L'amico di mia figlia
di
Cato
genere
etero
Sto guardando il soffitto della mia camera mentre sento giù in strada la portiera di con un’auto chiudersi con violenza.
Un motore acceso, uno stridio di gomme, poi il silenzio.
Mio marito è tornato in città.
Era arrivato da poche ore ma abbiamo litigato, naturalmente sempre per colpa di sua madre.
Sono terribilmente arrabbiata e non so come sfogarmi.
Mi giro nel letto ma non riesco a dormire.
La tensione accumulata è troppo forte. Mi siedo e accendo una sigaretta.
Guardo l’orologio: sono le dieci di sera.
Mia figlia è andata in discoteca con gli amici e non tornerà che verso le tre.
Che fare? Mi alzo, così in camicia da notte e scendo al piano di sotto.
Accendo la tele e mi siedo in poltrona ma non riesco a concentrarmi.
Lascio l’apparecchio acceso e mi affaccio sul terrazzo.
La serata è mite e l’aria fresca mi calma.
Ad un tratto sento suonare alla porta.
Chi sarà a quest’ora?
Rientro e mi affaccio alla finestra.
E’ Jacopo, un amico di mia figlia. Cosa vorrà?
- C’è Francesca? - mi chiede.
- No, è andata in discoteca con gli altri, non lo sapevi? -
- No, non mi hanno detto niente. Ma fa lo stesso, dovevo riportare questi libri. Posso lasciarglieli? -
Jacopo fa parte della compagnia di mia figlia.
E’ un bel ragazzo biondo, molto dolce e riservato.
E’ diverso dagli altri: più maturo direi.
Spesso, quando vengono a casa nostra a Jacopo piace parlare con me.
Sembra quasi che mi preferisca ai suoi coetanei.
Questa sera ho bisogno di compagnia e così accetto di farlo salire, anche se sono in vestaglia -
- Vieni pure - mentre gli do il tiro.
- Scusami se ti ricevo così - stringendomi la vestaglia sul petto.
Lui appena mi vede arrossisce e mi guarda come volesse spogliarmi.
- Non si preoccupi signora - è nervoso - lei è sempre molto elegante, con qualsiasi indumento -
Sorrido
- Sei sempre molto galante, Jacopo. Come mai non sei andato con gli altri? -
- Non mi piace la discoteca. Ho altri interessi, ma lei signora mi sembra agitata. Le è successo qualcosa? -
Di solito non parlo dei miei fatti privati, ma questa sera ho bisogno di sfogarmi e Jacopo è sempre molto comprensivo.
Si vede così bene? Ho litigato con mio marito, Jacopo, cose che succedono -
Lo vedo accigliarsi
- Non dovrebbe - mormora - non dovrebbe farla arrabbiare. Non se lo merita di essere trattata così, io … -
Si ferma, come si fosse reso conto di avere detto qualcosa di troppo.
Mi sento particolarmente triste questa sera.
M’incuriosisce cosa pensa Jacopo. Cosa mi succede?
- Tu, cosa? - accendendo una sigaretta. Mi guarda severo.
- Non dovrebbe fumare signora… -
Mi meraviglio di questa sua uscita.
-Perché? -
Lo vedo imbarazzato. Capisco che è teso.
- Cosa c’è Jacopo? Anche tu pensi che il fumo faccia male? -
- Sì - risponde in un sussurro - ma per lei, in modo particolare -
Oddio! Dove andiamo a finire?
Cosa sta dicendo? Sono sempre più incuriosita.
- Perché proprio io e prima, cosa intendevi dire ? -
Mi rendo conto che si è creata una strana atmosfera nella stanza. La tensione è palpabile nell’aria.
Jacopo alza gli occhi su di me e mi sento perduta.
Un pensiero mi attraversa la mente come una scarica elettrica. Sento che sta per succedere qualcosa.
Lui è rosso in viso, in preda a sentimenti contrastanti.
Poi si alza
- Mi rendo conto signora dell’assurdità di quanto le sto per dire, ma non riesco più a resistere! -
Lo sto guardando incredula. Cosa succede?
Jacopo mi è davanti in piedi: sembra tremi dall’agitazione. Mi allarmo: non vorrei si sentisse male.
- Jacopo, cosa ti succede? - esclamo alzandomi.
Lui ora è a testa bassa.
Lo sento parlare.
- Devo dirglielo signora, anche se le sembrerà assurdo. Io, lei.., da quando l’ho vista signora io non vivo più! sono innamorato di lei! -
Lo guardo senza fiato: questa poi non me la sarei mai immaginata!
