Il Padrone capitolo 7
di
Ironmax
genere
gay
Il mio Padrone mi aveva portato in paradiso, lì bendato in ginocchio mi sentivo schiavo di tutti i cazzi del mondo.
Fui tirato (dolcemente come un cucciolo di cane) tramite il guinzaglio verso un divano, lo scoprii solo una arrivandoci a carponi.
L'ennesimo nuovo cazzo bello grosso e duro mi aspettava comodamente seduto, con altri due ai lati da segare.
Ecco li a quattro zampe che qualcuno cominciò a trafficare con il mio sederino.
Prima con le dita, poi una lingua morbida e affamata a bagnarmi il buchino dentro e fuori sculacciandomi di tanto in tanto.
Non era il massimo per me, non è ma stato il massimo dei miei gusti, ma nel contesto devo dire che ci stava, anzi quasi quasi non vedevo l'ora mi prendesse per bene mentre io succhiavo e succhiavo qualsiasi cazzo mi passasse vicino.
Non ci mise molto a prendermi infilandomi dentro un pisello non grande per mia gioia.
Proprio quelle dimensioni modeste mi permise di farmelo piacere anche molto.
Cominciò a sbattermi come si deve, come avessi una fica ben navigata.
Non ci credereste ma per la prima volta godevo come un matto a sentirmi donna sbattuta come meritavo da troia.
La serata continuò così senza nessun freno inibitore.
Mi trovai per la prima volta io sopra a un bel palo a cavalcioni impalato a massaggiare con il mio buco un bel cazzo, mentre altri in bocca si divertivano con la mia ugola.
Il mio Padrone piano piano senza strattoni mi aveva portato ad essere quella troia che latitava dentro di me.
Piano piano li stavo soddisfando tutti, oramai avevo le labbra e il viso appiccicato di sperma e anche le mie natiche non erano da meno.
Con il passare del tempo avevo sempre meno cazzi intorno e quelli rimasti non erano più tanto in forma come prima.
A quel punto finalmente rimasi come si suoldire, a bocca asciutta.
Fui dolcemente tirato via da quel divano tramite il guinzaglio verso quella che sembrava una poltrona con l'ennesimo e immaginavo ultimo bel cazzo da spompinare.
L'unica differenza inconfondibile che quel cazzo lo conoscevo molto molto bene.
Era proprio il sapore del mio Padrone inconfondibile per quanto lo conoscessi molto bene.
Ero così contento grato e riconoscente che lo leccavo adorante come non mai in tutta la sua durezza.
La mia lingua non voleva lasciare nessun angolo asciutto di quello scettro che mi apparteneva ipnotizzato.
Dalle bellissime palle piene alla punta pulsante lo ringraziavo a modo mio, ovvero nell'unico modo che meritasse infilato per tutta la sua lunghezza nella mia gola.
Avevo la certezza di non averlo mai sentito così duro e marmoreo a testimoniarmi il suo eccitamento a vedermi così troia.
Mi fermò dal mio bel lavoro tirandomi su invitandomi a cavalcioni sopra di lui.
Non potevo negargli quello che tanto gli piaceva, il mio sederino non più stretto oramai.
Questa volta ero io a sbattermi sopra il mio amore di cazzo e non lui.
Le sue dita ben piantate nelle mie chiappe mi dicevano della sua eccitazione e foga nel voler venire dentro di me.
Ero eccitato e duro come non mai finalmente, segandomi contemporaneamente a cavalcarlo da brava amazzone.
Ero suo e avrei fatto qualsiasi cosa per poterlo sentire schizzare nella mia pancia.
Bendato mi godevo tutti gli altri sensi in modo esponenziale.
Accadde immancabile il suo godere di me e per la prima volta il mio orgasmo esplose all'unisono, schizzando anch'io tutto il seme che avevo dentro bollente.
Ero preso dall'estasi da una parte e dalla vergogna dall'altra, quindi non esitai dal mettermi subito in ginocchio a pulirgli la pancia leccandogli via tutto il mio sperma implorando le mie umili scuse, prima di ripulire immancabile il suo cazzo.
