Come se avessi vinto alla lotteria - II parte
di
Simone Turner
genere
gay
Puntuale come sempre, sentii Gianni bussare alla porta. Era già visibilmente eccitato e, quando vide Daniele in soggiorno con indosso solo un paio di slip, anziché salutare come al solito esordì con un: «Ciao frocio!»
Daniele rispose solo con un cenno dimesso.
Gianni si tolse il giubbotto, mi guardò come per chiedermi il permesso, e al mio via lo afferrò per le spalle facendolo inginocchiare.
«L’hai succhiato a Simone, vediamo come te la cavi con il mio.»
E detto questo si sfilò in fretta i pantaloni, mostrando un cazzo davvero enorme e già nel pieno dell’erezione. Daniele non fece molto per opporsi, e io nel frattempo mi accomodai in poltrona per gustarmi meglio la scena.
Andò più o meno come la mattina, il cazzo di Gianni scompariva per oltre metà in bocca al frocio, e lui non faceva altro che emettere gemiti lamentosi e strozzati, faticando a respirare. A nessuno importava del suo disagio, anzi ogni suo lamento spingeva Gianni ad andare ancora più in fondo e più rudemente. Dalla mia posizione godevo di una vista perfetta, il petto di Daniele e i capezzoli ancora arrossati di Daniele si sollevavano al ritmo del suo respiro spezzato e la gola gli si gonfiava quando Gianni gliela farciva con il suo cazzo. Riuscivo a distinguere chiaramente il profilo della cappella sulla pelle sottile qualche centimetro sotto il mento.
Il gioco andò avanti per parecchi minuti, e alla fine anche Gianni decise di venirgli in gola.
Il frocio fece per alzarsi ma Gianni lo trattenne in ginocchio.
«Chi ti ha detto che abbiamo finito?» Gli disse in tono minaccioso. «Adesso ti spacchiamo il culo!»
Gianni lo strattonò spingendolo ad avvicinarsi alla poltrona dove ero seduto. «Fallo venire duro anche a Simone, deve aiutarmi.» Disse.
Daniele senza protestare iniziò a lavorarmi l’uccello, e non mi ci volle molto per essere completamente eretto. Anche il cazzo di Gianni si era ripreso e Daniele inizio ad avere paura, perché ormai aveva capito che lo avremmo inculato.
Cercò persino di opporre una debole resistenza, ma bastò un’occhiata da parte nostra perché si rassegnasse definitivamente. Daniele abbassò lo sguardo e accettò il suo destino.
Gianno gli insalivò appena il buco, non mancando di fargli notare che era ancora arrossato dal trattamento ricevuto quella mattina, e che sicuramente quando avremmo finito sarebbe stato molto peggio.
Daniele riuscì solamente a pregarci di fare piano, e disse che non aveva mai preso un cazzo vero nel culo. La risposta di Gianni gli fece gelare il sangue: «Non ti preoccupare,» gli disse sarcastico. «Non ne prenderai uno, ma tutti e due insieme. Quando ho detto che ti avremo spaccato il culo dicevo sul serio!»
Daniele non poté far altro che chinare il capo e iniziare a singhiozzare sommessamente.
La penetrazione fu lunga e dolorosa. Anche per noi, perché nonostante tutto il buco era troppo stretto per due cazzi.
Io stavo sdraiato sulla schiena, Gianni era dietro in ginocchio, e Daniele nel mezzo subiva le nostre spinte impietose. Andammo aventi a scoparlo così per un’eternità, senza considerare quanto ci volle per riuscire ad allargare abbastanza la sua apertura cosi da permetterci di entrare. Per tutto il tempo Daniele non fece altro che piangere e lamentarsi per il dolore, implorandoci di smettere. Noi invece ci divertimmo a insultarlo, schiaffeggiarlo e torcergli i capezzoli finché non divennero rossi e irritati. Alla fine, quando sborrammo dentro di lui quasi in contemporanea, era esausto e crollò addosso a me.
Insieme, io e Gianni lo portammo a letto di peso. Una volta sotto le coperte dormiva già profondamente, di un sonno agitato.
