Chiodo fisso

di
genere
masturbazione

Sto cercando di smettere di pensare a quello che è stato, a come sarebbe andata se tu fossi diverso o se io fossi diversa.
Cercare di ragionarci non ha senso, per me che ho sempre la testa per aria.
Nemmeno di notte sono tranquilla, mi rigiro nel letto, mi sveglio sudata e con la mente a mille.
Ho nostalgia di quella piccola cosa che eravamo io e te, di quella complicità mentale che pensavo di aver trovato in te.
Probabilmente ho sbagliato io, a crederti, ma quel tempo speso insieme penso sia stato il migliore di anni e anni di relazioni sbagliate.

Decido di farmi un bagno caldo, anzi bollente, come piace a me.
La vasca piena di schiuma e sapone, mi lascio abbandonare, cerco di staccare la spina, mettendo il cervello in off.
Fosse facile, non lo è per nulla.
Più cerco di divagare, più ti sento arpionato ai miei pensieri, non trovo il modo di lasciarmi andare.
Cosa vuoi da me?
Perché mi lascio tormentare dal tuo ricordo?
Lo so, come mi facevi godere tu pochi altri ci sono riusciti.
“ non fare la stupida, lo so che come ti bagni con me...” il tuo mantra lasciato a metà, me lo sussurravi sempre, mentre scopavamo.
Lo facevamo sempre da per tutto, come a volerci in quell’istante, con la fame di chi non sa aspettare e vuole tutto subito.

Come quella volta nascosti da un paravento quasi trasparente, in una rientranza di un corridoio semi affollato.
Mi tappavi la bocca con una mano, mentre colpo dopo colpo affondavi il tuo cazzo dentro di me, quasi non respiravo. Dio mio, quanto mi hai fatto godere.
Mi avevi convinto tu, in quella follia da esibizionisti, ma la situazione era fottuttatemente adrenalinica.
Non potevo dissentire, non potevo dartela vinta.
Ricordo ancora che, godendo anche tu con me, mi sussurrasti:” pensa se ci scoprissero proprio ora”.
Dopo quelle parole, l’orgasmo fu devastante... per entrambi.

La mia testa divaga, ripensa a quella volta al mare, con la scusa di fare il bagno quando invece, volevo solo far la pipì.
Hai finto di voler nuotare con me, ma volevi solo guardarmi farla.
Magari sentirne il flusso tra le tue dita e così ti ho battuto sul tempo.
Ho messo la tua mano nel mio costume, la mia fica calda e avvolgente, avrebbe voluto altro, ma tu lo sapevi già questo.
Non la piantavi di fissarmi, con quel sorrisino dipinto sul viso, con quelle labbra che anche ora, leccherei e succhierei dalla mattina alla sera.
Mi mordevo il labbro inferiore, a mó di concentrazione, eravamo in pubblico ma non mi sentivo in imbarazzo.
Intorno a noi la gente tranquillamente nuotava e sguazzava, di noi vedeva i solo due ragazzi a un palmo dai reciproci nasi.
Senza sapere che le tue dita si stavano impregnando della mia pipì che calda scorreva via da me, per lasciare spazio ad abbondati umori bollenti.
Hai iniziato a masturbarmi piano, prima un dito poi due, con l’altra mano mi avvicinavi a te, un lieve accenno di lingua.
Hai continuato a possedermi soltanto con due dita solo per breve tempo, per poi bisbigliarmi:” ti vorrei dare il resto, ma ti meriti di sobbollire per tutta mattina”,
Poi te le sei portato alla bocca, lei hai assaggiate, un vortice amalgamato del mio sapore e di quello del mare.
Eri soddisfatto, mi hai presa per mano e riportata sul bagno asciuga.
Riuscivi ad appagarmi anche facendomi aspettare, anche non dandomi subito un orgasmo.

Torno alla realtà, a causa del rumore scrosciante dell’acqua nella vasca, diversa da quella che stavo ricordando.
Dovevo spegnere i pensieri e invece, cavalcano sempre imbizzarriti.
Che strano, mi dico di non volerti e invece sono qui a toccarmi ancora una volta, pensando a quanto ci stavamo bene a galleggiare nel nostro mare di passione.
Mi accorgo infatti di essere bagnata come nei miei ricordi, riesci a farmi godere anche solo incarnandoti in un pensiero ? Direi di sì.
Mi sento calda, vogliosa dei tuoi sussurri, delle tue depravazioni e affondo due dita dentro di me, per lasciarmi andare.
Oppure per cercare di lasciarti andare via da me, anche se so che è una cazzata.
Vengo, ma in un orgasmo soffocato, ho la mia mano sulla bocca per reprimerlo sul nascere.
Per farmelo rimangiare tutto, deglutirlo e digerirlo.
Ci ho ripensato non voglio perderlo, sarebbe ammettere che ancora ti penso, se reprimo invece posso mentire a me stessa e dire che di te non me ne fotte nulla.
Così che una volta uscita da questa vasca, io possa fingere con me stessa che tutto vada bene.


scritto il
2019-01-06
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