Un difetto di famiglia
di
Franco018.
genere
dominazione
Una Domenica di agosto ero in macchina con mia moglie per goderci una giornata di mare ma, mentre stavamo giungendo ad un incrocio, ci troviamo di fronte ad una ragazza bionda, molto carina, che era intenta a vedere il motore della sua auto. Mia moglie mi dice di fermarci e vedere cosa si poteva fare per lei. Mi affianco alla sua auto e domandiamo cosa era accaduto. La ragazza ci sorride e dice di trovarsi con la sua auto improvvisamente fermatasi. Scendo e vado a vedere se, girando la chiave d'accensione, si accende la spia delle anomalie. Tutto era a posto e così domando alla ragazza se aveva appuntamenti o incontri importanti. Mi dice che voleva solo passare una giornata al mare per rilassarsi e le propongo di unirsi a noi per spassarsela insieme al mare. Accetta e così partiamo, arrivando al mare dopo mezz'ora di guida. Lì propongo di affittare una barca ed andarcene in una caletta dove vado spesso con mia moglie e, dopo avere acquistato panini e bevande, raggiungiamo in barca il punto che per noi due è sentito di proprietà nostra. Passiamo la giornata nuotando, mangiando e schiacciando pisolini rigeneratori. Al tramonto decidiamo di tornare a Roma ma Angela, la biondina, ci ricorda che deve recuperare la sua auto. Le chiede se ha convenzioni con soccorsi stradali e mi da la tessera col numero da chiamare. Chiamo subito il soccorso e ci accordiamo per trovarci dove è ferma l'auto. Dopo mezz'ora siamo accanto all'auto di Angela e, poco dopo, arriva il carro attrezzi e l'operatore verifica subito che la benzina c'è ma la pompa non funziona e va sostituita. Ci lascia il telefono della sua officina e ci garantisce che domattina alle prime ore l'auto è riparata. La carica sul carro attrezzi e va via. Angela ci chiede di chiamare un taxi ma io lo nego, invitandola a cena a casa nostra ... poi si vedrà! Ce ne andiamo e, giunti a casa io offro la doccia ad Angela, poi ne faccio uso io, poi mia moglie. Io intanto mi dedico a preparare una cena che Angela e mia moglie gradirono moltissimo e, con l'aiuto di un vinello fresco bianco, ci sentiamo tutti euforici ed in pochi attimi siamo tutti e tre avvinazzati, allegrotti ed io manifesto apertamente ad Angela che un culo come il suo, non l'ho visto mai e, dopo averle slacciato la minigonna, mi metto a palparle il culo. Visto che lei non protestava, la pongo sulle mie cosce sdraiata a pancia sotto ed inizio a sculacciarla a brevi e leggeri colpi. Mia moglie intanto le sfila le mutandine e le infila un dito al culo,poi si dedica ad infilarle un fallo di lattice in figa ed io passo a leccarle l'ano. Dopo mi spoglio completamente e, mentre il cazzo cresce notevolmente, io glielo appoggio all'ano, sodomizzandola poi, procurandole un dolore che la fa gridare intensamente. Fortunatamente noi viviamo in campagna e la nostra casa è isolata perciò le sue urla non le sente nessuno. Scambio un'occhiata con mia moglie e, dopo avere sborrato in culo ad Angela, Carla lega Angela ancora sotto i fumi del vino, ad uno dei strumenti di tortura che abbiamo nel nostro segreto scantinato e, dopo avere ben immobilizzato la biondina, inizia a frustarla sulla schiena, sul sedere, sulle cosce facendola urlare. Poi Carla indossa una cinta che ha applicato un fallo di gomma e possiede Angela in bocca, poi in figa e nel culo. Angela comincia a rendersi conto di quanto le sta succedendo e piange a dirotti provocando un' eccitazione in noi due incontrollabile e la costringiamo a leccare la figa a Carla e il cazzo a me. Dopo che godiamo come porci, la stendiamo su un lettino, legandole caviglie e polsi, poi accendiamo due candele che lasciamo scolare cera su ogni punto del corpo e lei geme dal dolore. La notte trascorre fino all'alba dedicandoci a godere del dolore di Angela. Dopo un sonno ristoratore, io prendo il telefono e chiamo il meccanico che aveva appena terminato di riparare l'auto di Angela. Lasciando Angela ancora addormentata e legata ben bene al lettino, io e Carla andiamo dal meccanico e paghiamo il suo lavoro, poi prendiamo l'auto di Angela che portiamo alla pineta di Ladispoli. Da lì torniamo a casa e, rivestita Angela, la adagiamo al sedile posteriore della mia macchina per portarla alla sua macchina alla pineta. Quando stiamo trasferendola dalla mia alla sua auto, notiamo che si sta svegliando, così Carla provvede immediatamente a prendere una siringa per somministrale un sonnifero che la farà subito sedare. La mettiamo al posto di guida ed io le infilo in borsa due banconote da cinquecento euro l'una. Partiamo da lì a gran velocità e, mentre stiamo andando a