Sara, la Webcam Girl 3 - Shopping... particolare
di
LovelySara
genere
esibizionismo
«Sara, vieni! Guarda qui! Guarda questo vibratore anale!».
Elena era fatta così. Senza filtri, senza pudori. E anche se non stava dicendo nulla di scandaloso visto il luogo in cui si trovavano, Sara non poté fare a meno di arrossire e le intimò di abbassare la voce, in fondo c'erano altri clienti nel negozio.
L'idea di fare un giro al nuovo sexy shop vicino alla stazione, quella mattina, era venuta proprio a Elena. Le due, amiche sin dai tempi delle scuole elementari, si erano trovate a colazione per stare un po' insieme, cosa che non facevano da tempo, e la sua amica - che in quei giorni era in ferie - l'aveva convinta a dedicare la mattinata allo shopping. Dal centro commerciale al sexy shop, il passo era stato breve.
Sara non si era tirata indietro, come forse avrebbe fatto fino a due settimane prima. Ora però, sebbene non fosse contenta di lasciare i suoi fedeli spettatori senza lo spettacolo del mattino - proprio ora che stava iniziando ad essere più costante negli orari - la considerava una cosa stuzzicante. Di più, un'opportunità.
Nei giorni precedenti infatti, oltre a trasmettere in diretta con una certa continuità, Sara aveva passato molto tempo sulle live di tante altre modelle. Per osservarle, per carpirne i segreti, talvolta solo per il gusto di farlo. E si era resa conto che quasi tutte erano molto più attrezzate di lei, in fatto di abbigliamento e... oggettistica. Quando Elena propose quella meta, dunque, accettò senza esitare. Aveva già un paio di idee per dei possibili acquisti con cui ravvivare le proprie sessioni sul web.
La sua prontezza per un attimo aveva lasciato perplessa anche la sua amica, che conoscendola non si aspettava certo un tale entusiasmo. E non potendo rivelarle la vera ragione - sebbene in fondo ne avesse voglia, visto che era stata proprio Elena la prima a metterle la pulce nell'orecchio a proposito del mestiere di camgirl - Sara si inventò che da qualche tempo aveva iniziato a frequentare un ragazzo, e che le sarebbe piaciuto provocarlo con una lingerie sexy.
Sin dal momento in cui avevano varcato la soglia del negozio, Sara non aveva potuto fare a meno di provare un forte imbarazzo. Sugli scaffali e nelle vetrinette c'era una quantità impressionante di falli di tutti i colori e dimensioni, vibratori, stimolatori, e tutta un'altra serie di prodotti di cui ignorava perfino l'esistenza. Molto più a suo agio era Elena, che senza vergogna commentava a voce alta con entusiasmo tutto quello che vedeva. L'arrivo della commessa, che chiese loro in cosa potesse aiutarle, fu per Sara un sollievo. Si fecero consigliare alcuni capi di lingerie, e si diressero verso la zona più appartata del negozio, dove c'erano due camerini a disposizione dei clienti.
Entrarono contemporaneamente, ma Sara non era ancora a metà del proprio cambio di look quando sentì Elena chiamarla da fuori: «Allora, hai fatto?».
Quando aprì la tendina del camerino, rimase interdetta. Elena le dava le spalle, ma lo specchio lì davanti su cui la sua amica si stava rimirando le permise di vederla in tutta la sua... disinvoltura.
«Elena, ma dove vai? - la chiamò a bassa voce, senza uscire dal proprio cubicolo - Ti vedono tutti così!».
La sua amica indossava quello che la confezione descriveva come una "guepiere bondage", una sorta di vestitino in rete molto attillato, con cinghie in pelle un po' ovunque e una clamorosa apertura davanti che le lasciava completamente scoperto il seno. Elena aveva su per giù una seconda abbondante, molto soda, che peraltro Sara aveva già avuto modo di ammirare ai tempi in cui frequentavano la palestra insieme. Quella situazione, però, era totalmente diversa.