Non vedevo l’ora che fosse l’indomani mattina. Avevo già invitato un paio di amici e ce la saremmo davvero spassata.
Daniele rispose solo con un cenno dimesso.
Gianni si tolse il giubbotto, mi guardò come per chiedermi il permesso, e al mio via lo afferrò per le spalle facendolo inginocchiare.
«L’hai succhiato a Simone, vediamo come te la cavi con il mio.»
E detto questo si sfilò in fretta i pantaloni, mostrando un cazzo davvero enorme e già nel pieno dell’erezione. Daniele non fece molto per opporsi, e io nel frattempo mi accomodai in poltrona per gustarmi meglio la scena.
Andò più o meno come la mattina, il cazzo di Gianni scompariva per oltre metà in bocca al frocio, e lui non faceva altro che emettere gemiti lamentosi e strozzati, faticando a respirare. A nessuno importava del suo disagio, anzi ogni suo lamento spingeva Gianni ad andare ancora più in fondo e più rudemente. Dalla mia posizione godevo di una vista perfetta, il petto di Daniele e i capezzoli ancora arrossati di Daniele si sollevavano al ritmo del suo respiro spezzato e la gola gli si gonfiava quando Gianni gliela farciva con il suo cazzo. Riuscivo a distinguere chiaramente il profilo della cappella sulla pelle sottile qualche centimetro sotto il mento.
Il gioco andò avanti per parecchi minuti, e alla fine anche Gianni decise di venirgli in gola.
Il frocio fece per alzarsi ma Gianni lo trattenne in ginocchio.
«Chi ti ha detto che abbiamo finito?» Gli disse in tono minaccioso. «Adesso ti spacchiamo il culo!»
Gianni lo strattonò spingendolo ad avvicinarsi alla poltrona dove ero seduto. «Fallo venire duro anche a Simone, deve aiutarmi.» Disse.
Daniele senza protestare iniziò a lavorarmi l’uccello, e non mi ci volle molto per essere completamente eretto. Anche il cazzo di Gianni si era ripreso e Daniele inizio ad avere paura, perché ormai aveva capito che lo avremmo inculato.
Cercò persino di opporre una debole resistenza, ma bastò un’occhiata da parte nostra perché si rassegnasse definitivamente. Daniele abbassò lo sguardo e accettò il suo destino.
Gianno gli insalivò appena il buco, non mancando di fargli notare che era ancora arrossato dal trattamento ricevuto quella mattina, e che sicuramente quando avremmo finito sarebbe stato molto peggio.
Daniele riuscì solamente a pregarci di fare piano, e disse che non aveva mai preso un cazzo vero nel culo. La risposta di Gianni gli fece gelare il sangue: «Non ti preoccupare,» gli disse sarcastico. «Non ne prenderai uno, ma tutti e due insieme. Quando ho detto che ti avremo spaccato il culo dicevo sul serio!»
Daniele non poté far altro che chinare il capo e iniziare a singhiozzare sommessamente.
La penetrazione fu lunga e dolorosa. Anche per noi, perché nonostante tutto il buco era troppo stretto per due cazzi.
Io stavo sdraiato sulla schiena, Gianni era dietro in ginocchio, e Daniele nel mezzo subiva le nostre spinte impietose. Andammo aventi a scoparlo così per un’eternità, senza considerare quanto ci volle per riuscire ad allargare abbastanza la sua apertura cosi da permetterci di entrare. Per tutto il tempo Daniele non fece altro che piangere e lamentarsi per il dolore, implorandoci di smettere. Noi invece ci divertimmo a insultarlo, schiaffeggiarlo e torcergli i capezzoli finché non divennero rossi e irritati. Alla fine, quando sborrammo dentro di lui quasi in contemporanea, era esausto e crollò addosso a me.
Insieme, io e Gianni lo portammo a letto di peso. Una volta sotto le coperte dormiva già profondamente, di un sonno agitato.
Non vedevo l’ora che fosse l’indomani mattina. Avevo già invitato un paio di amici e ce la saremmo davvero spassata.
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