Zio Franco, sessualmente mai stanco
di
Franco018.
genere
etero
Mio fratello Carlo, rappresentante di una casa farmaceutica, aveva ricevuto il premio di un mese di vacanza con sua moglie Carla per il suo fatturato eccellente, con la meta da scegliere addirittura e così si era rivolto a me per tenermi sua figlia Paola diciannovenne. Io, Franco, militare a riposo per problemi cardiaci e mia moglie Luisa, Capo Reparto dell'Ospedale. Il giorno che mio fratello doveva partire, accompagna da me Paola che io avevo lasciato qualche mese fa ancora "acerba" e che invece ora la vedo con un corpicino ben formato, molto carina. Dopo le rituali raccomandazioni a sua figlia, Carlo mi abbraccia ringraziandomi per l'ospitalità e se ne va via. A pranzo ci troviamo soli io e Paola, così, data la giornata primaverile già ben calda, ci viene una sonnolenza davanti alla tv. Al mio risveglio mi accorgo che Paola era mezza nuda con la maglietta sfilata a metà e la gonna risalita all'inguine. Complice la finestra aperta per smuovere l'aria, Paola si sveglia con un fastidio alla gola. Si rivolge a me, chiedendo se ho qualcosa per il mal di gola. Istintivamente, avendo anch'io un figlio con Luisa, attualmente ventenne anche lui militare di carriera ed ora naviga per il Mondo, le chiedo di farmi vedere la gola e noto così che ha un arrossamento intenso. Chiamo subito Luisa che, senza esitare mi consiglia di chiamare il nostro medico. Dopo mezz'ora il dottore è da me e visita Paola. Decide in seguito di farle prendere farmaci oralmente e per via intramuscolare. Quando lui se ne va, corro in farmacia e prendo tutto. Per le compresse devo attendere il dopo cena ma le iniezioni, che fortunatamente le so fare bene, decido di fargliela subito. Iniziano le lamentele di Paola che non si fida molto delle mie capacità nel praticare iniezioni e vorrebbe attendete Luisa ma poi la convinco ad iniziare subito la terapia e le ricordo di pochi anni fa quando dovetti farle a suo cugino e lui, dopo molta opposizione, fu costretto a subirle e a fatto concluso, si congratulò con me per non averle fatto sentire nulla. Così riuscii a convincere Paola che mi lasciò preparare la siringa, scoprendosi poi il culetto assai bello, a forma di mandolino. Dopo aver massaggiato la natica a lungo, le infilai l'ago senza che se ne rendesse conto e solo quando iniziai ad iniettare il farmaco nella natica, lei mi guardò e disse che avevo una bravura unica. Ciò m'inorgoglì e, dopo averle estratto l'ago, le diedi un bacino alla guancia che lei subito ricambiò. Misi a posto il necessario e mi sedetti accanto a lei. Decidemmo di guardarci un film ma poi sonnecchiammo un poco, tanto da risvegliarci poco prima dell'arrivo di mia moglie dal lavoro. Le feci misurare la febbre che si rivelò ancora ben alta e che solo dopo cena, col farmaco via orale, calò il giusto. Luisa volle al suo arrivo, rimisurare la temperatura ed il giorno dopo fu lei a praticare l'iniezione a Paola la quale però non gradì perchè dalla cucina sentii un suo lieve grido che poi mi chiese se l'avevo sentito o no ed io glielo confermai, così lei stabilì che se gliele facevo io , non aveva obiezioni, se no niente da fare. Riferii a Luisa che accettò soddisfatta di non doverle praticare lei perchè proprio era una cosa che eseguiva assai malcontenta. Vedendo che la febbre saliva e scendeva di continuo, richiamai il Medico che raddoppiò le iniezioni così una al mattino e la seconda alla sera dopo cena. Quindi quel giorno fui io a farle quella dopo cena e Paola fu tranquilla e soddisfatta. Al mattino dopo le rifaccio l'iniezione che erano le ore sette essendo tutt'e due già svegli ma poi io, dopo la colazione, mi riappisolai sul mio letto. Mentre dormivo, sentii che il cazzo si stava gonfiando assai ed ebbi la sensazione che accadesse qualcosa che non capivo. Solo quando sentii che stavo sborrando tipo cascata di acqua, a fatica aprii gli occhi e vidi Paola che scorreva la sua bocca sul mio cazzo, con le labbra che straripavano di sborra. Quando finì mi fissò negli occhi che vide spalancati dallo stupore lasciandomi attonito e muto, incapace di comprendere se si fosse trattato di un sogno o realtà. Lei allora si decise e mi disse che quel gioco era il minimo che poteva fare per me, esprimendo così la sua gratitudine. Rimasi ad osservarla e, quando sentii che il mio cazzo si stava nuovamente eccitando, allora la presi sotto le ascelle e la sollevai fino a fare combaciare le nostre bocche, permettendo alle lingue di giocare tra loro. La baciavo, le accarezzavo i seni che poi scoprii vedendo che erano come albicocche ben tosti e con i capezzoli già induriti. La baciai poi sul collo, dietro alle orecchie, scendendo poi alla sua fighina già umida che leccai ciucciandole il grilletto che si raddrizzò come un cazzetto. Lei mi avvicino poi la bocca all'orecchio e mi disse che non era più vergine così potevo scoparla senza timore. Mi separai da lei per girarmi sul letto e prendere un preservativo al mio comodino. Fu Paola ad infilarmelo sul cazzo, aiutandosi magistralmente con la sua bocca sensualissima, labbra carnose e rosee da eccitare anche l'aria. Dopo che mi piazzai col cazzo davanti alla sua figa, la penetrai lentamente e, più avanzavo, più lei gemeva, sospirava. Scopammo come forsennati e ce ne venimmo insieme, godendo moltissimo. Quel giorno lo trascorremmo scopando non sò più quante volte ed è proprio vero che "l'appetito vien mangiando!".
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