«Tranquilla, ho controllato, non ci vede nessuno» rispose serafica, senza staccare gli occhi dalla propria immagine riflessa. Poi si girò, coprendosi i seni con le mani, e squadrò Sara dalla testa ai piedi.
«Tesoro, che figa che sei! - esclamò con la sua abituale spigliatezza - Ti secca se ti dico che vorrei essere lì con voi per vedere la sua reazione, quando gli aprirai la porta vestita così?».
I complimenti come al solito la fecero arrossire, anche se guardandosi allo specchio Sara dovette ammettere che lei stessa si trovava davvero sexy. Aveva provato un completo nero in pizzo comprendente reggiseno, perizoma, calze e reggicalze. Ciò che l'aveva colpita di più, tuttavia, erano le coppe slacciabili del reggiseno: era convinta che la possibilità di coprire e scoprire i capezzoli con un semplice bottoncino le sarebbe tornata molto utile, durante i suoi spettacoli.
Questo particolare non sfuggì all'occhio attento di Elena, che fissandola proprio lì la invitò a fare un passo in avanti. Quando le fu vicina, tolse le mani dalle proprie tette e, senza scomporsi e neppure cambiare la posizione delle braccia, le posò su quelle di Sara, ora vicinissime alle sue. Con le dita andò ad afferrare i bottoncini sotto le coppe e, senza attendere cenni di approvazione, li sganciò, rivelando quel meccanismo tanto semplice quanto malizioso.
Elena rivolse a Sara uno sguardo di stupore e allo stesso tempo di ammirazione, poi scoppiò a ridere. Lo stesso fece subito dopo Sara, e in quel contesto così leggero e spensierato ci vollero diversi secondi, prima che si accorgessero del ragazzo che stava a pochi metri da loro. Quando lo videro, lo sguardo di lui passò in una frazione di secondo dai loro corpi allo scaffale davanti a sé. E più o meno cinque secondi dopo fu proprio lui il primo a muoversi, tornando verso l'ingresso del negozio e interrompendo una situazione di imbarazzo che aveva congelato tutti e tre. Elena soffocò a fatica un'altra risata, non trovando però stavolta l'appoggio di Sara, già pronta a rientrare nel camerino per cambiarsi.
Alla fine comunque entrambe furono soddisfatte della propria scelta, e decisero per l'acquisto. Non solo, Elena volle aggiungerci una minigonna di pelle, mentre Sara fu conquistata da una graziosa vestaglia viola di seta. Tornate verso la cassa, tuttavia, la più intraprendente delle due decise che non era abbastanza: «Ma come, usciamo da qua senza neppure un dildo?».
Sara inizialmente non le diede corda. Un po' perché era impegnata a guardarsi in giro per cercare l'uomo che poco prima le aveva viste, anche se pareva proprio che fosse uscito dal negozio. Un po' perché in realtà dubitava che avrebbe mai avuto il coraggio di usare un attrezzo del genere durante una live. Eppure ricordava di aver visto molte sue colleghe farlo, e dato che nell'ultima settimana di tabù ne aveva superati parecchi, alla fine decise di assecondare la sua amica e lasciare che fosse lei a parlare con la commessa.
Gliene furono mostrati tanti, dalle caratteristiche più varie. Elena però si innamorò - a Sara non venivano in mente altri termini più appropriati - di uno in particolare. Un fallo sorprendentemente realistico, nella forma, colore e dimensioni. Beh, dimensioni realistiche solo per gli uomini più fortunati, questo era lampante.
«Guarda, ha perfino tutte le venature...» disse Elena a Sara, sbattendoglielo quasi in faccia.
«È il nostro articolo più venduto» confermò la commessa, e a Sara sembrò quasi che le due donne si fossero messe d'accordo per convincerla. Visto che però ci metteva troppo tempo ad esprimersi, l'amica tagliò corto: «Basta, ho deciso, ne prendiamo due! Sarà un mio regalo per te». Sara provò ad opporsi, sostenendo che l'avrebbe pagato volentieri, ma Elena non volle sentire ragioni.
