Risvegli

di
genere
etero

Riapro gli occhi nell’oscurità della stanza, la tua presenza di fianco è una certezza prim’ancora del tuo respiro lieve e lento che n’è la conferma.
Quando ci ripenserò sarò sbalordito della subitaneità del mio desiderio di te, qualcosa che va molto oltre la necessità animale, sessuale dell’istinto di accoppiarmi.
Le mie mani, pensano, quando ti toccano hanno una volontà propria, come se i polpastrelli fossero avidi di una conoscenza mai ritrita, percorrono la tua pelle nuda.. no percorrono non rende l’idea, la incontrano, la sondano, qualcosa che va oltre la mera esplorazione.
Anche il tocco segue una sua naturale evoluzione: prima lieve sulle braccia, sui fianchi, sul culo esposto e invitante, poi via via più pesante, ma non ancora invasivo.
Potrei prenderti ora mentre ancora dormi, e svegliarti con la mia carne tra la tua, so che non ti opporresti, semplicemente ti abbandoneresti alla mia voglia di te, potrei…
Potrei ho detto, ma quel che cerco è la tua complicità, il tuo desiderio cosciente e sveglio di essere mia, il tuo compiacimento di averti intrappolato dentro di te, come una pianta carnivora il cui insetto illusoriamente pensa di cibarsi, e diviene cibo a sua volta.
Le mani scivolano avanti per percorrere i suoi seni, per accarezzare il ventre, allora hai un fremito un piccolo sospiro , una vocale esalata a fior di labbra, so che sei sveglia.
Mi impadronisco con una mano delle tette, beandomi del turgore dei capezzoli contro il palmo della mano, in risposta la tua mi accarezza il fianco all’indietro per cercare poi più in basso,
Anche la tue mani seguono un percorso di intensità, dapprima accennata poi sempre più crescente, sino a prendere in mano il mio cazzo ormai eretto che infossa la pelle di una tua natica, circondare con la tua mano, la mia che stringe un tuo seno, guidarne i movimenti e poi spingerla giù.
E qui … come una dionea, apri le gambe schiudendoti come il fiore che sei, nella tua falsa promessa di arrendevolezza, i miei polpastrelli nella sericità della tua pelle, contorno di quella seconda bocca che ho baciato cento e cento volte.
Ti giri, prima il collo, poi il fianco , seguito da tutto il corpo, la resa/attacco finale, le bocche incollate, finalmente nel nostro primo amplesso sessuale cosciente della giornata, le nostre bocche che godono, la mia voglia che cresce.
Voglio averti e devo averti, ti salgo sopra, le gambe si allargano per accogliermi e richiudersi sulla mia schiena, le caviglie incrociate, i talloni sul mio culo.
Rapido mi impugno per affondare dentro di te, ma a questo punto mi fermi con le mani puntate sul petto, posso intuire il tuo sorriso nell’oscurità.
Poi il tuo movimento sotto di me, come se ti stessi stirando e il “click” dell’applique, il discreto chiarore che non riesce a ferire gli occhi ma che rivela entrambi.
Vuoi vedermi, vuoi che vi vediamo, solo ora mi permetti di entrare, mentre i tuoi seni si schiacciano sul mio petto, lenta distendi le gambe per andare ad intrecciarle sopra le mie, intrappolato e preso.
Non sarà così per sempre, cambieremo posizione ancora, ti solleverò le gambe fin sul seno, oppure rapida ti avrò sopra…
Quel che non cambierà è il tuo guardarmi, il nostro guardarci e quello specchio di fianco al letto, oggetto di sommessi commenti maliziosi di chi ha visto questa camera ti vedrà riflessa guardarti, per distogliere lo sguardo solo per me , nei momenti in cui uno sei due o entrambi capitoleremo al piacere.
Neppure qui c’è n copione scritto, a volte tra le tue gambe, altre sulla schiena, sui seni… in latri momenti ancora mi guarderai, per gustare la mia reazione, quando mi chiederai di venirti in viso.
Sei...siamo una provocazione continua l’uno per l’altro, dove entrambi perdiamo vincendo.
scritto il
2018-10-06
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