Martina

di
genere
sentimentali

Il rumore dell'auto di Martina in cortile, distolse il mio sguardo dal libro che stavo leggendo mi fece alzare dalla poltrona, attraversare il soggiorno, ed aprire la porta d'ingresso, era pura felicità quando la sentivo arrivare a casa, la sua allegria portava gioia e benessere, erano ormai sette anni che eravamo sposati, e sebbene lei fosse più giovane di me di quindici anni la nostra unione era stata sempre solida e improntata sul rispetto reciproco e soprattutto sulla sincerità.

Come uomo ormai alla soglia dei cinquantanni, cosa avrei potuto desiderare dalla vita, avevo una bella moglie, un lavoro da insegnante di fisica, una bella casa, una buona disponibilità economica, l'unica nota stonata era rappresenta dall'assenza di prole purtroppo dovuta alla sterilita di Martina.

Martina mi baciò e mi consegnò un libriccino, riguardava alcune località montane con listini prezzi e periodi di villeggiatura scontati per bassa stagione, e mentre preparava il pranzo mi raccontò che una sua amica l'aveva invitata a trascorrere quattro giorni in una di queste località sciistiche, sapendo del mio totale disinteresse per la montagna non aveva accettato subito, riservandosi successivamente di darle una risposta, pertanto Martina mi chiese se poteva andare, risposi affermativamente sapendo che l'avrei fatta felice, il suo volto s'illuminò dalla contentezza e chiamò subito la sua amica per comunicarle la sua partecipazione.

Fu tutto un susseguirsi di telefonate per organizzare questa vacanza sulla neve e il sabato mattina partirono di buon ora lei, Marcella (l'amica) e la cugina dell'amica con destinazione Canazei, le feci le ultime raccomandazioni riguardanti la neve che avrebbero incontrato durante il tragitto, e a malincuore la vidi allontanarsi, la seguì con lo sguardo finché l'auto sparì dalla mia visuale, mi rintanai in casa sapendo che per alcuni giorni sarei stato senza Martina, pertanto cercai di organizzarmi nel migliore dei modi, andai al supermercato a fare la spesa passai in lavanderia feci la mia tradizionale giocata del sabato al superenalotto acquistai un paio di libri e ritornai in tempo per ritirare la posta direttamente dalle mani del postino, passai le mie prime ore da solo senza sapere bene cosa fare, la mancanza di Martina mi faceva sentire spaesato, la casa mi sembrava tremendamente vuota, mi gettai sul divano con una coca cola in una mano e una cotoletta nell'altra mi sentì assolutamente indifeso la sensazione provata era la stessa quando da piccino mia madre mi accompagnava all'asilo, ed io la seguivo con gli occhi quando andava via finché spariva dietro l'angolo, lasciandomi con le mie paure, la mia voglia di coccole, la mia solitudine.

Uno squillo mi riportò alla realtà, mi alzai dal momentaneo rifugio chiamato divano e mi diressi verso l'apparecchio telefonico la voce di Martina, calda e squillante mi avvisò che era arrivata, provai una sensazione di benessere la sua voce ebbe l'effetto, dell'acqua data all'assetato o del letto dato al viandante, istantaneamente mi rigenerai sentì come d'incanto sparire la malinconia la tristezza, la voglia di esserle accanto, di parlarle di assaporare ogni sua risata, mi pervase, nella sua voce traspariva la gioia dei bimbi, la felicita di una giovane donna con ancora tanto da ricevere e ancor di più da offrire la voglia di averla accanto superava di gran lunga i km. che ci separavano.

Parlammo per circa un oretta ogni cosa che lei raccontava era motivo di ulteriore approfondimento non tanto per l'importanza dell'argomento quanto per il prolungamento della conversazione, la vicinanza virtuale creata da un'apparecchiatura elettronica ci dava la sensazione di essere a casa l'uno accanto all'altro di provare emozioni e sentimenti reciproci, avrei voluto stringerla, abbracciarla, baciarla, sentivo nell'aria un profumo creato dalla mia fantasia, che mi ricordava tanto la prima volta che c'incontrammo all'uscita del Liceo Giovanni Pascoli, scambiandola per un'alunna la rimproverai per l'uscita anticipata, non sapendo che invece era la supplente dell'insegnante di educazione fisica, il profumo assunse maggior intensità con una fragranza di limone, e questo mi portò in un tempo più recente quando visitammo la Sicilia Agrigento, Cefalù, Catania, per poi finire in una sperduta località chiamata Isola delle Femmine nostra alcova, e scrigno di ricordi dolcissimi, la sequenza di attimi meravigliosi continuò per un tempo troppo breve per ricordare i momenti stupendi vissuti con lei, finché, grazie ai potenti mezzi Telecom cadde la linea.

Rimasi pensieroso accanto al telefono erano le cinque del pomeriggio, fuori era già buio, avrei voluto prolungare il nostro dialogo, pensai di richiamarla ma non lo feci non volevo che lei sentisse questo mio vuoto, era la prima volta che Martina si allontanava da casa senza me, ed era giusto che io non mi comportassi egoisticamente nei suoi riguardi, amare non voleva dire prevaricare la libertà di una persona, ma capi in quel momento quanto l'amassi , la voglia di esclusività che stava emergendo era dovuta da molti fattori, il desiderio del suo corpo, la bellezza, la sua arguzia, la pacata calma, ma soprattutto la sua immensa vitalità, tutto questo mi faceva sentire , piccolo piccolo bisognoso della sua presenza.

La mattina seguente mi alzai di buon ora, la neve scendeva fitta, sfarfallando, nell'aria volteggiava in un balletto innaturale fluttuando come guidata da una mano nascosta, per poi depositarsi sul manto stradale sui tetti e sopra le auto in sosta i rumori erano soffusi e tutto aveva un'aria di mistero, il mio taxi era in ritardo il borsone da viaggio era pronto avevo deciso, volevo vederla, volevo stare con lei........, il colore giallo del taxi apparve all'improvviso si fermo davanti a casa ne scese il conducente ed apri la portiera, mi venne incontro e disse: “brutta giornata dottore” lo guardai e con un sorriso risposi: “forse per lei giovanotto mi creda sicuramente non certo per me” e sali in auto con destinazione Canazei.
scritto il
2011-05-29
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