Al momento di pagare, tuttavia, la commessa si scusò con loro: «Sono mortificata - disse - Non mi ero resa conto che in magazzino non ne abbiamo più, per cui ve ne posso dare uno solo. Ma abbiamo una nuova partita in arrivo nel pomeriggio, entro domattina ve lo recapiteremo tramite corriere all'indirizzo che preferite, senza spese aggiuntive».
Sara guardò l'amica, e capì subito che aveva una gran voglia di portarsi a casa quel... coso. Accettò dunque di farsi recapitare a casa il suo, dopo essersi accertata che sarebbe stata una consegna discreta, con un pacco del tutto anonimo.
Terminato il giro per negozi, le due pranzarono insieme e poi si salutarono. Sara fu a casa verso le 14.30, e ci mise poco ad andare online. In fondo aveva una gran voglia di esibire quel completino sexy, che inizialmente nascose sotto alla camicetta e alla gonna che già aveva usato nella sua primissima diretta, e alle quali per l'occasione abbinò un paio di stivali neri di pelle. Quella di vestirsi "a strati" era una tattica che aveva iniziato ad adottare recentemente, dopo che le era venuta l'idea giusta per stimolare i propri spettatori. L'argomento della chat infatti non recitava più "20 tokens tits, 40 tokens naked", bensì uno strategico "1 item off every 100 tokens": sostanzialmente, ogni 100 token complessivi prometteva di togliersi un indumento. Questo, a suo modo di vedere, invogliava tutti a sentirsi coinvolti e a contribuire, ognuno a seconda della propria disponibilità, per un obiettivo comune: vederla nuda. E dai risultati dei primi giorni, sembrava proprio che fosse un sistema vincente.
Sicuramente la aiutava anche il fatto che, dopo le iniziali resistenze, si era convinta a tornare a mostrare anche il volto. Le sembrava di avere un rapporto più diretto coi suoi spettatori in quella maniera, e si era accorta che anche lei si divertiva di più.
Quel pomeriggio, anche in virtù della visita al sexy shop, si sentiva particolarmente euforica e frizzante, e pure il pubblico si era dimostrato ricettivo. In un paio d'ore aveva raccolto ben 481 token, e quindi si era già tolta quattro indumenti: stivali, camicetta, gonna, reggiseno. Ne mancavano solo 19 per il nuovo traguardo, e non tardarono ad arrivare: l'utente "cockman31" gliene donò addirittura 100 in un colpo solo. Stupita e grata per questa cospicua offerta, Sara decise di far scegliere a lui cosa avrebbe dovuto togliersi: calze, reggicalze o mutandine. Anche in questo caso la risposta fu rapida: "panties".
Fino a quel giorno, Sara non era mai rimasta nuda in una chat pubblica. Lo aveva già fatto in due o tre occasioni in privato, ma in quella pubblica non era mai arrivata a raccogliere così tanti token da eliminare anche l'indumento più intimo.
Decisa a soddisfare la richiesta di cockman31, si alzò in piedi e iniziò una danza sensuale. Si era esercitata in quei giorni, e le pareva di essere migliorata anche in quello. Si girò, per esporre il proprio fondoschiena a favore di webcam, come aveva già fatto poco prima quando si era tolta la gonna. In quell'occasione erano arrivati tanti complimenti per il perizoma, che ora però tutti volevano togliesse. Lo fece calare lentamente, piegandosi un po' in avanti, e poi si girò nuovamente. La sottile striscia di peletti scuri che le caratterizzava il pube iniziava già a vedersi.
Slacciò temporaneamente i laccetti del reggicalze, per permettere allo slip di cadere fino a terra, poi li risistemò e rimase per qualche secondo in piedi, mani sui fianchi, a rimirarsi nell'inquadratura del computer. Era praticamente nuda, di fronte a quasi 300 utenti. Si accarezzò lì in mezzo con la mano, forse anche per un istinto che la portava ancora a tentare di coprirsi, poi si sedette. Stava sorridendo, ed era certa che molti dall'altra parte dello schermo stessero facendo lo stesso.
