Helena per un giorno

di
genere
trio

Ho deciso, oggi mi fermo. Ci passo tutti i giorni, lei è quasi sempre li, bellissima, seminuda con quella carnagione olivastra, perizoma rigorosamente rosso che mostrano due glutei perfetti, reggiseno rosso coperto, si fa per dire, da una maglietta a rete praticamente inutile. Sono due giorni che vorrei fermarmi ma trovo sempre quella sedia vuota. Sicuramente sarai richiestissima, hai un fisico attraente e da queste parti si parla molto di te. Mi piacerebbe chiederti tante cose, la tua vita, il tuo “lavoro”, ho un desiderio recondito di fare la puttana per un giorno e magari potresti aiutarmi, spero di trovarti oggi. Giro l’angolo ed eccoti ti vedo in lontananza: ombrellone, sedia e tu li che fai avanti ed indietro mostrando tutta la tua bellezza. Ok mi fermo, sono convinta più che mai. Entro nella stradina, accosto, spengo la macchina ed esco. Mi guardi, sembri sorpresa, ti metti sulla difensiva: “Scusami non voglio crearti problemi ma ho un forte desiderio di conoscerti. Come ti chiami?” “Mi chiamo Helena, cosa cerchi da me? Chi sei tu?” “Io mi chiamo Veronika, passo di qui ogni giorno per andare a lavoro e tutti i giorni non faccio che ammirarti. Sei bellissima, avrai sicuramente tanti clienti, ti piace il tuo lavoro?” “Veramente mi piace tanto quello che faccio anche se molta gente non mi vuole qui probabilmente per invidia o gelosia”. “Sai anche io sono un po’ invidiosa del tuo lavoro, ma non gelosa, mi piacerebbe essere te per una volta”. “Tu bella signora? Veramente? Sei bella potresti anche farlo, basta volerlo”. “Magari è solo un desiderio poi non avrei il coraggio. Quanto chiedi ai clienti? Solo per pura curiosità”. “In genere non molto dipende da quello che vogliono, diciamo dalle 30 Euro alle 100, però effettivamente ci vuole molto coraggio, fare quello che faccio io, non è facile”. Caspita si sta fermando un’ auto… e che auto, il proprietario non credo abbia problemi economici, strano però tra tante escort si ferma ad una puttana di strada. Scende dall’auto si avvicina, sorride: “Quanto volete entrambe per una serata?” “No ma lei non….” Helena prova a spiegare la situazione, io prendo coraggio e la interrompo: “Trr trecento Euro... a testa…” Helena, in un misto di perplessità e stupore, non parla, il mio cuore vola a 150 battiti. Ok ragazze, ho visto che siete automunite seguitemi. “Prima i contanti ribatte Helena”, conosce il suo mestiere, lui si avvicina, infila la mano nella giacca… Io ho un po’ di paura mista ad eccitazione, sarà un malintenzionato, in che storia mi sono imbattuta. “Mi chiamo Riccardo, questa è una banconota da 500 Euro come anticipo, a fine serata ne avrete un'altra”. La mia eccitazione aumenta, 500 Euro sono tanti da fare in una sola serata ed alla mia prima volta in questa pazzia non è affatto male. Helena non sa che fare, ha paura che io faccia qualcosa di sbagliato ma allo stesso tempo sa che 500 Euro in una volta quando gli ricapitano. Gli strappo la banconota dalle mani: “Ok ti seguiamo, fai strada.” Faccio segno ad Helena di entrare in macchina, le mi accontenta, lo seguiamo. Helena entra in macchina “Veronika sei pazza? Sei proprio sicura di quello che fai?” “Helena scusami se ti sto usando, la banconota è tua, questo per farti capire che non lo faccio per soldi ma solo per il piacere di sentirmi puttana per una volta”. “Ma chi me l’ha mandata a questa stasera, speriamo che va tutto bene”. Venti minuti di strada e siamo in una villa fuori città, si apre il cancello, entriamo. Casa, maestosa, che ve lo dico a fare, un reggia. Andiamo in una salone, in fondo sulla sinistra c’è un palo da lap dance con degli specchi sulle pareti, a destra due divanetti ed un letto tondo con lenzuola di seta nera che si riflette su uno specchio in alto, ci accomodiamo sui divanetti, arriva Riccardo con tre bicchieri colmi: “Prego signore, per voi”. Beviamo, guardo Helena e cerco un po’ di imitare quello che fa, lei distinta, gambe accavallate sorseggia gustandosi quel nettare alcolico. Riccardo si alza si avvicina ad una console, abbassa le luci, mette un po’ di musica, di quelle dal ritmo che ti entrano dentro e devi per forza ballare: “Fatemi vedere quello che sapete fare?” Helena mi guarda con un po’ di imbarazzo, ha paura che non sappia cosa fare. Mi alzo mi tolgo la giacca e mi avvicino al palo, comincio a ballare sinuosamente scivolando intorno al palo. La mia gonna sale e scende, le mie gambe appaiono e scompaiono. Vedo Riccardo piuttosto preso dal mio ballo, faccio un cenno con lo sguardo ad Helena che prontamente si avvicina e comincia a ballare da vera professionista. Si accosta al mio orecchio e mi sussurra: “Ti piacciono le donne?” Io continuo a ballare, la fisso negli occhi, e comincio a baciarla. La mia lingua sulle sue labbra, lei apre la bocca e la fa entrare, le nostre labbra si sfiorano, si uniscono, si allontanano. Le lingue giocano, e mentre continuiamo a muoverci le mani cominciano ad esplorare i nostri corpi. Sinceramente non vedevo l’ora di toccarla, quella pelle scura, soda, quelle curve perfette, quel culo che tutti i passanti avevano ammirato ora era nelle mie mani. Helena passa al contrattacco sbottonandomi lentamente la camicia, me la apre, me la