Una luce in fondo alla via - Tre

di
genere
gay

Alina frastornata dal rumore del treno sulle rotaie andava verso una nuova vita per nulla convinta di aver fatto bene a lasciare la famiglia per un'incognita avventura. Chi lascia la strada vecchia per la nuova....ed il resto è noto. Uscita fuori dalla stazione di Arad notò subito la vettura colla targa straniera ed un signore col grosso viso sorridente che aperto il finestrino gridò il suo nome. Si erano visti su delle foto sbiadite. Entrò in macchina e già si stava pentendo del temerario passo fatto verso l'ignoto. Lo guardava di sbieco per studiarlo. Non era un granchè, lei 42 anni lui 58 che le ricordava suo padre, portava gli occhiali ed era quasi calvo. Mah, speriamo bene si disse. L'unico vantaggio era che a quell'età l'uomo l'avrebbe lasciata dormire in pace. Attraversarono Ungheria Austria e finalmente a Milano. Per tutto il tragitto nonavevano scambiato oparola se non qualche sorriso. Lui non parlava rumeno e lei non conosceva l'italiano. Appena in casa andarono a dormire perchè per tutto il tragitto non avevano chiuso occhio. Lei, per ogni evenienza si era distesa sul letto vestita. Lui le aveva girato le spalle ed aveva cominciato a russare, tanto per cambiare. Alina non chiuse occhio. Nino si svegliò andò in cucina e si mise ai fornelli. Alina mangiò controvoglia gli spaghetti e sorrise svogliata. Bevve una tazza di the con piacere. Nino parlava ma non si capivano. Stettero a guardarsi sorridendo come due ebeti fino a che Nino presa una doccia si preparò per la notte. Alina rifiutò di fare la doccia e tornò a coricarsi vestita. Si vedeva che il padrone di casa era contrariato. Il mattino dopo Nino uscì per tempo e tornò con un traduttore. Mentre le mise sotto il naso un paio di cornetti cominciarono a discutere. Giravano intorno al discorso ma si capiva che l'argomento era il sesso ed il perchè si era coricata vestita. Aline disse che aveva freddo ma quando Nino cercò di abbracciarla si sottrasse. Capì però che se non lo accettava poteva mettersi su una corriera e tornare da dove era venuta perchè lui metteva la casa a disposizione però in cambio voleva fottere almeno qualche volta. Dopo mangiato accettò di fare la doccia prima di fare il riposino pomeridiano però chiuse la porta a chiave. Quando entrò in camera trovò l'uomo sotto le coperte ma si vedeva benissimo che era nudo. Alina tolse le scarpe i pantaloni ma tenne la maglietta e s'infilò sotto le coperte. Nino le si accostò e le fece sentire contro la coscia il cazzo ritto. Aveva sperato di conoscere un vecchietto ma da come era duro il cazzo questo tanto vecchio non era. Nino allungò una mano e carezzò il pancino di Alina. Lei era una statua. La mano si infilò nelle mutande e cercò di raggiungere la fica. Alina strinse le labbra e le cosce. Il cazzo duro e le palle gonfie spingevano contro la coscia mentre la mano frugava tra le cosce per trovare l'inizio della fica. D'improvviso la mano lasciò la perlustrazione vaginale ed afferrò un seno. I capezzoli si irrigidirono di colpo e lui le sollevò la maglietta per ciucciarli. Alina cominciava a sentir caldo. Un seno strizzato e l'altro ciucciato le diedero un brivido. Nino infilò di nuovo la mano tra le cosce e riuscì a penetrarla. Alina allargò le gambe. Nino vi entrò di prepotenza. Alina spalancò le cosce e Nino la sentì fremere per un orgasmo che non seppe controllare. L'uomo le cavò le mutandine e mise a nudo la fica bagnata. Gli fece segno di chiudere le imposte perchè si vergognava di farsi vedere nuda ma lui per tutta risposta accese la luce anche se non ce ne era bisogno. Voleva vederla bene e conoscere ogni angolo del suo corpo. Notò il grosso cazzo che svettava voglioso e ne afferrò la cappella per sentine il calore. Quanto diverso dal cazzo minuto del marito o di quello piccolo e duro del suo amante. Questo era un cazzo enorme, grosso lungo e duro e si chiese se non le facese male la penetrazione. Non