Prima che tutto cambi

di
genere
bisex



Ti guardo un ultima volta, prima che dia l'apriporta a Max,
E' il tuo sorriso a rassicurare me, e si che dentro di te ci deve essere un mare in burrasca, eppure a guardarti non sembrerebbe, la calma fatta persona.
Sto ancora inseguendo il filo di questi pensieri, quando suona il campanello della porta, pochi passi, apro, ed ecco Max sorridente con il suo solito aplomb, calmo pacato, tranquillizzante.
Lui è il mio compagno di giochi, quelli che non posso fare con te, per evidenti motivazioni fisiche, ma stasera è qui anche per te.
Educatamente e cerimoniosamente, il nostro amico chiede permesso, varcando l'uscio, ha il suo solito abbigliamento casual, come me del resto, tu invece...tu...sei splendida, Quell'abito leggero, in lino che ti cade addosso lasciando, oltre alla schiena nuda, molto poco all'immaginazione.
Max da perfetto gentil uomo ha portato una singola rosa a gambo lungo, che afferri con un sorriso, ora il tuo imbarazzo traspare maggiormente.
Da perfetta padrona di casa ci inviti a seguirti in sala, dove hai preparato una bottiglia nel ghiaccio di Gewuztraminer.
Versi il vino e porgi i calici.
E' un momento particolare, gli sguardi si incrociano al di sopra dei bicchieri, tutti e tre osserviamo essendo osservati a nostra volta, sei la prima a scoppiare in un risolino nervoso al quale noi ti facciamo eco.
Simultaneamente, quasi ci fossimo messi d'accordo ci portiamo ai tuoi fianchi opposti per appoggiare le nostre labbra sul tuo collo, sulla serica nudità della tua pelle, posso quasi sentire sulle labbra l'accelerare del sangue nelle carotidi.
Socchiudi gli occhi, il tuo respiro ti gonfia il seno, mentre reclini il tuo capo all'indietro, le mani ti sfiorano i seni, i capezzoli violano la distensione del tessuto.
E' un istante fatto di desiderio, di un piacere promesso, di aspettative che si concretizzano, un bacio al tuo collo un po' più carnale quasi ti fa scivolare il flut di mano, un po' di vino finisce sul pavimento.
Le tue mani ci allontanano ridendo, “Garda cosa mi avete fatto fare!” ci dici guardandoci come chi non sa come frenare qualcosa che desidera, ma sa di doversi trattenere.
“Su, su voi andate in camera, io metto a posto qui e arrivo...”
Qualche pacata protesta, che vinci senza colpo ferire.
Max ed io entriamo in camera da letto, il mio amico mi domanda se è tutto ok, io rispondo di sì, anche se eccitato e con un pizzico di nervosismo.
Ci conosciamo da anni, dapprima di conoscere te, ma ogni volta che sto con lui sono nervoso ed eccitato, non posso farci nulla.
Ha quel suo sorriso, sornione e malandrino, che mi promette piacere, ma questa sera sarà una sfida anche per lui dovrà superarsi.
Ci baciamo, le mani corrono, non saprei definire quale sia stato il primo e l'ultimo istante in cui un indumento abbia raggiunto il pavimento, siamo nudi ed eccitati abbracciati.
Sdraiarsi sul letto è un fatto di impazienza, di fame morbosa, di qualcosa che entrambi sappiamo inevitabile.
La carne che si aggroviglia alla carne, le bocche che cercano, trovano, imprigionano, assaggiano, siamo due uomini che si danno vicendevolmente piacere.
Così tu ci trovi quando entri nella penombra della stanza appena rischiarata dalle due applique a lato del nostro letto.
Per un po' ci fissi ipnotizzata in piedi ancora sulla porta, mentre ci guardi imprigionati in una sorta di yin e jang , il silenzio violato solo dal rumore dei respiri, e delle bocche.
Ti vedo io per primo, forse perchè ho avvertito la tua presenza, forse perchè più semplicemente l'aspettavo e la cercavo, ed eccoti qui.
Nuda, così hai scelto di presentarti a noi, quasi questo tuo mostrarti subito senza veli sia testimonio della tua volontà questa sera di essere li tra noi senza condizioni, anche se è la tua prima volta.