A interrompere quel momento di estasi e a riportarla sulla terra fu il suono del campanello.
[continua...]
Elena era fatta così. Senza filtri, senza pudori. E anche se non stava dicendo nulla di scandaloso visto il luogo in cui si trovavano, Sara non poté fare a meno di arrossire e le intimò di abbassare la voce, in fondo c'erano altri clienti nel negozio.
L'idea di fare un giro al nuovo sexy shop vicino alla stazione, quella mattina, era venuta proprio a Elena. Le due, amiche sin dai tempi delle scuole elementari, si erano trovate a colazione per stare un po' insieme, cosa che non facevano da tempo, e la sua amica - che in quei giorni era in ferie - l'aveva convinta a dedicare la mattinata allo shopping. Dal centro commerciale al sexy shop, il passo era stato breve.
Sara non si era tirata indietro, come forse avrebbe fatto fino a due settimane prima. Ora però, sebbene non fosse contenta di lasciare i suoi fedeli spettatori senza lo spettacolo del mattino - proprio ora che stava iniziando ad essere più costante negli orari - la considerava una cosa stuzzicante. Di più, un'opportunità.
Nei giorni precedenti infatti, oltre a trasmettere in diretta con una certa continuità, Sara aveva passato molto tempo sulle live di tante altre modelle. Per osservarle, per carpirne i segreti, talvolta solo per il gusto di farlo. E si era resa conto che quasi tutte erano molto più attrezzate di lei, in fatto di abbigliamento e... oggettistica. Quando Elena propose quella meta, dunque, accettò senza esitare. Aveva già un paio di idee per dei possibili acquisti con cui ravvivare le proprie sessioni sul web.
La sua prontezza per un attimo aveva lasciato perplessa anche la sua amica, che conoscendola non si aspettava certo un tale entusiasmo. E non potendo rivelarle la vera ragione - sebbene in fondo ne avesse voglia, visto che era stata proprio Elena la prima a metterle la pulce nell'orecchio a proposito del mestiere di camgirl - Sara si inventò che da qualche tempo aveva iniziato a frequentare un ragazzo, e che le sarebbe piaciuto provocarlo con una lingerie sexy.
Sin dal momento in cui avevano varcato la soglia del negozio, Sara non aveva potuto fare a meno di provare un forte imbarazzo. Sugli scaffali e nelle vetrinette c'era una quantità impressionante di falli di tutti i colori e dimensioni, vibratori, stimolatori, e tutta un'altra serie di prodotti di cui ignorava perfino l'esistenza. Molto più a suo agio era Elena, che senza vergogna commentava a voce alta con entusiasmo tutto quello che vedeva. L'arrivo della commessa, che chiese loro in cosa potesse aiutarle, fu per Sara un sollievo. Si fecero consigliare alcuni capi di lingerie, e si diressero verso la zona più appartata del negozio, dove c'erano due camerini a disposizione dei clienti.
Entrarono contemporaneamente, ma Sara non era ancora a metà del proprio cambio di look quando sentì Elena chiamarla da fuori: «Allora, hai fatto?».
Quando aprì la tendina del camerino, rimase interdetta. Elena le dava le spalle, ma lo specchio lì davanti su cui la sua amica si stava rimirando le permise di vederla in tutta la sua... disinvoltura.
«Elena, ma dove vai? - la chiamò a bassa voce, senza uscire dal proprio cubicolo - Ti vedono tutti così!».
La sua amica indossava quello che la confezione descriveva come una "guepiere bondage", una sorta di vestitino in rete molto attillato, con cinghie in pelle un po' ovunque e una clamorosa apertura davanti che le lasciava completamente scoperto il seno. Elena aveva su per giù una seconda abbondante, molto soda, che peraltro Sara aveva già avuto modo di ammirare ai tempi in cui frequentavano la palestra insieme. Quella situazione, però, era totalmente diversa.
«Tranquilla, ho controllato, non ci vede nessuno» rispose serafica, senza staccare gli occhi dalla propria immagine riflessa. Poi si girò, coprendosi i seni con le mani, e squadrò Sara dalla testa ai piedi.
