Il Padrone capitolo 3

di
genere
gay

Il Padrone capitolo 3

Il giorno avvenire arrivò perentorio il suo messaggio dal pollice alzato ed io ammetto, ci misi qualche secondo prima di buttarmi nella risposta positiva ma alla fine inviai con il cuore in gola.
Preparai subito il suo campo di divertimento inondandomi di quella crema che mi fece comprare.
Arrivò come sempre, ma stavolta appena oltrepassò il retrobottega andai a chiudere la porta d'ingresso del negozio affinchè nessuno potesse disturbarlo come aveva ordinato.
Tornai nel retro e lo vidi già con i pantaloni abbassati e decisamente al massimo della sua durezza.
Provai ad inginocchiarmi affamato nel volerlo in bocca bello eretto com'era già, invece mi prese per le spalle impedendomi di farlo girandomi invece di scatto.
Usando la sua forza mi slacciò velocemente i pantaloni scoprendo in un lampo il mio sedere che tanto voleva.
Mi piegò sul mio banco del lavoro infilandomi un dito subito dentro, probabilmente a sincerarsi se avessi ben unto ciò che voleva.
Lo poggiò subito ed io pensai "ci siamo".
Quel bel gonfio glande che adoravo baciare ora era appoggiato appena fuori il suo nuovo parco dei divertimenti.
Non fece una gran pressione e nonostante io involontariamente non volevo farlo entrare, lui era già dentro.
Si fermò subito facendomi sentire solo i suoi primi caldi centimetri.
Non disse nulla, ed io ero incredulo nel non percepire gran dolore.
Aspettò pazientemente che mi adattasi a quel primo pezzo dentro di me e poi quasi senza farmelo notare si fece strada millimetro dopo millimetro.
Ci mise dieci minuti o forse più a infilarmelo proprio tutto dentro.
Sentii i suoi testicoli toccarmi le natiche senza particolari dolori, solo fastidio nel avere un corpo così rigido e duro dentro di me.
Mi focalizzai sul fatto che lo stavo servendo come voleva, sarei stato ancora il suo oggetto di godimento anche se in un altro modo da quello che preferivo.
Piano piano cominciò a muoversi avanti e indietro eccitandosi sempre più.
Sincero a me non piaceva quella frizione fra il suo membro e il mio interno, ma le sue mani sui miei fianchi a pretendere il suo ritmo e profondità giusta mi solleticavano la fantasia, anche se, non sufficientemente da provocarmi indurimento.
Ero moscio e ancor peggio addormentato fino a non sentirlo più, quasi castrato.
Fortuna durò pochissimo, a lui piaceva molto invece.
Giusto il suo abbontante schizzo dentro di me mi fece avere un bel brivido felice che gli fosse piaciuto, ma nulla a che fare con il mio godimento.
Me lo tirò fuori, mi girai subito in ginocchio, lo volevo gustare, mi mancava.
Era già moscio aimè ma ce la misi tutta per farlo risolevare ai suoi migliori fasti ma niente e di conseguenza non riuscii a godere io stesso.
Mi scanzò dolcemente questa volta, si deterse con i clinex, si ricompose e andò via senza pensare al mio piacere.
Ero da una parte contento per averlo soddisfafto ma dall'altra triste per non aver potuto portare al termine il mio piacere.
I suoi messaggi però arrivarono subito.
Gli era piaciuto tantissimo e difatti si era trattenuto pochissimo.
Io gli feci presente che ero contentissimo di averlo soddisfatto ma ero un po' deluso per me.
Rispose che una volta avesse finito lui dentro di me mi dava non più di tre minuti per potermi soddisfare da solo ripulendolo come sempre con la mia bocca.
Accettai, non potevo fare altrimenti.
Il giorno successivo arrivò nuovamente il suo messaggio, non era mai capitato di incontrarlo così consecutivamente.
Pensai che gli era piaciuto davvero e ne ero contento, anche perchè avevo la possibilità di goderne a mio tempo.
scritto il
2018-10-31
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