- Ma Jacopo! - riesco appena a dire - io sono vecchia per te ! -
Lui mi guarda felice.
- Allora non mi respinge? - mi prende le mani - lei non è per nulla vecchia! Lei è bellissima! -
Sono frastornata.
Le mani di Jacopo stringono le mie e mi fanno sentire dei brividi.
Ecco che mi si presenta l’occasione di vendicarmi di mio marito e mia suocera. Con Jacopo? E perché no? Ma sono impazzita?
Intanto il giovane mi è venuto vicino e mi guarda in attesa.
Alzo gli occhi su di lui e mi sento mancare: santo cielo! Come è bello così ardente!
Lui si è accorto del mio turbamento. Mi prende fra le braccia e mi bacia.
Non riesco a resistere. Sento che il mio corpo ha bisogno di carezze. Lo abbraccio a mia volta e mi lascio trasportare dai sensi.
- Finalmente ! - esplode di gioia - finalmente ti posso avere! -
Le sue mani si posano sui miei seni ed aprono la vestaglia.
Non so come reagire. Non dovrei permetterglielo ma il mio corpo la pensa diversamente: arde dal desiderio di essere accarezzato da un vero uomo.
- Jacopo non dovremmo - riesco solo a dire, mentre le sue mani mi frugano il petto.
- Spogliati, ti prego - mi sussurra alzandomi la camicia da notte.
Lo lascio fare, incredula, di quello che sta accadendo.
Mi ha sollevato la maglia ed osserva in estasi le mie grandi mammelle bianche ornate dai capezzoli marroncini cerchiati.
Si china a baciarle e a succhiare i bottoncini. Ho un fremito e non riesco a resistere. Inarco il bacino verso di lui con un sospiro.
Mi trascina verso il divano e mi fa sedere.
Immerge la sua bella testa nelle mie mammelle e le succhia avidamente mentre con le mani scende fra le mie gambe, allargandole.
Lo accarezzo e sospiro, poi sento che si sta intrufolando sotto le mutande dove trova il mio cespuglio bagnato.
Ora mi guarda in viso.
- Ne hai voglia anche tu vero?-
Arrossisco alla domanda e devo riconoscere che ha ragione.
Il suo contatto ha risvegliato i miei istinti da troppo tempo sopiti. Sento di avere un vero maschio davanti, anche se un poco acerbo.
Rossa in viso e con il cuore in tumulto cerco il suo membro e lo trovo sotto i pantaloni. Jacopo si ferma e mi guarda felice, poi visto il mio imbarazzo, si apre la cerniera lampo e me lo mette in mano: com’è duro e grosso!
Ora Jacopo è una furia: mi fa alzare e mi toglie le mutande.
Rimango completamente nuda davanti a lui.
Mi rimira tutta mentre cerco di coprirmi vergognosa. Non sono abituata a questo genere di esibizioni.
Inoltre so di non essere una venere: ho il petto abbondante, i fianchi larghi e le gambe grosse ma evidentemente per lui sono attraente.
Si china davanti a me e osserva il mio bacino.
- Il tuo cespuglio odoroso, quanto tempo l’ho sognato! - mormora mentre accarezza il vello e cerca le grandi labbra che sembravo chiamarlo tanto sono eccitata. Non ho più vergogna.
Divarico le gambe per lasciargli guardare comodamente la mia intimità.
Lui si è chinato ed esplora la fessura con le belle dita affusolate.
Gli prendo la testa e la spingo verso il mio pube. Lui mi sorride e mi succhia una mammella mentre con la mano cerca il clito.
Io non riesco a stare ferma. Con le mani cerco il suo pene e trovatolo lo comincio a muovere lentamente.
Sto masturbando un amico di mia figlia! Eppure, invece di vergognarmi mi sento felice: finalmente posso scoprire i piaceri del sesso.
Lui ora mi ferma. Lo guardo smarrita, con gli occhi pieni di desiderio.
Mi fa alzare e mi trascina al piano di sopra in camera.
Io lo seguo e gli riprendo in mano il pene, non voglio mollarlo!
Lui mi sorride
- Aspetta - sussurra dolcemente - vieni sul letto -
Io mi sdraio, completamente nuda, a gambe aperte, il volto rosso e il desiderio addosso.
Lo guardo mentre si spoglia.
Ha un fisico bellissimo, un vero dio greco.
I capelli biondi su un torace muscoloso al punto giusto, il bacino stretto e due gambe atletiche. E fra di esse, imperioso si erge il membro giovanile, desideroso di imporre la sua legge.