le fece male, anzi. Si sentì riempita, il bacio fu rabbioso e passionale e per un attimo pensò che forse aveva fatto bene a venire in Italia. Nino la chiavò per tutto il pomeriggio e quando fu ora di cena discinta e stanca si lasciò cadere sulla sedia e mangiò con appetito una bistecca mentre le bruciava la fica. Lui esibiva il cazzo sempre ritto anche perchè non aveva goduto. Lo vide eretto per ore e si chiese se non gli dolesse a tenerlo sempre così. Nino le spiegò qualche mese più tardi, quando riuscirono a chiacchierare senza l'ausilio del dizionario, che non sborrando riusciva a rimanere eccitato per ore ed ore e dare così tanto piacere alla partner. E lei che aveva sperato in lunghi riposi e sonni tranquilli. Il nuovo compagno la mise all'ingrasso facendole mangiare bistecche di cavallo e dopo soli tre mesi era ingrassata di una ventina di chili il viso si era arrotondato le cosce ingrossate il culo prospiciente ed il seno gonfiato coi capezzoli allinsù. Era diventata una bella donna come mai lo era stata. Si piaceva ed era contenta di piacere al suo uomo. Restò frastornata quando il suo uomo le confessò di amare gli altri uomini. Di amare sì le donne ma disse che gli piaceva molto fare sesso con i maschi. Per Alina questa era una novità. Mai aveva immaginato che un uomo potesse amare un altro uomo nettampoco una donna giacere con un'altra donna. Un giorno Nino portò a casa una mutandina che inalberava un bel fallo in lattice. Lo fece indossare alla sua compagna e le ordinò di prenderlo invertendo le parti. Alina era maldestra ma alla fine riuscì a capire il marchingegno e provò gusto a fare lei il maschio e Nino la femmina. Rideva come una matta colla fica bagnata. E rise meno ma godè di più quando Nino infilò la mutandina e la penetrò nel contempo davanti e dietro. L'orgasmo fu violento e totale, la lasciò debilitata, si era svuotata del tutto come mai le era capitato. Chiavata nei due fori era il massimo e mai aveva pensato ad una tale soluzione. Cominciò a benedire il momento in cui aveva deciso di venire in Italia. Nino girava l'Europa col camion e portò con se la donna. Le fece visitare Parigi la portò sulla Senna le fece visitare il Belgio l'Olanda la Germania la Svizzera la Spagna e rimaneva incantata nel sentirlo parlare nei vari Paesi a suo agio. Un giorno erano fermi su un parcheggio in Francia quando si fermò dietro il camion un giovane. Sceso dall'auto tirò fuori il cazzo e pisciò. Quando si accorse che l'autista del camion lo stava guardando dalla specchietto retrovisore smanettò il cazzo fino a farlo indurire quindi lo indirizzò verso l'autista per invitarlo a scendere. Nino avvertì la sua donna che andava a fare un pompino allo sconosciuto. Alina non aveva mai visto un uomo succhiare il cazzo di un altro uomo. Si preparò in modo da spiare senza essere vista e vide il suo uomo avvicinarsi al tizio mettersi in ginocchio e succhiare a lungo un bel cazzo ritto. A questo punto il tizio fece sollevare Nino e gli fece abbassare i pantaloni. Nino sorrise verso la donna per tranquillizzarla abbassò i pantaloni e sgranò gli occhi dal piacere quando si sentì penetrato. Il tizio lo inculò a lungo perchè gli piaceva possederlo ed alla fine gli sborrò nel culo rinfoderò il cazzo e partì mentre Nino puliva la sborra che colava. Tornò alla guida felice e trovò Alina tutta eccitata. La spinse sulla brandina e la trombò godendo entrambi come ricci. Fu la prima di una infinità di volte che Alina vide il suo amore inculato ed ogni volta ne trasse piacere come se ad essere inculata fosse lei. Fino a che non si stese su un letto con una sconosciuta che le leccava la fica. Era stato il suo Nino a proporlo e lei aveva accettato con entusiasmo per conoscere i propri limiti. E si accorse di non avere limiti, di essere una Terra senza confini.
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scritto il
2011-03-08
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