La pineta
di
Feelrouge
genere
esibizionismo
Ha indovinato proprio una bella giornata per fare la sua prima gara Claudio. Certo nei fine settimana di aprile ce lo si può aspettare, ma poteva anche piovere e correre tra i pini sotto l’acqua diventa un disastro, tutto sporco di terra, e poi tocca a me lavargli tutto. Meglio così, vado a godermi anche io questo bel sole, che poi a me l’aria delle campagna mi stuzzica un po’, non so come mai, ma mi fa sentire più libera più elettrica. E faccio da fotografa improvvisata per il mio amore ne sarà felice, credo che comunque con la mia Canon verranno bene le foto, giusto il ricordo di una bella giornata. “Buon giorno Amore”, “Giorno cara, mi sa che mi è andata bene oggi. La mia prima corsa, in una pineta e con un bel sole, spero che tutto va bene”. “Ma certo dai, tranquillizzati che ci divertiamo. Poi ci sarò io ad immortalarti, così avrai anche un bel ricordo di questa giornata”. Vado a vestirmi; decisamente scarpe ginniche, niente collant, fa caldo, pantaloni? Noi dai non è da me, una gonnellina allegra ci sta, lunga o corta? Beh la campagna chiama per qualcosa di largo fino al ginocchio, e vada per la gonna frizzantina. Chissà provo la prima tintarella della stagione quindi una camicia che posso scollare un po’ va bene, niente canottiera, reggiseno? Si ma se fa caldo vado da qualche parte e lo tolgo, sicuramente Claudio apprezzerà. E se fa fresco? Mi porto un giacchino dai, così non rischio raffreddamenti e malanni pericolosi. Occhiali da sole ed un bel cappello enorme giusto per non passare inosservata super borsa per la Canon. “Sono pronta”. “Finalmente Veronika, io sono in fibrillazione, e tu sei bellissima come sempre” “Grazie Amore e stai attento che non mi perdi oggi, con tutti quegli atleti…” “Immagino già quanti corridori vorranno farsi fotografare da te”. “Ma dai scemo… andiamo. Guido io Claudio”? “No amore guido io, poi voglio rilassarmi un po’, lo sai che guidare con te vicino mi rilassa, e le tue gambe nude fanno il resto”. “Che scemo che sei, ti meriti un bacio”. Entro in macchina stando ben attenta a far alzare la gonna al punto giusto per far rilassare a dovere il mio Claudio. Nel tragitto la sua mano gioca a tennis fra il cambio e le mie cosce con una capatina di tanto in tanto li nel mezzo, ed io allargo ben volentieri le gambe, mi piace quando le sue dita scrutano cercando il mio calore. Arriviamo a destinazione, caspita quanta gente, tutti in pantaloncini e canotta, qualcuno neanche tanto male, considerando anche quello che si intuisce li sotto. Ci sono anche delle ragazze con dei completini al minimo indispensabile, un mondo tutto nuovo per me qui oggi. C’è qualche fotografo come me, saranno improvvisati anche loro? Chissà… Eccolo il mio Claudio, sembra un pesce fuor d’acqua, con quel numero attaccato un po’ storto sul petto. “Amore ti faccio qualche foto”? “Si dai Veronika così poi mi riscaldo un po’”. Qualche scatto ed eccolo che va via a corricchiare tra i viottoli della pineta. “Scusi ci fa una foto anche a noi”? “Certo”, “Anche a noi”, caspita quanti sono, qualche foto non costa nulla dai. “Dove possiamo trovarle”? Eccolo l’approccio, lo immaginavo: “Cercate la società di mio marito su Facebook le metto li”. “Grazie sei stata gentilissima”. Qualche altra foto ed eccoli pronti alla partenza, pochi secondi e via, 12 km di pineta, mi tocca aspettare un bel po’. Cammino un po’, intanto mi godo questo sole, quasi quasi mi apro un po’ la camicia, tanto la maggior parte della gente