Marcella: l'inizio
di
alybas
genere
etero
Storia vera
Da anni sono in antipatia cordiale con Marcella che abita al 5° del mio palazzo e che è una selvaggia di primissima categoria. Bella donna quasi cinquantenne, con un culo a mandorla come pochi ne ho visti, che provoca e continuamente si dimostra a dir poco irritante. Classica romanaccia de Roma. Più volte mi è capitato di avere la spesa e lei pur vedendomi arrivare lascia chiudersi il portone, salvo poi sorriderti dicendo: aho’ ma mica lo sapevo che doveva veni’ a casa, però sapevo che aveva la chiave….”, oppure prendere l’ascensore senza chiederti se devi prenderlo anche tu e solito sorriso: ahò me credevo che sa’ facesse a piedi…. Mantiene a linea………” Martina odiosissima. Butta le cicche di sigaretta dal balcone e se ne frega. Innaffia le piante e se ne frega che hai steso i panni, e poi sempre i soliti sorrisi: Aho’ lo faccio così non se la sarà mica presa a male no ? Poi lei è solo i panni s’i può lava’ di nuovo…… insomma così è andata per tutti questi anni. La settimana scorsa l’ho incontrata bionda sfavillante, tutta tirata a lucido. Ha aspettato che portassi le mie cassette d’acqua dalla cantina e addirittura mi ha aperto la porta dell’ascensore…Miracolo Marcella… tutta sorrisi e cordialità. Tutto molto strano. Siamo saliti in ascensore e arrivati al mio piano mi ha detto che voleva chiedermi un favore. Io l’ho fatta accomodare un attimo e le ho offerto da bere. Lei ha sorriso molto. Mi ha detto che sapendo che io vivo solo magari nella mia cantina avrebbe potuto, con il mio consenso, appoggiare diverse cose visto che avrebbe avuto di li a poco i muratori che avrebbero dovuto fare alcune modifiche alla casa che lei aveva comperato per sua figlia fresca sposina. Io ho accolto tutto favorevolmente e Marcella ha insistito per farmi vedere il nuovo acquisto: l’appartamentino da ristrutturare. Ho accompagnato cortesemente Marcella giù in ascensore e un paio di volte il suo culone favoloso mi ha mandato in visibilio. Ho avuto impressione di disponibilità ma non mi sono scoperto. Ha aperto l’appartamento alzato a metà le tapparelle e devo ammettere che l’appartamentino sarebbe potuto diventare carino. Marcella si è avvicinata ancora più volte cercando il contatto e io ho lasciato fare. La situazione mi ha eccitato. Anche le modifiche che Marcella intende far fare mi sono sembrate di gusto. Concordavo con lei. Ad un certo punto mi ha chiesto di vedere lo spazio di cui potrebbero usufruire nella mia cantina e io l’ho accompagnata. Ho acceso le luci al neon e lei ha potuto constatare che spazio ve ne era. Sembrava soddisfatta quando io mi avvicinai e con il pene mi attaccai alle natiche. Lei si volse e mi disse: che c’è stai a provà? Io mi distaccai e rimasi a distanza facendo finta di non aver capito ma lei era molto diretta e continuò…so io che me prendo quello che vojo si lo vojo. La situazione era un po’ imbarazzante e il suo atteggiamento arrogante….., per cui la presi di scatto e la baciai in bocca a tutta lingua. Le aprii facile la gonna jeans e in men che non si dica rovistavo la sua vagina con lei che si dimenava e io che con le dita entravo sempre più in profondità. Senza perdere tempo le misi il cazzone in bocca. Lo prese tutto e recalcitrò ma intanto pompava. Il mio unico impegno fu quello di tenerle convintamente la testa forzando un pochino la nuca e lei fece come una ventosa ci seppe fare e io mi godetti il bocchino, forse perché lei era in ginocchio, la divina Marcella, forse perché era insolito farsi fare un pompino da lei in cantina, sta di fatto che la inondai. Marcella si asciugò mentre io avevo già dato segni che la visita in cantina non poteva finire così. Slacciai il suo perizoma e lavorai accuratamente in figa, clitoride e area perianale con Marcella che si iniziava a starci. La infilai più volte con le dita e poi le chiesi se andava bene lei gemeva ma la feci rivestire di tutta fretta e chiusi la cantina. Mi è apparsa per la prima volta stravolta, sconvolta, la toccai molto frequenti in ascensore le lasciai la chiave della cantina. Le dissi che avrebbe dovuto fare una copia e restituirmela. Mi chiese se avrei voluto salire con lei ammiccante e io le risposi che preferivo di no. Credendo di non aver capito me lo richiese e io le risposi di no nuovamente. Non riusciva ad accettare che la rifiutassi e io lo feci ancora. Mi chiese anche se volevo venisse lei da me ma io le sorrisi e declinai, mentre le palpavo il clitoride e sentivo il suo liquido ancora fra le mie mani. Finalmente salì. Ebbi chiara la sensazione che avrei conosciuto Marcella molto bene.