«Tesoro, che figa che sei! - esclamò con la sua abituale spigliatezza - Ti secca se ti dico che vorrei essere lì con voi per vedere la sua reazione, quando gli aprirai la porta vestita così?».
I complimenti come al solito la fecero arrossire, anche se guardandosi allo specchio Sara dovette ammettere che lei stessa si trovava davvero sexy. Aveva provato un completo nero in pizzo comprendente reggiseno, perizoma, calze e reggicalze. Ciò che l'aveva colpita di più, tuttavia, erano le coppe slacciabili del reggiseno: era convinta che la possibilità di coprire e scoprire i capezzoli con un semplice bottoncino le sarebbe tornata molto utile, durante i suoi spettacoli.
Questo particolare non sfuggì all'occhio attento di Elena, che fissandola proprio lì la invitò a fare un passo in avanti. Quando le fu vicina, tolse le mani dalle proprie tette e, senza scomporsi e neppure cambiare la posizione delle braccia, le posò su quelle di Sara, ora vicinissime alle sue. Con le dita andò ad afferrare i bottoncini sotto le coppe e, senza attendere cenni di approvazione, li sganciò, rivelando quel meccanismo tanto semplice quanto malizioso.
Elena rivolse a Sara uno sguardo di stupore e allo stesso tempo di ammirazione, poi scoppiò a ridere. Lo stesso fece subito dopo Sara, e in quel contesto così leggero e spensierato ci vollero diversi secondi, prima che si accorgessero del ragazzo che stava a pochi metri da loro. Quando lo videro, lo sguardo di lui passò in una frazione di secondo dai loro corpi allo scaffale davanti a sé. E più o meno cinque secondi dopo fu proprio lui il primo a muoversi, tornando verso l'ingresso del negozio e interrompendo una situazione di imbarazzo che aveva congelato tutti e tre. Elena soffocò a fatica un'altra risata, non trovando però stavolta l'appoggio di Sara, già pronta a rientrare nel camerino per cambiarsi.
Alla fine comunque entrambe furono soddisfatte della propria scelta, e decisero per l'acquisto. Non solo, Elena volle aggiungerci una minigonna di pelle, mentre Sara fu conquistata da una graziosa vestaglia viola di seta. Tornate verso la cassa, tuttavia, la più intraprendente delle due decise che non era abbastanza: «Ma come, usciamo da qua senza neppure un dildo?».
Sara inizialmente non le diede corda. Un po' perché era impegnata a guardarsi in giro per cercare l'uomo che poco prima le aveva viste, anche se pareva proprio che fosse uscito dal negozio. Un po' perché in realtà dubitava che avrebbe mai avuto il coraggio di usare un attrezzo del genere durante una live. Eppure ricordava di aver visto molte sue colleghe farlo, e dato che nell'ultima settimana di tabù ne aveva superati parecchi, alla fine decise di assecondare la sua amica e lasciare che fosse lei a parlare con la commessa.
Gliene furono mostrati tanti, dalle caratteristiche più varie. Elena però si innamorò - a Sara non venivano in mente altri termini più appropriati - di uno in particolare. Un fallo sorprendentemente realistico, nella forma, colore e dimensioni. Beh, dimensioni realistiche solo per gli uomini più fortunati, questo era lampante.
«Guarda, ha perfino tutte le venature...» disse Elena a Sara, sbattendoglielo quasi in faccia.
«È il nostro articolo più venduto» confermò la commessa, e a Sara sembrò quasi che le due donne si fossero messe d'accordo per convincerla. Visto che però ci metteva troppo tempo ad esprimersi, l'amica tagliò corto: «Basta, ho deciso, ne prendiamo due! Sarà un mio regalo per te». Sara provò ad opporsi, sostenendo che l'avrebbe pagato volentieri, ma Elena non volle sentire ragioni.