è andata via, restano solo mogli in attesa dell’arrivo dei primi atleti come me e qualche fotografo. Mi allontano un po’ dalla gente, ma si dai fa proprio caldo, poggio il mio super cappello di paglia insieme alla borsa qui accanto a quest’albero, apro il giacchino… ora va meglio, beh dai un bottone che sarà mai. Come una lucertola mi metto di fronte al sole poggiata ad un tronco, a godermi quel calore tanto atteso d’inverno e finalmente arrivato. Nel mio beato silenzio sento il fruscio del vento contrapporsi ai rumori di fondo fatto di gente che chiacchiera e di qualche fotografo che scatta qualche foto. Provo ad aprire gli occhi e noto come un uomo furtivamente mi abbia scambiato per una sua modella da immortalare, Mi ricompongo subito prendo borsa ed indosso il cappello… “Mi scusi se l’ho fotografata ma era veramente bello vederla li poggiata a quel pino, non volevo crearle problemi, se vuole le cancello, ma se devo dare una colpa è stata della mia Nikon, ha fatto tutto lei”. Mi sfugge un sorriso, “Certo non è stato molto educato, poteva prima chiedere… se le cancella è meglio”. “D’accordo, e mi scusi ancora le cancello subito, ecco vede? Cancellate, anche se speravo tanto mettesse quel magnifico cappello ed in effetti vedendola ora non avevo torto”. “Lei dice”? “Le sta benissimo. Vede ora la mia Nikon mi sta richiamando, vuole immortalarla, che faccio”? Beh dai che sarà mai una foto? Un bel ricordo anche per me: “Ok ti faccio fare qualche foto però spegni la tua e le fai con la mia” Apro la borsa e tiro fuori la mia macchina fotografica: “Caspita Una Canon Eos 6D… è meravigliosa; sarà un vero piacere immortalarla con questa, e spero che la mia Nikon non si offenda”. Mi fa proprio divertire questo qui, dai lo accontento. Comincio appoggiandomi sul solito tronco divertendomi un po’ con il mio cappello a nascondere il viso, lui si sta divertendo, fa scatti continui cercando momenti più appropriati. “Sono proprio belle vuoi vederle”? “Si dai”. Mi avvicino e le vediamo insieme in quel mini schermo, niente male, è bravo il ragazzo. “ma tu sei un fotografo”? “No macchè, mi piace fotografare, poi c’è mia moglie che fa spesso gare ed io la seguo unendo così il mio hobbie al suo”. “Ah che bello anche il mio Claudio corre”. “Ah si, non l’ avevo mai notata, ed è proprio una cosa strana, lei è molto bella per essere passata inosservata, almeno ai miei occhi”. “In effetti mio marito è alla sua prima gara, ecco il motivo”. “Ecco ora è tutto chiaro. Vuole fare ancora qualche scatto? Magari senza il giacchino un po’ più libertina visto che oggi la giornata chiama”. Audace il cristiano, però dai sembra una brava persona poi è bravo, vengo fuori bene in foto oggi, proviamoci. “D’accordo me le tieni tu giacca e borsa”. Effettivamente ora va meglio, riesco a muovermi come voglio, gioco con il mio corpo, con occhiali da sole e cappello, lui continua imperterrito a scattare, lentamente ci allontaniamo da occhi indiscreti, non voglio che la gente mi guardi e chissà cosa pensa. Sarà il caldo, sarà la pineta ma mi sto proprio eccitando nel vedere come quell’occhio mi immortali ogni volta che mi muovo in maniera più sinuosa, più provocatoria. Caspita ma io quel bottone non l’ho più chiuso, ecco perché si divertiva a centrarmi di profilo o quando mi sporgevo in avanti. Ma c’è il reggiseno dai non avrà visto molto. Ora mi diverto un po’ con la gonna la tiro su senza esagerare anche se questi profumi… fami stare buona dai. “Prova a girare un po’ su te stessa”. Lo