casa, notiamo una morettina molto formosa ed appetitosa che sta attendendo un autobus alla fermata. Mia moglie mi dà l'ok ed io mi fermo a dire alla ragazzina che abbiamo visto un autobus fermo per guasto al motore e perciò se vuole le diamo volentieri un passaggio. Lei ringrazia e sale in macchina, chiaramente rassicurata dalla presenza di Carla e non mi considera pericoloso. Poverina, lei non sa che è finita nella tana del lupo. Mentre partiamo, mia moglie simula di avere dimenticato a casa le sue medicine che deve assolutamente prendere e così io giro l'auto, scusandomi con Paola, la ragazzina adescata, se allungheremo il giro. Arriviamo a casa e invito Paola a scendere dall'auto per prenderci una bibita fresca in casa. Mentre Carla va in cucina e versa nel bicchiere per la bibita le gocce per dormire, io e Paola giriamo in giardino per farle vedere i miei animaletti come tartarughe e pappagalli parlanti. Paola si interessa moltissimo e, quando arriva Carla, prende la bibita offertale e beve interamente. Poco dopo da segni di sonnolenza ed io la prendo in braccio e la porto nello scantinato. Lì la lego al lettino a pancia sotto e, dopo averla colpita alle natiche con la paletta, con Carla ci divertiamo ad infilarle aghi che la fanno urlare di continuo. Passo poi ad infilarle il cazzo in culo e mi rendo conto dalle sue urla e dalla strettezza dell'ano che lei era vergine. La slego e la rigiro a pancia sopra con Carla che le legava i polsi mentre io bloccavo le caviglie allargandole le cosce. Mi metto sopra a Paola e la penetro in figa con un colpo deciso. Lei urla da far rabbrividire e Carla nota subito che sulle cosce della ragazzina c'è un rivolo di sangue che altro non può confermare che la sua verginità. Io, eccitatissimo, la scopo a lungo facendola svenire per l'interminabile su e giù e le sborro tutto dentro. Non soddisfatto la slego e la rigiro di nuovo e, con Carla che le teneva i polsi, la penetro di nuovo al culo, facendola urlare a squarciagola. Dopo essermene venuto dentro di lei, le facciamo sgocciolare due candele sul corpo intero e lei urla di continuo. Dopo averle fatto una iniezione di sedativo, la rivestiamo e, messa dentro l'auto, la portiamo alla fermata dove l'avevamo incontrata e la lasciamo seduta ad una panchina che sembrava normalmente addormentata. Dopo avere girato un bel po, troviamo un ragazzo ed una ragazza che stavano imprecando nel tentativo di poter riparare una gomma al lor tandem bucata. Lui aveva già fatto dilatare le pupille a Carla ed anch'io non ero rimasto indifferente alla rossa formosissima da fare eccitare anche un uomo frigido. Lui si chiamava Franco, lei Rossana. Mi offro per portare il tandem a casa mia a pochi chilometri da l' e ripararle la ruota. Carichiamo il tandem sul portapacchi e ce ne andiamo a casa. Io scarico il tandem e, mentre Carla li stordisce con una bevanda che gli provoca torpore, io rapidamente riparo la ruota e rimetto sul portapacchi il tandem. Entro in casa e trovo Carla impegnata e fare un bocchino a Franco. Rossana è sul divano ad osservare loro due ma, al mio arrivo, mi dice di sedermi accanto a lei per vedere insieme come gode Franco. Io le poso una mano sulla coscia ma lei non fa resistenza così le sfilo le mutandine e le apro le cosce per poterle leccare la figa. Dopo lunghe leccate lei se ne viene ed io le infilo il cazzo in figa, convinto che fosse sverginata da un pezzo ma invece era illibata ma io non lasciai perdere e la scopai a lungo facendola gemere profondamente ma, al momento della rottura dell'imene lei urlò piangendo, provocandomi ulteriore piacere. Mi girai ad osservare Carla e trovai Franco che se la stava scopando. Gli andai alle spalle e, senza esitare, gli sparsi olio solare all'ano che poi m'affrettai a penetrare prima con l'indice e poi col cazzo. lui tentò di svincolarsi da me ma lo inculai a fondo facendolo gridare dal gran dolore provocatogli. Mentre Carla provvide a consolarlo con un bocchino, io legai Rossana al lettino a pancia sotto e, dopo averle spalmato olio sull'ano, la inculai senza freni, facendola gridare dal dolore fortissimo. La colpii poi sulle cosce e sul culo con un frustino, intanto Carla faceva altrettanto con Franco che gridò dal dolore. Poi presi la siringa che avevo usato varie volte e bucai il culo ai ragazzini per farli addormentare. Li portai nell'auto per portarli con Carla dove li avevamo trovati. Lì li lasciammo stesi sul prato, scaricammo il tandem e ce ne andammo via. Questa è la nostra perversione che ormai è simile ad una droga e perciò non credo che ci sarà un fine.
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