Lo guardo con ammirazione: come è diverso da quello di mio marito! Mi lascio sfuggire una esclamazione e Iacopo sorride.
- Anche tu sei bellissima! – mi sussurra mentre si distende su di me offrendomi il suo sesso mentre si china fra le mie gambe.
Sento la sua lingua saettare nella mia vagina che deve essere fradicia d’umore e guardo la cappella rosata quasi a contatto delle mie labbra.
Emana un buon profumo e comincio a saggiarne la consistenza con le labbra. Poi, mentre le sue dita mi portano in estasi comincio a leccare il dorso del suo membro, scendo sui suoi testicoli e li prendo delicatamente in bocca.
Intanto le sue dita sono penetrate nella mia vagina e cercano un punto particolare.
Quando lo trovano mi sento morire dal piacere.
E’ bravissimo questo giovane: non posso essere stata la prima donna.
Ma non me ne importa! Quello che conta è godere di queste sensazioni che mai avrei pensato di provare. Intanto sto succhiando il pene di Jacopo con tutte le mie energie.
Avverto dai movimenti del suo corpo che sta apprezzando il mio ardore.
Ed ecco che l’orgasmo monta travolgente e mi scuote in tutto il mio essere.
Mi agito sotto le carezze sapienti e comincio a tremare. Finalmente sfocio nel godimento puro che mi lascia letteralmente stordita.
Tuttavia mi faccio forza e quasi con violenza termino di succhiare il pene di Jacopo che ora sta gemendo e sospirando: anche lui è quasi al culmine e tenta di uscire dalla mia bocca ma io gli resisto, poi esce e mi inonda il petto del suo liquido caldo e vischioso.
Ora siamo sdraiati uno sull’altra, sudati e appagati.
Il primo a muoversi è lui.
Si sdraia al mio fianco e con la mano scende fra le mie gambe e cerca l’apertura.
Gli chiedo un attimo di tregua e lui mi bacia dolcemente, poi si specchia nei miei occhi adoranti.
- Mamma mia, Jacopo! Quanto mi hai fatto godere! -
- Anche tu - mi risponde guardandomi fissa - tantissimo, ma non mi basta. Voglio sentirti veramente mia, ti voglio possedere, appena mi sarò ripreso -
Tremo al pensiero della grossezza del suo membro ma non dico di no, anzi, non vedo l’ora che lo faccia… -
Un motore acceso, uno stridio di gomme, poi il silenzio.
Mio marito è tornato in città.
Era arrivato da poche ore ma abbiamo litigato, naturalmente sempre per colpa di sua madre.
Sono terribilmente arrabbiata e non so come sfogarmi.
Mi giro nel letto ma non riesco a dormire.
La tensione accumulata è troppo forte. Mi siedo e accendo una sigaretta.
Guardo l’orologio: sono le dieci di sera.
Mia figlia è andata in discoteca con gli amici e non tornerà che verso le tre.
Che fare? Mi alzo, così in camicia da notte e scendo al piano di sotto.
Accendo la tele e mi siedo in poltrona ma non riesco a concentrarmi.
Lascio l’apparecchio acceso e mi affaccio sul terrazzo.
La serata è mite e l’aria fresca mi calma.
Ad un tratto sento suonare alla porta.
Chi sarà a quest’ora?
Rientro e mi affaccio alla finestra.
E’ Jacopo, un amico di mia figlia. Cosa vorrà?
- C’è Francesca? - mi chiede.
- No, è andata in discoteca con gli altri, non lo sapevi? -
- No, non mi hanno detto niente. Ma fa lo stesso, dovevo riportare questi libri. Posso lasciarglieli? -
Jacopo fa parte della compagnia di mia figlia.
E’ un bel ragazzo biondo, molto dolce e riservato.
E’ diverso dagli altri: più maturo direi.
Spesso, quando vengono a casa nostra a Jacopo piace parlare con me.
Sembra quasi che mi preferisca ai suoi coetanei.
Questa sera ho bisogno di compagnia e così accetto di farlo salire, anche se sono in vestaglia -
- Vieni pure - mentre gli do il tiro.
- Scusami se ti ricevo così - stringendomi la vestaglia sul petto.
Lui appena mi vede arrossisce e mi guarda come volesse spogliarmi.
- Non si preoccupi signora - è nervoso - lei è sempre molto elegante, con qualsiasi indumento -
Sorrido
- Sei sempre molto galante, Jacopo. Come mai non sei andato con gli altri? -
- Non mi piace la discoteca. Ho altri interessi, ma lei signora mi sembra agitata. Le è successo qualcosa? -
Di solito non parlo dei miei fatti privati, ma questa sera ho bisogno di sfogarmi e Jacopo è sempre molto comprensivo.