Per alcuni minuti non fai nulla, ci guardi come ipnotizzata, immobile osservi quel guizzare di membra sul letto, lenta ti accarezzi il monte di Venere, poi Max ti vede.
L'aria più fresca intorno all'asta è la prima cosa che sento quando la sua bocca si stacca da me,
Mi stacco anche io e lentamente mi alzo per andare verso di te, mi guardi, ti sorrido, mi sorridi, ti bacio facendomi strada nella tua bocca.
Cingo entrambe le mani e nello staccarmi da te mi giro a guardare Max che ora è in piedi.
Tenendo ancora una mano nella mia mi metto in ginocchio di fronte al cazzo in erezione del nostro amico, Max ti bacia ancora il collo, poi tu ti chini a fianco a me.
Un ultimo sguardo tra noi poi sollevando con il palmo della mano lo scroto indirizzo l'asta verso la mia bocca nuovamente, ma qui accade l'inaspettato.
La tua mano scosta la mia e sposti la cappella dinanzi alle tue labbra, lenta inizia ad esplorare delicatamente con la lingua tutta l'asta, sino al fenulo.
Conosco la tua bocca, so quanto può essere esasperante, il fatto è che a te piace tenere il maschio in bocca e centellinargli il piacere.
Allora mi accosto pure io per cercare di leccare dal lato opposto, di nuovo i nostri occhi si incontrano, il tuo sguardo sostiene il mio, ma dietro v'è anche anche qualcos'altro, una sorta di sfida .
La mia mano libera corre in basso, tra le tue cosce a percepire in punta di polpastrelli la tua calda umidità, similmente la tua circonda il mio cazzo in una lenta masturbazione... siamo cotti a puntino.
Senza che nemmeno ce ne accorgiamo stiamo leccando, mangiando quello splendido cazzo, quando arriviamo entrambi sulla cappella, non possiamo fare a meno di incontrarci, le bocche si incontrano e si cercano in lunghe limonate interrotte solo dal nostro imboccare a turno il cazzo del nostro amico.
Di nuovo è Max a rompere gli indugi, quasi a forza ci allontana le teste, lo guardiamo con il sorriso birichino di due monelli che fa da rimando a quello sornione di lui.
Ti invita a sollevarti in piedi solo per spingerti subito dopo sul letto, rimbalzando emetti un piccolo grido tra il sorpreso ed il divertito, non ti dà modo di reagire oltre, in un attimo è tra le tue gambe con tutta la testa.
Non riesci a rimanere indifferente a lungo, dopo un primo attimo in cui ti sei irrigidita adesso ti deve tenere ferma per le gambe per evitare che ti stacchi da lui contorcendoti.
Ti guardo ancora, bellissima nel tuo essere violata dal piacere, ogni tanto riesce a farti sobbalzare di più, vedo i muscoli del tuo collo tendersi, il tuo respiro bloccarsi nella bocca aperta, nelle labbra unite solo da un sottile filo di saliva, in quel momento sbarri gli occhi e mi guardi, le mani volano alle lenzuola alle quali cerchi inutilmente appiglio.
Mi chino di nuovo sotto Max per prepararlo per te, contengo la mia eccitazione, non è dentro di me che dovrà godere stasera, non per primo almeno.
Lascio che ti sfinisca con la lingua, sento i tuoi gemiti familiari alla vigilia di un piacere che non ti è dato poter controllare, ritardare.
Andiamo avanti così per un tempo che a me pare infinito, poi Max si stacca e senza preavviso si sottrae a me, ma solo per permettermi di mettergli il preservativo.
Mi alzo pure io e ti vedo, sudata, ansante, la testa di lato, una ciocca di capelli incollata alla tempia madida.
Max mi guarda, non ha bisogno di chiedermi nulla, mi porto dietro di te, ti afferra per le caviglie tirandoti a sé, per sistemarti meglio, poi ti apre.
Ti riprendi per un istante, forse vorresti aspettasse, ma non puoi farci niente, il nostro amico si posiziona al centro di te ed entra senza nessuna resistenza, il tuo rifiuto, se mai fosse stato vero è reso vano dalla liquidità del tuo sesso rosso e gonfio.
Sprofonda in te, colmandoti, scostando la carne, sobbalzi, fai per muoverti, ma io sono rapido ad appoggiare le mie mani sulle tue spalle e tenerti giù.
