Celeste
di
Ginnylinny
genere
sentimentali
**** Senza identità ha lanciato la seguente sfida: Ginny che scrive come se “ fosse “ Samas.
Che tradotto sta per: scrivere senza usare cazzo-figa-scopare.
È stata dura, ma ho usato uno piccolo stratagemma e penso di aver sfornato una piccola chicca.
Samas, non sarò mai ai tuoi livelli, tu sei insuperabile... ma è stato bello provarci :)
Senza identità, poi voglio la tua opinione ;) ****
Quando mi hai vista per la prima volta, scendere per quelle scale, a tutto hai pensato tranne che potessi essere attraente per te.
Nei miei calzoncini troppo aderenti, le cosce troppo tornite, hai pensato solo che fossi grassoccia.
Eppure mi sono insinuata nei tuoi pensieri, pur essendo tu ancora ustionato dalla tua ultima storia finita male.
Un interesse nato dal disinteresse, ecco come ci siamo scelti e allo stesso modo abbiamo deciso di frequentarci.
Due giovani anime inesperte, le quali crescendo insieme, imparano ad amarsi a stare insieme.
Io, ragazzina di chiesa e ben educata all’ amore dopo il matrimonio.
tu, ragazzo ateo e ben deciso a mettermi il sale in zucca sulla vita di coppia.
Con la tua pazienza ci sei riuscito, mi hai guidata quel pomeriggio, in quella radura dove eravamo andati a far una scampagnata solitaria.
I tuoi occhi azzurri, all’apparenza così cristallini e limpidi, non smettevano di guardare i miei, color ambra.
Nessuno mi aveva mai guardato in quel modo, nemmeno io a dir la verità.
Il tuo sguardo celeste, però era cangiante, solo a guardarti fisso si poteva notare una nostalgia:
Di affetto.
Di tenerezza.
Di comprensione.
Le tue labbra sulle mie, le tue mani sfioravano quasi senza toccarmi e producevano un caldo tepore che mai avevo provato prima.
E così mi sono schiusa davanti a te, ti ho donato tutta me stessa, ben oltre il gesto meccanico di aprire le gambe.
Fare l’amore con te, era come entrare nella tua testa senza liberarsene.
Guardarti e poter librarmi verso l’orizzonte del cielo che avevi per occhi, senza però avvertire vertigini, ma sentendosi in due e volare insieme.
Senza paura di cadere, senza timore di essere soli, eravamo in due a sostenerci a vicenda.
Ero già tua, ben prima di quel pomeriggio in compagnia.
lo sono stata fin dal primo momento in cui, scendendo quelle scale in calzoncini, ci vedemmo per la prima volta.
Forse è colpa del tempo, se negli anni ci siamo scordati, come avevamo fatto a innamorarci l’una dell’altro.
Forse invece è colpa nostra, siamo cresciuti troppo in fretta e la nostra storia ci stava stretta come un abito troppo piccolo.
Io non riuscivo più a navigare nel oceano che avevi per sguardo, sempre in tempesta, mi ci sentivo affogare.
Tu non riuscivi più a respirare a pieni polmoni con me, anzi soffocavi cercando di aggrapparti ai brandelli strascicanti della nostra storia.
Ormai naufraghi, non riuscivamo ad abbandonare la nave, come un capitano che voglia rimanere fino al completo affondamento.
Siamo colati inesorabilmente a picco, inabissando per sempre tutto quello che avevamo costruito insieme.
Eppure dopo decine di anni, dopo varie relazioni, non riesco a non pensare a cosa fossimo io e te.
Ho perso le tue tracce, come da accordi ci eravamo ripromessi di non cercarci mai più.
Come se un banale promessa, possa aver cancellato la nostra storia insieme.
Strano come il tempo possa sanare quello che, nel passato ci pareva insanabile.
Non ho ritrovato più in nessuno, le sensazioni che mi davi tu e le emozioni che mi sapevi regalare.
Solo ora che contrappongo la nostra relazione ad altre che ho avuto, capisco in realtà quanto valesse, quanto fosse saldo il nostro amore.
Strano come ci si renda conto solo dopo, di quello che si era prima, invidiando i nostri noi del passato.
Chissà se anche tu pensi a me, o sono semplicemente stata archiviata nella tua mente, resettata e impolverata tra i tuoi ricordi.
Ora non mi resta che guardare questo cielo ceruleo di gennaio, velato come i tuoi occhi, ultimo ricordo del tuo sguardo.
Nella speranza che anche nel tuo sguardo, si possa insinuare una sfumatura che ti faccia ricordare il mio.
