La sagra

di
genere
esibizionismo

“andiamo alla sagra di ………?!”
Io odio i posti troppo affollati e odio quella fila di bancarelle di cose inutili …odio le sagre e le feste di paese!
Ma a mia moglie piacciono tanto, quindi ci prepariamo ed usciamo, lei per farmi un po’ felice (sa bene con che sforzo la accompagno) si è messa uno dei miei vestiti preferiti, un vesititino verde, leggero, corto, che si alza al minimo alito di vento, con una scollatura generosa ma non esagerata.
Lungo la strada come al solito allungo le mani e non stacco la mia mano destra dalle sue cosce fino a che non devo parcheggiare, il parcheggio è enorme, già mezzo pieno, troviamo posto più o meno nel mezzo del parcheggio, tra altre macchine tutte in fila.
Come previsto c’è un sacco di gente, si fa fatica a camminare e le bancarelle mi paiono più brutte del solito, ma lei è felice, gli piace vedere quel misto di cibo tradizionale, “opere d’arte” fatte da artigiani locali, prodotti per la casa e cinesate varie, le luci la confusione.
“andiamo in cima al paese a respirare un po’ e a vedere il panorama!?”
Non mi pare vero uscire da quella bolgia e stare un po’ con lei da solo.
In cima c’è un bellissimo terrazzo poco illuminato per permettere una vista migliore sulle luci del paese in festa.
La guardo è bellissima, con le sue gambe lunghe e quel seno strepitoso che si muove per il fiatone della salita, ma soprattutto il suo sorriso, è felice!
La bacio e la stringo a me.
Lei si volta a guardare il paesaggio e io mi metto dietro di lei, la stringo e… le faccio sentire la mia di gioia che sta perfettamente tra le sue chiappe, intanto le mie carezze diventano sempre più audaci, le stringo un seno e la sento ansimare, le bacio il collo mentre con l’altra mano le accarezzo una coscia.
Mi allontano un attimo da lei per guardarla meglio, le accarezzo le chiappe e la schiena, attorno non c’è nessuno, le sollevo la gonna , le accarezzo le chiappe nude e gioco con le sue mutande poi con uno strattone gliele abbasso fino a metà coscia. Lei pare svegliarsi come da un sogno e si guarda attorno allarmata, vede che le uniche persone che ci sono non badano a noi, anzi sembra che abbiano le stesse nostre intenzioni, allora alza un piede poi l’altro per far cadere le mutande a terra, mentre mi guarda con un sorriso furbetto.
Io agguanto le sue mutande e me infilo in tasca, torno da lei e ci baciamo con passione mentre le mie mani esplorano le sue chiappe nude. Sto pensando a come fare per…quando arriva un gruppo di famigliole vocianti con bambini al seguito, lei mi guarda seriamente “andiamo a casa subito!” è un ordine non una richiesta.

Per arrivare alla macchina però dobbiamo riattraversare la festa, se prima c’era tanta gente ora è tantissima di più, in alcuni casi è difficile camminare e ci si ritrova schiacciati gli uni agli altri, normalmente sarei andato fuori di testa per una situazione del genere, ma in questo caso ne approfitto per allungare le mani sotto la sua gonna o per fargli sentire la mia verga tra le chiappe.
Nella confusione incontriamo anche conoscenti ed amici, lei sarebbe voluta andare avanti salutando appena, ma io mi fermo volutamente a salutare e chiacchierare con tutti, sono socievole come non lo sono stato mai, ma sempre senza staccare una mano dalle sue chiappe, lei è evidentemente a disagio un misto tra l’eccitato e il preoccupato della brutta figura, ha le guance arrossate e il fiato corto.

Quando finalmente arriviamo al parcheggio ci guardiamo ridendo e corriamo fino alla macchina, la schiaccio contro la portiera e la bacio, le sollevo una gamba e la accarezzo, non resisto, mi inginocchio e infilo la testa sotto la sua gonna ma siamo in un parcheggio e per quanto poco illuminato …”andiamo dai non resisto così”
Entriamo in macchina, ha il fiatone per l’eccitazione, le guado quel seno meraviglioso che si alza ed abbassa, io non resisto più, le abbasso le spalline del vestito e le slaccio il reggiseno facendo esplodere il suo seno abbondante, resto un attimo incantato dallo spettacolo poi mi ci tuffo dentro!
Non capiamo più niente, abbasso il suo sedile e gli sono sopra, ha il vestito arrotolato sui fianchi, praticamente nuda, più la guardo più la vedo bella la riempio di baci e leccatine ovunque, lei mi tiene le mani sulla testa tirandomi i capelli e dirigendomi nei posti giusti, il primo orgasmo lo raggiunge così con la mia testa tra le gambe, poi mi guarda “non mi basta! Facciamo cambio posto”
Io mi ritrovo steso sul sedile con lei che armeggia con i miei calzoni, mi tira giù calzoni mutande tutto assieme e per poco non si porta via anche l’uccello nella foga. Quando lo vede sorride, gli da un bel bacio sulla cappella poi piano piano lo prende in bocca più che può, poi mi guarda lo fa uscire “no! lo voglio io!”
Si mette in ginocchio sul sedile e si impala lentamente su di me, vederla cavalcare è uno spettacolo, con quel seno che danza a ritmo con lei e quei capelli che le coprono il viso ma non quei magnifici occhi verdi.
Io sono abbagliato da lei non mi rendo più conto di dove sono, mi dimentico che la luce che la illumina è quella dei lampioni di un parcheggio e che quei lampi di luce sono i fari delle macchine in movimento, lei ogni tanto si guarda in torno e in alcuni casi si abbassa su di me a baciarmi (o a coprirsi ) senza mai smettere di muovere le chiappe. Ad un certo punto vedo che fissa qualcosa, si abbassa come aveva già fatto altre volte, questa volta però i suoi movimenti sono più violenti, come se avesse visto qualcosa che gli avesse dato una spinta in più, sembra fuori di se, veniamo insieme urlando uno nella bocca dell’altro. Vengo dentro di lei e rimaniamo ancora un po’ così, nudi, incastrati uno dentro l’altra, le mie mani sulle sue chiappe aperte. Quando ci riprendiamo, ci tiriamo su e ci ricomponiamo, io noto che il parcheggio è oramai mezzo vuoto e le macchine attorno a noi sono andate via tutte, lei capisce il mio pensiero, mi sorride, scrolla le spalle e si riveste. Se non fossi ancora stravolto, da quello che è appena successo, questo unico gesto mi sarebbe bastato per saltargli addosso di nuovo.
Chissà cosa ha visto mentre scopavamo, chissà cosa hanno visto i proprietari dalle auto vicine, chissà cosa ha visto alla fine per fargli perdere la testa così. Non gliel’ho mai chiesto e non credo lo farò mai.

Anche questa storia come la precedente è realmente successa, spero vi sia piaciuta, ho iniziato da poco a scrivere su di noi, avete commenti e o suggerimenti da darmi? più sullo stile che sulle storie, le storie sono quello che ci succede e basta.
scritto il
2018-01-11
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