Un pieno di...

di
genere
trio

Anche questa giornata lavorativa è finita, si torna a casa. Altri 10 km di auto e sono finalmente nel mio piccolo nido, non vedo l’ora di togliermi questi tacchi, per farsi notare bisogna soffrire e 10 cm di tacco sono una tortura, però gli sguardi fugaci di chi mi sta intorno mi soddisfano e ripagano ampiamente. Caspita avevo dimenticato di far benzina, poco male cinque minuti in più non sono la fine del mondo. Poi passare da quel distributore mi è sempre piaciuto, ci sono quei due moretti niente male. Son simpatici, allegri, sempre pronti a darti una mano, sembrano molto uniti, piuttosto complici, direi più che amici… chissà magari sono gay vallo a sapere, a me sono molto simpatici, poi hanno un bel fisico entrambi. Com’è che si chiamano? Lalas e Felipe credo, un pensierino ce lo farei. Eccomi arrivata, “Ragazzi scusate, mi fareste il pieno? Magari anche una pulita ai vetri non sarebbe male” “Certo bella signora siam qui tutti per te…” Son proprio bravi sti ragazzi, quasi quasi mi diverto un po’ con loro, provo a stuzzicarli vediamo se sono gay oppure è solo una mia impressione. Mi giro nascondendomi un po’, apro il giaccone e sbottono qualche bottone della camicia, giusto a far velare il mio reggiseno di pizzo nero trasparente, alzo un po’ la gonna mezza coscia e mi rimetto in posizione di guida. Eccolo, è Felipe che sta pulendo i vetri, mi guarda, i suoi occhi scendono verso la scollatura mentre cerca malamente di pulire il parabrezza. Abbasso il parasole in cerca dello specchio e soprattutto nascondo il mio sguardo. Prendo una matita per gli occhi e comincio a truccarmi allungandomi verso lo specchio. Dietro Lalas continua a riempire il serbatoio ignaro di tutto, mentre Felipe continua a godersi lo spettacolo. Ne ho certezza quando vedo la sua mano scendere verso i pantaloni come a sistemarsi il “pacco” che comincia a sbottare nei pantaloni. La situazione mi piace, il distributore è vuoto da occhi indiscreti, magari ne approfitto per divertirmi ancora un po’ almeno finchè non arriva gente. Rimetto a posto lo specchio e nel movimento faccio salire ancora un po’ la gonna, dal parabrezza si intravede li sotto che il reggiseno fa parte di un completino di pizzo nero trasparente. Rimetto a posto la matita per gli occhi e nel girarmi verso la borsa sbottono ancora un bottone della camicia. Torno in posizione guida, la camicia è quasi inutile, mi stiro un po’ alzo le braccia poi le allargo, il mio seno si mostra velatamente sotto il pizzo, i mei capezzoli sono turgidi dal freschetto. Felipe ha finalmente capito il gioco; “Mi scusi signora mi sembra che ci sono delle macchie all’interno del parabrezza se vuole le pulisco” “Felipe giusto?” “Si signora mi chiamo Felipe” “Certo fai pure, devo ringraziarvi” Apro completamente lo sportello restando seduta in macchina. Lui resta fuori con i piedi e le gambe ed infila la testa e corpo in macchina verso il vetro anteriore a cercare macchie inesistenti ed osservando con molta attenzione le mie cosce quasi completamente esposte alle sue attenzioni. Io sono li con i miei occhi a meno di un metro dai suoi pantaloni e soprattutto la mia mano a pochi centimetri. Sembra molto gonfio li dentro, ho una voglia di tastare e sono li che non riesco a non guardare. Felipe non regge al suo istinto e porta ad avvicinare la sua patta al mio volto. Oscar Wilde insegna, alle provocazioni bisogna cedere, sollevo la mano sinistra, fingo di portarla al volto e sfioro i suoi pantaloni, l’ho sentito, è duro, rifaccio il movimento, questa volta al contrario, dal volto verso i suoi pantaloni, solo che la mano non scende ma si ferma sulla sua patta. Comincio a sfiorare, poi a toccare, a stringere. Felipe ferma la sua operazione di finta pulitura, fissa i miei occhi, in un attimo li chiude come a volermi dare il consenso. La mia mano destra si avvicina a lui ed aiuta