovuti a casa per risolvere il problema.
A casa ci fu la mia iniziazione al pompino e alla leccata di fica.
Appena entrati, andammo in bagno a rinfrescarci e nudi ci avviammo verso il letto. Qui mia madre mi fece sdraiare a pancia in su ed iniziò una lenta masturbazione aiutata dalla sua bocca.
Sentivo la sua lingua scorrere lungo il bastone; la mia cappella ed il mio buco del culo titillati. Ad un certo punto il mio uccello sparì nella bocca di mia madre che iniziò una pomparlo.
Le dissi che stavo per venire, ma lei invece di scostarsi si conficcò il cazzo fino in gola e bevve il mio succo fino all’ultima goccia.
Non stavo più nella pelle quando Sabrina, spiegandomi come fare, mi chiese di leccargli la fica.
Ci girammo in un meraviglioso 69 e ci dissetammo uno con i succhi dell’altro. Stanchi ma felici ci addormentammo abbracciati.
La cosa andò avanti per qualche tempo, ma poi mia madre pretese dei rapporti più completi. Anche qui fu prodiga di consigli. Mi disse che per evitare gravidanze indesiderate, ma anche malattie,era meglio usare dei preservativi. Ne aveva comperati una scatola e nel mostrarmeli ne mise uno sul mio cazzo già duro.
Mi mostrò poi alcune posizioni e nel far questo aprì a compasso le sue gambe mostrandomi in tutto il suo splendore quella fica che già avevo assaporato.
Prese poi il mio cazzo e delicatamente lo posizionò tra le sue grandi labbra incitandomi a spingere. In breve fui dentro di lei e, senza bisogno di altri suggerimenti, iniziai a scoparla con foga.
I suoi gemiti e le sue contrazioni vaginali non si contavano più ed io, arrivato a fine corsa riversai nel preservativo un mare di sperma.
Mi coprì di baci e ringraziandomi per il piacere ricevuto mi disse che aveva in serbo un’altra sorpresa che mi avrebbe il giorno del mio compleanno.
A giorni avrei compiuti i miei 14 anni e già mi immaginavo di trovare, come sorpresa, il tanto agognato motorino, ma la sorpresa fu decisamente un ‘altra.
Già al mattino fui svegliato con super pompino intonando, tra una succhiata e l’altra “Happy Birthday to you”. Avevo ancora gli occhi impastati dal sonno, quando intravidi sul comodino un tubetto di crema.
Fu mia madre, che ancora una volta prodiga di consigli, si mise capovolta su di me offrendomi la sua fica da leccare e il suo culo da esplorare.
Mi diede il tubetto e mi spiegò come fare per ungere il suoi condotto anale. Mentre infilavo prima uno, poi due ed infine tre dita in quel culo meraviglioso, mi sembra che l’uccello volesse scoppiarmi.
Sabrina si tolse quindi il mio biberon dalla bocca e si posizionò, carponi, davanti al mio uccello guidandolo verso la sua rosetta.
Lentamente la vidi allargarsi sotto le mie spinte, fino a che la cappella non fu tutta dentro. Ci fu un gridolino di dolore, che ben presto si trasformò in gemiti di piacere quando il mio bastone fu tutto dentro di lei e cominciò ad andare avanti e indietro.
Sentivo il mio cazzo stritolato in quel buco stretto e caldo e in breve le venni dentro facendole un clistere di sperma.
Il mio uccello non accennava ad ammosciarsi e, ancora attaccati come due cani, la mia dolce genitrice mi disse che mi aveva donato la sua sola verginità rimastale.
Continuando con le sue confessioni, mi disse che mio padre non è che fosse un drago a letto. Il mio concepimento era avvenuto proprio per la sua velocità nel venire e la consistenza del suo attrezzo non era idonea a deflorare un culetto vergine.
Era stata, in ogni caso, una moglie fedele e, anche se smaniava nel prenderlo in culo, non cercò mai amanti o oggetti strani per sverginarsi le sue terga.
Quando ero piccolo e lei mi faceva il bagnetto, aveva notato che il mio cazzo prometteva bene e quando io le chiesi consigli sul sesso fu ben felice di darmene sperando, in cuor suo, di riuscire a perdere la verginità anale.
Mentre parlava io continuavo a stantufarla trovando la strada agevole e dalla mia sborra e dalle sue secrezioni.
Al momento sono più che appagato e le ragazzine, che pur mi fanno il filo, non mi interessano
Le famiglie erano abbastanza agiata per cui fu loro possibile formare una famiglia e continuare negli studi. Mio padre morì in un incidente automobilistico quando aveva ventisei anni per cui mi ritrovai orfano a dieci anni.
Mia madre, che sembrava una bambina, era disperata e rivolse a me tutte le cure che prima prestava al marito.
Prendemmo l’abitudine di dormire insieme con lei che d’estate si coricava nuda.
Sviluppai piuttosto in fretta e a tredici anni avevo già un uccello ben formato. Data la grande confidenza, giravamo spesso nudi e mia madre poté notare i miei cambiamenti. Io stesso mi accorgevo di non essere più un bambino ed il mio uccello era sovente sull’attenti.
Non avendo esperienze sessuali, ne parlai con mia madre, che, con molta naturalezza mi spiegò molte cose compresa la masturbazione.
Da quando era rimasta vedova non aveva avuto altri uomini e fu quasi naturale che cominciasse a pensare a me come ad un compagno più che come ad un figlio.