Al momento di pagare, tuttavia, la commessa si scusò con loro: «Sono mortificata - disse - Non mi ero resa conto che in magazzino non ne abbiamo più, per cui ve ne posso dare uno solo. Ma abbiamo una nuova partita in arrivo nel pomeriggio, entro domattina ve lo recapiteremo tramite corriere all'indirizzo che preferite, senza spese aggiuntive».
Sara guardò l'amica, e capì subito che aveva una gran voglia di portarsi a casa quel... coso. Accettò dunque di farsi recapitare a casa il suo, dopo essersi accertata che sarebbe stata una consegna discreta, con un pacco del tutto anonimo.
Terminato il giro per negozi, le due pranzarono insieme e poi si salutarono. Sara fu a casa verso le 14.30, e ci mise poco ad andare online. In fondo aveva una gran voglia di esibire quel completino sexy, che inizialmente nascose sotto alla camicetta e alla gonna che già aveva usato nella sua primissima diretta, e alle quali per l'occasione abbinò un paio di stivali neri di pelle. Quella di vestirsi "a strati" era una tattica che aveva iniziato ad adottare recentemente, dopo che le era venuta l'idea giusta per stimolare i propri spettatori. L'argomento della chat infatti non recitava più "20 tokens tits, 40 tokens naked", bensì uno strategico "1 item off every 100 tokens": sostanzialmente, ogni 100 token complessivi prometteva di togliersi un indumento. Questo, a suo modo di vedere, invogliava tutti a sentirsi coinvolti e a contribuire, ognuno a seconda della propria disponibilità, per un obiettivo comune: vederla nuda. E dai risultati dei primi giorni, sembrava proprio che fosse un sistema vincente.
Sicuramente la aiutava anche il fatto che, dopo le iniziali resistenze, si era convinta a tornare a mostrare anche il volto. Le sembrava di avere un rapporto più diretto coi suoi spettatori in quella maniera, e si era accorta che anche lei si divertiva di più.
Quel pomeriggio, anche in virtù della visita al sexy shop, si sentiva particolarmente euforica e frizzante, e pure il pubblico si era dimostrato ricettivo. In un paio d'ore aveva raccolto ben 481 token, e quindi si era già tolta quattro indumenti: stivali, camicetta, gonna, reggiseno. Ne mancavano solo 19 per il nuovo traguardo, e non tardarono ad arrivare: l'utente "cockman31" gliene donò addirittura 100 in un colpo solo. Stupita e grata per questa cospicua offerta, Sara decise di far scegliere a lui cosa avrebbe dovuto togliersi: calze, reggicalze o mutandine. Anche in questo caso la risposta fu rapida: "panties".
Fino a quel giorno, Sara non era mai rimasta nuda in una chat pubblica. Lo aveva già fatto in due o tre occasioni in privato, ma in quella pubblica non era mai arrivata a raccogliere così tanti token da eliminare anche l'indumento più intimo.
Decisa a soddisfare la richiesta di cockman31, si alzò in piedi e iniziò una danza sensuale. Si era esercitata in quei giorni, e le pareva di essere migliorata anche in quello. Si girò, per esporre il proprio fondoschiena a favore di webcam, come aveva già fatto poco prima quando si era tolta la gonna. In quell'occasione erano arrivati tanti complimenti per il perizoma, che ora però tutti volevano togliesse. Lo fece calare lentamente, piegandosi un po' in avanti, e poi si girò nuovamente. La sottile striscia di peletti scuri che le caratterizzava il pube iniziava già a vedersi.
Slacciò temporaneamente i laccetti del reggicalze, per permettere allo slip di cadere fino a terra, poi li risistemò e rimase per qualche secondo in piedi, mani sui fianchi, a rimirarsi nell'inquadratura del computer. Era praticamente nuda, di fronte a quasi 300 utenti. Si accarezzò lì in mezzo con la mano, forse anche per un istinto che la portava ancora a tentare di coprirsi, poi si sedette. Stava sorridendo, ed era certa che molti dall'altra parte dello schermo stessero facendo lo stesso.
A interrompere quel momento di estasi e a riportarla sulla terra fu il suono del campanello.
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