Si vede così bene? Ho litigato con mio marito, Jacopo, cose che succedono -
Lo vedo accigliarsi
- Non dovrebbe - mormora - non dovrebbe farla arrabbiare. Non se lo merita di essere trattata così, io … -
Si ferma, come si fosse reso conto di avere detto qualcosa di troppo.
Mi sento particolarmente triste questa sera.
M’incuriosisce cosa pensa Jacopo. Cosa mi succede?
- Tu, cosa? - accendendo una sigaretta. Mi guarda severo.
- Non dovrebbe fumare signora… -
Mi meraviglio di questa sua uscita.
-Perché? -
Lo vedo imbarazzato. Capisco che è teso.
- Cosa c’è Jacopo? Anche tu pensi che il fumo faccia male? -
- Sì - risponde in un sussurro - ma per lei, in modo particolare -
Oddio! Dove andiamo a finire?
Cosa sta dicendo? Sono sempre più incuriosita.
- Perché proprio io e prima, cosa intendevi dire ? -
Mi rendo conto che si è creata una strana atmosfera nella stanza. La tensione è palpabile nell’aria.
Jacopo alza gli occhi su di me e mi sento perduta.
Un pensiero mi attraversa la mente come una scarica elettrica. Sento che sta per succedere qualcosa.
Lui è rosso in viso, in preda a sentimenti contrastanti.
Poi si alza
- Mi rendo conto signora dell’assurdità di quanto le sto per dire, ma non riesco più a resistere! -
Lo sto guardando incredula. Cosa succede?
Jacopo mi è davanti in piedi: sembra tremi dall’agitazione. Mi allarmo: non vorrei si sentisse male.
- Jacopo, cosa ti succede? - esclamo alzandomi.
Lui ora è a testa bassa.
Lo sento parlare.
- Devo dirglielo signora, anche se le sembrerà assurdo. Io, lei.., da quando l’ho vista signora io non vivo più! sono innamorato di lei! -
Lo guardo senza fiato: questa poi non me la sarei mai immaginata!
- Ma Jacopo! - riesco appena a dire - io sono vecchia per te ! -
Lui mi guarda felice.
- Allora non mi respinge? - mi prende le mani - lei non è per nulla vecchia! Lei è bellissima! -
Sono frastornata.
Le mani di Jacopo stringono le mie e mi fanno sentire dei brividi.
Ecco che mi si presenta l’occasione di vendicarmi di mio marito e mia suocera. Con Jacopo? E perché no? Ma sono impazzita?
Intanto il giovane mi è venuto vicino e mi guarda in attesa.
Alzo gli occhi su di lui e mi sento mancare: santo cielo! Come è bello così ardente!
Lui si è accorto del mio turbamento. Mi prende fra le braccia e mi bacia.
Non riesco a resistere. Sento che il mio corpo ha bisogno di carezze. Lo abbraccio a mia volta e mi lascio trasportare dai sensi.
- Finalmente ! - esplode di gioia - finalmente ti posso avere! -
Le sue mani si posano sui miei seni ed aprono la vestaglia.
Non so come reagire. Non dovrei permetterglielo ma il mio corpo la pensa diversamente: arde dal desiderio di essere accarezzato da un vero uomo.
- Jacopo non dovremmo - riesco solo a dire, mentre le sue mani mi frugano il petto.
- Spogliati, ti prego - mi sussurra alzandomi la camicia da notte.
Lo lascio fare, incredula, di quello che sta accadendo.
Mi ha sollevato la maglia ed osserva in estasi le mie grandi mammelle bianche ornate dai capezzoli marroncini cerchiati.
Si china a baciarle e a succhiare i bottoncini. Ho un fremito e non riesco a resistere. Inarco il bacino verso di lui con un sospiro.
Mi trascina verso il divano e mi fa sedere.
Immerge la sua bella testa nelle mie mammelle e le succhia avidamente mentre con le mani scende fra le mie gambe, allargandole.
Lo accarezzo e sospiro, poi sento che si sta intrufolando sotto le mutande dove trova il mio cespuglio bagnato.
Ora mi guarda in viso.
- Ne hai voglia anche tu vero?-
Arrossisco alla domanda e devo riconoscere che ha ragione.
Il suo contatto ha risvegliato i miei istinti da troppo tempo sopiti. Sento di avere un vero maschio davanti, anche se un poco acerbo.