l’altra mano ad abbassare la zip per tirar fuori quel desiderio condiviso da entrambi. Caspita è bello grande, certo non proprio enorme ma ne vale veramente la pena. Gioco con le mani ma noto come Felipe avvicini il suo pene verso le mie labbra, lo accontento, tiro fuori la lingua, sfioro il suo glande, su e giù con la lingua lentamente, finche lo nascondo completamente nella mia bocca. Felipe mette le sue mani dietro la mia nuca come ad accompagnare il mio moviment, lento, poi veloce, poi lento, a volte soffermandomi e giocare con la lingua intorno alla cappella. Lalas si accorge finalmente di tutto proprio mentre il pieno è completato, dopo un attimo di sorpresa mette a posto la pompa della benzina e si viene a sedere in macchina dal lato passeggero. Mi allarga la camicia osservando i miei seni vanamente nascosti da quel pizzo nero trasparente. Comincia a giocare con i miei capezzoli, sposta il reggiseno e mentre io continuo la mia opera verso Felipe lui mi palpa piacevolmente i seni a volte scendendo con una mano verso le mie gambe. Non nascondo più quella voglia matta che ho di sentirlo dentro, mi giro verso Lalas, mi inginocchio sul mio sedile con lo sguardo a fissargli gli occhi, alzo la gonna mostrando il mio “perizoma” a Felipe ed al suo amico che spunta dai pantaloni. Un chiaro invito che Felipe accetta volentieri. Sposta quel po’ di pizzo che lo separa dalla mia vagina e me lo infila giocando prima con il mio clitoride sul suo glande. Wow che bello, lo sento entrarmi dentro, riempirmi per poi uscire e tornare dentro. Lalas si avvicina, comincia a baciarmi, le sue mani si divertono col mio seno penzolante ed invitante. Labbra carnose, tipiche della sua etnia, calde, morbide, la sua lingua affonda e riempie la mia bocca. Intanto con una mano mi reggo allo schienale cercando di attutire le spinte di Felipe e con l’altra cerco di capire se Lalas è felice di baciarmi. Appena tocco i suoi pantaloni la sua patta sembra voler esplodere, cosa si nasconde dietro quel pezzo di cotone? Lalas molla i miei seni e rapidamente si spunta i suoi jeans… Per la miseria! E’ enorme! Lo prendo in mano, il mio palmo è insufficiente, ci gioco un po’ finchè la mia bocca prende il sopravvento e se lo ingoia. Il piacere è immenso, lo spettacolo anche, Felipe sembra non reggere al piacere, io ho una gran voglia di sentirmi ancora più piena. Mi giro e cambio posizione dando a Lalas la possibilità di penetrarmi, Il ragazzo non vedeva l’ora, subito ne approfitta infilandomelo. Lo sento tutto, arriva in fondo, ogni colpo è un brivido di piacere. Noto a stento Felipe teso come una corda di chitarra, giocare con la mano ed il suo pene, sembra stia per venire. Me lo prendo e comincio a giocarci con le mani e la bocca. Ecco che raggiunge l’orgasmo inondando la mia bocca del suo seme, io continuo a leccarlo, più lentamente ma con piacere. Ad una scena del genere anche Lalas non regge. Faccio appena in tempo a girarmi che mi viene sulle labbra, sulle guance sul naso… Sfiniti mi guardano soddisfatti, sono sporca del loro sperma e con il pene di Lalas ancora fra le mani. Felipe si avvicina, mi fissa, occhi dolci ancora eccitati, comincia a leccarmi il volto, infila la sua lingua nella mia bocca, mi bacia. Resto stupita ed eccitata allo steso modo, chiudo gli occhi e lascio che Felipe si diverta. Riapro gli occhi, anche Lalas è ad un palmo dal mio volto, aiuta il suo amico a ripulirmi del loro seme, mi baciano, mi leccano, si baciano. Tre lingue in contatto tra loro. Caspita allora ci avevo visto bene, anche se gay non direi proprio, ma la loro complicità era palese. E’ stata una magnifica sorpresa, una splendida serata, un rifornimento di. Mi ricompongo, li saluto, non so neanche se ho pagato oppure no, torno a casa, mi stendo sul letto con il ricordo di un pieno di…
scritto il
2018-10-27
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