sfila, è la volta della gonna che, dopo aver aperto la zip laterale sfila via facilmente. Io gli tolgo quell’inutile rete e con un movimento che solo noi donne sappiamo fare le slaccio il reggiseno. Una meravigliosa quarta, ancora belle intatte. Continuiamo a ballare, siamo solo noi due in questo momento, quello che gira intorno è fuori dal nostro mondo, le accarezzo i capezzoli lei mi toglie il reggiseno e continua a toccarmi. Io mi abbasso, la mia lingua bacia un seno, lo lecco, lo mordo e lo infilo in bocca giocando all’interno con il capezzolo. Helena mi prende la testa e me la spinge come a voler infilarci ancor di più la sua bella coppa C. Le mani scivolano giù, si infilano tra il rosso e il nero dei nostri slip, ultimi indumenti ancora rimasti indossati. Durano poco ed ecco che restiamo con i soli tacchi a ballare intorno quel fortunatissimo palo. Riccardo si gode lo spettacolo, la sua mano non resiste, scivola pian piano giù a toccarsi il pacco, se la infila negli slip e continua a guardarci. Io ed Helena continuiamo a baciarci, a flirtare, siamo due amanti colpiti da un fulmine. Sono eccitatissima, la mia mano si infila tra le gambe di Helena, anche lei è bagnata, eccitata come me, vorrei tanto che quel momento non finisse mai. Uno sguardo di Helena mi fa capire che siamo qui per altro, ha ragione, la sua professionalità mi ricorda che sono una puttana ora e che devo lavorare. Ci avviciniamo a Riccardo, ci sediamo ai suoi fianchi, io lentamente gli sbottono la camicia, Helena lo bacia. Le sue mani circumnavigano sui nostri corpi, sui nostri seni, scivolano tra le cosce, tastano i glutei, hanno tanto da toccare. Io passo ai pantaloni, li sbottono, glie li tolgo. Helena è bella ma sono una donna che nel sesso ha sempre bisogno di un uomo vero uno che deve essere “duro” e forte. Gli abbasso i boxer e lo tiro fuori, è durissimo, non è molto lungo ma è grosso e largo. Con la lingua comincio a sfiorarlo, a bagnarlo fino ad infilarmelo completamente in bocca. In questo so di essere brava, così comincio a fare quello che so. Sento in bocca il piacere di Riccardo che si fa sempre più forte, sempre più duro, quando comincio a pensare che è arrivato il momento di sentirlo dentro Riccardo ci chiede di alzarci e ci spostiamo sul letto. Si sdraia, Helena non sapendo se volevo o no essere penetrata non ci pensa due volte e si siede sul pene del padrone di casa cominciando quel movimento ondulatorio e sussultorio con i suoi fianchi. Riccardo mette le mani sui suoi fianchi e l’aiuta nel movimento. Io salgo sul letto e mi inginocchio di fronte a lei con la vagina sulla faccia di Riccardo che comincia a leccarmela meravigliosamente. Ci baciamo, le nostre mani toccano tutto quello che c’è da toccare finche non resisto, ho ancora voglia di lei. La faccio sdraiare sul letto e ci salgo sopra lasciando i miei glutei scoperti e pronti all’uso. Continuo a baciare Helena, inarco la schiena alzo il culo, allargo le gambe. Sono pronta. Riccardo non può resiste, si inginocchia e mi prende da dietro infilando il suo cazzo nella mia fica. Sono nel mezzo tra un bell’uomo ed una gran donna, sto godendo da troia, mi sento una gran puttana… Helena si accorge che Riccardo è al limite, ci alziamo avvicinandoci al suo bel bastone e giochiamo usando le nostre lingue sul suo glande. Impossibile resistere, il suo seme imbratta i nostri volti, ottima occasione per continuare a baciarci, a leccarci a flirtare. Finiamo sdraiati nel piacevole fresco delle lenzuola, tutti e tre ampiamente soddisfatti ed appagati. Riccardo si alza, si allontana e torna con altri tre bicchieri. Un brindisi per festeggiare questa magnifica serata. Ci rivestiamo, si torna a casa, ecco Riccardo, si avvicina, ci lascia altre due banconote da 500 Euro: “Grazie ragazze siete state eccezionali, non potevo chiedere di meglio”. Io ho un dubbio dentro, non resisto devo chiederglielo: “Scusami Riccardo, magari sbaglio, ma con tutto quello che puoi permetterti come mai se venuto a trovarci per strada?” “Domanda più che lecita. Perché sono convinto, dal primo momento che vi ho visto che la ragazzi di strada è solo una di voi due. E so anche chi, ma l’idea di passare una serata diversa con mille possibilità diverse di sviluppo non potevo perdermela. E devo dire che sei stata veramente brava. Se non ti offendi posso assolutamente dirti che sai essere una gran puttana”. Me la sono andata a cercare, e ne sono felice, sono stata fortunata a trovare un gran signore per non parlare di Helena, uno spettacolo della natura. Ci salutiamo, andiamo via, in macchina ringrazio ancora Helena per essere stata al gioco rischiando più del dovuto. “Grazie di tutto Helena, i soldi tienili serviranno più a te poi te li meriti tutti”. Helena prende due delle tre banconote e me li infila nella borsa: “No Veronika, grazie a te, è stata una serata diversa dalle altre, ho probabilmente acquisito un nuovo cliente, e che cliente ed ho guadagnato comunque più del dovuto e tutto questo grazie a te. Poi se non ti fai pagare che puttana sei…”. L’accompagno al suo nido, ci salutiamo un ultimo bacio, passionale. Ci vediamo presto e chissà che non lo rifacciamo.
scritto il
2018-11-10
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