La monta

di
genere
zoofilia

Nonno Casrmine ebbe un presentimento mentre saliva sul bastimento che lo avrebbe condotto in America che quella donna minuta e sanguigna che portava in grembo il frutto della sua passione l'avrebbe perduta. E non aveva torto. Ma non poteva modificare il disegno che l'ineluttabile destino, causa la sua povertà, aveva preparato. La moglie cogli occhi pieni di pianto ma il cuore pieno di speranza tornò verso casa a preparare l'arrivo di quel frutto benedetto che suo marito aveva seminato nel suo ventre. Certo che la gravidanza acuisce il bisogno di maschio ed il marito non si era ancora allontanatio più di tanto che già dei baldi conoscenti le ronzavano intorno. Nacque Nicola e la mancanza del maschio si fece sentire ancora più forte. Un bisogno fisico di contatto e di carezze una sete d'amore le faceva passare intere notti a fantasticare infinite cavalcate carnali con giovani cazzuti che si alternavano e la portavano a sgrillettarsi furiosa e rabbiosa di non aprire le cosce ed accogliere i ragazzi che colla scusa di ammirare il paffutello che aveva generato stavano lì ad ammirare i seni procaci mentre allattava davanti alla porta di casa come si usa nei paesi dove tutti si conoscono. Notava i loro sguardi arrapati e le patte gonfie quando il bambino lasciava il capezzolo eretto e lei lo puliva con gesti lenti e lascivi passandoci sopra il fazzoletto bagnato di saliva. La scollatura più che generosa faceva sì che pur rimessi a posto i seni tracimavano con gran parte del globo fino a rivelare l'attaccatura al petto. E poi quelle aureole così oscenamente esposte appena si abbassava per raccogliere qualcosa da terra. A sedici anni mia nonna era una ragazza bellissima e chiunque veniva attratto dalla carnagione chiara dalle labbra sensuali dai seni piccoli e gonfi e soprattutto da quel culo rotondo e sodo che attirava gli sguardi come la calamita il ferro. Sentiva il controllo della famiglia come una prigione per cui appena un bracciante le disse che nel paese vicino c'era una coppia di anziani aveva messo in vendita il podere colla casupola e la monta collo stallone compreso corse ad informarsi quanto costava. Il prezzo era esagerato ma il marito dall'America le disse di fare il compromesso che avrebbe provveduto lui a pagare con rate mensili e così fece. Una volta svezzato il bambino lo lasciò ai suoi e si trasferì nella casupola cadente. Coi primi soldi che nonno Carmine le spedì mise mano alla casa e la rinnovò ed ampliò. Cambiò anche lo stallone con uno più giovane e dopo qualche mese vide già arrivare qualche cliente che per la verità era più interessato a lei che al cavallo. La monta è un rito ed è interessante desciverla. Ho io stesso assistito parecchie volte nascosto coi miei cuginetti. Lo stallone veniva legato ad un gelso fuori dal recinto. Nel recinto veniva legata la cavalla da ingravidare e l'asino corteggiatore. Il bello è proprio quest'asino che è meno stupido di quanto si creda. Non c'è un animale più corteggiatore di lui. L'asino colle sue moine i suoi ragli le sue spinte fa eccitare la cavalla e la convince ad alzare la coda e scoprire la vagina per essere chiavata. Una volta che la cavalla accetta anzi chiede di essere chiavata si fa uscire l'asino e si fa entrare il cavallo che a sentire la femmina in calore prepara l'attrezzo e odorata la vagina che produce abbondante umore per favorire la penetrazione le morde il collo mentre sale in groppa ed affonda il lungo cazzo. Bastano poche spinte che le annaffia le ovaie e si ritira. Non saprei dire se la cavalla raggiunge il suo orgasmo perchè a parte i nitriti non da' segni particolari di godimento. Il trauma lo subisce il povero asino che si ritrova il cazzo al massimo del turgore sicuro com'è che presto lo avrebbe infilato in quella fica che aveva così bene eccitato. Invece la nonna lo trascinava lontano e per non farlo soffrire mentre lo stallone lo sostituiva lo portava in stalla. Qui era suo compito chinarsi sotto la pancia dell'animale afferrare il grosso e lungo cazzo duro come un palo di legno e massaggiarlo fino a farlo sborrare per evitare che il poveraccio impazzisse. L'asino conosceva bene le mani della nonna e si abbandonava volentieri alla sega come a lei, d'altronde, piaceva sentire in mano quel cazzo duro e voglioso ed arrivò più di una volta a baciarlo per sentire sul viso il getto violento di sborra calda e puzzolente. Un giorno Armando Zarrella, uno dei nuovi clienti seguì la nonna in stalla e quando la vide eccitata che smanettava il cazzo dell'asino le alzò la gonna e la penetrò da dietro. La nonna fu sorpresa quando si accorse che qualcuno le stava scoprendo il culo ma la voglia di cazzo era tale che lasciò fare ed allargò le cosce quando sentì una capocchia di cazzo calda e tosta che cercava di entrarle in corpo. Armando era un grassone sanguigno con sotto un cazzo notevole e quella chiavata non lo soddisfece per cui una volta sistemato le bestie seguì la nonna in casa e passò con lei quella notte e parecchie altre. Il risultato furono un paio di bambini. La voce si diffuse in paese e parecchi padroni di cavalle pur non avendone bisogno portavano i loro animali a farsi ingravidare col solo scopo di ammirare quei bei seni tracimare dalla scollatura mentre sculettava nel recinto e poi la seguivano in stalla dove lo spettacolo della donnina che smanettava il palo della bestia col culo scoperto in attesa del cazzo di turno che la fottesse. Parecchi furono i maschi ad entrare nel letto di mia nonna e parecchi di essi vi lasciarono come ricordo un bambino. Quando ero grandicello sia lei che il nonno ci scacciavano me ed i miei cuginetti ma noi testardi escogitavamo diversi modi per assistere alla monta. Infine scoprimmo che era molto più interessante assistere a ciò che avveniva in stalla per cui quando vedevamo arrivare un cliente per la monta andavamo a nasconderci dietro un secchione o dietro delle fascine per spiare la nonna che faceva la sega all'asino. I corteggiatori non le mancavano ma erano pochi, per la presenza del nonno, a seguirla in stalla per cui la vedevamo fregare tra le cosce il cazzo dell'asino o baciare la grossa cappella e farsi sbrodolare addosso. Non credo che si sia mai accorta della nostra presenza perchè ci spugnettavamo mentre lei faceva sfogare la povera bestia e spesso godevamo nello stesso momento per cui distratta dal proprio orgasmo non si curava di noi. Devo dire però che la zoofilia non mi è mai piaciuta perchè vedere il bel seno della nonna e la fica pelosa intrisa della sborra dell'asino mi faceva star male anche se in definitiva mi eccitava. Le ultime volte che ho visto la nonna spugnettare l'asino ero abbastanza grande e lei già vecchia coi seni avvizziti ed il culo flaccido come quello di Berlusconi per cui rinunciai a spiarla perchè mi faceva venire dei conati di vomito. Ad ogni stagione il suo frutto oppure ogni frutto ha la sua stagione.
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2011-03-05
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