accontento subito, sinceramente volevo già farlo, ora posso dare la colpa a lui per avermelo detto. Comincio a roteare, la gonna sale, le cosce nude aprono i suoi occhi ai miei slip, una brasiliana che ha un suo perché sul mio corpo. Gli scatti aumentano, la gonna sale e scende, copre e scopre, lui tende ad abbassarsi con la macchina fotografica, prova ad avvicinarsi, vorrebbe tanto entrare li sotto. Io mi diverto un po’, lui si avvicina, io mi allontano, lui si ferma io mi avvicino, poi mi scatta qualcosa, sbottono un altro bottone della camicia, la Canon sale, ora si concentra li, su quella scollatura che mostra le mie rotondità compresse nel mio reggiseno, gli scatti si susseguono ma, c’è qualcosa che non va, quel reggiseno nasconde troppo, non rappresenta la mia voglia di libertà. Continuo a muovermi e, nascondendomi dietro un albero, mentre mostro solamente le mie gambe nude, con un gesto che solo noi donne sappiamo fare, mi sfilo il reggiseno senza togliermi altro. Mi fermo un attimo, sono dietro l’albero, completamente nascosta, sento che la Canon si è ammutolita, vediamo se ricomincia a farsi sentire: tiro fuori la mano con il reggiseno che, tra le mie dita scende verso il basso, ricominciano gli scatti, sono tutti verso la mia mano e quel reggiseno, che fino a qualche secondo fa era inappropriato, ora è il protagonista, ancora qualche secondo e, di spalle, lentamente, riappaio, gli occhi tornano sul mio corpo, gioco ancora un po’ con quel pezzo di tessuto oramai inutile e mentre mi giro lo lancio verso quell’occhio magico. Eccolo, non poteva resistere a lungo, la mano del fotografo si stacca un attimo dal pulsante per sistemarsi qualcosa la sotto. Wow si è toccato proprio li, glie l’ho fatto svegliare, ora mi sento ancora più donna, comincio ad piegarmi in avanti a mettermi di profilo con il mio seno nudo che prova ad uscire da una camicia imprudente. Lui continua a scattare, e dopo aver immortalato il mio seno in ogni dove prova a scendere giù con la macchina fotografica, sembra volermi chiedere qualcosa. Certo i miei glutei si staranno offendendo, sono il mio punto forte e che faccio li lascio li? Ok passo all’attacco, mi metto di profilo piegandomi leggermente in avanti, con pollice ed indice delle mani prendo la gonna dal davanti e comincio a tirarla su, scoprendo lentamente i miei glutei sempre belli sodi e marmorei. Le brasiliane fanno il resto lasciando completamente scoperte due mondi perfetti. Vedo il suo muoversi concentrato a scattare foto al mio corpo, cogliendo tutte le mie rotondità, prendendomi spesso dal basso finchè, arriva con i suoi gesti chiari, a volermi far sfilare quell’ultimo intimo che restava indossato. Mi sento completamente presa, ho voglia di accontentarlo e, poggiata con una mano ad un tronco, uso l’altra per prendere gli slip e, sempre con il mio fare, sfilarli lentamente, fino a farli scivolare giù in terra. Ecco ancora qualche scatto poi si ferma, molla un po’ la macchina fotografica, si avvicina. Oh Oh, mi sa che ho esagerato. E’ ad un passo da me, sta per… sento un applauso, “Stanno arrivando, forza andiamo a fotografarli, altrimenti che sono venuta a fare”. “Hai ragione, andiamo”. Wow scampata per un pelo, prendo tutte le mie cose, mi metto il giacchino, metto reggiseno e slip in borsa e torno nella zona di arrivo. Arrivano i primi poi il fotografo mi mostra l’arrivo di sua moglie, eccola, bravissima e bellissima tra i primi ad arrivare, passa un po’ ed ecco anche il mio Claudio, sfinito ma con un