Da anni sono in antipatia cordiale con Marcella che abita al 5° del mio palazzo e che è una selvaggia di primissima categoria. Bella donna quasi cinquantenne, con un culo a mandorla come pochi ne ho visti, che provoca e continuamente si dimostra a dir poco irritante. Classica romanaccia de Roma. Più volte mi è capitato di avere la spesa e lei pur vedendomi arrivare lascia chiudersi il portone, salvo poi sorriderti dicendo: aho’ ma mica lo sapevo che doveva veni’ a casa, però sapevo che aveva la chiave….”, oppure prendere l’ascensore senza chiederti se devi prenderlo anche tu e solito sorriso: ahò me credevo che sa’ facesse a piedi…. Mantiene a linea………” Martina odiosissima. Butta le cicche di sigaretta dal balcone e se ne frega. Innaffia le piante e se ne frega che hai steso i panni, e poi sempre i soliti sorrisi: Aho’ lo faccio così non se la sarà mica presa a male no ? Poi lei è solo i panni s’i può lava’ di nuovo…… insomma così è andata per tutti questi anni. La settimana scorsa l’ho incontrata bionda sfavillante, tutta tirata a lucido. Ha aspettato che portassi le mie cassette d’acqua dalla cantina e addirittura mi ha aperto la porta dell’ascensore…Miracolo Marcella… tutta sorrisi e cordialità. Tutto molto strano. Siamo saliti in ascensore e arrivati al mio piano mi ha detto che voleva chiedermi un favore. Io l’ho fatta accomodare un attimo e le ho offerto da bere. Lei ha sorriso molto. Mi ha detto che sapendo che io vivo solo magari nella mia cantina avrebbe potuto, con il mio consenso, appoggiare diverse cose visto che avrebbe avuto di li a poco i muratori che avrebbero dovuto fare alcune modifiche alla casa che lei aveva comperato per sua figlia fresca sposina. Io ho accolto tutto favorevolmente e Marcella ha insistito per farmi vedere il nuovo acquisto: l’appartamentino da ristrutturare. Ho accompagnato cortesemente Marcella giù in ascensore e un paio di volte il suo culone favoloso mi ha mandato in visibilio. Ho avuto impressione di disponibilità ma non mi sono scoperto. Ha aperto l’appartamento alzato a metà le tapparelle e devo ammettere che l’appartamentino sarebbe potuto diventare carino. Marcella si è avvicinata ancora più volte cercando il contatto e io ho lasciato fare. La situazione mi ha eccitato. Anche le modifiche che Marcella intende far fare mi sono sembrate di gusto. Concordavo con lei. Ad un certo punto mi ha chiesto di vedere lo spazio di cui potrebbero usufruire nella mia cantina e io l’ho accompagnata. Ho acceso le luci al neon e lei ha potuto constatare che spazio ve ne era. Sembrava soddisfatta quando io mi avvicinai e con il pene mi attaccai alle natiche. Lei si volse e mi disse: che c’è stai a provà? Io mi distaccai e rimasi a distanza facendo finta di non aver capito ma lei era molto diretta e continuò…so io che me prendo quello che vojo si lo vojo. La situazione era un po’ imbarazzante e il suo atteggiamento arrogante….., per cui la presi di scatto e la baciai in bocca a tutta lingua. Le aprii facile la gonna jeans e in men che non si dica rovistavo la sua vagina con lei che si dimenava e io che con le dita entravo sempre più in profondità. Senza perdere tempo le misi il cazzone in bocca. Lo prese tutto e recalcitrò ma intanto pompava. Il mio unico impegno fu quello di tenerle convintamente la testa forzando un pochino la nuca e lei fece come una ventosa ci seppe fare e io mi godetti il bocchino, forse perché lei era in ginocchio, la divina Marcella, forse perché era insolito farsi fare un pompino da lei in cantina, sta di fatto che la inondai. Marcella si asciugò mentre io avevo già dato segni che la visita in cantina non poteva finire così. Slacciai il suo perizoma e lavorai accuratamente in figa, clitoride e area perianale con Marcella che si iniziava a starci. La infilai più volte con le dita e poi le chiesi se andava bene lei gemeva ma la feci rivestire di tutta fretta e chiusi la cantina. Mi è apparsa per la prima volta stravolta, sconvolta, la toccai molto frequenti in ascensore le lasciai la chiave della cantina. Le dissi che avrebbe dovuto fare una copia e restituirmela. Mi chiese se avrei voluto salire con lei ammiccante e io le risposi che preferivo di no. Credendo di non aver capito me lo richiese e io le risposi di no nuovamente. Non riusciva ad accettare che la rifiutassi e io lo feci ancora. Mi chiese anche se volevo venisse lei da me ma io le sorrisi e declinai, mentre le palpavo il clitoride e sentivo il suo liquido ancora fra le mie mani. Finalmente salì. Ebbi chiara la sensazione che avrei conosciuto Marcella molto bene.
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