Per la prima volta dopo anni ricevi un cazzo che non è il mio dentro di te, guardi Max e guardi me, quasi a sincerarsi che sia tutto vero, che io sia li con te, parte di questo momento e solo dopo questo riesci davvero a lasciarti andare.
Il nostro amico ti scopa,con forza, con la frenetica urgenza di chi ha solo assaggiato ed ora vuole pascersi.
Mi chino a baciarti, provi a rispondere al mio bacio, ma gli spasmi di un nuovo affondo ti strappano a me, ti contorci, scalzi le lenzuola dal letto,
Quando Max lascia andare le caviglie per coprirti con il suo corpo schiacciandoti, come in un sogno vedo quest' ultime avvolgere il suo torso incrociandosi sopra il culo ad accompagnarne i movimenti.
Le spinte dell'uomo adesso sono energia pura, come un fulmine che vuole scaricarsi al suolo impattano la carne in modo devastante, la testa a fianco alla tua.
Quando esplode, il suo grido strozzato prende vita vicino al tuo orecchio, il profilattico si riempie, ci vogliono alcuni minuti perchè riesca a staccarsi da te.
MI distendo di lato a te, bacio la tua fronte sudata e la tua bocca, mentre lui si alza e con passo malfermo va in bagno...
“Tutto bene ?” ti chiedo sottovoce, i tuoi occhi mi fissano e mi scrutano, Annuisci con la testa prima di attirarmi a te in un lunghissimo bacio profondo, rimaniamo così abbracciati per qualche minuto.
La tua mano scivola in basso ad afferrarmi il cazzo ancora eretto.
“Prendimi adesso, subito, ora!” una richiesta, una preghiera, un ordine … o tutte e tre le cose insieme.
Allunghi la mano al cassetto del comodino, ne cavi il tubetto del lubrificante, le tue intenzioni sono chiare, sei tu stessa a ungere il tuo buchetto, rimango disteso sulla schiena.
Dandomi la schiena mi sovrasti abbassandoti lenta verso di me, a cercare quella congiunzione che abbiamo deciso essere solo nostra.
La cappella percepisce il fresco del lubrificante, con le mani ti allago le natiche e scendendo ti faccio appoggiare il buco.
Lenta, costante ed inesorabile scendi con difficoltà dapprima e poi più veloce sino a far scomparire tutto il cazzo dentro di te.
Vorrei poter vedere l'espressione del tuo viso a metà tra l'eccitazione e un po' di fastidio che presto svanirà.
Le braccia all'indietro e i talloni puntati sul letto, ora le mie mani corrono cingere i tuoi fianchi, a darti il ritmo con cui muoverti per essere scopata nel culo.
Vorrei avere uno specchio e poterti guardare adesso, mentre ancora sei fradicia del piacere appena preso, ogni tanto da dietro ti strizzo un seno.
“Pensa se Max esce ora e ti vede così?”
Ti arresti, come quando un fiotto improvviso di eccitazione ti allaga la fica, “Se mi vede tanto meglio, saprà che può scoparmi ma saprà a chi appartengo veramente e cosa è soltanto tuo”.Ora è il mio turno di prenderti a colpi di reni dal basso.
Voglio pensare solo al mio piacere ora, avverto l'umidità colare tra i coglioni gocciolando fino all'incavo del mio culo, l'attiro giù per avere la sua testa di fianco alla mia, per avere ancora la sua bocca, i suoi sospiri e gemiti nelle orecchie.
ti voglio con le tue tette che riempiono le mani, i tuoi capezzoli contro le palme quando ti verrò nel culo.
Punti le gambe per assecondare i miei movimenti in modo esattamente inverso, massimizzando lo scontro della nostra carne.
Contrai le natiche, spietata nell'esigere il mio piacere per te.
Vengo, vengo artigliando le tue tette quasi potessi strappartele, vengo affondando i denti nel tuo collo per soffocare l'urlo, vengo aspergendo il tuo intestino di me.
Distrutto esausto...ascolto il tuo cuore che corre... lo scrosciare dell'acqua nella doccia, il tuo respiro che si calma nel mio orecchio.







scritto il
2022-01-09
2 . 6 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.