Rossa in viso e con il cuore in tumulto cerco il suo membro e lo trovo sotto i pantaloni. Jacopo si ferma e mi guarda felice, poi visto il mio imbarazzo, si apre la cerniera lampo e me lo mette in mano: com’è duro e grosso!
Ora Jacopo è una furia: mi fa alzare e mi toglie le mutande.
Rimango completamente nuda davanti a lui.
Mi rimira tutta mentre cerco di coprirmi vergognosa. Non sono abituata a questo genere di esibizioni.
Inoltre so di non essere una venere: ho il petto abbondante, i fianchi larghi e le gambe grosse ma evidentemente per lui sono attraente.
Si china davanti a me e osserva il mio bacino.
- Il tuo cespuglio odoroso, quanto tempo l’ho sognato! - mormora mentre accarezza il vello e cerca le grandi labbra che sembravo chiamarlo tanto sono eccitata. Non ho più vergogna.
Divarico le gambe per lasciargli guardare comodamente la mia intimità.
Lui si è chinato ed esplora la fessura con le belle dita affusolate.
Gli prendo la testa e la spingo verso il mio pube. Lui mi sorride e mi succhia una mammella mentre con la mano cerca il clito.
Io non riesco a stare ferma. Con le mani cerco il suo pene e trovatolo lo comincio a muovere lentamente.
Sto masturbando un amico di mia figlia! Eppure, invece di vergognarmi mi sento felice: finalmente posso scoprire i piaceri del sesso.
Lui ora mi ferma. Lo guardo smarrita, con gli occhi pieni di desiderio.
Mi fa alzare e mi trascina al piano di sopra in camera.
Io lo seguo e gli riprendo in mano il pene, non voglio mollarlo!
Lui mi sorride
- Aspetta - sussurra dolcemente - vieni sul letto -
Io mi sdraio, completamente nuda, a gambe aperte, il volto rosso e il desiderio addosso.
Lo guardo mentre si spoglia.
Ha un fisico bellissimo, un vero dio greco.
I capelli biondi su un torace muscoloso al punto giusto, il bacino stretto e due gambe atletiche. E fra di esse, imperioso si erge il membro giovanile, desideroso di imporre la sua legge.
Lo guardo con ammirazione: come è diverso da quello di mio marito! Mi lascio sfuggire una esclamazione e Iacopo sorride.
- Anche tu sei bellissima! – mi sussurra mentre si distende su di me offrendomi il suo sesso mentre si china fra le mie gambe.
Sento la sua lingua saettare nella mia vagina che deve essere fradicia d’umore e guardo la cappella rosata quasi a contatto delle mie labbra.
Emana un buon profumo e comincio a saggiarne la consistenza con le labbra. Poi, mentre le sue dita mi portano in estasi comincio a leccare il dorso del suo membro, scendo sui suoi testicoli e li prendo delicatamente in bocca.
Intanto le sue dita sono penetrate nella mia vagina e cercano un punto particolare.
Quando lo trovano mi sento morire dal piacere.
E’ bravissimo questo giovane: non posso essere stata la prima donna.
Ma non me ne importa! Quello che conta è godere di queste sensazioni che mai avrei pensato di provare. Intanto sto succhiando il pene di Jacopo con tutte le mie energie.
Avverto dai movimenti del suo corpo che sta apprezzando il mio ardore.
Ed ecco che l’orgasmo monta travolgente e mi scuote in tutto il mio essere.
Mi agito sotto le carezze sapienti e comincio a tremare. Finalmente sfocio nel godimento puro che mi lascia letteralmente stordita.
Tuttavia mi faccio forza e quasi con violenza termino di succhiare il pene di Jacopo che ora sta gemendo e sospirando: anche lui è quasi al culmine e tenta di uscire dalla mia bocca ma io gli resisto, poi esce e mi inonda il petto del suo liquido caldo e vischioso.
Ora siamo sdraiati uno sull’altra, sudati e appagati.
Il primo a muoversi è lui.
Si sdraia al mio fianco e con la mano scende fra le mie gambe e cerca l’apertura.
Gli chiedo un attimo di tregua e lui mi bacia dolcemente, poi si specchia nei miei occhi adoranti.
- Mamma mia, Jacopo! Quanto mi hai fatto godere! -
- Anche tu - mi risponde guardandomi fissa - tantissimo, ma non mi basta. Voglio sentirti veramente mia, ti voglio possedere, appena mi sarò ripreso -
Tremo al pensiero della grossezza del suo membro ma non dico di no, anzi, non vedo l’ora che lo faccia… -
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