sorriso enorme, felice di aver chiuso la prima corsa della sua vita. “Come stai amore? Ce l’hai fatta. Sei contento”? “Felicissimo Veronika, felicissimo, ora vado un attimo di la a sciacquarmi e cambiarmi, arrivo”. Io mi vado a vedere le premiazioni, caspita, ma è la moglie del “mio” fotografo, è arrivata prima delle donne, è proprio forte, chissà se il mio Claudio un giorno potesse raggiungerla, sarei orgoglioso di lui, e… ma che fanno? Si avvicinano a me… “Ciao scusami, ci siamo fatti compagnia ma non ci siamo presentati. Io sono Fabrizio e lei è mia moglie Laura”. “Ma sei fortissima… oh scusami io sono Veronika, eravamo li ad aspettarvi ma tuo marito non mi ha detto che sei bravissima”. “Piacere mio Veronika e grazie dei complimenti ma non sono così forte dai, diciamo che mi piace correre ed ogni tanto mi da anche altre soddisfazioni, piuttosto il mio Fabrizio mi aveva detto che era stato in compagnia di un'altra fotografa e moglie di un atleta ma non mi aveva detto quanto fosse bella”. “Grazie Laura sei gentilissima però non esageriamo dai, poi anche tu sei bellissima oltre che brava. Ah eccolo che arriva il mio Claudio. Amore ti presento Fabrizio e Laura, marito e moglie, lui mi ha fatto compagnia nell’attesa del vostro arrivo, lei è fortissima, ha persino vinto la gara fra le donne”. “Buon giorno e piacere di conoscervi, io sono Claudio, neofita della corsa ma piacevolmente contento e soddisfatto di averla finita, poi conoscere una ragazza così forte mi da ancora più soddisfazione”. Sono piacevoli da ascoltare questi due, una bella coppia. “Ci scambiamo i numeri o ci vediamo alla prossima gara Laura”? “Si dai Veronika teniamoci in contatto magari do qualche buon consiglio a tuo marito così se vuole migliorarsi lo aiuto volentieri”. “Gentilissima grazie ed a presto”. Ci allontaniamo: “Claudio ci facciamo una passeggiata in pineta? Te la senti o sei stanco”? “Ma certo amore, non approfittare di questa giornata sarebbe stupido”. Cominciamo ad inoltrarci nella pineta seguendo un sentiero che lentamente ci allontana da tutti: “Ti sei annoiata ad aspettarmi? Ah vero eri in buona compagnia, niente male quel Fabrizio è”? “Claudio è stato bellissimo, tu sai che a me l’aria della campagna mi fa ribollire il sangue e se presa nel modo giusto sono pronta a tutto”. “Certo che lo so, non mi dire che…” “Aspetta” prendo la Canon dalla borsa: “Ecco guardati le foto”. Comincia a guardare quel piccolo schermo che lentamente passa da quelle tranquille foto iniziali per finire con il mio corpo senza intimo e poi d’un tratto l’immagine del suo arrivo sfinito: “E poi? Dopo che ti sei tolta gli slip che avete fatto”? “Beh siete arrivati voi e siamo venuti a fotografarvi altrimenti che siamo venuti a fare”. “Mamma mia Veronika, sarò pure stanco ma questa non la passi liscia, Fammi vedere cosa indossi”? Siamo soli e lontani da tutto, mi tolgo la giacca, mi alzo la gonna: “Vedi? Come sto”? “Sei esattamente come ti vorrei”, senza perdere un istante mi apre completamente la camicia e comincia a baciarmi, mi prende di peso con le sue mani sul mio culo, mi alza poggiandomi su un tronco, io porto la mia mano li sotto facendola scivolare nella tuta: “Ma non hai messo gli slip”? “Li ho dimenticati a casa, e poi… non li hai neanche tu, quindi siamo pari”. Cominciamo a far l’amore li, all’aperto, incuranti di ogni rumore ma fortemente presi da quella magnifica giornata, decisamente una giornata speciale per entrambi.
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