Ricordo la prima sega che mi fece: era d’estate ed eravamo andati a vedere un film con Laura Antonelli. Il film, Malizia, era un po’ intrigante e, per l’epoca, decisamente erotico.
Ben presto il mio uccello iniziò ad ingrossarsi fino a far scorgere la cappella fuori dai pantaloncini. Avevo un dolore tremendo ai testicoli e della cosa resi partecipe mia madre. Cercando di spiegarmi il motivo del dolore, mi dimostrò come farlo diminuire se non proprio cessare e, favorita dall’oscurità, me lo tirò completamente fuori iniziando un massaggio sulle palle e , stringendo la sua mano sul mio bastone, ad andare su e giù. In un attimo la sua mano fu coperta da una crema densa odorosa. Non sapendo come fare per pulirsela la leccò tutta inghiottendo la mia sborra.
Il dolore, almeno momentaneamente finì, ma quando il mio cazzo riprese vigore, ricominciò anche il dolore. Feci presente la cosa e mia madre mi disse che saremmo dovuti a casa per risolvere il problema.
A casa ci fu la mia iniziazione al pompino e alla leccata di fica.
Appena entrati, andammo in bagno a rinfrescarci e nudi ci avviammo verso il letto. Qui mia madre mi fece sdraiare a pancia in su ed iniziò una lenta masturbazione aiutata dalla sua bocca.
Sentivo la sua lingua scorrere lungo il bastone; la mia cappella ed il mio buco del culo titillati. Ad un certo punto il mio uccello sparì nella bocca di mia madre che iniziò una pomparlo.
Le dissi che stavo per venire, ma lei invece di scostarsi si conficcò il cazzo fino in gola e bevve il mio succo fino all’ultima goccia.
Non stavo più nella pelle quando Sabrina, spiegandomi come fare, mi chiese di leccargli la fica.
Ci girammo in un meraviglioso 69 e ci dissetammo uno con i succhi dell’altro. Stanchi ma felici ci addormentammo abbracciati.
La cosa andò avanti per qualche tempo, ma poi mia madre pretese dei rapporti più completi. Anche qui fu prodiga di consigli. Mi disse che per evitare gravidanze indesiderate, ma anche malattie,era meglio usare dei preservativi. Ne aveva comperati una scatola e nel mostrarmeli ne mise uno sul mio cazzo già duro.
Mi mostrò poi alcune posizioni e nel far questo aprì a compasso le sue gambe mostrandomi in tutto il suo splendore quella fica che già avevo assaporato.
Prese poi il mio cazzo e delicatamente lo posizionò tra le sue grandi labbra incitandomi a spingere. In breve fui dentro di lei e, senza bisogno di altri suggerimenti, iniziai a scoparla con foga.
I suoi gemiti e le sue contrazioni vaginali non si contavano più ed io, arrivato a fine corsa riversai nel preservativo un mare di sperma.
Mi coprì di baci e ringraziandomi per il piacere ricevuto mi disse che aveva in serbo un’altra sorpresa che mi avrebbe il giorno del mio compleanno.
A giorni avrei compiuti i miei 14 anni e già mi immaginavo di trovare, come sorpresa, il tanto agognato motorino, ma la sorpresa fu decisamente un ‘altra.
Già al mattino fui svegliato con super pompino intonando, tra una succhiata e l’altra “Happy Birthday to you”. Avevo ancora gli occhi impastati dal sonno, quando intravidi sul comodino un tubetto di crema.
Fu mia madre, che ancora una volta prodiga di consigli, si mise capovolta su di me offrendomi la sua fica da leccare e il suo culo da esplorare.
Mi diede il tubetto e mi spiegò come fare per ungere il suoi condotto anale. Mentre infilavo prima uno, poi due ed infine tre dita in quel culo meraviglioso, mi sembra che l’uccello volesse scoppiarmi.
Sabrina si tolse quindi il mio biberon dalla bocca e si posizionò, carponi, davanti al mio uccello guidandolo verso la sua rosetta.
Lentamente la vidi allargarsi sotto le mie spinte, fino a che la cappella non fu tutta dentro. Ci fu un gridolino di dolore, che ben presto si trasformò in gemiti di piacere quando il mio bastone fu tutto dentro di lei e cominciò ad andare avanti e indietro.
Sentivo il mio cazzo stritolato in quel buco stretto e caldo e in breve le venni dentro facendole un clistere di sperma.
Il mio uccello non accennava ad ammosciarsi e, ancora attaccati come due cani, la mia dolce genitrice mi disse che mi aveva donato la sua sola verginità rimastale.
Continuando con le sue confessioni, mi disse che mio padre non è che fosse un drago a letto. Il mio concepimento era avvenuto proprio per la sua velocità nel venire e la consistenza del suo attrezzo non era idonea a deflorare un culetto vergine.
Era stata, in ogni caso, una moglie fedele e, anche se smaniava nel prenderlo in culo, non cercò mai amanti o oggetti strani per sverginarsi le sue terga.
Quando ero piccolo e lei mi faceva il bagnetto, aveva notato che il mio cazzo prometteva bene e quando io le chiesi consigli sul sesso fu ben felice di darmene sperando, in cuor suo, di riuscire a perdere la verginità anale.
Mentre parlava io continuavo a stantufarla trovando la strada agevole e dalla mia sborra e dalle sue secrezioni.
Al momento sono più che appagato e le ragazzine, che pur mi fanno il filo, non mi interessano
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