Che tradotto sta per: scrivere senza usare cazzo-figa-scopare.
È stata dura, ma ho usato uno piccolo stratagemma e penso di aver sfornato una piccola chicca.
Samas, non sarò mai ai tuoi livelli, tu sei insuperabile... ma è stato bello provarci :)
Senza identità, poi voglio la tua opinione ;) ****
Quando mi hai vista per la prima volta, scendere per quelle scale, a tutto hai pensato tranne che potessi essere attraente per te.
Nei miei calzoncini troppo aderenti, le cosce troppo tornite, hai pensato solo che fossi grassoccia.
Eppure mi sono insinuata nei tuoi pensieri, pur essendo tu ancora ustionato dalla tua ultima storia finita male.
Un interesse nato dal disinteresse, ecco come ci siamo scelti e allo stesso modo abbiamo deciso di frequentarci.
Due giovani anime inesperte, le quali crescendo insieme, imparano ad amarsi a stare insieme.
Io, ragazzina di chiesa e ben educata all’ amore dopo il matrimonio.
tu, ragazzo ateo e ben deciso a mettermi il sale in zucca sulla vita di coppia.
Con la tua pazienza ci sei riuscito, mi hai guidata quel pomeriggio, in quella radura dove eravamo andati a far una scampagnata solitaria.
I tuoi occhi azzurri, all’apparenza così cristallini e limpidi, non smettevano di guardare i miei, color ambra.
Nessuno mi aveva mai guardato in quel modo, nemmeno io a dir la verità.
Il tuo sguardo celeste, però era cangiante, solo a guardarti fisso si poteva notare una nostalgia:
Di affetto.
Di tenerezza.
Di comprensione.
Le tue labbra sulle mie, le tue mani sfioravano quasi senza toccarmi e producevano un caldo tepore che mai avevo provato prima.
E così mi sono schiusa davanti a te, ti ho donato tutta me stessa, ben oltre il gesto meccanico di aprire le gambe.
Fare l’amore con te, era come entrare nella tua testa senza liberarsene.
Guardarti e poter librarmi verso l’orizzonte del cielo che avevi per occhi, senza però avvertire vertigini, ma sentendosi in due e volare insieme.
Senza paura di cadere, senza timore di essere soli, eravamo in due a sostenerci a vicenda.
Ero già tua, ben prima di quel pomeriggio in compagnia.
lo sono stata fin dal primo momento in cui, scendendo quelle scale in calzoncini, ci vedemmo per la prima volta.
Forse è colpa del tempo, se negli anni ci siamo scordati, come avevamo fatto a innamorarci l’una dell’altro.
Forse invece è colpa nostra, siamo cresciuti troppo in fretta e la nostra storia ci stava stretta come un abito troppo piccolo.
Io non riuscivo più a navigare nel oceano che avevi per sguardo, sempre in tempesta, mi ci sentivo affogare.
Tu non riuscivi più a respirare a pieni polmoni con me, anzi soffocavi cercando di aggrapparti ai brandelli strascicanti della nostra storia.
Ormai naufraghi, non riuscivamo ad abbandonare la nave, come un capitano che voglia rimanere fino al completo affondamento.
Siamo colati inesorabilmente a picco, inabissando per sempre tutto quello che avevamo costruito insieme.
Eppure dopo decine di anni, dopo varie relazioni, non riesco a non pensare a cosa fossimo io e te.
Ho perso le tue tracce, come da accordi ci eravamo ripromessi di non cercarci mai più.
Come se un banale promessa, possa aver cancellato la nostra storia insieme.
Strano come il tempo possa sanare quello che, nel passato ci pareva insanabile.
Non ho ritrovato più in nessuno, le sensazioni che mi davi tu e le emozioni che mi sapevi regalare.
Solo ora che contrappongo la nostra relazione ad altre che ho avuto, capisco in realtà quanto valesse, quanto fosse saldo il nostro amore.
Strano come ci si renda conto solo dopo, di quello che si era prima, invidiando i nostri noi del passato.
Chissà se anche tu pensi a me, o sono semplicemente stata archiviata nella tua mente, resettata e impolverata tra i tuoi ricordi.
Ora non mi resta che guardare questo cielo ceruleo di gennaio, velato come i tuoi occhi, ultimo ricordo del tuo sguardo.
Nella speranza che anche nel tuo sguardo, si possa insinuare una sfumatura che ti faccia ricordare il mio.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Chiodo fissoracconto sucessivo
Splendida giornata
Commenti dei lettori al racconto erotico