Ero grato a quel uomo in un modo infinito, per aver fatto di me quello che sognavo e si nascondeva bene da troppo tempo dentro di me.
Fui tirato (dolcemente come un cucciolo di cane) tramite il guinzaglio verso un divano, lo scoprii solo una arrivandoci a carponi.
L'ennesimo nuovo cazzo bello grosso e duro mi aspettava comodamente seduto, con altri due ai lati da segare.
Ecco li a quattro zampe che qualcuno cominciò a trafficare con il mio sederino.
Prima con le dita, poi una lingua morbida e affamata a bagnarmi il buchino dentro e fuori sculacciandomi di tanto in tanto.
Non era il massimo per me, non è ma stato il massimo dei miei gusti, ma nel contesto devo dire che ci stava, anzi quasi quasi non vedevo l'ora mi prendesse per bene mentre io succhiavo e succhiavo qualsiasi cazzo mi passasse vicino.
Non ci mise molto a prendermi infilandomi dentro un pisello non grande per mia gioia.
Proprio quelle dimensioni modeste mi permise di farmelo piacere anche molto.
Cominciò a sbattermi come si deve, come avessi una fica ben navigata.
Non ci credereste ma per la prima volta godevo come un matto a sentirmi donna sbattuta come meritavo da troia.
La serata continuò così senza nessun freno inibitore.
Mi trovai per la prima volta io sopra a un bel palo a cavalcioni impalato a massaggiare con il mio buco un bel cazzo, mentre altri in bocca si divertivano con la mia ugola.
Il mio Padrone piano piano senza strattoni mi aveva portato ad essere quella troia che latitava dentro di me.
Piano piano li stavo soddisfando tutti, oramai avevo le labbra e il viso appiccicato di sperma e anche le mie natiche non erano da meno.
Con il passare del tempo avevo sempre meno cazzi intorno e quelli rimasti non erano più tanto in forma come prima.
A quel punto finalmente rimasi come si suoldire, a bocca asciutta.
Fui dolcemente tirato via da quel divano tramite il guinzaglio verso quella che sembrava una poltrona con l'ennesimo e immaginavo ultimo bel cazzo da spompinare.
L'unica differenza inconfondibile che quel cazzo lo conoscevo molto molto bene.
Era proprio il sapore del mio Padrone inconfondibile per quanto lo conoscessi molto bene.
Ero così contento grato e riconoscente che lo leccavo adorante come non mai in tutta la sua durezza.
La mia lingua non voleva lasciare nessun angolo asciutto di quello scettro che mi apparteneva ipnotizzato.
Dalle bellissime palle piene alla punta pulsante lo ringraziavo a modo mio, ovvero nell'unico modo che meritasse infilato per tutta la sua lunghezza nella mia gola.
Avevo la certezza di non averlo mai sentito così duro e marmoreo a testimoniarmi il suo eccitamento a vedermi così troia.
Mi fermò dal mio bel lavoro tirandomi su invitandomi a cavalcioni sopra di lui.
Non potevo negargli quello che tanto gli piaceva, il mio sederino non più stretto oramai.
Questa volta ero io a sbattermi sopra il mio amore di cazzo e non lui.
Le sue dita ben piantate nelle mie chiappe mi dicevano della sua eccitazione e foga nel voler venire dentro di me.
Ero eccitato e duro come non mai finalmente, segandomi contemporaneamente a cavalcarlo da brava amazzone.
Ero suo e avrei fatto qualsiasi cosa per poterlo sentire schizzare nella mia pancia.
Bendato mi godevo tutti gli altri sensi in modo esponenziale.
Accadde immancabile il suo godere di me e per la prima volta il mio orgasmo esplose all'unisono, schizzando anch'io tutto il seme che avevo dentro bollente.
Ero preso dall'estasi da una parte e dalla vergogna dall'altra, quindi non esitai dal mettermi subito in ginocchio a pulirgli la pancia leccandogli via tutto il mio sperma implorando le mie umili scuse, prima di ripulire immancabile il suo cazzo.
Ero grato a quel uomo in un modo infinito, per aver fatto di me quello che sognavo e si nascondeva bene da troppo tempo dentro di me.
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